L'ADELINA

L'ADELINA L'ADELINA Capitan Scotio, quando gli fui prcsenSbato, cenava al Club Italiano, in Callo [Florida, a Buoni» Aires. Era un vecchio vigoroso, piuttosto grosso, di quelli che anticamente, quando li Bai amavano, li salassavano profondo, perchè complessioni — bì diceva — di sangue piuttosto cotennoso. Aveva dei cespuglieti:) .di peli grigi alle dita, fitti come, costi di erba murajxiola- c l'occliio destro con la palpebra di Eotto un po' cascante., da sembrale arrovesciata, rossa e lacrimosa, che l&ppolava continuamente; un malanno che capite di spesso agli antichi naviganti. Portava lo smoking, ma aveva le scarpe con gli elastici, e i pantaloni loggernieaite ad armonioa. Doveva essere — eri capiva ■obito, alla prima occhiata — di quella speciale categoria di capitani di mare, odiatoti forsennati delle bretelle, e difensori appassionati del cinturino, come unico mesto airrmiraibilo di sostegno per reggere lo loto brache, come se fossero velo invernata. Così, com'era, con gli occhi ohe gli piangevano uà po', e i pantaloni che un po' gli poridevano, Capitan Sanguincti nel suo giro d'affari lo si faceva buono per cinque milioni di pesca. Ohe affari fossero stati, si sapeva a un dipresso: i denari grossi li aveva messi insieme nei terroni del Mar del Piata, lavorando per conto degli Anohoreta. Per tutte questo ragioni, i carne-, rieri del Club lo chiamavano Senor de Scoto, molleggiandogli un. po' di quel suo nome, troppo faticoso per la lingua castàgliana; e con quel De di più, figurava sulle inscrizioni di benemerenza murate all'Ospedale Italiano, negli elenchi di bnnemeronai della Società Patronato e Bimpatrio, in tutte le benemerenze in cui compariscono quelli che, nel linguaggio ufficiale italo-platense, si chiamano « eminenze della collettività ». Insomma, era di quelli che quando tornano in Liguria, e si fanno fabbricare da Coppedè una villa, di siilo medioevale, e con molto ferro battuto, la gente del paese li chiama c riccacci » e « americani ». Quella sera egli si alzò da tavola col tovagliolo infilalo per una cocca nel colletto, mi prese la testa fra lo mani, e facendosi indietro colla sua, e col suo corpaccio, mi guardò tra le ciglia lappolanti più che mai, poveruomo. — Vostro padre vi ha mai raccontato che io sodo quello che gli insegnò a navigare? Gli risposi che me lo aveva detto tante volte, e che sapevo benissimo che il suo primo Trnb""" era stato con Capitan Scotto mB.'Adelina. A sentir nominare l'Adelina, e sentirla Dammare da me, il povero riocaccio mi diede un'occhiata così carica di gioventù, di rimpianti, di nostalgia come se l'Adeima fosse stata la sua prima amorosa. —■ E vostro padre vi ha detto ohe barco •m, l'Adelina? — So ohe ve l'aveva costruita £ MaxotjGo, sai ano cantiere di Varazze, e che era Mita in legno di rovere —, gli risposi ridendo. Ma Capitan Scotto non rideva: si asciugava invece gM occhi col tovagliolo. Poi Cniamo il camerierotj —m Cambi sipflslot E a me: — Sempre questi maledetti oceM. Ormai Sono proprio un lavativo. Tanti accidenti di medici, eoo buoni solo a tirar giù dei pesai. Meno inalo che vostro padre si ricorda ancora della sua Adelina. •»*» Ma l'Adelina era la vostra, «— No, no, era di tutti, caro mio. Cerano più debiti a bordo, che vele. Un barco come si facevano allora, nei nostri paesi; c'erano stati m-sssi, nella costruzione, denari miei, denari di mio fratello ch'era già qui al Piata, denari del Maxotto, denari 'del bozzellaio, del veliere, del Parodi ne- riante di cavi in Sottoripa ; perfino queldonnetta di dispensiere ci aveva messo del suo. E vostro padre, si capisce. Anzi, lo rio di vostro padre, mi par di vederlo, nella farmacia lupetto, a Banchi, dove noialtri di Lavagna c dei Cavi si aveva JScapito. Due carati agl'Adelina erano dillo zio d'i vostro paire, sicuro. — Tanto per dire qualcosa gli feci un complimento. —- Però, anche voi avete buona memofeìa, capitano. — Ci mancherebbe altro! Cosa dovrei riCordarmi? Di questa, roba qui? — Accennò eoi mento al cameriere olio accorreva col •agnolo. — Tutti) questo, caro mio, a ■tan Scotto non glie no fa nò caldo ne do. Qui al Piati ci ho fatto denari io, Tipi han fatto donai: j miei fratelli, cosa /volete che vi dica, non so più neanch'io so sono italiano o argentino; ci ho piantato radici, ci morirò. Ma tutti questi argentini con quelle scarpe lucide, li vedete, tutti questi portegni. ohe a trent'antii non possono più camminare dalla gotta, non eoa mica della razza di teiste di cui eravamo noialtri, a bordo delX Adelina, quel primo viaggio. Il più vecchio era il nostromo, ch'era certo Bordone <iei Cavi, che ne aveva cinquantuno; il più giovane era vostro padre, che ne aveva quattordici, e non compiuti. Io, io ero nel mio bello, a trentadue anni, perdinci, mi sarei sentito il coraggio di comandare l'Adelina come facevano i capitani scozze:;, che navigavano colle drizze legate ai velacci, e le mura inchiavardate alle basse vele, con tanto di lucchetto. Ma già, ivi di questo non ne avrete mai sentito pari.re. Pausa. — Guardate — continuava lui — io ci sono in mezzo, a questa gente, li conosco. Cavalli di gran comparsa, ma poi... Niente. SI sbriciolano. — Faceva il gesto colle dita, come di qualche cosa che si spappolasso. — Altro ò diventai- milionari stando ad aspettare seduti nel proprio alinoceli che Anohorena faccia salirò in borsa i prezzi dei terreni, altro b la soddisfazione di scendere per la primavolta da riva, o guadagnare quattro soldi con un po' di paccottiglia imbarcata a boni'.,, onestamente. Questa differenza, quel pivetto che avevo preso a bordo dell'Adelina l'aveva capita subito, e uon mi toccò in* r:uargliela. Anzi, glie ne ho tirato delle - irsettato e dei bozzelli, per la sua smania <)j montare a riva prima di averci fatto la mano e aver capito in che mondo eia. Aveva il punto d'onore del mestiere, e la smania di l'are il marinaio sul serio ; aveva putirà di essere contato tra le vele di strallo, di essere tenuto riguardato, come allo volte succedeva al figlio o al parente !cl!'armatore. Si buttava ai lavori più (lispe pti ; s'era subito messo in camiciotto o calzoni di tela di sacco, <i giù, a bassa prosa. Lo dovevo chiamalo eontitiuamoulo nella casetta di poppa, perdi* rimi mi piaceva chV a quel¬ l'età stesse a bassa prora : ma lui ci provava tutti i rjusl.i, gk pareva d'essere uomo. .Sono cose «dio noi abbiamo provate tutti: e l'Adelina del resto, andava bene per un ragazzo come lui. Scerni e poltroni, non oc no alloggiava. Nella foga del discorrere della sua Adelina, Capitan Scotto s'era liocato lo mani in tasca, aveva disteso le gambe, sotto la tavola, c appoggiato colla schiena alla spalliera; così, in questa posizione, gli succedette quel che succede inevitabilmente ai capitani di barelli a vela, quando si mettono in abito da società: lo sparato rigido dolio .smoking, compresso dal gilet, gli reflui <■■ gli gonfiò sotto il monto, ed egli ei trovò di un tratto con questo rotolo di tela inamidata da rimettere a posto. Non sbottò. Doveva essoro un inconveniente abituale, come un accessorio inevitabile dei suoi milioni di pesos. — Vedete, a me questo smoking dell'accidente mi fa sempre questo gioco qui. Io non so come sia, che agli altri non lo faVostro padre lo porta, lo smoking? Kisposi ohe qualche volta, anche mio padre lo indossava. — Ma proprio quando c'è obbligato, eh? — Eh sì, piuttosto, bisogna ohe ci sia un obbligo grosso. in soddisfatto. — Si vede che ha navigato sull'Adelina anche lui. Sii piantò risolutamente due dita tra il collo o il colletto, e storcendo la bocca le fece strisciare coi polpastrelli sul listino della camicia, por rimetterò in sosto tutta la regione superiore della sua uniforme mondana. Poi d'un tratto mi domandò, come mi piacesse Buenos Aires; c prima che gli rispondessi, mi disse come gli piaceva a lui: — Eh, certo, per i giovanotti c'è da divertirsi. Ma alla mia età sapete ormai .a cosa si fa attenzione? Alle piccolo comodità. E di questo a Buenos Aires co n'è poche. Comode son lo cassette postali, per esempio: a ogni crocicchio di strada c'è la sua colonnina, una ogni quadra di case. Ma quanto son frequenti lo colonnine, tanto sono rari gli orinatoi. Volete mettere, con Genova? C'è sempre quella ricohezza di monumenti vespasiani? Chiese questo con la più gran serietà; e poi chiese anohe se tra Lavagna e i Cavi ci fosso sempre quella gran spalliera d'ulivi, su por il monte di Santa Giulia. — Quand'ero sulla Adelina, ero mezzo in parola con una ragazza di quelle parti, e se i miei fratelli noi mi facevano venire qui in America, credo che sarei finito come tanto capitani di mare, a sedere al ridosso della cliiesa, fumando se è bel tempo, e ciccando se e tempo di mare. Tirò un gran sospiro. — E' inutile, quel che aveva di bello, l'Adelina, erano quei due mosconi sporgenti di prora, che aiutano cosi bene la nave a sollevarsi sull'onda lunga dell'Oceano. Allora, i cantieri di Varazze davano sempre questo garbo allo scafo, e poi quella sagoma ardita, marina, come non se ne vede più. Sapete donde veniva? Veniva da questo: ohe ogni nave ha il carattere di ohi la costruisce, e l'Adelina ce l'oravamo costruita noi, noi stessi che la portavamo pel mare. Ohe carattere volete che abbiano le navi del giorno d'oggi, per amor di Dio, ohe le costruiscono, si può dire, dei direttori di trusts bancari e degli Amministratori delegati buoni a combinare tutt'al più un aumento di capitale? In quel momento, nel salone accanto, attaccarono l'inno argentino: e Capitan Scotto si alzò in piedi. < Qui ci tengono, bisogna aver pazienza ». L'inno argentino è molto maestoso, e poi lo spagnolo è la lingua ideale per gli inni a grande orchestra: • Se levanta a la faz de la tierra una nueva olorìosa nacion lì los pueblas do mundo saludan al gran Pueblo Argentino, salud! ». Tutto le signore battevano gentilmente le mani : e anche Capitan Scotto battè le mani, osservando: t La faz de la tierra, sicuro, possono pregare per la fa: de la tierra. Il terreno, che è buono e rimedia a tutto ». Poi tomo evil'Adelina. — Una nave sensibile, leggera alla manovra. Vo l'ha mai raccontato vostro pa- dre, di quando a bordo, di sani, non s'era rimasti più che io e lui? t — Di questo non ne so niente. — Ha ragione, queste peripezie, un navigante non lo va a raccontare a casa. Ma io, è un altro discorso. Fu venendo da Basscin a Queestown, con un carico di riso. 145 giorni di alto mare, s'ora dato dentro a una zona lunghissima di calme. A poco a poco, mancarono i viveri, si restò con olio, stoccolìsso, e un po' di biscotto. Da mangialo, poi, c'era il riso del carico, ma questo era ancora vestito, come si dice, o di cattiva qualità, bisognava sceglierlo graua per grana. Lo condivamo con dello sloccofisao a pezzetti, cotto nell'olio, con sale e kurry. Riso e burry è benissimo, ma una volta tanto; invece sull'Adelina quel viaggio, era diventato il menu di tutti i giorni ; e acqua salmastra da bere, perchè, non so come fosse andata, nella nostra cassa d'acqua dolce era penetrata dell'acqua di mare. Uno dopo l'altro, tutta la gente dell'equipaggio si ammalò; ora che ci ponsò, era scorbuto bell'e buono, le gambo gonfie, la bocca gonfia, e qualcheduno anche che gli mollavano i denti nello gengive. Ebbene, tra me e vostro padre, posso dirlo proprio, si portò l'Adelina a Qucenstówn ; una guardia ero io, un'altra lui, i meno poggio degli altri montavano a ripresa in coperta a fare il giro del timone, lasciandosi cadere poi corno sacchi. Appena fummo a Queenstovm, io e vostro padre si scese subito a terra, e lo rimandai a bordo con la gozzetta piena di roba fresca, carne, uova, verdura, ce ne era, per ohi ne voleva.„ Fece dei gesti collo mani, come se avesse rovesciato delle sporte di provviste dinanzi agli scorbutici dell'Adelina. — In due giorni, tutti sani, mi avrebbero mangiato di nuovo la suola delle scarpe. Ma io o vostro padre, lo scorbuto non ci aveva neppure toccato. Anzi, lui cercava ancora di canzonaimi, perchè ero pieno di ansietà. Mi diceva : a Capitan Scotto, mi paro che abbiate la faccia affilata come un picozzino ». Glie l'avroi dato io sulla schiena, il picozzino! Qui, Capitan Scotto accolse al tavolo un argentino, e di quelli con le scarpe lucide lucide, che non gli piacevano: gli foco buona accoglienza, a ermi colpi di « tiucriditit! " bueno amif/o ». Sapeva maneggiarli i -noi uomini. Ma la sua ttioia era sempre là. — Fi quando la vararono, nei cantieri del Maxotto? Benedetta di dentro e di fuori, di sotto e di sopra, nello scafo, nel'alberatura, negli attrezzi, che funzione I Mi ricordo ohe il parroco di Varazze fece una di quelle solito parabole, ohe quella navo superba pronta alla navigazione, gli suggeriva il pensiero dell'anima nostra, nel gran maro d«lla vita; e che anche per 'anima nostra ci vuole la bussola della fede, l'ancora della speranza, la bandiera dolLa carità... Un vero discorso da prete, povera Adelina! L'argentino, ch'era stato a sentire per cortesia, al nomo dell'Adelina capì, a suo modo: e sorrise, come ho Capitan Scotto gli avesse suggerito l'indirizzo di uno stabilimento parigino, Bains et mattane* poter rnessieurs, so nabla cspaiiol. — Ah, està noche por lìn, oomemzamos a sentir algo do sua impresas, • senor de Scoto I Quanto la ha hccho llorar, pobro Adelita ! Capitan Scotto non lo guardò, non gli risposo neppure. Si voltò a ma e mi disse, triste: — Questo qui, ora, crede che parli di una donna. Vedete, come sono? E dopo un momento: — Del resto, se volete vedere l'Adelina, andate al Santuario di Savona: nella navata di sinistra: ci dev'essere un quadro che la figura quando era al traverso di Capo Honi con tempo cattivo. H quadro fu dipinto a Genova, su un disegno fatto a bordo, da uno ohs anche coi colpi dimare non gli tremava la' mano. Si piegò un po' sul bracciale della poltrona, o parlò piano: — D disegno eri di vostro padre. Ma non glie lo dito, che ve l'ho detto io.

Persone citate: Aires, Banchi, Capitan, Coppedè, Senor