L'equilibrio fra industria ed agricoltura ed il sistema protezionista

L'equilibrio fra industria ed agricoltura ed il sistema protezionista L'equilibrio fra industria ed agricoltura ed il sistema protezionista Una delle debolezze più rilevale dagli scrittori italiani e che ha- molto danneggiato il progresso della, coltura agi-aria, è l'antitesi di interessi veri o supposti che sposso volte sorgo fra i desiderata doli'industria e quelli delt'ugrieoltura. Questo contrasto in Italia malauguratamente assunse .spesso una. forma regionale fra Settentrione e Mezzogiorno, complicandosi così con quei pregiudizi sentimentali i quali non meno nell'economia che nella politica sperperano sovente preziose energie. Questo inconveniente regi ori a li sia, trovò la sua origine, coinè è noto, in un insieme di inolivi che sorsero e si accompagnarono itila lotta per l'unificazione della, nazione. Di tali vali motivi, uno giova, ricordare. Lo Staio cimo dalle barriere protezioniste più geloso ed elevate era il Regno delle Due Sicilie, dove vivevano >a serra calda talune industrie, specialmente tessili: tipica quella della lana. IJniI ficaia l'Italia e cadute di conseguenza i queste mitraglie cinesi, le aziende arlifl! ciose uri Mezzogiorno restarono travolle dalle consorelle più robuste del Settentrione, provocando uno squiliibrio che si accentuò dopo il 1837, quando, ingigantitisi ,i. t-istetni protezionisti, sorse in tutti i trattpM di commercio l'urto fra. l'agri„V:'dtitrs esportatrice meridionale e l'indui .>r,rjir protezionista, accentrata, purticohir' Tr*;^ nel' Settentrione. 11 che costititlsce ; lina riprova di due* verità: che la pruto| zione, come l'esempio del Regno di Napoli i dimostra, non basttt a dar vita ad una. i industria solida; che un sistema protet! fivo non può favorire taluni interessi senza, sagrilicarne proporzionalmente degli alibi. L'importanza di mi accordò armonico fra queste due [orme di attività economica, l'industriale e l'agricola, il quale si manifesta attraverso ad un'equilibrata distribuzione del risparmio fra di esso, c l'esame delle condizioni necessarie a iato accordo è cosi essenziale, che inette conto di soffermarvisi. Qui pure, come notavo in un precedente articolo, nessuno forse vide la portata del problema con tanta penetrazione ed acutezza, come Stefano la ci ni nella sua relazione finale all'inchiesta agraria (Federazione Italiana dei Consorzi Agrari. Piacenza - 102G). 11 suo punto di partenza era altrettanto semplice, quanto iagiieo. Dato die la salvezza ! ed il progresso della nostra agricoltura I risiedono nella sua trasformazione in ia-1 vorazione intensiva e l'azionale, la quale ini per presupposto l'abbondanfca del capitale, ne. scaturisce che tutto consiste nell'esaminaie ie condizioni economiche necessarie perchè questo capitale si formi ed affluisca alla terra sotto la spinta del privato tornaconto. Egli non aveva nessuna fede nel «capitale di Stato» e quindi avvertiva come « l'esperienza di lutti i luoghi <• di tutti i tempi ha dimostrato che i paesi puramente agricoli non sono mai paesi ricchi, nemmeno sotto l'aspetto agrario, e che invece, ove fioriscono i commerci e le industrie, il tornaconto privato cren la ricchezza rurale, la, quale si costituisce su solide basi se esso è pienamente conscio ed illuminato e se ostacoli estranei all'ordine economico non attraversano il suo svolgimento ». La. formazióne del risparmio nei paesi puramente agricoli è indiscutibilmente ineno poderosa e rapida clic non dove fioriscono le industrie. Quivi i risparmi si rivolgono innanzi tutto tiiriiigtlindimento delle aziende uia.iuifattrici e commerciali. Ma, se il mercato è libero, questo ingrandimento resta fissato ferreamente dalla concorrenza, la quale segna in ogni stadio della tecnica produttiva e dei trasporti i contini della zona di mercato dello singole aziende. E allora, raggiunto questo limite e se Jo Stato è in condizioni finanziarie normali, sicché non fu concorrenza ai privati nella ricerca dei capitali,.il commerciante e l'industriale arricchito cercano un investiménto sicuro: e il loro risparmio viene spinto naturalmente ad affluire verso l'agricoltura da un insieme di considerazioni utilitarie molto interessanti. Innanzi tutto, sta il desiderio di allargare la sfera di consumo dei suoi manufatti. Se l'agricoltura da estensiva si fa intensiva, essa impiega attrezzi più compiessi, numerose macchine, addensa più uomini su ugni unità di terreno e la richiesta di ìnuno d'opera eleva i salari e quindi la capacità di consumo di essa: capacità larghissima, perche parte da un punto iniziale assai Intaso del tenor di vita delle classi rurali. L'industria chimica, quella meccanica; quella del cotone, della luna e della seta ne ritraggono benefizi grandiosi. Si pensi die la nostra popolazione rurale si può calcolare intorno a 25 milioni di persone: si ridetta al tenore di vita di esse, specialmente dal i.azio in giù, e si avrà un'idea di quanto significherebbe per 1 ' nostre industri'* anche un semplice l'ini lamento di molti consumi da parie di .,i sin massa ingente. Nessuna conquisi; di. mercato estero potrebbe mai cosi -ii..' - uno sbocco cosi poderoso e vasto. li intaggio per gli industriali e comni" v.ì- iti di applicare i loro risparmi disi- • ii a questo, fine, aumenta di molto e; D'io si rifletta the alla intensificazione delle culture, unti volta, così raggiunte, ni accoppia una corrispondente diminuzione nei costi della produzione manufattrice, e ciò per doppisi, via. Innanzi tutto, perchè la maggior richiesta di macchine, tessuti, ecc. da parie dei contadini, moltiplicando 10 quantità prodotte, rende più piccoli i costi unitari, in secondo luogo perchè diminuisce altresì la richiesta di annienti dei salari industriali, in quanto la coltura intensiva offre, prodotti più a buon mercato, elevando così automaticamente, a parità di cifra, il stillarlo reale degli operai. Lii seconda spinta, che ricevono gli industriali ed i commercianti ad investire i risparmi disponibili nell'agricoltura è di un carattere misto, sentimentale ed economico. Se il capitalista è. troppo assorbito nello sue mansioni, può mutuare il risparmio, sotto l'orma, di eredito ipotecario, al proprietario o al conduttore di fondi, precisamente coinè l'obbligazionista fa prestiti alle impreso industriali o commerciali. E' già una divisione logica del tavolo, mediante la quale i risparmi dell'agricoltura, trovando la concorrenza di quelli dell'industria in cerca di investimento, non regnano più da despoti nelle campagne. Quella1 gran piaga dei paesi esciusivumente agricoli, clic è l'usura, viene eliminata. Il mercante di campagli a aveva, prima davanti a. eè l'.'pziiuie di prestare fi risparmio ad alto saggio al piccolo proprietario, ò pure di investirlo ,n,l ujf modesto rendimento sii un proprio terreno; e naturalmente preferiva la pi-ima via. Quesiti, anzi, fu sempre una delle cause precipui; .iella, formazione di quei latifondi che già Plinio stigmatizzava, pei che non derivavano da una ragione logica colturale, nm'dalla distruzione sistematica dei piccoli proprietari, espropriati dai mercanti che compravano e rivendevano la terra conte una merce qualunque. 11 fiorire dell'industria manufattrice,! provvedendo larghi capitali o direttamente, o indirettamente attraverso agli istituti di credito fondiario ed agrario, riduce sempre più questa grande etiusa di inferiorità la quale, imperversò nel nostro Mezzogiorno e che l'inflazione monetaria ha in parte ripristinato dove ha potuto. E basterebbe un vantaggio di questa natura, per giustificare l'importanza dello sviluppo dell'in-, dustriu. in un paese agricolo. , Ma quando le manifatture diventami fiorenti, l'afflusso del capitale all'agricbitura è più diretto, perchè il negoziante e l'industriale arricchito diventa amante della proprietà fon-diaria, vi porta il suo spirito pi j aperto alle novità, più sensibile ai miglioramenti e più indotto tptindi. a. quei lavori costosi, dei quali niag'arj non coglieranno il frutto che. i 'suoi figli. Per il ricco banchiere od industriale, la terra resta l'unica cassa di risparmio che egli capisce. Lo Jaeini, rilevando questo! fenomeno, scrive : « La massa di capitai il che u questo modo va ad immobile? znrsi nella terra in tutti paesi più avan-' zati d'Europa, è enorme. Se dopo parecchie generazioni si volesse fare il. conto di ciò che è stalo speso, si scoprirebbe che al valore originario della terra figura sovrapposta una somma* tripla e quadrupla in miglioramenti, con un'impiego del danaro al 2 e al 3 %. Sotto l'aspetto prettamente commerciale sarebbe stata una cattiva speculazione. Ma che importa tutto ciò? Le paludi, le lande, gli scopeti, sono stati convertiti in giardini e taili rimarranno se non saranno trascù* rati dai posteri ». Il senatore .Ricini, scrivendo questo, aveva sotl'occhio le mirabili opere di irrigazione della bassa pianura -padana, compiute dui mercanti cittadini arricchiti nei traffici dell'epoca dei Comuni. E lo stesso senso di ammirazione prova ognuno di nói, esaminando le imprese grandiose dei signori toscani del "'TOO e dé.ll'800, l'inipe.riale opera del Fucino di Alessandro Tori otti a e la paziente secoli re t insto l'in azione delle roccic in giinrcl^j nelle duo riviere liguri. A ben guardale in fondo a-questo concetto, che si impiega capitalo nella terra ancorché renda menu., sfa una base economica; e cioè che il valore di questo capitale per eccellenza, non soggetto ai capricci della moda e del gusto, non c dato solo dal reddito attuale, ina, dalla capitalizzazione di questo più quella dei redditi futuri sperati e immancabili, data la fede istintiva in ognuno di noi nel progresso lumino. Se Tizio è proprietario di un bel fondo situato in vicinanza di una città progressiva, il cui reddito netto attuale medio sia di 50-000 lire, dato un saggio di capitalizzazione del ó °,ó, il valore capitale di questo suo fondo è supcriora ad un milione, cioè alla runa capitalizzazione del 5 % delle 50.000 lire. Ove difatti Tizio lo ponesse in vendita, tanto 11 venditore che il compratore terrebbero conto del fatto che, con l'aumento rapido della città vicina, il terreno renderà in guisa che il prezzo di esso salirà fra pochi anni, poniamo, a 1,5 milioni; sicc!i-> scontando questo valore, verrà pagato ad esempio, L. 1.300.000. E allora. Tizio calcola che, questo essendo il vero prezzo del

Persone citate: Alessandro Tori

Luoghi citati: Europa, Italia, Napoli, Piacenza