Uccide con una pugnalata al cuore la fanciulla che lo ha abbandonato

Uccide con una pugnalata al cuore la fanciulla che lo ha abbandonato Uccide con una pugnalata al cuore la fanciulla che lo ha abbandonato La dolce figura dell'assassinata: « Sarò tua moglie soltanto se tu muterai vita » - L'incontro sul ponte tra Carignano e VillastelSone - La selvaggia scena. ggL'atrio della caserma dei carabinieri dimCorignano ha qualcosa di conventuale che trasserena, li per li, l'animo del visitatore, nIn fondo ad esso si stende, oltre ad un'inve- ctriata a tutto .-reo, l'uno e il giardino ed ril corpo del fabbricato che lo chiude da un alato protende verso la campagna lu sua sere- cna fisonomia monastica. Contro là parete I gdi un muretto però c'è dipinto a righe bian che e nere nn bersaglio sul quale vi è scritto: « Posto per scaricare le armi ». Mentre attendiamo di essere ricevuti dal pretore di Moucalieri ebe è arrivato già fin tia venerai sera a Carignano, scorgiamo quello che a tutta prima non avevamo veduto: l'usciolo ■massiccio di una prigione, nel' mezzo del quale, ad altezza d'uomo c'è. praticato juho spioncino" la cui:,luce è ancora divii-a in quattro piccoli quadratini da due 6bairc messe in croca Dallo spioncino due occhi si fissano inquieti su di noi e una ciocca di lunghi capelli lisci e biondastri pende'StiJla sbarra orizzontale. L'assassino che l'altro ieri ha ammazzata la sua fidanzata con un colpo di pugnala al costato è là dietro quella porta, con il suo rimorso e con la sua frenetica volontà di sapere. Egli non sa ancora che la fanciulla da lui cosi bestialmente colpita è motta quasi subito all'ospedale di Carignano, senza aver riconosciuto quelli che intorno al suo letticeiiiolo pia: ~evanò: la mamma, il babbo, le due sorelle, ii fratello. Nell'atrio dove attèndiamo giungono le vóci del pretore ni Moncalìeri, cav. Giovanni .Ferrerò,, del cancelliere cav. fedele Cosetti che stanno interrogando una delle.amiche della vittima, ia sedicenne Domenica Doerio. Tult'iutomo regna la pace più assoluta più profonda. L'ora meridiana si allarga luminosa sulla pianura circostante. Dalla caserma vediamo, oltre agli orti, il tratto di strada di Villastellone e il ponte sul Po dove l'omicidio è avvenuto. Amore di adolescenti Il dramma si è svolto fra due giovani, alla presenza di giovanissimi testimoni, in un ambiente pieno di ingenuità e di gaiezza: la strada provinciale dove alla sera Je filatrici e i giovanotti de! paese hanno l'abitudine di compiere le loro brevi ed innocenti passeggiate di svago. Di morboso dunque nel delitto non ci 6ono ne l'ambiente nò le persone. C'è la figura di lui, del protagonista che improvvisamente si è ottenebrata tra i fumi delle officine della nostra città e al tavolo dello cantine che aveva preso l'abitudine di frequentare. Prima anche lui èra un bravo giovanotto. 1 Almeno cosi lo dipingono : lavoratore e timorato di Dio , un tempo. La vittima si chiama Agnese Gennero, ha diciannove anni e lavorava nella manifattura Dona: il suo uccisore è l'operaio Ernesto Lombardi, di ventanni, che lavorava, negli ultimi tempi, a Torino. Le due famiglie sono di Carignano, e abitano quivi. Anzi, si conoscono, e fra di esse regnava un buonissimo accordo. L'Agnese aveva il babbo, la inanima, due sorelle e un fratello ; il Lombardi viveva con la mamma e con il fratello. I due giovani, l'Agnese e l'Ernesto, si erano conosciuti fin da bambini, avevano condivisi I i primi giuochi di infanzia, avevano per I tante sero compiuta la passeggiata sul ponte jdcl Po con i loro amici coetanei. • T7.. v.,.1 ..n^ c'oMiift innntilftpr o Un bel giorno s'erano innamorati uno dell'auro. Lei aveva allora sedici anni, e lui diciouo; En amore sereno e gentile: mi amore da adolescenti. 1 parenti della povera Agnese non vedevano di mal occtiio questo amore naa;enie, non lo favorivano ma neppure l'ostacolavano. Fra buona gente ci si comprende subito. Le due vecchie mamme parlavano del. a ' l'avvenire dei loro figliuoli vedendoseli crei scero sutto agli ocelli, ed assistendo anche e i al loro giucchi, ne! cortile della casa dei - Gennero. 11 padre Gennero, un buon eal- zolaip, aiutato dal figlio maggiore nel suo -! diuturno lavoro, lasciava che il destino dtl- la sua figliuola si compisce, - L'Agnese d'alirondc era ancora proprio lio jna bambina ed è morta, ci ha detto la sorcia ila maggiore, piangendo disperatamente, an- cera bambina. Anche il suo corpo serbava e tuttora lo caratteristici*» dell.adolescenza !e tìul suo capo, tutto aureolato di capelli biondi, sembravano tanto distanti le nubi di un dramma. Lui, il giovane tldanzaio, ha una mamma tutta bontà ed un fratel'o che è un bravo a i giovanotto, nel vero senso della parola. En- trarnbi frequentavano im circolo cattolico a dove gli svaghi erano improntati ad un austera castigatezza. L'Ernesto aveva da duo anni, dovuto abbandonare Carignano ed era venuto il Tonno a lavorare in una, fabbrica. Ogni sera però tornava in pae^e, fra i ouoi parenti e la sua gente. Negli ultimi tempi era perù o e l l a o l o I j nrovvisamonle mutato: <-ra diventalo ini i conoscjbjic asii amici e perfino a se stesso. 2- Ge,o8ia morbosa E lo diceva lui, qualche volta, alla ildanzata, di non scntiroi più quello d» prima t i la raccontava, quasi come per sfogarói o per ' bisogno <3i venir perdonato, ai cani s-uoi 'momenti di abbandono e di pigrizia, che io tenaveno lontano dal lavoro, e di < ghe fermate nelle osterie cittadine con dei compagni che non erano proprio il- modero della viriti. Questo stato d'animo del giovanotto ave- rea. l iio- n va. a tutta prima, soltanto impensierita ia o . radazza, poi l'aveva addirittura staccata da u di lui. Il male morale dell'operaio era venuto aggravandosi, n Lombardi, da mite e buono che era, co vlnciIrneudvuqqSsmsdcclspmnntccpsccplcrLlsLtbpmmtsdnAqmdssue luu-. gmandò a diventare irascibile, inquieto e talvolta anche violento. La sua. gelosia, che non aveva proprio nessun motivo di essere. cominciava ad essere un tormento per la ragazza. Egli voleva che l'Agnese non fre allentasse più il Circolo, che non parlasse più con nessuno e che ì in salutasse neppur più gii amici. Le scene si seguivano ad inter- valli sempre più brevi finche un bel giorno, la lidanzala, stufa di soffrire lo persecuzioni dell'innamorato, lo congedò. Ed ebbe anche nel congedarlo parole dolcissime e piene d'amore. Ella gli disse :: c Cosi non possiamo più andare avanti, rè' io-"- ne tu. Lasciamoci, per qualche tempo.; Io", ti resterò sempre fedele. Quando tu sarai tornato buono e ragionevole, io 6aròi nuovamente tua, come lo sono sempre stato,: e- ci sposeremo. Hitoma- a lavorare come una volta; lavora come faccio io che passo dieci ore al giorno chiusa nella filatura e vedrai che il nostro amore ritornerà come una volta... ». E i due giovani si separarono. Per cinque mesi, pur vedendosi ogni giorno, quasi quasi non si scambiarono pii una parola. Si vedevano, si salutavano. Le due famiglie seguitavano i loro buoni accordi, ma l'amore sembrava già ormai tramontato per sempre. Il Lombardi seguitò nella sua vita un po' dissoluta e pigra, non abbandonò le cattive compagnie cittadino e il suo carattere si fece più chiuso, più cupo. La ragazza ne parlò tinche con i parenti e disse anche alla sorella.: « Mi rincresce ma l'Ernesto non è più quello'di prima e io, cosi com'è, certamente non Io sposo ». La sorella e la mamma avevano dato pienamente ragione olla ragazza per la quale nutrivano un affetto intonso. Nessuno dubitava la tragedia che stava maturando nel cuore del giovane operaio. «Ti ammazzo! Ti voglio ammazzare! »' L'altra sera, verso le 21, il Lombardi che, come al solito, era ritornato da Torino, dopo- aver pranzato in casa si è ree a passeggiare sulla strada di Villastellone, sicuro che vi avrebbe trovata la ragazza. L'Agnese che era rimasta nel cortile a giuocare t proprio come una bambina • — cosi ci ha detto la sorella, — verso le nove usci anch'essa con due sue giovani amiche, Domenica Boerio di 10 anni e Lucia Peretto di 18 anni. Le tre ragazze si sono dirette, come al solito, verso il ponte sul Po, e l'avevano quasi raggiunto quando arrivò Ira loro il Lombardi. Il giovanotto era torvo e accigliato. Piantandosi fra le fanciulle, ha afferrato per un braccio la sua fidanzata dicendole: — Vieni un momento qui, tu, che ho da parlarti I Ouindi volgendosi alle altre due ha intimato loro di andarsene soggiungendo assai minacciosamente : — Voi, fate la vostra strada. La non-io e la Peretto si sono allontanate, assai intimorite, hanno fatto qualche passo e poi si sono voltato a guardare. Il dramma si è svolto in un minuto. Una scena selvaggia. Appena solo con la povera Agnese, l'operaio ha levato di tasca uno di quei terribili coltelli-pugnali a molla e dal manico ha fatto scattare la lama, che le due amiche hanno visto lampeggiare... In quell'istante passava presso l'assassino e la sua vittima un ciclista amico di entrambi, certo Giovanni Carello, che si era staccato da altri due conoscenti comuni, gli operai Chicco e Laurenti coi quali 6'cra fermato a parlare sul ciglio della strada. li ciclista ha appena avuto il tempo di sentire il Lombardi esclamare: « Ti ammazzoI Ti Voglio ammazzarci », che già la povera A guese, premendoci le mani sul petto, correva barcollando verso le due arniche, che intanto le venivano incontro, gridando: — Mi ha ferita! Mi ha terital Poi la povera ragazza è caduta fra le braccia della Peretto, svenuta. Il ciclista ed i due suoi amici operai sono accorsi in aiuto alla Gennero. Le due ragazze allora, terrorizzate dalla scena alla duale avevano assistito, sono corse in paese a darne l'annunciò. L'arresto dell'assassino Il fratello della vittima, che era iu Carignano, ha avuto ii tempo di correre all'ospeduìe dove nti frattempo l'Agnese era stata trasportata e di raccogliere le sue ultime parole e l'ultimo suo respiro. Poiché il fratello con un ventaglio cercava di muoverlo sul viso che si faceva sempre più pallido, un filò d'aria, la fanciulla ha potuto dire ancora ..ou uno sforzo: — tfoii muoverti... Sor/io!... Poi ha chiuso gli ocelli e dalle sue dolci labbra esangui è ancora uscita, con un gemito, questa suprema invocazione: — Mio Dio... muoio! 1! t'Tribilc colpo di pugnale le aveva spezzato il cuore generoso, nobilissimo. L'ai.russino, compiuto ii misfatto, aveva gettata l'arnia e si era andato a nascondere Botto la tettoia di una casa colonica. Qui lo hanno scovato il maresciallo dei carabinieri Giovanni Brini, il carabiniere Salvatore Sauna c la guardia municipale Antonio Pellegrino 11 Lombardi, quando si e visto sto . perto, uscito dal sjo ns.scond'.giio dicendo.- — SI, sono siato io. Arrestatemi purel E docilmente si 6 lasciato metic-ré i ferri ai polsi e accompagnare alle career! della caserma. Intorno a! lello della povera morta abbiamo trovato a piangere ed a pregare la sua mamma, il babbo e le sorelle che tanto l'amavanobazdpfgLGpVrIdzdvmpslmollnmtcor.S<v£p—ScdPì ' I!1

Luoghi citati: Carignano, Torino, Villastellone