Briand-Caillaux

Briand-Caillaux Briand-Caillaux La drammatica soluzione della crisi - L'uomo del Rubicone detta le sue condizioni per II portafoglio delle Finanze e l'uomo di Locamo in parte le accetta - Palnlevé e Poincaré defenestrati - Il programma finanziarlo del Gabinetto - Alla ricerca di una maggioranza? - La destra scontenta (Servizio speciale della " Stampa ,,) Parigi, ts. notte. UabemvA Pontificami H decimo ministero Bri and è stato finalmente formato. Esso è costituito come segno: Presidenza del Consiglio e Affari Esteri: Briand; Giustizia: Pietro Lavai; Finanze: Giuseppe CaiUattxì Interni: Giovanni Duranti; Guerra: generale GuiUaumat; Marina: Giorgio Leygues; Pubblica Istruzione: Nogaroj Lavori Pubblici: Daniele Vincent; Commercio: Chapsal; Agricoltura: Francesco Binet; Colonie: Leone Perrìer; Lavoro: Durafoux; Pensioni: Jourdain, Sottosegretari di Stato* Presidenza dèi Consiglio: Danielou; Aeronautica: Laurent Eynae; Belile Arti e Insegnamento tecnico: Pietro Rameil; Finanza : Pietri e Dubai*; Regioni Liberate: Dutreil; Marina Mercantile: Vatude; GuciTa:- Thoumyre. La scalata notturna dì CaiHaux Siamo passati nondimeno, durante l'intera giornata, attraverso una vicenda di speranze e di disinganni che ed ha tenuti sulla corda fino all'ultimo. Fortunatamente, dopo avere girato a lungo l'uno intorno all'altro nella vicendevole speranza di darsi lo sgambetto, Briand e CaiHaux, i due protagonisti del dramma odierno, si sono decisi a stendersi la mano e a dividersi il potere mezzo per uno. Quella di Caillaux è stata una vera scar lata notturna, un attacco a tradimento. Ancora un po' e la fortezza capitolava. Poco dopo le 11 di stamattina Briand — l'assediato — si era recato da Doumergue a proporgli di alzare .bandiera bianca. Ma le sinistre, che avevano formato la testuggine per permettere all'assalitore di issarsi fino al disotto delle mura, non chiedevano tanto. Caillaux padrone assoluto della piazza era una prospettiva che non sorrideva nemmeno a loro. D'altronde, esce non l'avevano eoa Briand, bensì con gli uomini di cui Briand stava per circondarei: Poincaré, Doumer. In (pianto all'uomo di Locamo, restasse pure dove era, che ci stava bene ed avrebbe anzi potuto rendere ancora grossi servigi. Doumergue non ebbe bisogno di molto tempo per far capire a Briand lo spirito della nucjva situazione: dieci minuta gli bastarono. Uscendo dall'Eliseo, il regime del condominio era già virtualmente accettato. Abbiamo dunque un Ministero a due teste: Caillaux non porterà il titolo di Pre-, Bidente del Consiglio, ma eserciterà — almeno di fatto — le funzioni di Vice-Presidente. La Vice-Presidenza era fin qui riservata al Guardasigilli: tanto peggio per il Guardasigilli. E' il primo strappo arrecato alla Costituzione: non 6arà l'ultimo, Del resto, lo stato degli animi è tale che ormai uno strappo ali." Costituzione è una cosa che a Parigi 'a piacere, come un segno di rinsavimento degli uomini che governano. E affinchè la* parità di trattamento fra Presidente e Vice-Presidente eia la maggiore possibile, i due condomini hanno scelto i ministri metà per uno. Caillaux, tanto per cominciare, aveva rivendicato a se l'assegnazione dei portafogli della Guerra, dei Lavori Pubblici, dell'Interno e della Giustizia. Bazzecole! Si trattava dei Ministeri più importanti. E che avrebbe fatto allora Briand, chiuso nel suo Quai d'Orsay, con sulla zazzera non più il cappello del piccolo caporale bensì la tiara di Pio VII? Un generale da colpo di Stato ? E' stato questo il gran tema delle tergiversazioni e conversazioni della giornata. La cosa che aveva colpito di più nella lista delle condizioni poste questa mattina da Caillaux — con il suo solito fare perentorio di Brenno davanti alla bilancia — era la pretesa di mettere al Ministero della Guer'a il Generale Targe, suo uomo di fiducia, a cui la voce pubblica attribuisce la capacità, se non l'intenzione, di mandare ad effetto un colpo di Stato. Tutti sanno che Caillaux non aveva perdonato a Painlevé, titolare interinale di quel Ministero, la disinvoltura con cui lo defenestrò l'anno scorso per rimettere a galla il proprio Gabinetto. Era dunque evidente che, data la metamorfosi del Ministero Briand in un Ministero Caillaux-Briand, Painlevé non aveva più che da infilare la porta. E' quello che ha fatto, procurando di mascherare la ritirata col dire che se ne andava di sua spontanea volontà per non sedere sullo stesso banco dove Si sarebbe seduto Poincaré. Poincaré, altra bestia nera dell'uomo del Rubicone, dovette a sua volta ritirarsi davanti quest'ultimo e, partito Ini, la scusa di Painlevé non era più valida: ma queste sono quisquilie sulle quali non mette più conto fermarsi. L'importante, l'allarmante della cosa era che per trovare un successore a Painlevé al Ministero della Guerra, Caillaux non ei fosse accontentato di rivolgersi a Briand, ma avesse voluto operare da sè e scegliere un uomo lui, li precisamente un uomo pericoloso. La Liberti, che arriva sempre prima kjftacdo et tratta di gettare on grido d'al¬ gsstm eo eendi ti no re o si ar o. a. — ue a gsi no a ice li rmo ci re n iao ra ee-, lsirier eo, he na eoaia ni ildielerahe nel on nsì gia. lina peia ro mo ui di tti ato Mine il nte ro nd, are cuire onve mo rsi cuma etalare elenvoui, ma al¬ larme, scriveva ancora questa sera sotto l'impressione di tale voce: « Un Benso di scoraggiamento e di malessere ondeggia sul Paese. Delle voci, ancora senza fondamento, corrono a Parigi, si attribuiscono a Caillaux delle intenzioni « liberticide •, come 6l diceva 60tto la Rivoluzione ». Doumer: « Viva la libertà! » E lo stesso Doumer, nelTattraversare questa mattina il salone d'ingresso del Quai d'Orsay con dipinto sul volto il pallore dell'uomo che ha dovuto rinunziare ad un portafoglio, non aveva gridato ai giornalisti presenti : « Viva la libertà! »? Che significava questo grido? Saremmo stati davvero alla vigilia di un colpo di Stato? Caillaux avrebbe meditato sul serio di far accendere i bivacchi nelle piazze della Capitale? Dicono che Briand esclamasse l'altro giorno, dui-ante una delle sue innumerevoli consultazioni : « Credete a me, oggi è molto più facile fare un colpo di Stato che non farlo! ». Tutte queste voci — che raccogliamo ormai per debito di cronaca — potranno lasciarvi intendere in quale atmosfera piena di rulli di tamburo si fosse effettuata stamane l'accettazione del Ministero delle Finanze da parte di Caillaux. Ma la buona stella volle che, vèrso sera, i rulli di tamburo si allontanassero e che Brenno, accontentandosi di avere- vinto, mettesse dell'acqua nel proprio vino- Briand colla diplomazia larvata che è la più grande delle sue forze, riuscì, dopo molti conciliaboli, ad allontanare dal proprio capo la sciabola inquietante del generale Targe e a sostituirvi quella amica del generale GuHlaumat. Comandante delle forze francesi della Renania, questo generale ha saputo assolvervi la propria missione con tatto non minore alla fermezza, ed il suo nome — simpatico alle destre — è venuto rapidamente imponendosi anche al rispetto sincero delle sinistre. Se Caillaux non nutriva altro proposito fuorché quello di silurare Painlevé e di mettere nel Ministero di via San Domenico un uomo di polso e che godesse la fiducia dell'esercito, porcile non accettare di buona voglia la scelta di Guillaumat? Sapete ormai che su questo punto Briand ha avuto causa vinta, e non insisteremo quindi più oltre (^argomento.. I progetti finanziari Per quello che riguarda la parie strettamente finanziaria del suo compito, Caillaux sale al potere fiancheggiato dal suo ex-capo di Gabinetto on. Pietri, in qualità di sottosegretario per il Bilancio, carica alquanto occasionale nella tradizione del Governo francese, ma che nell'ultimo Ministero Painlevé il radicale Bonnet aveva già coperto in qualità di ministro. Come ricorderete, Pietri era stato invitato allo stesso posto da Herriot domenica scorsa, e dopo maturo esama si era schermito. Non è illegittimo supporre oggi che si fosse schermito per facilitare l'evoluzione della crisi in senso favorevole al suo amico e patrono, il quale gli accorda il giusto guiderdone. Oltre al Pietri, Caillaux ha preso seco nel Ministero (in qualità di sottosegretario al Tesoro) il Dubois, giovane specialista di cose finanziarie, messosi recentemente in vista durante le discussioni parlamentari. Qual'è ora il programma finanziario del nuovo ministro? Glie lo abbiamo sentito esporre a grandi linee nel suo discorso di Fresnay-sur-Sarthe. Esso si può riassumere così: il male non è del Bilancio, e non è neppure della Tesoreria. E se domani il Tesoro apparisse nuovamente imbarazzato, se il limite degli anticipi della Banca di Francia allo Stato sembrasse 6Ul punto di essere raggiunto, la crisi non cesserà per questo di essere altrove : nelle | spese della Nazione, che sono superiori alle sue entrate, di guisa che il Paese si vuota inconsciamente delle proprie sostanze. La crisi risiede nell'instabilità del cambio e nel deprezzamento monetario che, deformando le contabilità, fa illusioni agli industriali e determina esportazioni di merci francesi al disotto del prezzo di costo. Il franco ribassa perchè il Paese si impoverisce. Il ribasso del franco diventa a sua volta un nuovo elemento di perturbamento economico in attesa di diventare una minaccia per l'ordine sociale. Al fondo della questiona è la restaurazione monetaria. Un solo metodo : realizzare la stabilizzazione dalla moneta, che non può senza dubbio aversi dall'oggi al domani e che bisogna preparare, ma alla quale conviene giungere al più presto possibile. 1 Ritorno al Cartello Ma al programma finanziario ci sarà tempo di pensare. Quello che conviene rilevare stasera è che l'intervento inopinato di Caillaux (accompagnatosi ieri — come vi dicemmo — ad una sintomatica manifestazione della sinistra democratica del Senato in favore di un convegno plenario di tutti i gruppi di sinistra dei due rami del Parlamento) ha avuto per effetto, a parte la formazione di un Ministero bicipite, il ritorno del Ministero stesso nell'orbita radicale pura- ■ Sul punto di gettale l'ancora sugli scogli della destra, u vecchio Briand si è visto tirare indietro con una strappata magistrale, e risospipgere verso l'alto mare cartonista, Niente più Poincaré; niente più Doumer; ne le fcroucquer, nè Marin, nè Bokanpwski. Tutti cartellisti: Lavai, Durafoux, Durand, INogaro, Vincent, Darriejou. Per miracolo non troviamo nella lnlelatcnlccutftuscsmpfimgqstmgtbnntbmclfgrsaqrdscdlttdtnutasd(saissfsscpgn2 | lista anche Herriot e Paul Boncour. Ma se non ci sono non è colpa di Briand, il quale — pur di ottenere la rinunzia di Cailr laux al generale Targe — aveva mandato ad offrire il portafoglio della Guerra niente di meno che a Paul Boncour, offrendo contemporaneamente la Pubblica Istruzione ad Edoardo Herriot. Questi duo inviti, fatti d'urgenza sotto la pressione del nemico in armi nell'anticamera, erano quasi commoventi, significando un disperato tentativo del vecchio uomo di governo per non restare a tu per tu con Caillaux, ed assicurarsi come rinT forzo le spalle quadre del capo del Partito radicale e la giovanile petulanza di un ostaggio influente del partito socialista. Ma nè Herriot, nè Paul Boncour accettarono l'invito. Perchè? Semplice questione di amor proprio da parte del primo, semplice questione di disciplina da parte del secondo? Più probabilmente, diffidenza da parte di entrambi. Il nuovo ministero — nonostante lo 6chema di programma finanziario esposto dianzi come quello caldeggiato da Caillaux •— si presentava alquanto sibillino. Dopo una serie di battaglie parlamentari approdate allo sfasciamento della maggioranza di. sinistra ed al lento agglomerarsi di una maggioranza moderata, quando la logica politica avrebbe sembrato suggerire la formazione di un ministero che di tale maggioranza fosse la naturale espressione, ci troviamo di punto in bianco respinti di fronte ad un gabinetto cartellista. Domani, la stampa moderata insorgerà e la sentiremo all'occorrenza accusare il povero Briand di fellonia. Sino da stasera, prima che la crisi fosse ufficialmente chiusa, il Tempi ha già cominciato a prendersela con la «scorribanda diabolica, al centro della quale si trovava questa aspra volontà: impedire ad ogni costo un ministero di unione nel quale figurassero elementi moderati ». L'incognita della situazione Ma, indipendentemente da quello che diranno i portavoce dèlie classi e dei gruppi di interessi frustrati dai benefici di una situazione che le circostanze, più ancora che la loro volontà, avevano creato, sta di fatto che il nuovo Ministero risulta della stessa pasta politica di quello precedente. Seguiterà quindi esso a fare una politica moderata, a sollecitare i suffragi delle destre (ciò che significherebbe il perpetuarsi di un paradosso che già da mesi veniva giudicato imperpetuabile) o farà esso una politica di sinistra, per poter finalmente ritrovare una maggioranza sui banchi a cui appartengono i suoi membri? E' questa la grossa incognita a cui è sospeso tutto il suo avvenire. La politica di economie eroiche promessa da Caillaux (per non accennare che ad un punto del suo programma) non è quella più adatta a renderlo popolare presso le masse degli impiegati, i quali, come sapete, stanno sull'attenti e dei quali i deputati radicosocialisti sono alla Camera i naturali difensori. Dovremo dunque, a breve scadenza, assistere ancora una volta allo spettacolo di un Governo in cerca di un puntello per sostenersi? Ma la crisi, bene o mole, è chiusa e faremo bene a mettere anche noi, provvisoriamente, un punto fermo alle congetture. I nuovi Ministri al gran completo ei so. no presentati a Doumergue stasera alle 23,30. Domani, la Gazzetta Ufficiale pubbli, cherà i decreti di nomina. La lettura della dichiarazione ministeriale avrà luogo martedì 29 giugno. CONCET'.O PETTINATO. Il franco a Londra (Servizio speciale della .stampa.) Londra, 23, notte. Allo Stock Exchange, dopo avere oscillato tra 173 e 170,25, il franco francese si è chiuso stasera a 171,12. La quotazione finale del franco belga è avvenuta a 170,60; mentre la lira rimaneva praticamente inalterata. La prima contestazione nell'applicazione del piano Dawes Roma, 23, notte. E' sopravvenuta la prima e finora la sola contestazione in rapporto all'applicazione del piano Dawes. Ecco di che si tratta. Il Governo del Reich ha progettato di ribassare il tasso dell'imposta sulla birra, ma questa imposta fa parte delle cinque entrate date dalla Germania a garanzia dei suoi obblighi pelle riparazioni. Il Commissario delle entrate sottoposte a controllo, Mac Faydeau, si è opposto alla riduzione. Il Governo del Reich ha contestato la legalità della opposizione e si è appellato all'arbitrato. Il quesito è se il Commissario preposto alle entrate controllate possa rifiutare il suo consenso (salvo in certe circostanze determinate) alla riduzione proposta dal Governo del Reich del tasso di un'imposta che fa parte delle entrate date in garanzia. Il presidente della Corte di Giustizia internazionale dell'Aia, Huber, ha designato un arbitro, nella persona di Van Lybdenvan Sanderburg, rappresentante dell'Olanda alla Lega delle Nazioni. Questi dovrà decidere la divergenza. Tale contrasto ha una portata teoretica piuttosto che una importanza pratica, ma soprattutto desta interesse perchè è il primo caso di contestazione sorto dopo l'entrata in vigore del piano Dawes, ed è il primo caso di ricorso all'arbitrato previsto per le controversie sull'interpretazione del protocollo di Londra, del 9 agosto 1924. Dimostrazioni antibritanniche a Mosca (Servizio speciale della «Stampa») Motel, 23, notte. Sono avvenuti ieri degli incidenti antibritannici. Numerose persone hanno assalito uffici privati inglesi distruggendone il mobilio. La polizia è riuscita ad intervenire, disperdendo i dimostranti. La dimora del rappresentante britannico è costantemente difeso dalle truppe rosee.