Il romanzo di Jean-Jacques

Il romanzo di Jean-Jacques Il romanzo di Jean-Jacques Ta Dmra edizione della Correspondance di Rousseau ai è arricchita di altri due volami, ohe abbracciano gli anni dal 1756 al 1759, e son molto diversi tra loro aia per importanza ohe contenuto. Incomparabilmente più interessante, il terzo ci mette innanzi di dramma di passiono più intonso j ohe queM'anima ardento abbia vissuto; mcn(»ro il quarto apparo al confronto un po' scolorito o andò, dottrinario o pedantesco dominato com'è da una questione du principio e da un intento di projiaganda, che ai aooearbra intorno alla tesi puritaua della Lettre à M. d'Alembert contro gli spettacoli, dove Rousseau, opponendo a un secolo frivolo e corrotto il suo fiero spirito d'austerità rafforzalo dall'orgoglio di cittadino di uno Stato libero, intendo preservare la patria dal pericolo che la minaccia: £1 teatro. La presenza di Voltaire a Ginevra preoccupa Rousseau o ne allarma la scontrosa virtù plutarchiana. Questa sua fiera condanna dello spettacolo acenico, che i ministri del culto calvinista salutano come restaurazione inoralo e politica dello anime repubblicane, guardata da vicino 6 per lui, che in fondo è l'uomo del pulpito, un atto di ostilità contro Voltairo l'uomo del teatro; è una protesta contro l'educazione attraverso il senso a favore dell'educazione attraverso il cuore. 11 teatro è sotto un certo aspetto la civiltà di fronte, alla natura, ossia la menzogna posta in faccia alla verità. Agli artificiosi piaceri della scena contrappone gli onesti svaghi delle feste campestri e i dolci idilli pastorali, che non mancano di tirargli ad dosso l'ironica invitation à la vie champètrr, di stile voltoriano, abbastanza comica elio ò contenuta in una lettera aperta indirizzatagli da un anonimo e inserita nel Journal helvétiquc dell'aprilo 1759 (IV, 204-208). Da questi attacchi lo consolano le lettere piene di deferente unzione che i pastori ginevrini gli inviano, il cho non toglie che appunto in questo periodo si operi in lui il distacco definitivo dai suoi concittadini, che aveva qualche anno prima così elogiati e offerti a esempio all'intera Europa. Egli è in quel tempo ospite del Maresciallo di Iiuxembaurg o della sua consorte e conserva verso di loro una nobile e rispettosa dignità. Però non riesce a vincere del tutto la sua diffidenza di plebeo dispettoso e rameunier. Accusa i suoi protettori, ohe l'hanno accolto al castello di iMJontniorencjr, di essere senza volerlo crudeli nella lóro bontà verso di lui. Crede ingenuamente all'amicizia dei grandi e si prepara così prossime delusioni. Rivendica la sua libertà, desidera rientrare in so stesso, non vuoile essere pei frequentatori del castello l'animale raro oggetto di indiscreta curiosità. In faccia a un móndo aristocratico vanta la sua educazione artigianesca. Ciò che ilo separa nettamente dai contemporanei e gli rende impossibile mettersi aH'unisono colla società nella quale vive, è per un lato in difetto di socievolezza e dall'altro reccessiva serietà di fronte al fatto umano, del quale non coglie mai l'aspetto comico, non comprende il valore ironico. E quando per caso esso gli si affaccia,, Rousseau ne esprime l'istintiva diffidenza. La serietà è infatti l'attributo specifico d'ogni apostolato, e nessuno ne ebbe quanto lui viva la coscienza. La sua religione dell'umanità lo rende, senza che so ne accorga, leggermente ridicolo e anche antipatico per iemania di sentenziare, come quando alla marchesa di Créqui che gli esprimeva le sue pene materne per il figlio in guerra, rispondeva : « l'amore dei parenti e amici è un furto fatto al genero umano, e dopo tutto morire b sì gran male? Ahimè, vivere è talora un male più grande ! ». Ma per giudicare di quello che egli fu come miracolo sentimentale, bisogna rifarsi al terzo volume dell'Epistolario ; qui sorprendiamo al vivo il palpito di un cuore che ha battuto fino allo schianto. I suoi temulti, nella loro stessa divina e assurda infantilità, sono stati così potenti di commozione da strappar lacrime a un secolo intero. Nessun dubbio ch'egli è l'uomo che ha sentito per tutti. Questo refrattario, questo intruso, mezzo lacchè e mezzo messia, tanto veggente quanto visionario, pazzo e saggio a un tempo, insieme oggetto di scandalo e di entusiasmo, prende il proprio cuore, lo accende all'incendio delle sue stesse passioni e lo getta, come si farebbe d'una fiaccola ardente, ad appiccare il fuoco alle tranquille egoiste case dell'umanità. Nel 1757 Rousseau ò stabilito aW'Ennitage, ospite di M.me d'Epinay e ancora in <;o,rdiali rapporti con Diderot e Grinim e gli altri amici di Parigi, che però sembrano un po' contrariati del suo proposito di appartarsi dal mondo civile e vivere nella solitudine, e non mancano con velati attacchi e tratti mordaci di farglielo capire. Nel Fila natii rei Diderot inserisce la frase: il n'y a r/ue le mèchamt qui soit seul, che Rousseau, sospettosissimo, troverà choquantt ti malhonnéte. ritenendola allusiva a se stesso. In questo momento decisivo per la sua vita interiore e per la sua creazione, a lui pare d'aver attuato il suo proprio destino, che è quello d'un berger extravagant et d'un pourchasscur de chimère». Scriveva allora la JYouvellc HeloT.se e. la composizione di questo romanzo l'aveva messo in uno stato di tenero delirio. Smanioso d'amore, egli è rimasto pur sempre l'uomo che nel sogno soltanto ha avuto gli appassionati rendez-vous, che un'istintiva timidità gli contendeva nella realtà. Il popolo di chimere, ohe la sua calda fantasia evoca dagli abissi profondi del cuore, forma il ▼ero mondo di cui è sinceramente innamorato. Le carezzevoli creature del suo sogno hanno la virtù dell'affetto consolatore, mentre gli uomini non praticano verso di Ini che la più tirannica brutalità. Rousseau le ritrovò tutte sR'Ertnitage, pronte a venirgli incontro, a prenderlo tra le lor braccia di buone fate, a cullarlo nelle loro melodìe. La Nouvelle Hélolse è nata da questa riconquista sentimentale che la natura, che lo aveva già chiamato a sé coU'incauto ideile OharmcMe», fece nuovamente di lui. CPé un passo d'una lettera a Vernes (IV, 337) che è una rivelazione di questo ammagiamento fisico: '«Voi mi chiedete "della' musica? Diamine, osto Vernes, che cosa andate a tirarmi fuori? Non conosco ormai altra mirica all'infuori di onella degli usignuoli, e le civette della foresta mi hanno compensato di guelle dell'Opera di Parigi. Ricondotto a gustar soltanto t piaceri della natura, spregio l'artifl«do dei piaceri cittadini. Ritornalo fanciullo, m'Intenerisco pensando alle mie vecchie cangerai ginevrine, le canto con voce fievole, e fiasstvplrftcrdgpdcelermEcmslaipsmdtsmi0eqsaqqBdacadstlegnslts finisco per piango* sulla mia" patria, per avere a questa sopravvissuto ». Il romanzo ohe stava ultimando era una semplice storia d'amore; chiusa entro questo schema: la seduzione e il distacco. Invita invitum dimisit. Ma essa doveva impensatamente avere un'appendice, dove all'eroina fittizia si sarebbe incorporata l'eroina reale. Le suo tre ultimo parti sono infatti legato al dramma sentimentale che travolse Rousseau. Una procella dei sensi, che vestiva lo fragili forme d'una donna, si rovesciò impetuosa sul filosofo eremita. Un giorno di primavera M.me d'Houdetot, a cavallo e in abiti maschili, sopraggiungeva inattesa a visitarlo nella sua capanna, sciogliendo la promessa fatta fin dall'autunno precedente. Rousseau l'aveva conosciuta nove anni prima, quando non era ancor maritata, ma non era stata allora che una relazione superficiale. Adesso ella stessa veniva a lui in circostanze un po' romanzesche e adatte ad accendere la sua mobile fantasia. <r Essa giunse ed io la vidi. Ero ebbro d'amore e andavo cercando di chi innamorarmi, quand'essa affascinò i miei occhi. Nella signora di floudetot scorsi la mia Julio, ma tosto non vidi altro che lei, rivestita di tutte le perfezioni ond'io avevo adornato l'idolo del mio cuore... Fui irretito, e questa volta era amore. Fu il primo e l'unico di tutta la mia vita, e le sue conseguenze lo resero per sempre memorabile e terribile ». (Conf. 388-389). E di fatto per effetto di questo incontro fatale Rousseau si trovò a una svolta della sua vita: fu indotto a romperla successivamente con tutti i suoi amici d'un tempo, il che fu pel suo cuore un grande strappo 0 un brusco voltafaccia nella sua carriera, e quel che più importa, fu principio di quel turbamento profondo della sua coscienza che vieppiù accentuandosi negli anni lo condusse, tra lo amarezze» le inquietudini, i sospetti e i rimpianti, fin quasi allo soglie della follia. Elisabetta (che Rousseau chiama Sofia) Bollegarde, contessa d'Houdetot, cognata di M.me d'Epinay, non era una bellezza: anzi dal iato fisico t se non brutta, certo più vicino alla bruttezza che ad altro » la giudica Faguet (Lcs amies de R. 67); con tutto ciò afitraentissima por grazia e giovinezza in ogni tratto e movenza della sua persona. Dal lato morale, un temperamento infantile di eccessiva vivacità, uno spirito leggero e gaio, irreflessivo fino alla storditezza, una natura affettuosa, ma appassionata, ma sensualo, Rousseau, che qui come al solito era stato dapprima esitante por paura d'essere burlato, finì poi per far sul serio e lasciarsi trasportare. La contessa d'Houdetot era fortemente innamorata di Saint-Lambert, buon gentiluomo, soldato e poeta del circolo degli Enciclopedisti. Tuttavia non seppe resistere alla vanità di aggiogare al suo carro di dominatrice mondana anche il selvatico ospite àeWErmitagc. Non c impossibile ch'ella aia stata in qualche momento sincera. Legandosi a Rousseau, dice d'aver voluto « assicurare a sè medesima ed al proprio amante un amico che entrambi stimiamo, e che raddolcirebbe e rallegrerebbe la nostra esistenza » (III, 258). Questa sentimentalità è la nota dominante del tempo, c 11 est toujours doux d'ètre semiale ». Ma il gioco era pericoloso: ella aveva ventisette anni e SaintLambert era lontano alla guerra, Rousseau invece vicino, eloquentissimo e nonostante 1 suoi quarantacinque anni, non mai così ardente come adesso. Che la passione avesse toccato in lui l'estremo non c'ò da dubitare; e che gli imprestasse accenti di vero delirio e tocchi lirici di maravigliosa potenza no fan fede le pagine delle Confessioni singolarmente belle di poesia e irresistibili di veemenza. Anche Grimm, giudice non imparziale e spesso malevolo, dichiarò più tardi di trovarle stupende (Correspondance littèraire, par. III 5,291). Ma più eloquenti dovettero essere quelle lettere che Rousseau diresse a Sofia scritte du plus pur de son sano e che pur troppo son andate distrutte (È. Ritter, J. J. R. et M.me d'H. in Annàles de J. 0". R. VI, 58). Di esse lo stosso Rousseau dice : « Se quelle di Julie sono state trovato roventi, che cosa si sarebbe detto di queste !» (Conf. 410). La travolgente eloquenza amorosa di JeanJaccmes non fu certo dimenticata dalla contessi, che la celebrava in questa quartina: Toi, dont. Ics écrits enchanteurs N'ont su cjue trop nous seduire et nous plaire, Peutètre scriiis-tu les premier dans nos coeurs, Sans ton malheurcux caractèfc! E molti anni più tardi nel 1809 la aignora de Réniusat riferisce un colloquio colla contessa d'Houdetot, ormai vecchissima, che rievocando i ricordi della 6ua giovinezza « parlava molto di Rousseau. Essa conservava alcune delle lettere di questi, cho abbiamo esaminato, ed era fiera di aver ispirato un eì grande amore, e di avervi resistito ». (Ritter op. cit. 94-95). In questo amore Rousseau aveva visto compiersi l'ideale femminino che la sua immaginazione aveva vagheggiato: grazia, condizione sociale privilegiata, eleganza, spirito, sentimento. M.mo d'Houdetot faceva irruzione nella sua vita sentimentale, preceduta dalla fama di amorosi trasporti a lui ben noti per un altro, che mentre ne eccitano i nervi già vibranti, stimolano la sua curiosità e aggiungono nuova esca alla sua passione. « Eravamo ebbri d'amore entrambi ; lei per il suo; amante, io per lei, e i nostri sospiri, ls nostre deliziose lagrime si confondevano ». (Conf. 392). Il mistero dei colloqui, il segreto dell'avventura non scevra di qualche pericolo, lo stesso contrasto morale tra l'amore e l'amicizia, questa complicazione sentimentale nella quale egli si compiace, il caso di coscienza ohe nello spettro del doppio tradimento, egli dell'amico, ella dell'amante, dà al piacere il turbamento della colpa e del rimorso, tutto si aggiunge e concorre a formare il fascino del romanzo un po' reale e un po' immaginario. Ma la malvolenza altrui e il suo pessimo carattere insidiano la sua fugace felicità. "L'Ermitage non tarda a diventar teatro d'ima tragiooDunedia che precipita alla fine, nello spazio di qualche mese. Jean-Jacques ha dimenticato le gelosie legittime e astate che lo circondano. M.me d'Houdetot era ingenuamente civetta e crudele ma anche scaltra. Ha ragione Rousseau di scrivere c Ero lieto e sereno quando veniste a turbare la mia pace ». (IH, 260) e « Non bisogna accordar nulla ai sensi quando poi si vuole rifiutar loro qualcosa » (Conf. 392). A che cosa si riduce 3 famoso complotto tramati) ai tuoi danni da ngcpdddrsdsmèaRnsgc M.me d'Epinay, Grinim e Diderot, su cui tanto ha lavorato la fantasia della scrittrice inglese Frcderika Macdonald, entusiasta ammiratrico del Ginevrino, cho nella difesa consacratagli (La legende de J. J. II.) ha avuto il merito di documentare l'opera di falsificaziono compiuta nelle proteso Mémoires de M.me d'Epinay? A questo soltanto: il tentativo di separare i due amanti e sbarazzare M.me d'Houdotot dal suo corteggiatore. Ella del resto non aveva tardato a capire lo sproposito commesso. Gli amori della contessa e del filosofo dei boschi facevano ornai le speso dei salotti parigini. Saint-Lambert, messo al corrente ria Grinim, sa ch'ella gli è rimasta fedele, ma che ò stata sollecitata a non esserlo. La rottura s'impone. .Anche Rousseau ha indovinato la manovra, ma non lo dico o allega altri pretesti. Ma i suoi sfoghi non. sono che dispetto amoroso, congiunto al timore eli esser ridicolo. Al principio del luglio 1757 è già costretto a mandare a Sofia l'assurance de son respect. Ornili non sarà più che l'uomo di genio che ai deve ménager, o si rassegna alla sua parte. TI suo fu il brusco ritorno da una realtà brutale al paese delle chimere seul digne d'ètre habitc. La lezione della vita servirà all'opera d'arto e al sistema morale. Cho resta dell'esperienza? La eterna giovinezza del cuore, l'amoro della virtù, et la jole de la (dire aimer. All'incendio della passiono egli sa sostituire la saggezza e la dignità della vita. La Nouvelle Mcloìse esco da t un reve de volupiè redrcssé en instruchoh morale ». Ma non solo quel romanzo, anello i motivi fondamentali AoWEmile si preannunciauo nelle Lcttrcs murales à Supine, cho chiudono questo terzo volume della Correspondance.. L'epistolario poco a poco cambia carattere, dall'effusione del onoro passa all'apostolato morale. II romanzo d'amore si converte in catechismo fi- losonco. ZINO ZINI Correspondance cencrole de .1. J. Rousseau par Thcopliile Dufour. T. Ili - VI; Paris, Libra irlo A. Colin - 1925. — La Nouvelle Uè.. Iffisc, 4 voi?, nouv. ed. par Daniel Mornet, Grands f"'CTivain.s de la France; Paris, Haclielte, 1925.

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