CRISTO IN CINA

CRISTO IN CINA CRISTO IN CINA I precedenti storici e lo stato attuale del Cristianesimo nel mondo giallo: da frate Giovanni (1308) a monsignor Costantini (1926) - L'organizzazione e l'opera delle Missioni cattoliche: 56 Vicariati, 1498 preti europei, 1083 preti indigeni, 2.300.000 cinesi convertiti - La fede e lo spirito di sacrificio dei Missionari: viaggi che sono un calvario tra solitudini immense - La campagna bolscevica contro i bonzi e i cattolici - Le Missioni protestanti. ( Dal nostro inviato speoìale) il i dl ll s di bo la diffusione del zione cinese anticristiana della quale fanso ad una bastonatura! Vi è nettili, sulcondole ed impedendone il pano. La situa SHANGHAI, maggio. La rivoluzione, la laboriosa crisi di rinnovamento, le nuove idee attinie in Europa e dominanti la moderna scuola cinese, non sembrano adatte a schiudere un'era propizia alla diffusione del cristianesimo in Cina. I missionari cattolici non nascondono la loro inquietudine per l'ulteriore svolgimento del loro compito. Uno di essi mi confessava- che riteneva superala l'ora delle grandi speranze nell'evangelizzazione della Cina. Se nel passalo i letterali, raccolti intorno alla pietra angolare del confucianesimo, hanno oprjioslo una tenace resistenza alla diffusione del cristianesimo, oggi la nuova generazione intellettuale professa l'ateismo più rigido, inserito nei programmi e nei libri scolastici. Sulle rovine del taoismo e del buddismo sopravvive, secialmenlc nelle campagne, una moltitudine di superstizioni. I bonzi delle due religioni, poco istruiti e meno stimati, sono in gran parte volgari trafficanti di magìe e, di stregonerie. Fra i riti superstiziosi e gli scongiuri contro gli spiriti maligni, persistenti fermenti della decomposizione delle antiche fedi, ogni [amiglia non dimentica di accendere bacchettine di incenso davanti alle tavolette degli antenati sugli altarini domestici. La grande maggioranza, delle famiglie cinesi si appaga del millenario culto degli antenati e delle formule della superstizione. Non sente bisogno di altro cibo spirituale, di. alte mète, ideali. Sfugge la fatica di nuove credenze : la pietà figliale — t nuovi tempi vanno liberando lentamente dalle più dure obbligazioni le antiche leggi famigliari, puf lasciandovi solide, ereditarie strutture di devozione — basta alle sue esigenze morali, sociali e religiose. E dalle numerose scuole, a contrastar l'opera missionaria, nel campo che per il crollo delle antiche religioni pareva propizio alle seminagioni della fede cristiana, vengono divulgate per il paese le negazioni dell'ateismo. La prima Chiesa e i primi missionari Se si considera il quadro complessivo religioso della Cina accanto al confucianesimo, al taoismo ed al buddismo (quest'ultimo, entrato in Cina nel primo secolo dell'ara volgare .diffusosi verso il quarto secolo, superate le opposizioni dei letterati eonfucianisti con un rimaneggiamento della dottrina e dei riti estesi al culto degli antenati, ebbe periodi di splendore e di decadenza, di favori e di persecuzioni) vi è in Cina il samanismo, limitato principalmente alle popolazioni del sud-ovest che credono agli spiriti, adorano il sole, il vento e le montagne ed hanno come preti degli indovini, l'islamismo con circa venti milioni di musulmani nel Kansu nello Shensi e nel Yunnan, pochi superstiti ebrei a Kaifong (ebrei cinesi eredi di conversioni avvenute più di dieci secoli fae ricordale solo dai monumenti lapidari del secolo XII), il cattolicesimo con due milioni e trecentomila convertiti, ed il protestantesimo con seicenlomila aderenti La prima chiesa cristiana sarebbe sorta in Cina nel secolo settimo per opera demonaco nestoriano Olopen giunto a Sinanfu attraverso alla Persia. Secondo l'iscrizione di una ben conservala stclc, innalzata nel 781 presso Sinanfu, i nestorianavevano a quest'epoca numerose chiese monasteri e predicavano liberamente la loro religione. Proscritta rieU'SiS, la chiesa nestoriana sopravvisse alle persecuzion' ed ebbe probabilmente nuovi periodi di fortuna, poiché secondo le testimonianze demissionario Guglielmo Buy sbrodi e dMarco Polo, nel tredicesimo secolo i nestoriani possedevano degli arcivescovadi Pechino ed a Sinanfu ed una dozzina dvescovi. Il primo missionario cattolico giuntdopo un avventuroso e faticosissimo viagio, a Pechino, è il francescano Giovannda Monte Corvino, inviato dal Papa Ncola III a predicare la fede cristiana. Givanni da Monte Corvino, più tardi ragiunto da un altri italiano, Odorico dPordenone, costruisce due chiese a Pechno e nel 1303 viene consacralo arcivescovIl cattolicesimo, probabilmente sul terrenpreparato dai nestoriani, prende largo svluppo. Le guerre civili, alle quali si agiungerò le persecuzioni religiose che dterminarono la caduta della dinastia dMina, dispersero verso il 1370 le comunicattoliche. Di esse e della Cina non si sepe più. nulla per il corso di due secoli. Tmerlano aveva innalzalo tra l'oriente l'occidente la barriera formidabile del simpero; le vie del mare erana ancora ignte; i rapporti tra l'Europa e la Cina rimsero spezzati, finché i portoghesi, doppiado con Vasco de Gama il capo di BuonSperanza, aprirono all'Europa la stramarittima dell'India e della Cina ed primo missionario del nuovo periodo, SFrancesco Saverio, moriva nel 1552 susoglia della Cina nella verde isoletta Sancian, presso Macao. Un altro missionario italiano riuscirà iniziare U secondo periodo cattolico deCina. Il missionario Matteo Tticci, sbarcasulle coste della Cina meridionale nel 15riesce dopo molte peripezie a raggiungePechino nel 1601. Con le sue conoscenscientifiche guadagna il favore imperialel'amicizia dei letterali. Parecchie chievengono aperte nella capitale, altri msionari arrivano a Pechino ed alla modi Matteo Ricci, l'imperatore slesso offreposto per la sua sepoltura. Pia tardi nuova dinastia Tsing, continuando le tdizioni dell'antica, affida al gesuita Admo Sciiall l'incarico di redigere il caldario imperiale e la direzione del a Tribnale delle matematiche », tenuta fino tura, e per la durata di tre secoli, dmusulmani. Dopo una parentesi di percuzioni determinata dalia, gelosia dei boe dei letterati, la presidenza del « Trinale delle matematiche » viene affidalagesuita Verbiest. Quando nel ì«7\ la rivta di un generale cinese minaccia di rosciare la dinastia, l'imperatore chiede gesuita Vcrbiest di fondergli parecchi cnoni fecondo le~usunze europee, e con qsta artiglieria, fino allora ignota in Ci 'imperatore ha facilmente ragione del suo allacompetitore. Il prestigio e l'influenza dcl\ crimissionario Vcrbiest giungono ai più alti gradi, ed alla sua morte il « Tribunale dei riti » ha l'incarico di organizzare, a spese del tesoro imperiale, dei solenni funerali e l'imperatore stesso compone e fa. incidere sulla pietra tombale l'elogio del missionario gesuita. I Gesuiti e il culto degli antenati i e a i l i a i , ni ioga io. o igeei à pa e uo oan. na da il an la di ad la to 70, re ze e se is rte il la raaenbualdai se nzi bu al olve al anuc. na, Grazie alle influenze esercitale a Corle dagli astronomi e dai matematici gesuiti, la diffusione del cristianesimo, liberamente praticato, ebbe, largo impulso. I gesuiti, per facilitare il loro compilo di evangelizzazione, rispettavano le usanze e le cerimonie profondamente radicale nella popolazione e nei letterati, cioè il culto degli antenati e gli omaggi a Confucio, considerati come basi sociali e politiche del Governo cinese. Seguendo l'esempio del buddismo, che aveva raccolto tanti successi, e le esperienze dei nestoriani e dei musulmani, svolte nel corso dei secoli precedenti, i gesuiti tolleravano il culto degli antenati, considerandolo come un segno esteriore di rispetto, che rendeva ai parenti, dopo la loro morte, le stesse attenzioni e gli stessi onori dai quali erano stati circondali in vita. Il papa Alessandro VII aveva appena approvata l'opera dei gesuiti in considerazione che « queste cerimonie politiche potevano costituire un ostacola invincibile alla conversione di un gran, de Impero, infinitamente geloso delle sue usanze e perciò era prudente e caritatevole tollerarle », quando i domenicani ed i missionari delle Missioni estere, da poco giunti in Cina, gelosi dell'opera e dell'influenza dei gesuiti, intrapresero unaviolenta campagna pcrcliè il Papa condannasse come un'eresia il culto degli antenati e gli omaggi a Confucio. Incominciarono le pressioni del Vaticano per eliminare il cullo degli antenati; i letterali gettarono l'allarme, e l'Imperatore, indispettito al legato pontificio, che nel 1720 gli chiedeva il permesso per i cristiani cinesi di conformarsi alle decisioni del Papa sulle cerimonie dell'Impero, rispondeva seccamente che, a essendo i decreti del Papa incompatibili con le usanze del suo Impero, la religione cristiana non poteva più sussistere ». La morte dell'Imperatore accelerò la rovina del cristianesimo, l letterati accusarono i missionari di annientare le leggi fondamentali dell'Impero. Il nuovo Imperatore firmava un editto col quale dichiarava che si lasciavano alla Corte gli europei utili per U calendario e che rendevano altri servizi, ma che si dovevano condurre a Macao tutti gli altri che non erano di nessuna utilità. Più di trecento chiese vennero chiuse o convertite in usi profani; la Chiesa cattolica perdette un vasto campo di proselitismo. La Bolla del papa Benedetto XIV, che nel luglio 1742 condannava come eretico qualsiasi omaggio reso a Confucio ed agli antenati, non fece che aggravare la situazione rendendo applicabile ai missionari ed ai cristiani le leggi esistenti contro le sètte perverse. Seguirono persecuzioni periodiche, isolate a determinate regioni, che non assunsero però mai un carattere generale. Il cristianesimo potè vivacchiare, ma ormai la Bolla di Benedetto XIV, prescnldndolo come un'inframeltenza straniera contraria ai riti ed alle millenarie usanze domestiche, gli aveva tarpate le alt. fidenoncompeaChtrainfnasi chiindfacriapoto, podePraludenediffgelimmmil'idabosi toMIl colpo di forza del Kaiser Sella seconda mela dello scorso secolo, le guerre e i trattati umilianti imposti dall'Europa alla Cina, la protezione accordata dalla Francia alle Missioni calta liche confusero, nella mente dei letterali cinesi, i presunti occulti scopi delle Missioni religiose con le brame politiche dei loro protettori. I missionari furono considerali gli avamposti della politica europea in Cina, i corresponsabili delle umiliazioni, che di volta in volta venivano inflitte al Governo cinese. Intorno ad essi incominciò a gorgogliare il movimento di rea-, ione contro le vessazioni e le inframmettenze europee. Nel 1888 la Germania e l'Italia assumevano direttamente la proiezione delle rispettive missioni tedesche ed italiane. Nove anni dopo, urne banda cinese, attaccava una missione tedesca nello Shantung ed uccideva due missionari- La risposta della Germania, che attendeva un'occasione propizia per mettere in esecuzione il suo piano di esjmnsione in Cina, fu immediala: le navi da guerra tedesche sbarcarono delle truppe a Kiaociao; il Kaiser spedi suo fratello Enrico di Prussia in Estremo Oriente, salutandolo alla sua partenza con un discorso altezzoso e minaccioso contro chiunque avesse osato opporsi alle brame tedesche; la Cina dovette versare un'indennità, punire i funzionari responsabili del massacro, concedere alla Germania Kiao-ciao in affitto per novantanove anni con una zona di cinquanta chilometri per il passaggio delle truppe tedesche, autorizzare i tedeschi a costruire due ferrovie nello Shantung (una delle quali, da Tsing-Tao a TsiNan, capitale della provincia, lunga olire quattrocento chilometri), col diritto di sfruttare i giacimenti minerari situali ai due lati della ferrovia per una distanza di quindici chilometri da ogni lato. La Germania ritrasse un enorme benefizio con questo colpo di forza, compiuto col pretesto della prolezione del cattolicesimo, ma i missionari di lulta la Cina ne ebbero, nelle conseguenze e negli apprezzamenti dei cinesi, un danno incalcolabile. Essi furono considerati gli esponenti di cupidige europee, che Untavano di impossessarsi della Cina con la maschera del cristianesimo. E nel 1900, sobillata dalla Corte, esplose, nella Cina settentrionale, la sanguinosa rivolta dei boxer, con massacri di popolazioni cristiane, alla quale seguirono le repressioni europee infamatesi con distruzioni e saccheggi di tesori d'arte. Coinvolta, suo malgrado, nelle ambizioni politiche della Germania e della Francia e nelle cieche rappresaglie seguitepratnoticsiindaziditàasidnmmnzogleddaKhtmlelmqppa lla sommossa dei boxer, la diffusione del ristianesimo urtò contro barriere di difdenze e di sospetti. Essa fu interpretala non come un apostolato spirituale, ma ome uno strumento della politica euroea volto alla manomissione della Cina. Che cos'era questa nuora fede, che nell'inransigcnle scltarietà di alcuni missionari nfrangeva le sacre tavolette degli antenati, condannava Confucio, alzava — quai come presa, di possesso territoriale — hiese gotiche sprezzando l'architettura ndigena aveva tulli i vescovi stranieri e si aceva proleggere da diritti extra-territoriali, da navi da guerra, da soldati di potenze straniere, che parevano in agguao, in attesa di incidenti., che offrissero possibilità di sproporzionale umiliazioni della Cina e di occupazioni territoriali? La diffidenza nazionalista Per più di mezzo secolo questa bardatura, che confondeva, in un corpo unico, lutti gli atti, ed anche tutte le violenze della politica europea in Cina col cristianesimo, ha pesalo assai duramente stilla diffusione della Chiesa cullolica costringendola entro una presunta, boicottata, limitata e malvista arena di ambizioni pomicile straniere, dirette a sconvolgere le millenarie tradizioni cinesi ed a soffocare l'indipendenza del paese. Tutte le guerre, da quella dell'oppio alla spedizione dei boxer, tulli i trattati, tulle le imposizioni si sono ripercosse profondamente sud cattolicesimo. V'è a Shanghai una numerosa associa¬ znlegqsnvmaCtrtrdcdCMrgsddmiCsma zione cinese anticristiana della quale fanno parie, parecchi gruppi di circoli intellellualì e studenteschi. Ilo parlalo nei giorni scorsi con alcuni rappresentanti di questa associazione. Il loro anticristianesimo, più che una manifestazione dottrinale, ha un significato politico. Essi non vedono il cristianesimo che dietro le inframeltenze straniere in Cina. Rimproverano al cristianesimo di voler scinesizzare la Cina a profitto dell - cupuligc straniere, ritengono le missioni cattoliche i centri di resilienza per la conservazione dei « trattali ineguali», ricordano i precedenti storici (e non dimenticano l'impresa dei tedeschi nello Shantung), accusano i gesuiti che sembrano cristallizzati nell'atmosfera delle capitolazioni, di avversare la nuova Cina, di invocare gli interventi stranieri. Mi dicevano : « Leggete il quotidiano Eoho de Chine, redatto dai gesuiti, die si pubblica a Shanghai, e vi convincerete del malcelato tono sprezzante con cui parlano della Cina e dei cinesi, della difesa ch'essi fanno dei dirilti exlra-leniloriali ed anche del loro malumore perchè te potenze straniere non intervengono più energicamente contro la Cina. I gesuiti deU'Ecbo de Chine rappresentano la vecchia, arretrala, oppressiva mentalità europea anticinese. Il nostro anticrislianesimo è rivolto soprattutto contro questa politica, per la difesa della nostra libertà, per la conquista della nostra indipendenza. Sentiamo nel cattolicesimo un'opposizione al nostro programma: La Cina ai cinesi ». •