Documenti della polemica Cassinelli-Vernocchi

Documenti della polemica Cassinelli-Vernocchi Documenti della polemica Cassinelli-Vernocchi Roma, 18, notte. La polemica tra la direzione del Partito massimalista e l'on. Cassinelli sembra avviarsi alla conclusione. Oggi soltanto, in base alla interminabile teoria delle lettere e delle interviste, delle repliche e delle contro repliche, si hanno elementi più precisi, quanto meno più completi perchè le due parti in contrasto producono oggi nuovi documenti che ciascuno, nel suo interesse, proclama decisivi ai fini della polemica. Si tratta di una lettera dell'on. Cassinelli al dott. Vernocchi in data 8 giugno e di un'altra lettera — questa in data odierna — dello chauffeur Umberto Rosa, indirizzata ai giornali. Al primo documento — come si ricorderà — ha alluso più volte, nelle molteplici dichiarazioni scritte ed orali di questi giorni, l'on. Cassinelli, quando ha affermato che la direzione del Partito massimalista, e per essa il Vernocchi, «volutamente taceva un documento decisivo », cioè la risposta scritta dell'on. Cassinelli alle accuse mossegli, egualmente per iscritto dal suo chauffeur e segretario, Umberto Rosa, e contestatagli dal dottor Vernocchi. Il documento è stato pubblicato stamane dal Popolo di Roma e nella stessa fonila viene stasera riprodotto dall'impcro con titoli vistosi. Senonchò 71 Mondo, in riferimento alla pubblicità data a questo documento, pubblica oggi una lettera del dott. Vernocchi nella quale è detto; « L'on. Cassinelli ha dato q& giornali la sua risposta aJte coatestaz'icwii fattegli dal Partlto, in baso alle denuncio Uosa, che provocarono la sua espulsione, e che io mi ero astenuto dal pubblicare, porche da lui dichiarata personale. Il documento dato dall'avv. Cassinelli 6 stato volutamente alterato, e siccome l'omissione si riferisce ai rapporti del Cassinelli col comm. Pogliani, cosi credo necessario completare la esibizione molto intelligente dell'avv. Cassinelli con la pubblicazione integrale del documento •. Un documento integrato Per intelligenza dei nostri lettori riproduciamo pertanto il testo del documento, così come viene pubblicato dal Mondo, notando che lo frasi in corsivo sono quelle che, secondo il Vernocchi, sono state omesse dall'aw. Cassinelli nella pubblicazione della lettera quale è apparsa sui due giornali fascisti. « Roma, 8 giugno 1926 — Olindo Vernocchi, segretario del Partilo Socialista Italiano Roma: « In seguilo ai nostri incontri rispondo immediatamente per iscritto soltanto perchè voglio ritenere in buona fede la richiesta di schiarimenti. Se pensassi vero quanto si disse e si stampò dopo la mia deposizione al processo di Chieti, che cioè mi si aspettava all'angolo, con un pretesto qualsiasi per pugnalarmi, dovrai scnza'tro spezzare la penna, nauseato ormai- di tante cose, che mal ei comprendono, e di tante meschinità, che si comprendono troppo. Seguo l'ordine degli appunti da te datomi durante il nostro colloquio. « l.o : Naturalmente, pur dopo le immediate spiegazioni date all'Esecutivo, che nulla ebbe a contestarmi di concreto, torna in Questione la mia testimonianza di Chieti, che conciliò il dovere della verità con la dignità del riserbo verso responsabilità, che tu sai non mie. Nel colloquio casuale, avvenuto al l'hotel Bristol con l'on. Farinacci, che conosco da dieci anni, si parlò soltanto di generiche impressioni politiche, che ho subilo narrate allo slesso segretario del partito. Vi era, tra gli altri, il comm. Bastiani, col quale mi sono trattenuto a pranzo quattro volte e che, quel giorno, 6i recava da Farinacci per un rito fascista e con commissioni, tanto che indossava la camicia nera. All'hotel andai ver parlare con la notabilità dannunziana, maggiore Grasso, testimone nel processa contro il fratello dell'on. Ginnetti da me illeso, con l'on. Farinacci, come con altri deputati fascisti, ho avuto occasione di incontrarmi a Montecitorio, sempre visto dai compagni deputati, che non trovarono mai altra1 critica che qualche 60rrisetto, che vo- j glio ritenere ingenuo, altrimenti avrebbe ragione di attaccarmi anche Curzio Suckeit. 2.0: Da 11 aiuti conoscevo di vista quel giornalista pugliese, che solo recentemente So saputo clic corrispondeva a quel nome. A diecine di deputati e giornalisti ho più volte chiesto die, al primo incontro, mi indicassero la persona che a quel nome coirispondeva. In questi 11 anni ho scambiato con questo pubblicista non più di cento parole, mai su fatti politici «3.o e i.o: li' sintomatico che nel nostro partito, cosi deserto di intellettuali, si pretenda contestare proprio a me la precisa paternità di libri e di articoli. Mi onoro, nella professione e negli studi, della collaborazione di colleghi e di intelligenti e non di quei due soli, di ben altri che quei due soli. Se questo significa copiare e firmare si comprende e ei comnlange l'isolamento cerebrale dei nostro, partito. ,., „, . «5.o: Ma articoli ne avrei scritti per limiterò e altri giornali fascisti a favore di una nota personalità bancaria [comm. Pogliani], che conosco da sei anni e che e amico di mia fratello ed in rapporti con l'atto costitutivo ( della Società A. Giaccio di mio cognato: da Questa Società di costruzioni, informo ora, mi sono ritiralo con atto notarile, appena eletto deputato. Questa accusi è falsa: è puzzesQ-j. Mi meraviglio poi che la mentalità deterministica dei socialisti arrivi a credere necessari articoli senza firma di un socialista per difendere lesi borghesi in giornali borghesi. Aggiungo che mai ho cercato di mandare notizie o scritti in proposito all'Avanti! e non sono mai intervenuto! nonostante che VAvantc! abbia avuto spesso occasione di combattere la Sconto, dimenticando altri noU e non meno borghesi aggruppamenti bancari. Solo a richiesta, una volta detti il memoriale a stampa sin dell'una banca che dell'altra, ma {'Avanti! non credette di pubblicarli. Soltanto debbo riconoscre che tu, lamentasti che in tua assenza, un redattore avesse mandato all' Avanti I notizie bancarie tendenziose € partigiane. > f>.o : Forse al segretario del partito non dovrebbe riuscire impossibile conoscere chi dette certe notizie sul partito Agenzia della capitale, che mai è stata da me informata, mal, ad eccezione di alcune notizie innocue, di indole giudiziaria, e delle quali fui vivamente richiesto. Non rcordo nemmeno sei l'Agenzia abbia attaccato Pietro Nonni. Ad ogni modo, io non ho mai determinalo tali eventuali attacchi. Francamente è il fienili, rivoluzionario a piede libero, nonostante ltt\ pubblica apologia degli allentati al duce, il Quale ha aspramente richiesto la repressionidelia mia cosldctta indisciplina, lui che stampa un organo in contrasto con {'Avanti 1 e le direttive del partito. • Cosi avrei finito, perchè dei miei proventi finanziari io — che non ho mai vissuto sul partito — non debbo rendere ragione ad alcuno : ma jjoiche può piacere un esame di chimica finanziaria, debbo precisale che io per prendere moglie ho contratto un debito cambiario, a mia firma, **S pagare col mio lavoro. Riconosco che non tutti i miei compagni combinano matrimoni così poetici, ma la colpa è mia. A'on ho diffl- ', eolia di aggiungere che proprio a quel bau-1 chiere IH comm. Pogliani) (ed. a chi ci si deve ! rivolgere?) .amico da .-ci anni chiesi recentemente di raccomandare un mio sconto diffl- \ colloso, in - momenti di severità bancaria. ! Quell'altro giornalisla lo conosco: mi rese cortesie in molle difficoltà suscitate dagli avversari contro la famiglia di mia moglie a Civita ecc. ecc.; ina aiuti finanziari no, proprio no. Infine, ove occorra aumentare le I accuse, ti informo che io ebbi poi effettiva- ' monte quel colloquio con S. E. Rocco, delta col natura ti preavvertii. Concludendo, prendi atto che questa roba, secondo la tua comunicazione, è sorta nella febbre d! una lite vioenta e profonda con me e soltanto dopo que- ! ia- lite. Siccome ti immagino sentimentale, i nell'attesa di rivederti per tutte ie delucida-' ioni ti prego di considerare con molto ' cetticismo 1 miei 13 anni di vivace e gene-; osa mfllzia nel-partito. Credi pure, tutta, uesta roroantioheria non pare conti nulla; itro ci vuole. Bruno Cassinelli ». L'Impero, a commento del testo non in-, ograle del documento, accusa il Vernoc-| hi non solo di avere taciuto fino ad oggi questa risposta del CaMtoeUi, ma di avere finto di ignorare altresì che 1*11 giugno lo chauffeur denunciatore scriveva allo stesso Vernocchi la nota lettera, nella quale affermava che molte cose da lui denunciate potevano essere interpretate nel modo come l'on. Cassinelli aveva precisato, nella sua lettera dell'8 giugno. Lo chauffeur precisa I lettori conoscono questa lettera del Rosa, senonchè, in data or1'..'ma, il Rosa stesso dirige ai giornali una nuova lettera, nella quale spiega perchè egli scrisse la prima, in data 11 giugno ed alla quale nega il valore di ritrattazione, attribuitagli invece dal Cassinelli c dai giornali fascisti, nel corso della polemica. Questo secondo documento, che da parte massimalista vie. ne considerato altrettanto decisivo è del seguente tenore : « Roma, 18 giugno 192G. — Onorevole signor Direttore: Fa il giro dei giornali una mia lettera al segretario del mio partito, alla quale si vuole attribuire il .carattere di rimangiamento delle accuse da me mosse ail'on. Cassinelli. Ora è bene assodare ohe quella lettera ed un'altra ancora furono spedite per questa ragione: quando io nell'hall dell'Hotel d'Angloterro riconfermai, in faccia all'avv. Cassinelli, tutto quello che scrissi alla Direzione del partito, egli non 6eppe opporre che uno svenimento ed una tremarella molto giudiziosi; fu allora che lo consigliai a dare le dimissioni ed egli spontaneamente accettò. Solo un piccolo dissenso vi era per il fatto che lui preferiva un congedo di alcuni masi. Io, per facilitargli il compito, scrìssi alla Direzione quella lettera, che non parla di ritiro delle accuse, ma di semplice interpretazione. Fino a sabato sera — 12 giugno — speravo che, malgrado la già avvenuta pubblicazione della sua espulsione da parte del solo Comitato della Seziono, egli avrebbe potuto arrangiare la cosa; le ragioni che mi determinarono a questo atteggiamento sono da ricercarsi in un senso di pietà per lui e di condiscendenza alle preghiere dei suol famigliari. Ma il 13 giugno cambiò la scena, in seguito ad una 6ua visita a Rocca di Papa ila macchina per la gita era pilotato dal sottoscritto) alla villa dell'on. Ferri. Venne la lettera di dimissioni da deputato, l'intervista del Giornale d'Italia, vennero le sue denuncio ed allora, come gii scrissi, lo abbandonai al suo destino. Intanto confermo pienamente: l.o il colloquio all'Hotel Bristol; 2.o le sue cambiali col comm. Pogliani e la sua attività a favore di costui, durante il processo delia Sconto; 3.o il fatto ch'egli si faceva scrivere articoli ed opuscoli; 4.0 i suoi rapporti coi giornalisti avversari. — Firmato: Umberto Rosa». La telefonata all'Ospedale San Giacomo Intanto, alla primitiva polemica sollevata dalle ragioni per le quali il Cassinelli era stato espulso dal suo partito, si è innestata l'altra sulla famosa telefonata all'ospedale di San Giacomo. Nelle sue ritorsioni a base personale contro il Vernocchi, il Cassinelli ha fatto ieri allusione a questo episodio dei primi giorni della scomparsa del Matteotti. Il Cassinelli. come si sa, accusa il segretario del Partito massimalista di essere, insieme ad un deputato, l'autore della famosa telefonata all'ospedale di San Giacomo, telefonata che sarebbe partita precisamente dal telefono del Vernocchi « per conto e servizio di altri ». Sapete pure che il dott. Vernocchi ha recisamente negata questa circostanza, affermando di non avere, nè di avere mai avuto il telefono; di essere stato in quei giorni, in cui sarebbe avvenuta la telefonata, non a Roma ma a Milano. Su quest'ultima smentita 11 Tevere ha interrogato l'on. Cassinelli, il quale ha detto che egli ebbe la notizia della telefonata « appunto, perchè il Vernocchi ed un...altro dei diligenti del massimalismo gli confidarono di non inoltrarsi nella polemica, perchè la telefonata era stata fatta dal loro ufficio, in via "delle "Mùràtfè, che'è intitolato al nome del Vernocchi ». A sua volta l'Impero scrive : « Ridicolmente il Vernocchi risponde: « Non ho itelefonato »; vuoi dire cioè che non lo paga. Ma l'ulilcio con nome suo, in via delle Muratte, porta appunto il telefono N. 6245 ». E, dopo avere detto che i massimalisti rimangono inchiodati al trucco della falsa telefonato., conclùde : « Chiediamo che il signor Vernocchi ed i suoi compiici siano messi sotto processo, per avere telefonalo a nomo di un ministro ed a scopo sovvertitore. Non sapremmo precisare quale giuridicamente possa essere la denominazione di questo atto criminoso, ma è evidente pc-r chiunque la sua gravità ». II Lavoro d'Italia, a modo di conclusione osserva che « tutto questo chiasso polemico si sarebbe potuto risparmiare, a nostro modesto avviso, se il Cassine'.ai avesse creduto opportuno dire sin da principio ia piena ed intera verità ». Alla faccenda Cassinelli accenna ironicamente Roma Fascista-, « Oggi possiamo sciogliere i carabinieri, mondare a spasso i poliziotti, sopprimere la Milizia: alla vita del Duce pensa Cassinelli. Cassinelli? E chiamiamolo Masslncllil I socialisti lo hanno cacciato, porche ha fatto internale un pazzo nel manicomio. Avranno detto: se fa internare lutti i pazzi, stiamo freschi! ». E più oltre lo stesso giornale, sullo stesso argomento scrive: « Non è stato mica fesso Cassinomi Della « reclame » se n'è fattili Ha trovato dei giornali fascisti, che lo hanno lodato. E' apparso come il-di s'interessato protettore del regime e del suo capo. Che più, per esempio, ner ottenere la tessera di ufficio? ».