II Ministero del franco ad oggi?

II Ministero del franco ad oggi? II Ministero del franco ad oggi? Parigi, 17, notte. I Siamo ancora in ajto mare. Tuttavia, nella confusione regnante, qualche costa. comincia.a.pigliareBun profilo.riconosci-1bile. Anzitutto," cresce a vista d'occhio la improbabilità che il Ministero in gestazione riesca un Ministero di « unione sacra ». Briand, su questo punto, sta dimostrando luminosamente a Doumergue ed al Paese di avere avuto ragione nel- L11 o ffji rm <-i »•/■» &!t» nr-!nìi /l n 11 o strici r>r\A ì 1 ti, pieni poteri, fa rizzare i" capelli sulla testa dei radicali, e nel triplice colloquio 1 mattutino, pomeridiano e serale, che ha I avuto con lui alla presidenza della Ca ; mera, Herriot ha tenuto a Briand un lin I g-uoggio più riservato di ieri. Appoggiare ì :i t.......~ „ .. * * „ _1:1 „ 1 _ l'affermare, sin da prima della crisi, che il Ministero di tutti i partiti non si poteva fare. I suoi colloqui di oggi con Poincaré e con Herriot non hanno altro, significato. Poineari vorrebbe i pieni poteri Poincaré, recatosi a trovarlo due volte al Quai d'Orsay, alle 10 del mattino ed alle 5 del pomeriggio, gli ha posto patti duri. L'ex-Presidente della Repubblica, che non si lascia mai cogliere alla sprovvista, ha già in tasca un suo piano finanziario: se Briand intende affidargli il portafoglio delle Finanze, il piano Poincaré dovrà essere accettato tal quale, senza mutarvi un articolo. Non solo, ma il Presidente del Consiglio dovrà inaugurare l'esistenza del Ministero chiedendo alla Camera i pieni poteri: i decreti-legge non bastano più, bisogna disfarsi del Parlamento. « Questo è parlare! » esclamano sottovoce i portavoce della destra. E Camillo Aymard, che già sente nell'aria l'odor della polvere, spiega ai lettori della « Liherté »: '« Poincaré non vuole assumere il gravoso onere delle Finanze se non a condizione che gli si dia il massimo delle probabilità per riuscire. Nessuno può biasimarlo. Poincaré chiede — come già lo chiedevano Cailiaux e Péret — di potere realizzare, per mezzo di decreti, le economie.e le riforme indispensabili alla salvezza finanziaria del paese senza che la demagogia- parlamentare possa ostacolare ogni suo passo, senza ebe egli sia obbligato a ratcttglleré- ognt giorno i mucchi di sàl£ bla, secondo' l'espressione così giusta e immaginosa di Briand. « Senza pieni poteri — diceva Mussolini al Parlamento italiano —; non potrò- economizzare una sola lira, ca plte bene, dico una sola... ». Il rifiuto di Herriot? Ma la sola eco di queste parole: decre i i e o o te il futuro Ministero, magari facilitarne la formazione, spianargli la via, questo sì. con tutto il cuore; ma entrarci è un altro paio di maniche. « Non credo che la mia presenza nel Gabinetto sia suscettibile di aiutarvi efficacemente nello svolgimento del vostro compito ». E' questa la formula che sarebbe stata adottata per giustificare il rifiuto. Formula ambigua, formula elastica, tanto più se, come pare, il Presidente della Camera ha soggiunto che, in ogni caso, questa sera una nuova riu nione avrebbe avuto luogo tra i deputati radicali per riesaminare la situazione. Trincerarsi dietro un voto di gruppo è lo stesso che dire di no. Il pensiero delia'maggioranza dei radicali lo conosciamo. Che cosa diceva stanotte l'ordine del giorno del congres6ino? ». « Il partito radicale e radico-soclalista riprova, come contrario al sentimento del paese repubblicano, qualsiasi tentativo politico che avesse per scopo, sotto l'etichetta dell'unione nazionale, di rimettere il potere ad una minoranza condannata dal.suffragio universale, ma al contrario è risaluto ad appoggiare, con tutta la sua fiducia, un Governo democratico che si sforzi di realizzare l'unione dei repubblicani intorno ad un programma vigoroso di restaurazione finanziaria ». Il senso finanziario del documento è nullo, come si poteva prevedere: ma il suo senso politico è chiarissimo. L'esclusione dei radicali colpisce non soltanto come preannunziavamo sin da ieri, Poincaré, bensì anche Luigi Marin, ciò che è forse più grave, pur non essendo altrettanto definitivo. E di fronte a questo atteggiamento — che in linea politica non potrebbe essere più logico, visto e conside rato che per i radicali un Ministero con tenente elementi conservatori ricchi di prestigio e deliberati ad imporsi equivarrebbe all'abdicazione — potrebbe Herriot, dato pure che n* avesse voglia, decidere altro che di rifiutare di farne parte? Rampogno soeialisto eontro Briand Non appena uscito Briand, questa mattina nel gabinetto del presidente della Camera vennero introdotti, tutti insieme: Blum, Renaudel, Daladtier e Leone Meyer Ci vuole poco a capire quali debbano essere stati i discorsi fatti a porte chiuse dai capi del radicalismo socialista e del socialismo collaborazionista. Renaudel, del resto, nel numero odierno della « Vie Socialiste » scrive « Se Herriot accettasse di lasciarsi affiancare a Poincaré, ucciderebbe con certezza fi 6uo partito, poiché colpirebbe la fede stessa dei repubblicani suoi amici. Eirli compirebbe, con le proprie mani, non soltanto la dissociazione del cartello parlamentare, ma verosimilmente anche quella del suo partito » E, pigliandosela con Briand, Renaudel continua: « Noi non abbiamo certo nessuna animosità' personale cóntro Briand. I nostri ricordi diun passato lontano non ci tolgono la volontà di un giudizio obiettivo. Noi siamo riconoscenti a Briand per quello che egli ha fatto nel campo della pace. Ma noi non possiamo, quando giudichiamo la sua az'one di capo di Governo, trascurare che da tre mesi egli ha complicato, ritardato, rese più difficili le soluzioni indispensabili. E durante tutto questo tempo perduto, il franco ribassa, il caro-vita cresce, i disordini sociali el profilano ggall'orizzonte. Le soluzioni che bisogna anpE- £are - noi ne abbiamo la forte convinzione ì£SSSS^aSlì nl^M^f^SJI&^r g^gg^gg Sffl & te rivolto 1 suoi sforzi non a riunire <piesta maggioranza (di cui un elemento veniva meno; ma a dissociarla addlrittewa ». Lo stato d'animo delle sinistre verso Ter Presidente del Consiglio è riassunto in queste righe abbastanza fedelmente- .. t>« — -.™ì _ t ± • i • » « Rancori, e volontà di sbarazzarsene ». Non appena sciolto il conciliabolo nel gabinetto di Herriot, Renaudel e Bhnn tornarono infatti, con volto di congiurati, nei corridoi della Camera a conferire coi colleghi di grvtnpo. Congiura è farsa dir troppo; ma quello che si vede ad occhio nudo è che un contatto tra Herriot, i radicali e i socialisti, contìnua a venire ' mantenuto attivamente in modo da neutralizzare, se non altro, vigorosaanente, gli sforzi di Briand per ingrossare il numero dei dissidenti che si stringono intorno al radico-n azionale Franklin-BovriUon. Con un po' di fantasia si potrebbe andare più in là, e dire chs Herriot, dietro la 6ua maestosa e cerimoniosa faccia di uomo eternamente in marsina, lavora serrato a prepararsi il terreno per ricevere l'incarico lui dopo Briand, torte qual'è del promesso concorso di un consorzio bancario facente capo a Finaly. Ma per dire questo è ancora un pò troppo presto. La fiornata del sentimento Briand, i cui scandagli hanno dato og-.gi repressione di urtarsi da ogni parate ad ostacoli, non ha ancora fornito la misura di quello che può fare; anzi, per essere esatti, non si è messo ancora a fare quello in cui gli preme da riuscire. La giornata di oggi è stata per lui la giornata del sentimento. Bisogna pur concedere qualche cosa alla poesia di un paese che, tresco dei ricordi della guerra, non ha ancora finito di coltivare l'illusione che l'unione faccia la forza. Domani, sarà la giornata del realismo. Oggi, egli ha compiuto le eliminatorie. Domani, metterà in linea i soli campioni capaci di vincere la corsa. Il problema del suo Ministero dunque (che per certi aspetti potrebbe sembrare stasera compromesso) viene proli ahi unente entrando invece nel regno dello cose possibili, che sono sempre, ahimè!, le meno belle. Il <t Temps » nel tentare, senza peraltro riuscirvi, di indovinare il pensiero di Briand, ravvisa subito i segni annunziaton di questa evoluzione dal.grande Ministero al Ministero modesto. L'organo repubblicano scrive: ' ■ « Un Ministero piò fastoso non sarebbe vitale, ed avrebbe la politica più disparata Esso nascerebbe nello splendore per scomparire ben presto nelle tenebre. Si può ancora, nelle circostanze attuali, chiedere uomini politici che vanno dal socialisti ai moderati di rinunziare alle loro idee? Lo si può tanto meno in quanto che essi sono in buonissima fede. Tanto gli uni quanto sii altri credono di risolvere la crisi con mezzi contrari. I socialisti credono di far risalire il franco — che è uno dei segni della proprietà — distrug-gendo la proprietà ; i liberali preferiscono rassicurare ì possidenti e quelli che risparmiano piccoli o grandi) nel momento in cui una politica di combattimento contro di essi aliontana \ capitali esistenti, le fortune acquisite, tutti ì capitali nascenti, il risparmio, con minacce di confisca. E' dunque ad un Ministero di nomi meno brillanti ma di realizzazioni più coerenti che Briand sarà indotto »« Le dichiarazioni di Briand Tale sembra essere anche il siarnifle*. to delle dichiarazioni che l'ex-Presidente del Consiglio ha fatto questa sera ai iriornalisti, subito dopo il suo terzo colloquio con Herriot, venuto, contro la consuetudine a trovarlo a Quai d'Orsay, Invece di attendere la visita alla presidenza della Camera: « Ho continuato i miei consulti nel pomeriggio e, come avete potuto constatare Herriot esce di qui. Ho avuto con lui una lunga conversazione. Tornerò a vederlo do. matlina, come pure Poincaré. Verso mezzogiorno di domani potrò essere fissato te saprò a che tenermi. Potrò allora recarmi all'Eliseo. Stasera non posso dire ancora nulla di positivo. Non vi sono soltanto questioni di persone Ceto che è abbastanza complesso) ma vi è anche la questione del programma, che è la più difficile da risai, vere. A nulla varrebbe infatti raggruppare dei personaggi perchè poi questi non pòtessero intendersi e agire in comune su di un programma. E* soltanto quando questa due questioni saranno risolte che io saprò se la mia combinazione è possibile. «La formula di un ministero di .larga, concentrazione nazionale credo impossibile realizzarla, ma in mancanza di questa io considero la costituzione di un ministero abbastanza largo, abbastanza ampio 'e comprendente personaggi che abbiano abbastanza autorità e abbastanza forza, per intraprendere il gravoso compito che il ministero futuro avrà da affrontare. E", verso questo obbiettivo che io mi dirigo^ lo lu> buone speranze di riuscire, poiché non con.tinuerei nella mia opera se queste speranze mi venissero meno.' Non è infatti un passatempo molto attraente, e il passatempo per me non ha neppure il sapore della novità. La combinazione a cui io penso riposa sul perno che voi rotioscete. Essa comprende parecchi personaggi i cui nómi sono stati messi avanti, e che io debbo rag. grappare. Se non vi riuscissi, ebbene^ nasi ' -, o « tenterei di rifare, un ministero come ouello

Luoghi citati: Ceto, Parigi