I testamenti a ripetizione ossia l'inconsolabile vedova

I testamenti a ripetizione ossia l'inconsolabile vedova I testamenti a ripetizione ossia l'inconsolabile vedova (Trtbunale Penale di Torino) E* cominciata ieri mattina davanti ai giuici togati una singolare causa penale per alsificazione di testamento, causa cli'è la onseguenza di altra complicata contestazione che stava svolgendosi in sede civile. La anea civile fu sospesa e la scena cambiò, on 6fondo di imputati sul solito banco. Le cose si svolsero in questo modo. Un erto Caterino Domenico di Viù, dopo una ita piuttosto movimentata, confortata da Bacco, Tabacco e Venere, rendeva la sua anima al Signore a cui, nel trapasso estremo, olle presentarsi pentito di avere troppo sarificato alle tre divinità pagane di cui sora, lasciando il suo cospicuo patrimonio di mezzo milione in favore dell'Opera del Cotolengo <li Torino e della parrocchia di Letìe. Alila moigl'ke lasciava la legittima e nula più. 11 testamento portava la data di alcuni nni prima, Si dicembre 1913, ma affermano e yoci indiscrete che il Caterino si fosse riolto a lasciare alla legittima moglie solo pianto le spettava per legge, perchè la do^na ai era un giorno fieramente levata contro gli mori domestici del marito allontanando cera ragazza di lei più giovane e oggetto della oncupiscenza del vecchio impenitente amatore. Ma in data 9 febbraio 1920 la vedova, a mezzo del notaio Gugliclmino, rendeva noorio un testamento nel quale veniva nominata uni» erede della sostanza del marito. Tableau! Bisogna premettere che nei primi del 1920 ia l'Opera del Cotiolengo che la parrocchia di Lentie avevano rinunciato all'eredità per agioni non none detinite; e allora erano salati fuori dei nipoti — certi Ariotto e Ghiardi — a reclamare la loro porte di eredità. E' da immaginare come rimanessero quando omparve inaspettato il secondo testamento quante giaculatorie inviarono al defunto I nipoti in mesto e ordinato corico si iweenlarono allora a un noto perito calligrafo della nostra città, 31 prof. Turco, a chiedergli suoi lumi sulla autenticità di quel secondo estamento. E il pror. Turco diede, subito, ad cchi chiusi, una buona notizia ai trepidani eredi. Li informò che già in precedenza a vedova Caterino si era recata da lui esibendogli in esame un altro testamento nel quale pure veniva proclamata eredo univerale, n prof. Turco riconosceva in qnell'occaione falso il documento, anzi diffidava la desolata vedova (desolata p!u :he mai) ti servirsi di tale testamento. Sembra che il prof. Turco informasse pure dell'episodio l'Opera del Cottolengo. I nipoti, in data IT marzo 19S1 iniziarono una causa civile impugnando il testamento ». 2 e nel corso della causa sarebbe risultao, attraverso testimonianze ed ammissioni di' certa Tarro Lucia, che costei sarebbe stóla la esecutrice, a istigazione della vedova Caterino, dei testamento ultimo in data 9 marzo 1918, cioè, quello esibito al notaio, non quello mostrato per un parere al perito caligrafo. Sospettano e sostengono i nipoti che a donna, vistasi bocciata all'esame del.prof. Turco, preparasse con più impegno un seondo testamento e questo presentasse poi «1 regio notaro por tutti gli incombenti di egge. II magistrato civile a un corto punto s avvide che la matassa s'intricava e che non era più filo suo, e rimise gli atti al Procuatore del Re. Naturalmente furono ordinate delle perìzie calligrafiche che, pure naturalmente, si dichiararono tra il si e il no. il magistrato rinviava a giudizio del Tribunae Penale tanto la vedova Caterino <I"ant° a esecutrice delle estreme volontà del defunto Caterino, signora Tarro. Sono comparse entrambe ieri mattina a rendere conto dei loro esercizi calligrafie^ La vedova, Elena Caterino nata Faletti, iw. 61 anno e abita a Torino in via Manzoni in una casa già proprietà del defunto consorte. La Tanro Lucia ha avuto in passato delle vicissitudini piene di movimento. Una perizia psichiatrica dei professori Carrara e urelll l'ha definita totalmente .inferma di mene per «schizzo!renosi ». la causa s'è iniziata con una poderosa « onverture » di incidenti procedurali. Siedono alla difesa per la Caterino l'avv. on. Vilabruna e per la Tarro l'avv. Farinelli. Pare Civile è l'avv. Cavaglià. Ci sono anche quattro periti calligrafici : Ra.vagnan e Vitale per l'Accusa, e Saibene e Catìavero per la Difesa. Dunque la scrittura non è chiara. E dicono che la scrittura è lo specchio di chi 6crive 1... Due periti, se non andiamo errati, definiscono autentico il testamento: e due periti, con uguale formidabile corredo di cognizioni granché, sostengono che quel testamento è la risultante di un abilissimo decalco attraverso successive riproduzioni. La Difesa asserisce, a questo punto, non essere ammissibile che un tale lavoro certosino 6ia etato suggerito da una donna di condizioni intellettuali comuni e soprattutto effettuato dalla Tanro jiileUettualoieme cosi anormale da essere stata qualificata da due medici illustri totalmente inferma di mente. Gli incùtenti procedurali della difesa miravano appimto ad un allargamento del tema peritale e riguardavano inoltre presunte irregolarità circa l'asserzione dei periti di cui sopra. Presiede il Tribunale l'avv. Barberis, sostiene l'accusa il P. M. Prassone, cancelliere Marconi. L'udienza di ieri è stata assorbita in questi incidenti. La vedova, appena in possesso del testaménto in suo favore, vendette per contanti una casa a Viù a un noto negoziante di mobiglio della nostra città e la casa di via Manzoni ad altra persona. Entrambi i compratori ora passano dei momenti di trepidazione per la loro proprietà. Della postuma tenerezza lestamentaria del bravo Caterino, a vedova dà una spiegazione. Nel 1915 in un momento in cui aveva alzato il gomito (cosa che, come si disse, gli capitava spesso) cadde in un burrone del natio paese. Fu raccolto in. assai brutte condizioni rimanendo malato per molto tempo, e la moglie gli usò tanta tenera assistenza che per pre miarla fece, dopo quello in favore del Cottoengo, un secondo e un terzo testamento tut o in favore della consorte. i nipoti, si capisce, 6ono di altro parere e giurano che il Catorino si presentò al Creatore dopo avere lasciato contrito e pentito tutto il suo avere alle opere di cristiana pietà lei Cotiolengo e del paTroco di Lemie. n testamento conteso sarebbe stato trovato racchiuso in una tessera dietro uno specchio e quello fatto esaminare al prof. Turco sarebbe stato rinvenuto in una cassa che serviva ria ripostiglio per la legna. Dove sì vede che nella casa del defunto Catorino si facevano le cose un po' alla carlona M.

Luoghi citati: Lemie, Torino, Viù