Libro doro del "Uiro di Francia,,

Libro doro del "Uiro di Francia,, Libro doro del "Uiro di Francia,, La creazione del Gito di Francia rimonta al ÌSCB e tu ideata dal collega Desgrange, direttore del giornale L'Avlo. I 12.000 franchi di premi che furono messi in palio la prima volita, sono diventati ora 200.000 e l'organizzazione che importava aDJara una spesa irrisoria, dà oggi «in bilancio di 400.000. Nel 1903 il Giro era costituito di 6ole sci tappe su d'un percorso di 2500 Km. Ottanta tortino i pamienti. Il campione francese Garin, uomo del giorno di quei temipi, in cui il ciclismo era allo stato embrionale, partì ta-vorito e terminò primo al traguardo. Nel 1904 il numero delle tappe restò inalterato; 88 furono i partenti. Garin per la seconda volta arrivò primo a Parigi, ma tu squalificato • la palme, in data al francese Conrad. Il giro si allunga... Nel 1903 l'onganizzatore Desgranges modificò di e ama pianta tutti gli articoli aumentando il numero delle tappe a 11, con uno sviluppo di 3000 Km. Il Giro di Francia rischiò queste, volta di arrestairsi alla prima tappa. Alcuni malviventi che odiavano quel genere di -sport, gettarono sulla strada, a brevi tratti, un'enorme quantità di chiodi che fecero a più riprese arrestare i corridori, nessuno eccettuato, per riparare al malvagio sabotaggio. Allora la sostituzione di una gomma costituirà « l'opera del Duomo direbbe un fiorentino, e 31 dispendio di tempo per l'operazione poteva appartare serie conseguenze alla classifica generate. In questo terzo Giro Trousseller, il popolare « Trou.Trou », si manifestò in ottima forma e la classifica per addizione di punti, gli dette fin dalla, metà della corsa un vantaggio tale, che si aggiudicò il primo posto; secondo fu Aucouturier, terzo Dortignac. I sabotaggi provocarono nel 1906 una certe, reazione nel pubblico, che cominciò ad appassionarsi seriamente alla prova. Nel 1906 i 3000 Km. diventarono 4500, le tappe da 11 a 13 e l'itinerario entrava in Germania, in Spagna ed in Italia, poiché toccava Ventimiglia. Dei 76 partenti, solo 14 arrivarono a Parigi. Pottier fu il vincitore con 31 punto, seguito da Passerieu e da « Troni Trou •, 11 leader del 1906, che dovette cedere, lottando contro la • guigne > che lo aveva perseguitato costantemente. Il giovane PetitBreton, che tanto si distinse in seguito anche in diversi Giri d'Italia, fu una rivelazione, e si piazzo quanto. Nel 1907 venne aggiunta un'altra tappa formando un totale di 14 su 5000 Km. Tutti i cracki della strada risposero all'appallo-, per la prima volta gli assi transalpini varcarono la frontiera e 1 Ganna, Gaietti, Pavesi si allinearono allora. I tre italiani si distinsero selle prime tappe e massimamente nella quinta, Lyon-Grenoble, durante la quale nella memorabile salita del colle di Porte dimostrarono doti magnifiche di formidabili < grimpeure > arrivando in gruppo con George'» e Faber, il Lussemburghese, detto il « Gigante di Colami)es >, e facendosi battere soltanto in volata, ottennero la classifica di tappa nell'ordine. In altre tappe ancora Gonna e Pavesi emersero, e mentre il primo unitamente a Gaietti si ritirava verso la fine deila corsa, Gherardo Pavesi si piazzava sesto nella classifica generale del Giro. Fu la prima volta che uno straniero giunse tra i primi della formidabile prava. La battaglia per il primato fu dura e dette luogo ad un duello fra Georget e Faber. Petìt-Breton si qualificò primo con 47 punii su 14 teppe, e Garritosi fu un buon secondo. Nel 1906, il numero dei partenti aumentò quasi del doppio, raggiungendo la cétra di là! Fra sii italiani presero U « via » G*nna, Gerhl, Battlni. Chiodi, Canepari, Rossignoli e qualche altro. La vittoria fu conseguita ancora da Petit-Bretan, che migliorò il punteggio del 1907 addizionando su 14 tappe solo 36 punti; 2.0 Faber; S.o Garrigou. Ganna fu il migliore degli italiani e marciò uniformemente sui 5000 Km., arrivando in ogni tappa col plotone di testa. Nella classifica generale risultò 5.O. Rossignoli fu 10.0, Canepari 12.0, Bettini 38.o e Gerii 19.o. * Desgrange "inventa,, i Pirenei Nel 1909 non ci ebbe la punzonatura delle biciclette,, sistema ohe tutti poi hanno adottato per impedire la sostituzione delle macchine. La corsa fu iniziata con tempo perfido; sotto la pioggia furono disputate diverse tappe. Solo Faber per la sua costituzione robusta tenne testa alile intemperie ed al vento, riuscendo a tagliare primo il traguardo cinque volte consecutive e vincendo il Giro con 20 punti di vantaggio ari 2.0, Garrigou; 3.0 fu Alan-cine. Gli Italiani Gaietti, Bettina, Za. vaiti, Galani, non ebbero fortuna e tolto Bettini che prese il lO.o posto in classifica, gli aitri rimasero molto attardati terminando per altro li giro, ad eccezione di Gaietti che si ritirò. Ed eccoci al 1910. Desgrange die da 3 armi non aveva fatto modificazioni al suo Giro, lo volle rendere ancora più duro ed • inventò » i Pirenei, I 135 corridori non indietreggiarono davanti, a cosi ardua impresa. Subito la battaglia si scatenò fra Faber, il vincitore del 1909, l'astro sorgente Lapize ed il già veterano Garrigou. Lapize vinse tutte le tappe in salita e si portò alla testa della classifica generale che conservò fino al traguardo di Parigi, aggiudicandosi il giro. Però Faber non fu da meno del leader. Dotato di energie sovrumane sostenne il più aspro duello che si sia mai veduto nel Giro di Francia, fino ad oggi. In quell'anno gli italiani fecero V dei progressi. Lapize conquistò il Giro, ma l'onore di entrare primo sul cemento del Parco dei Principi di Parigi e vincere la tappa allo • sprint », toccò per la prima volta ad un italiano, Ernesto Azzini. Nel 1911 il Giro di Francia prese delle proporzioni pili grandiose. I Pirenei non erano ancora surnclenti, secondo Desgrange, ed egli aggiunse alcuni colli alpini, a quelli già esistenti nell'itinerario, ed il Gatìbier. Allungò qj il chilometraggio delle tappe, fermo restan• do il loro numero. Centocinque concorrenti. Georget che avrebbe potuto contendergli il "* primato, travolto da una motocicletta, rimase ferito e fu costretto ad abbandonare. Degli Italiani 60I0 il livornese Pratesi terminò il Giro e fu 17.0. Nel 1913 fu istituita la categoria degli isolati- 11 Giro fu vinto da Defraye con 49 punti; 2.0 Cristophe; 3.0 Garrigou. L'Italiano BoriJareUo riuscì 13.o nonostante la conquista delle tappe Marsiglia-Perpignano (8,a) e della Oierbourg-Le Havre (14.a). Pratesi si classifico 19.o e 2.0 degli isolati. li 1913 portò la modificazione del sistema di classifica e anziché addizionare i punti secondo l'ordine di arrivo alla tappa, furono considerati i tempi impiegati e sommati inaiarne, come avviene oggi. Parecchi belgi si iscrissero soia prova come pure diversi italiani. La prima tappa Eegnò la vittoria di Mtebeletto di Sacilc che batte allo « sprint > H numeroso plotone arrivato compatto • Le Havre. Per metà della corea il leader tu Buya. es, che in seguito ad un incidente tu obbligato ad abbandonare il primo posto al compatriota Thys, eoe lo conservo fino a Parigi, coprendo l'intero percorso in ore 197,54'; S.o tu l'eterno Garrigou e 3,o Buysse. Degli italiani Bertarelli riuscì 8.0, Canepari 13.o, Con, tesini 20.O. Nel 1914 per la prima volta Girardango si allineò alla partenza. La prima tappa fu .vanta da Thys e Girardengo si piazzò 4.0; ma alla quarta tappa «pari senza avere ottenuto «km successo. La corea di Thys tu rego.lp2rtllgecoirrtmatvlsdpcs i e a i r o , o a a d o i ò . l ò ; e a a i o i i > e a. aa, o a, si u a uo. larisslma, addizionando una somma di tempi che gli dettero un'Ora di vantaggio sul 2.0 che era Pelissier. In seguito ad una riparazione eseguita alla macchina c non conte miniata dal regolamento, la giuria lo squalifico e lo penalizzò di un'ora portandolo allo stesso livello di Pelissier. Ma il forte belga non si scoraggiò, dette battala al rivale e arrivando primo a Parigi vinse per la seconda volta il Giro di Francia impiegando ore 200,28'; 2.0 Polissier; 3.0 ÀlàVQfane. Degli isolati fu l.o Botte; e Pratesi 4.0. Dal 1915 al 1918, durante la grande guerra, 41 Giro fu sospeso. ' I prodigi del piccolo Lueotti Nel 1919 à 17 mesi dall'armistizio il giro riprese regolarmente. Un grande cambiamento fu operato. Tutti i corridori partirono come isolati ed il giornale « L'Auto • provvide ad assicurare i rifornimenti. Fu creata inoltre la cosiddetta « maglia gialla » che doveva essere indossata e portata da colui il quale, fino dalla seconda tappa, teneva la te. sta della classifica generale. Il giro fu guadagnato da Latnbot in ore. 2M,7'15"; 2. Alavolne, 3. Cristophe. Il miglior italiano fii il piccolo Lueotti che si difese assai bene vincendo la tappa Grenoble-Ginevra e GinevraStrasburgo, classtfloandssi ih della graduatoria finale. Nel 1920 fu istituita la 2.a categoria che rimpiazzò quella detta degli isolati; cosi si ebbero corridori di La classe e di 2.a classe. Alla fine della l.a tappa, vinta da Mottlat, si ritirarono i due Bertoni e Gremo. Molti altri abbandoni caratterizzarono la corsa. 11 belga Thys rinnovò le gesta del 1913 e 1914 vincendo per la 3,a volta il faticoso giro; 2.0 hi L. Heusghem, 3. L. Lambot. Della 2.a classe fu l.o PeJletner. Nel 1921 la prima tappa costituì una vera ecatombe di pneumatici sulla cattiva strada dell'Havre e l'arrivo distanziò i corridori fra di loro. 20 abbandonarono, fra i quali i vincitori dell'anno precedente. La corsa si svolse 6enza incidenti degni di nota e Scieur si dtasslflcò primo; 2. H. Heughem; 3. Barthelemy; 4. Lueotti. Degli italiani Sala, Ceecarelli e Lueotti, fu quest'ultimo che dal principio alla fine si mantenne sempre nel gruppo di testa, arrivando 1. nella PerpignanoTolone, buon secondo per tre volte e piazzandosi discretamente nelle altre tappe. Nel 1922 il giro fu conquistato da Lambot per la seconda volta seguito da Alavoino e da Sellier. Thys, il vincitore di tre giri di Francia, nonostante tutti gli sforzi compiuti nella dura battaglia terminò, ma non potè piazzarsi ai posti d'onore. Degli italiani, Gay che era arrivato primo in una tappa e non troppo male nelle altre, subì la stessa sorte del belga. Santhlà si piazzò secondo della seconda categoria che fu vinta dal francese Pellettler. Sala fu 8.a della stessa categoria. Nel 1923 si ebbe l'ingresso di Ottavio Bottecchia che con i fratelli Pelissier formò l'equipe dell'Automato. Alla prima e seconda categoria fu aggiunta quella dei touristesroutiers- Alla fine della prima tappa lo sconosciuto Bottecchia, come tu chiamato dall'i Auto >, arrivò a Le Havre unitamente a' Jacquinot e fu battuto da questi allo sprint solo per pochi centimetri. La seconda tappa fu la • rivelazione » italiana che vinse in bello stile battendo tutti 1 decani del giro di Francia e tutti gli essi del ciclismo internazionale. Sul Tourtmalet e sui Pirenei il • macon • friulano fece ancora parlare di se e si rivelò un ottimo grimpeur pericoloso per tutti. Durante lo svolgersi di tutte le teppe la coalizione (ronco-belga invidiosa dei progressi del nuovo arrivato temeva il transalpino e scatenava delle battaglia Indiavolate; ma l'uomo dalle lunghe gambe magre era là, sempre pronto al combattimento. Egli soffriva solo la sete. L'arsura continua che afflisse l'inesperto atleta costituì 11 suo principale handicap, per cui fu obbligato a fermarsi innumerevoli volte per disseterei perdendo minuti preziosi. Bottecchia malgrado tutto e senza il favore popolare riuscì & piazzarsi 2.0 nella classifica generale dietro ad Henry Pelissier a soli 30 minuti dal leader Pratesi vinse la categoria dei touristesrToutiers, composta di 86 uomini. Entra in campo Bottecchia... n 1924 eegnò la prima vittoria del colori italiani nel classico giro. Bottecchia prese la rivincita del 1923 ed entrò per il primo a Le Havre. Non lasciò più la maglia gialla battendo il record del giro di Francia conquietando 11 primo posto della classifica generale dalla prima tappa e conservandolo fino alla fine. Alia terza tappa 1 fratelli Pelissier, vedendo Bottecchia, loro coequipier prendere il sopravvento, abbandonarono. Brunero ed Almo dalla metà della corsa iniziarono una terribile controffensiva coadiuvati dall'infaticabile Frantz. Brunero intanto si era portato al 2.0 posto della classifica generale ed Aimo in terza posizione si disputava con Bulsse e Frantz. In un certo momento tre italiani erano in testa. Cosa inaudita negli annali dal giro di Francia. Brunero all'ultimo giorno, avanti 3l prendere la partenza per Parigi, fu costretto a ritirarsi dopo avere percorso 5000 Km., lasciando il 2.0 posto della classifica. Buysse e Frantz coalizzati contro Almo formarono il binomio che riuscì nel proprio intento facendo retrocedere l'italiano al 4.0 posto- Bottecchia chiuse il giro con una vera marcia all'apoteosi, vincendo l'ultima tappa come aveva vinto la prima ed entrando primo nella capitale della Francia, ricevette il lauro del meritato trionfo; 2.0 tu Franzt, 3. Buysse, -io Aimo. Pratesi vinse la categoria dei routiers-touristes. Il giovane Vallazza ed il più vecchio dei partecipanti, Rossignoli, terminarono il giro. U 19.0 giro del 1925 fu un ritorno all'enti co. Desgrange rimise in vigore la categoria dei « groupées > cioè di uomini che appartenendo alla stessa casa costruttrice che doveva sobbarcarsi tutte le spese, avevano il diritto di aiutarsi, sostenersi, ed allenarsi a vicenda per sviluppare lo spirito di équipe. Le 15 tappe diventarono 18 da disputarsi sempre in quattro settimane, ciò implicò la necessità di correre alcuni giorni consecutivamente per i chilometri stabiliti, senza il giorno di riposo. E' inutile descrivere dettagliatamente tutte le peripezie della corsa, poiché a 6oli 12 mesi, ognuno si ricorda le vicende della battaglia. Bottecchia, Aimo, Gremo, Gai, Rossignoli, Picchi, Bresciani, Berni, Di Gaetano, Bianco, Gardinl, Lazza* retti. Lueotti ed altri si schierarono agU or dini dello starter. Bottecchia fu Per la seconda volta 11 trionfatore, ma non assoluto come lo era etato l'anno precedente, Cn altro asso, 11 giovane Benoit, belga, replicate volte gli tolse la maglia gialla, « per quanto si classificasse lS.o si affermò un atleta completo. I fratelli Pelissier si ritirarono alle prime tappe senza giustificato motivo. Il belga Martin fu un'altra rivelazione, il lussemburghese Frantz st comporto da valoroso piazzandosi al io posto della classifica. Il belga Buysse ebe fu uno dei ptù Lgnbadifter13.dadeanmatorile sescstocaveavl'agnfiosteB.mvadosotilfilscunfianescdedrridanstmuceconquistò il £.0 posto, dando alla ossa Automoto duplice vittoria. Degli italiani 11 migliore fu AJmo, ebe pratico oramai del si' atema francese delle coree su strada si mantenne regolare, vinse una tappa piazzandosi bene nelle altre, consegui il 3. posto. Gai 10. Del touristes-routiers Rossignoli, il più vecchio, giunse 2. e Berni 10. I, 0. ICPminingetrinomratolosolinsafaEsoddEbggCstàlaUsqnGGtorSletegclolizGStiSmmMevcsmvAvPrzDdzdGtCAGnnnpn(ggvD(trmTdntcrPl((d(GBlSlzVmBIdB