Altissima opera di difesa sociale trattata al Congresso dei medici igienisti

Altissima opera di difesa sociale trattata al Congresso dei medici igienisti Altissima opera di difesa sociale trattata al Congresso dei medici igienisti Ieri mattina il 4.0 Congresso nazionale dell'Associazione italiana per l'igiene, ha iniziato i suoi lavori. La sedivi a congressuale è stata preceduta dall'assemblea annuale dei soci che trattarono argomenti d'interessi dell'Associazione. La seduta del Congresso venne presieduta da.1 prof. Luigi Pagliani, attorno al quale sedevano il segretario, prof. Palomba di Roma, il prof. Canalis di Genova, il prof. Maggiora. Nella sala, fra gli altri abbinili notato il medico provinciale commendatore Sacelli, il deputato provinciale comm. Molinari, l'on. Casalini, la professoressa Ida Caciapli, il prof. Abba, il prof, tlormans e molti sanitari dell'Ufficio d'igiene municipale. Primo tema posto all'ordino del giorno era quello 6u cui riferi il prof. comm. Abba: « Lp stato attuale della lotta antitubercolare In Italia •. 11 relatore, ricordato, con memore reverenza, gli iniziatori della lotta. Achille De Giovanni e Giulio Bizzozzcro, espone le gravi difficoltà incontrate all'inizio, la scarsezza dei mezzi addirittura rudimentali che allora —quasi un mezzo secolo addietro —-si avevano, e l'altissima Importanza del fine da raggiungere, passa ad accennare alle terribili devastaziioni che la tubercolosi compie nel patrimonio umano della Nazione. Ben sessantamila persone ogni anno, muoiono per questa tremenda malattia, il che sarebbe come a dire che l'intera popolaziona di una cittadina di secondo ordine ogni anno scompare, falciata dal nasello inesorabile. Studiando le cifre statistiche che vanno dal 1883 al 1923, il progresso compiuto nella lotta difensiva contro il morbo, apparirebbe non molto rilevante. Ma, giustamente, il relatore fa osservare che mentre ai giorni no stri le denuncie di morte per tubercolosi possano essere ritenute attendibili, non cosi era per 11 passato. « Noi dobbiamo considera re la psicologia creata, attraverso ai secoli, attorno a questa malattia che fu sempre guardata come una labe domestica, donde la necessità di tenerla nascosta, di tacerla, di qualificarla con nomi eufemistici, atti a autolngannare le stesse famiglie e quindi a metterle in condizione di non prendere provvedimenti profilattici >. Oggi, nota il prof. Abba, la situazione 6 notevolmente mutata, 1 medici non si prestano più a mascherare la verità in omaggio ad un malinteso pudore dalle famigli? e gli stessi tubercolotici di guerra, vollero essere chiamati « tubercolotici » e non • mutilati del polmone » come da principio si voleva. L'apprestamento difensivo Passa poi, il relatore, l'opera Un qui svolta per cautelare la popolazione dalla propagazione del morbo. Ricorda come una leg- fs del 1923 abbia attribuito alla Provincia onere della lotta, ma rileva come fl* contributo dei Comuni a questa azione sia troppo coarso, oscillando dai 21 ai 27 centesimi per abitante. Purtroppo non in tutte le Provincie poro 1 Consorzi provinciali funzionano secondo vorrebbe la legge: risulta che Vi sono. Provincie che poco o nulla hanno tetto a questo riguardo. Il prof. Abba passa quindi in rassegna le vario opere già create o funzionanti come presidi efficaci nella lotta antitubercolare, mettendo in prima linea i dispensari o preventori antitubercolari, di cui già sono dotate SA fra le 74 Provincie italiane, mentre 18 altre provinole, in maggioranza meridionali, sono sfornite di questo organismo che venne definito come • il caposaldo della lotta contro la tubercolosi >. Degna di ammirazione è, a questo proposito, la Provincia di Sassari che ha creato ben 9 dispensari. In complesso l'Italia conta circa duecento dispensari che assistono non meno di 80 mila persone all'anno. Prima della guerra i dispensari non erano che ventotto. La seconda organizzazione antitubercolate è l'ospedale: eia esso un sanatorio, un tubercolosario od un semplice nosocomio. L'Italia non è sufficientemente fornita di questi luoghi di cura. Non possiede che circa ottomila letti specificatamente destinati ad accogliere tubercolotici, mentre la Danimarca, ud esempio, dispone di un letto ogni 980 abitanti. Fra le città che meglio compresero la salvaguardia che costituiscono t sanatori fanno citate, a titolo d'onoro: Budrlo, Livorno, Roma, Genova, Torino, Palermo, Milano, Pisa, Venezia e Padova. Nota il relatore che a tutfoggi molti tubercolotici non possono essere ricoverati per scarsezza di letti e rivela l'urgenza di provvedimenti, in ossequio alla verità che insegna: • prevenire per non dover reprimere >. Ma sarebbe ingiusto asserire che non s! è fatto nulla: solo dal 1917 al 1925 furono concessi mutui per 10 milioni a Comuni ed Enti par opero antitubercolari. La prevenzione Entrando nel campo dell'azione preventiva, l'oratore richiama il veramente confortante numero di Colonie antitubercolari ohe vennero creandosi allo scopo di irrobustire la nostra infanzia e proteggerla dal morbo. Hanno nomi diversi: Colonie mariiS, alpine, campestri, fluviali, profilattiche, eiioterapiche, case del sole, nidi di bambini, istituti di puericoltura, aluti materni, asili per lattanti, ecc., ma lo scopo nobile e santo e o dei medici igienisti quello: di salvare bambini più degli altri esposti al contagio per coabltazione con tubercolotici, par eredità, per anemia, per rachitismo, per convalescenza, ecc. Qui l'oratore enumera i grandi vantaggi della vita sana che conducono i piccoli in queste Colonie: ambienti igienici, aria pura e salubre, largo godimento di sole, del mare, dell'aria, nutrizione congrua ordinata, pulizia iporsonale e locale- Nel 1923 furono circa 110 nulla i ragazzi che 'beneficiarono di queste Colonie, che sono oltre 600. Torino ne conta 76, Milano 60. Roma 39. Firenze 30 Passa, poi il relatore, ad esaminare oltre forme assistenziali corno gli Ospizi marini permanenti ,ed analizza il funzionamento di tutto le opere profilattiche e terapeutiche, parlando anche d'azione svolta mediante la Croce Rossa e le scuole all'aperto. Il prof. Abba saluta con calorose parole di simpatia la legione di medici condotti che sono scesi anch'essi in lotta costituendo l'« Associazione nazionale antitubercolare ». Avviandosi alla conclusione, lì relatore non può trattenere un'espressione di compiacimento per quanto è stato fatto: • Noi italiani 6iam Bempre pronti a farci piccini, a deriderci, a non stimarci: di fronte alla lotta contro la tubercolosi dobbiamo invece inorgoglire e dichiaraMl non da memo di quanto altrove si fa e, talora, si millanta >. Afferma quindi che la propaganda deve essere Intensificata ed estesa perchè molto ancora resta da fare, ricordando come ancora pochi giorni addietro il senatore Ma* ragliano, in Senato, lamentò la deflcenza del fondi inscritti in bilancio per la lotta specifica contro la tubercolosi. Osserva che in alcune provinole come Torino, Novara ed Alessandria i lavoratori del braccio hanno dato il nobile esempio di offrirò una giornata di paga per la lotta antitubercolare e si chiede perchè mal 1 lavoratori del pensiero non facciano lo etesso. Accenna, infine, ella opportunità che lo Stato obblighi i cittadini a concorrere a quest'opera grandiosa di profilassi sociale e tonnina auspicando l'unione di tutte le energie, di tutte le Iniziative, di tutte le volontà per raggiungere il fine supremo: la salute pubblica liberata dalla sua più grave insidia. La discussione Il Congresso accoglie con calorosi unanimi applausi la chiusa della relazione, attraverso la quale ha sentito la passione del prof. Abba per quest'opera a cui ha dedicato moltissima parte delia sua attività, ed il prof. Paglioni rivolge al relatore calde parole di approvazione per tutta l'opera sua. Ed apre la discussione. Il prof. Vivente di Venezia propone che la relazione Abba venga pubblicata per l'importanza che està riveste per l'esatta conoscenza nel problema. Il dott. ' Piazza esprìme il desiderio che l'opera profilattica si inizi molto precocemente, attraverso la stessa madre del nascituro onde stroncare con maggior prontezza ed efficacia ogni minaccia di diffusione del male. Il dott. De Paecalis, di Roma, espone rapidamente al Congresso quanto è stato fatto dall'» Opera nazionale per la protezione è assistenza degli invalidi di guerra • per ciò che riguarda l'azione antitubercolare. Ed accenna al sanatorio > Generale Petlttl di Roreto > In Ancorano d'Istria, al sanatorio « Vittorio Emanuele III » in Arco, al sanatorio delle Calabrie, 6ull'A6promont'3, attualmente In costruzione. A Roma, poi, a PorU Furba, si sta allestendo la prima colonia lavorativa di guerra, che rappresenterà un grande centro di lavoro per gli Invalidi ohe ne vorranno approfittare. La colonia offrirà ricovero e lavoro agli invalidi. Vi sarà un padiglione per i celibi e quattro padiglioni saranno suddivisi in 48 appartamenti per gli invalidi che hanno famiglia. Tutta la colonia 6arà provveduta di tutti gli impianti di disinfczione, lavanderia, bagni, gabinetti scientifici. Il dott. Bartolonl di Milazzo insiste, fra le approvazioni del Congresso, sulla efficacia e perciò sull'opportunità della denuncia obbligatoria, e propone una mozione In questo senso. Grablowitz di Trieste e l'on. Casalini vorrebbero affrontare la connessa questione delle abitazioni, ma il presidente li avverte che vi è apposito tema all'ordine del giorno. La professoressa Salvimi, di Milano, si compiace che la relazione Abba abbia messo in rilievo l'efficace.azione compiuta in Sardegna. II comm- Condlo, assessore di Milano espone il punto di vieta dei pubblici amministratori e propugna, fra l'altro, la creazione di Colonie estive in loco, a scopo di economia, e il coordinamento dì tutte le iniziative Ouindi il prof. Maggiora, prima che la seduta venga tolta, arende un caldo omaggio a Luigi Paphanl. il quale in una breve arguta improvvisazione ringrazia e ricorda 1 benemeriti dell'Igiène. Nella mattinata sotto la presidenza del dott. Picardi tenne seduta in altra sede anche il Congresso dei dermosifllogran che discusse ampiamente, su relazione del dott. Gallila, sul regolamento sanitario di talune professioni. Nel pomeriggio i Congressisti si sono recati a visitare il Sanatorio S. Luigi, sotto la guida dei sanitari torinesi del Comitato e dei dirigenti l'Istituto. limbcqvcrmdtdcCdd•tsimmntspnd1tscntpdennpmapnaudpddptsbsainpc2dqrzpzrccn