La scissione liberale inglese

La scissione liberale inglese La scissione liberale inglese aiti è «tato ebdesto di spiegare ai lettori fld» non risiedono nelle isole britanniche il | motivo delle ultime divergenae sorte nel Partito liberale inglese. Poiché la mia persona costituisce il nucleo della questione mi è alquanto difficile tentare di dare una spiegatone imparziale dd quel che è succoso. Ma farò del mio meglio: non vi è, per un uomo, miglior esercizio psicologico di qneillo di porsi al dii fuori di se. stesso, una volta tanto, e — secondo le immortali parole di Burns — di « guardar noi stessi come g"li altri ci vedono »'. Le relazioni giornalistiche circa la scissione Tenuta ad aggiungersi agli altri guai di Dm Partito dallo spirito depresso, hanno fornito ragioni cosi inadeguate che panecehrta gente ha finito per giungere alla conKtasiaae che gatta ci cova. Orbene, tenuto conto del fatto che nessuna analogia è mai «soluta, ai può ricorrere, per capire la ndBBtooe liberale, al dissidio Taft-Roo•ereK Non ho bisogno di dire che non intendo ■tabQtaw compara aioni di sorta tra me e Roosevelt, ma le cause della scissione liberato non differiscono essenzialmente dai motivi che produssero un'analoga divisione nel partito repubblicano degli Stati UtnitL Tali cause sono in gran parte personali, ma nel omso degli eventi, oltre aifurto delle persone, entra anche la linea polltte del Partito. Il mio programma di riforma terriera gflda un monopolio potente e ben radicaIto. D mio atteggiamento circa lo sciopero general* rivela un'attitudine fondamentalmente diversa nei riguardi delle classi inctastriali. La mia. azione tendente ad affettare la conciliazione fra le parti fu accolta con la stessa rabbia con cui il Senato romano accolse uno dei suoi membri, 0 quale, in piena rivolta di Spartaco, avefaa osato dire una parola a favore degli schtenri insorti. Il più potente partito degli Staii Uniti ita apezzato in due. dall'inquietante personalità di Teodoro Roosevelt, e la scissione mise il partito fuori causa in due sucloessive campagne per l'elezione presidenziale. Come gli estranei giudicarono la f accenda? Essi credettero che, quantunque jl fattore personale contribuisse largamente alla scissione repubblicana, pure questa avesse cause provenienti da forze nascoste e ancor più efficaci. Sembrò loro che Roosevelt, con i suoi discorsi e la sua politica, fosse giunto a contrastare i forti interessi che governavano il partito repubblicano. I ricchi magnati da cui dipendeva la lubrificazione della macchina repubblicana, e che ne controllavano le leve, ti sentirono antagonisti di Roosevelt, ed ebbero per lui una violenta'repulsione. Essi non si fidavano di lui, e avevano mille volte ragione, perchè egli non era l'uomo che faceva per loro. Roosevelt non simpatizzava affatto con i loro sistemi e non perdeva occasione di ridurre il potere dei magnati, e di sfidare la loro autorità. Nell'altro campo, c'era invece chi credeva che 1 inagnati fossero un.' fattore essenziale dell'influenza e della fortuna del partito. Dal mio luogo d'osservazione, il fiero conflitto che ne segui mi apparve come una lotta intestina tra i Trust e le forze liberali e progressiste del partito repubblicano. Ma tutti gli elementi della questione non erano qui raccolti, e quelli che non entravano in questo aspetto della lotta si riassumevano nella personalità di Roosevelt Roosevelt era un lottatore vigoroso, ed èia difficile perdonargli certi colpi ch'egli andava distribuendo nel corso della mischia, per esempio, il seguente: « Come era che tutte le volte che ripeto l'ottavo comandamento: —• Non rubare i—i Wall Street è preso dal panico? ». In Roosevelt (C'era qualcosa che spaventava i timidi e g£ individui rispettosi delle convenienze, . coloro che non abbandonano mai le larghe, spianate, polverose vie dei luoghi comani del partito, n gregge giudicava Roosevelt un violento; i pedanti, un individuo senza principi; i dignitoso, una creatura sconveniente; i partigiani che fanno dei membri dello Stato Maggiore del Partito gli officianti di un tempio, lo ritenevano semplicemente una canaglia. Ma la gente senza pretese ascoltava volentieri RooseIssetLt, applaudiva i suoi discorsi, e correva in folla ad acclamarlo. Altri ancora, pur avendo una debolezza per Teddy, erano trattenuti dalla lealtà verso il partito dalraugurargli troppa fortuna. L'affare Roosevelt fu altamente istruttiva Gli alunni modello, che marciano uno dietro l'altro, come le pecorelle, e avendo in testa la maestra che guida la proces mone, "furono scandalizzati dalla pervicace indisciplina di Roosevelt. Ma la disciplina non è fra gli attributi dei bisonti. Roosevelt fu accusato di aver tradito il suo partito per aver mirato ad ottenere l'adesione dei progressisti e persino dei democratici alla causa repubblicana, e le gelosie che inevitabilmente sorgono in ogni sfera dell'attività umana si diedero libero corso. Io odio questo squallido lato della poli tjca, ma è chiaro che in esso bisogna ricorcare i fatti die illuminano i più oscuri Hunti dell'attuale dissidio liberale. Ciò del zjesto lascia anche prevedere che ci vorrà éel tempo per cicatrizzare la. ferita. Lo sciama del partito repubblicano degli Stati Uniti era apparentemente rappezzato prima della morte di Roosevelt, ma quando fui in America mi accorsi che molte amarezze non ciano ancor state sedate. Mi si raccontò che, se Roosevelt fosse vissuto ancor alte anni, la sua elezione presidenziale sarebbe stata, nel 1920. sicura, ma che tuttavia centinaia di migliaia di repubblicani si sarebbero astenuti o avrebbero votato [contro di lui. Mrtti dei più oscillanti fra i membri del partito trattavano ancora Roosevelt come un reprobo che ha peccato In tal modo che non v'è per lui speranza 41 redenzione, Essi non gli avevano r*iai perdonato la scissione liberale che mandò al governo, per otto anni, i democratici. La tomba nella quale, In riva ad una baia tranquilla, giaceva la più tempestosa figura della politica americana, non aveva accolto nella sua pace e nel suo oblio tutte le animosità suscitate, nei suoi anni turbolenti, dal grande spirito che si era gettato sul suo paese con la terrificante violenza di un tornado. Nella situazione del partito liberale inglese vi sono del fattóri sconosciuti agli americani. Vi è la guerra. Essa ha sempre creato divisioni fra i liberali inglesi, dall'epoca di William Pitt al 1914, e le divergenze prodotte dalla guerra vogliono degli anni prima di esser appianate. Pitt ed i liberali di Rockingham non si riconciliarono mai, neppure allorché convennero nella guerra dell'indipendenza americana. Gli ultimi soffrirono per la cooperazione di Pitt più di quanto non avessero sofferto per il suo distacco. Dopo le guerre napoleoniche, il partito liberale rimase ancora diviso per parecchi anni, quantunque, le due personalità a cui era dovuta la scissione fossero morte prima del termine delle guerre stesse. Le dispute circa la guerra boera continuarono per un certo tempo anche dopo la pace di Verceniging, e nel 1906, il gabinetto, i fautori dei Rneri, e gl'imperialisti liberali si trovarono ancora a disagio attorno alla stessa tavola. John Morley e Bob Reid non perdonarono mai ad Asquith, nò lo accettarono come leader del partito. I puri di tutte le fazioni non si riconciliarono mai sul serio, ma il grosso del partito si rappattumò presto, e più sinceramente dei suoi capi. Le cose andarono più a lungo nell'atmosfera mefitica del clubs londinesi. I bacilli d'infezione si ficcano nelle travate degli edifici, e tormentano senza posa gli infelici frequentatori di questi « palazzi del lusso e dell'ignavia » come li definì una volita, stigmatizzandoli, Panncll. Chiunque avesse visitato il National Liberal Club dieci anni dopo la guerra boera, vi avrebbe trovato delle pattuglie di proboeri, dirette da trombettieri ben conosciuti, intente a tagliar i panni addosso, senza requie, ad Asquith ed a lord Grey, Se il visitatore fosse poi passato al Refomi Club, vi avrebbe scoperto dei nuclei di fantaccini dall'esercito imperialista, intenti a sparare, dai loro ripari, sui lcaders liberali contrari alla' guerra. Così, le fiere contese liberali iniziatesi nel 1914 non presero fine col ce cessate 11 fuoco » del 1918. Colpi isolati continuarono a risuonare, sparati da posti mascherati. Ora, la guerra nuovamente scoppiata, e si spara su tutta la linea. Questa volta, però, le forze contrastanti sono differenti. Parecchi dei vecchi liberali coaliziondsti, non approvarono il mdo atteggiamento durante lo sciopero, e sono lungi dall'essere entusiasti del mio programma di riforma terriera. Dall'altro canto, i più avanzati tra i membri del partito, clie mi erano istati contrari durante il gabinetto di coalizione, hanno dato un appoggio pieno di zelo alle proposte di restaurazione economica da me a-, vanzate in questi lUlimi anni. Se ài dissidio è destinato a continuare, si svilupperà sulle direttive politiche e non sulle personalità del partito, e sarà tanto di guadagnato per il liberalismo. Si è avuta la sensazioce, in seno al partito, per parecchio tempo che «d dirigenti ufficiali » sottraevano al liberalismo le occasioni che i problemi del dopo guerra gli presentavano per dar prova della sua forza. Si è avuta la sensazione che il libaxalisimo ufficiale aveva permesso al labouriamo di impadronirsi della vecchia arca che conteneva i principi custoditi, per più di tre secoli, nel tempio liberale. Al termine della guerra mondiale, milioni e milioni di uòmini erano usciti dalle trinoee per tornare ai loro negozi, alle miniere, ai campi, pieni della speranza di trovare che i sacrifici fatti meritavano un mondo miglicre. Orbene, essi videro i « leaders » liberali venir loro incontro carichi di rancidi programmi, mentre i socialisti si avanzavano con manicaretti allettatori. Il lavoratore britannico è tradizionalmente cauto e sospettoso verso le troppo lauto promesse,, e se di liberalistmo gli avesse offerto un cibo sostanzioso, ben presentato, lo avrebbe preso. Le forze che si schierano al mio fianco racchiudono le più pensose personalità del partito, gli uomini che per anni si sono rósi per le opportunità che il liberalismo andava perdendo. Ho con me alcuni dei più abili pensatori politici dell'Inghilterra contemporanea. Essi ritengono, abbastanza naturalmente, che il fallimento dello sciopero generale offre al Partito Liberale una nuova occasione. E, pur avendo un gran rispetto per Asquith, non sono del tutto scontenti di vedere coloro che sono responsabili delle occasioni perdute, assumere un atteggiamento che, per la prima volta, consento ai liberali avanzati di procedere per proprio conto, a modo proprio, pronti a soggiacere a tutte le responsabilità conseguenti al nuovo cammino» Questa scissione ha aperto nuovi orizzonti e una nuova era alla politica britan nica. Il liberalismo prenderà presto, ancora una volta, la testa nella marcia verso il progresso. LLOYD QEORCHE. {Copyright della • United Press Assoclatton of America » in lutti i Paesi, ad eccezlc ria dell'Inghilterra: riproduzioni! totale o parziale assolutamente vietata). Il franco e la lira a Londra (Servizio spentale deila • Stampa •) Londra. Il, notte. I due ponti estremi tra i quali ha fluttuato il franco francese oggi allo Stock Exchange sono stati J05,50 e ICS. La chiusura !■ nvvcnut'a sta-sera al punto medio di ItiO/JS. Il t'raucj bcli'u ribussava nel frattempo sino u 105,50 ma da ul-timo rikuudagnava un po' di terreno chiudendosi u 163,50. La lira si è chiosa a 1$3,ML

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