L'aggressione ad un commissario di P. s. - Il taumaturgo - Uno sbaglio di cella.

L'aggressione ad un commissario di P. s. - Il taumaturgo - Uno sbaglio di cella. D'AULA IN AULA L'aggressione ad un commissario di P. s. - Il taumaturgo - Uno sbaglio di cella. L'episodio, c/uando fu narrato, apparve veramente singolare. Ed è indubbiamente nuovo nelle cronache della delinquenza il fatto die tre giovinastri in vena di compiere 'qualche ribaildoria. scelgano proprio la loro vittima nella persona di un funzionario di P. S. La vicenda ebbe il suo svolgimento la sera del 3 febbraio scorso, poco prima della mezzanotte. H cav. (Huseppe Olivazzi, commissario di P. S. e capo della Terza Divisione presso la nostra Questura, stava dirigendosi a casa. Era giunto in corso Quintino Sella, all'angolo di via Bricca, cioè in prossimità della, sua abitazione, odiando tre individui, sbucati dalle tenebre gli sbarrarono il passo. Quel tci-zetto sinistro, fattosi avanti nella notte, all'angolo di una via, non aveva certo le intenzioni più pacifiche di cpiesto mondo ed il eommissaric, da uomo che conosce le capacità delittuose dei figuri che possono af- frontare i passanti per la via, l'intuì e si eof- Ifeiunò ini. attesa d poter compiere... ancn'egli I ! il saio coipo. Uno cie.gli econosciuti -- torse il ì sisdgaacapoccia della comitiva e l'ideatore dell'ini-] presa — si scostò dagli altri e si avanzò verso il commissario, chiedendogli uri fiammifero. — Mi sembra un po' imprudente la vosfru! richiesta..in questa località ed^a quest'ora — | osservò il cav. Olivazzi. — Badate ragazzi che avete a fare con un commissario di P. S. — Allora tiri fuori il portafogli c ci faccia vedere i documenti! — continuò il giovane. li commissario l'accontentò subito: affondò mia mano nelle tnsdie, dove invece del portafogli o quanto meno della scatola di cerini, trovò la sua rivoltella a sei colpi. L'esibizione di questo... documento sconcerto ed atterri i , giovinastri, due dd quali si diedero subito I alla fuga. Il terzo — quello che andava in cerca dei cerini o dei... documenti — ebbe il disappunto di lasciarsi afferrare saldamene dal funzionario, che lo trasdnò nella vicina Caserma Dosali, in via Asti, e poi al commissarialo di P. S. di Borgo Po, sotto la scorta di alcmii agenti. Fu interrogato ed identificato per il didottenne Pietro Cariguano, abitante in via Monterosa 69. Intanto, nella notte stessa, venivano identificati ed arrestati anche gli altri due, i quali, allorché avevano visto il loro compagno cadere nella stretta ferrea del funzionario, avevano tentato, ma senza troppa convinzione di riuscirvi, di liberarlo. Costoro furono identificati per centi Antonio Melle, di 18 anni, abitante in corso Casale, 371, e Michele Demaria, di 22 anni, abitante alla I Venaria. Mentre il Melle risultò nuovo al|le imprese del genere che si accingeva a compiere con i due colleghi, il Demaria ri sullo essere un pregiudicato pericoloso, colpito anche da mandalo di cattura* per altre ribalderie di cui dovrà prossimamente rispondere in Corte d'Assise. Ultimala l'istruttoria, durante il corso della quale il Carignano ed il Melle poterono ottenere di essere scarcerati, i tre giovinastri vennero rinviati a giudizio per tentata Tapina. E ieri il terzetto intraprendente ma sfortunato è comparso dinanzi ai giudici. In istruttoria, il Carignano, forse perchè più giovane e più novellino, aveva confessalo che in quella famosa notte s< era unito ai compagni per andare in cerca di quattrini: avevano tutti l'animo ben disposto per darsi a queste ricerche ed a questo lavoro. Ieri, ai giudici, egli non potè che confermare quanto aveva già dichiarato, sostenendo solo che il tentativo di rapina non era stato neppure iniziato: il Melle - I invece, ammettendo di essersi accompagnato o fon l'amico, smenti recisamente il fine de- o e o ; a e to o o , a , ? i è e o e i littuoso che era loro attribuito, ed il Dema ria, più scaltro e più energico, negò di essersi in alcun modo trovato coi due giovani coimputati. Il dibattimento non recò alcun dato di fatto nuovo, oltre a quelli che erano noti, e tutto l'Interesse si polarizzò nella discussiona che fu animata e serrata da parte della Difesa. Sostennero i patroni che i tre imputati non potevano andare puniti semplicemente per le loro intenzioni delittuose, giacché essi non avevano dato inizio con nessun atto al fatto criminoso, ma avevano volontariamente desistito da qud principio di tentativo che si conosce II • Tribunale però non condivise la tesi e ritenendo che il fatto rivestisse la ipotesi di un tentativo di rapina, perfetto come vuole lo spirito della legge, ritenne i tre giovani colpevoli dell'imputazione loro elevata, condannando il Demaria, recidivo, a 3 anni di reclusione ed 1 anno di vigilanza della P, S. ; il Carignano a 1 anno e 3 mesi e 15 giorni (da scontarsi, data la età inferiore ai 18 anni, In una casa correzionale), ed il Melle ad 1 anno di reclusione ed 1 anno di vigilanza. Pres. : cav. Manzoni : P. M. : cav. Casalegno; Difesa: aw.tl Pavesio, Del Vecchio e Vigna; Cancelliere: Provenzale. Un brutto giorno della scorso anno la signorina Norma Lauretani, abitante in via Monginevro 32 fu assalita da forti dolori al braccio sinistro. I parenti allarmati della forma un po' misteriosa dei dolori, fecero ricorso all'opera di certo Isola Francesco, residente in via CostigHole 2 e che era stato loro indicato come una specie di taumaturgo in cure del genere. L'Isola accorse presso la giovane Lauretani ed esaminato il braccio dolente disse: — Si tratta di una lussazione alla spalla. — Ma io ho male all'avambraccio — strillo la ragazza. -r Creda a me. E' &Ha radice ohe bisogna andare. Le nostre ossa sono come dei pezzi di cristallo. ja" sente mVccior E fatta trattenere la paziente dalla sorella Floride e afferrato il braccio in questione, si diede con tutta forza a fa--lo roeare per rimettere, diceva lui, le ossa a posto. Ma. come effetto immediato la povera Norma ne risenti un dolore tanto atroce che si mise a gridare come un'aquila. Il medico mprovvisato non osò continuare c applicò sulla spalla un be.ne.ilco impiastro di bianco d'uovo e di sapone. Ma nemmeno questo giovo a nulla.. Continuando anzi il dolore atroce, non soltanto più all'avambraccio ma anche alla spalla, ricoverata la giovane all'Ospedale Martini se ne ebbe per 9R giorni. Denuncialo e rinviato a giudizio per esercizio abusivo dell'arte medica e per lesioni colpose l'isola veniva condannato a complessive L. 2000 di multa, olire ai danni e alle spese. Risultò che egli, oltre a essere un abile masseur invadeva talvolta, il campo medico spiccando ricette e ordinando rimedi. Ricorso in appello, riprotestò la sua innocenza, ma il Tribiinaile, udite le arringhe del difensore, avv. Pavesio, le conclusioni del P. M. e dell'avv. Filipuello di parte civile negli interessi della Laurent»ni e dell'Ordine dei Medici di Torino, confermava entenza del Pretore, condannandolo alle ggiori spese- cvcs•s >w* n ni cH)tìmtì,.p Heii'-ininn scorso certi G. B PennaT^i W-eSS aMto^to^ì Caselle 8, e. Alfredo Cirindelli, di 29 anni, abitante ora a Cncrasco, impiegati presso la ditta Audero, Lovera e Cerniti, di via A vigliana 7, erano stati incaricati dai loro principali di ritirare da magazzni frigoriferi di via della Fucina 2 quindici quarti di carne congelata. 1 due uomini dovevano togliere la carne dalle celle flsl frigorifero e portarla a spalle " sull'autocarro, per trasportarla poi nei locali della dilla: mentre il lavoro di scarico procedeva, il 6opraintendeute dei magazzino si accorse che due quarti, anziché la via deill'aiutocarro avevano presa una via diversa: erano andati a finire lidie celle del negoziante Alfredo Borgnino, abitante in via Barolo 29. Da cosa fu risapute; i due quarti di carne, die pesavano circa 110 Kg. e valevano 501 lire, furono restituiti ai proprietari, ed i due uomini addetti al trasporto di essi, furono denunciati assieme al Borgnino per furto. L'istruttoria compiuta portò ad escludere ogni addebito a carico dei Borgnino, U quale potè dimostrare che non aveva dato alcun incarico ai due macellai di... recapitargli i due quarti scomparsi, e che per la 6ua posizione finanziaria e commerciale non aveva alcun bisogno od alcun interesse ad implicarsi in furterelli di qudla specie. A riprova della entità notevole dei suo stato patrimoniale, il Borgnino esibì i documenti dai quali risultava che pagava per sola lassa di R. M. ed imposta complementare la bdlezza di circa 18 mila lire all'anno: come era possibile quindi che fosse andato ad incrinare e conipromdtere la sua posizione in qudle circostanze? Fu creduto e fu prosdolto dal giudice Istruttore per non avere commesso il fatto. A giudizio comparvero quindi i due uomini della ditte di via Avigliana 7: il Penna si addossò la responsabilità di avere fatto deviare quei due quarti di bovina e disse che aveva commesso quella inddicatezza senza sapere perchè, essendo ubbriaco. Il Tribunale condannò il Penna a 6 mesi, condizionalmente, ed assolse il Grindetti per insuffteenza di prove. Pres. conto Balladori; p. M. cav. Di Majo; difesa aw. Porcù, Borghesio e Frattini; cane. Ghiandola

Luoghi citati: Borgo Po, Torino, Venaria