I dissesti bancari d'Imperia e di Parma

I dissesti bancari d'Imperia e di Parma I dissesti bancari d'Imperia e di Parma La «Garibaldi» 8 le sue peripezie Le origini e le causo dei fallimento (Dal nostro inviato speeiale) Imperia, 4, notte. li fatto che sopra tutti gli altri tiene oggi rivolta a sè l'attenzione degli ambienti commerciali e industriali della riviera di Ponente e ne occupa i commenti e ne eccita le previsioni, è il fatlimsnto della banca M. Garibaldi e C. di Porto Maurizio. E' di lunedi scarso il chiarimento delia situazione latto aU'iassemblea generale dei creditori dal curatore rag. Angusto Cortiuois di Genova, chiarimenti precisi e sereni, ma con conclusioni pessimiste e lori, in un solo giorno, ;=i e diffusa la notizia di due altri dissesti clic si sono abbattuti sull'industria delta riviera contribuendo ad accentuare l'impressione diallarme ohe dura da più di un mese, dal giorno cioè in cui la Garibaldi ha chiuso gli sportelli. A Finalmariiia, lo stabilimento metallurgico Virginio Traverso, che occupava alcune centinaia di operai, ha chiuso i battenti. Non 6i hanno informazioni precise sul dissesto del quale si aveva sentore da qualche tempo per il graduale licenziamento delle maestranze; ma la dolorosa sorte dello stabilimento è messa in relazione con il fallimento della Garibaldi e la chiusura dal cantiere si vuole far dipendere strettamnete dal oraci? della Banca. La conceria Miffei e Pa-mbianoo di Finalborgo, è stata pur essa dichiarata fallita dal tribunale di Savona. Il fallimento è disastroso: in base ai primi rilievi del curatore si parla di 18 milioni di passivo contro 5 di attivo e anche questo dissesto ò messo fra le conseguenze del fallimento della Han-;a Garibaldi cou la (pialo la Conceria aveva rapporti e impegni finanziari non indifferenti. Al gravissimo avvenimento del mondo commerciale, cho ha avuto larghe ripercussioni, che ha turbato l'armonia operosa di una ventina e più dei più attivi centri rivieraschi, e che lia interrotto, di colpo, larghe trame di àflari, non e mancata neppure una rvistc pennellata di cronaca nera. 11 diretu>ie deiia succursale- di Ventimiglia della Banca Garibaldi, cav. uff. Raimondo Marzocchi, da Bologna, come già sapete, si è ucciso a colpi eli rasoio infortisi olla gola e al ventre. 11 pietoso,suicidio si potrà attribuire ad una coincidenza Casuale ma lai certi ambienti si è propensi a connetterlo con l'affare della Garibaldi, poicliò anche i direttori dulie succursali sono ora oggetto di denunzie sporto dai croditori. L'autorità giudiziaria accerterà io circostanze e le cause della fine violenta de] direttore di banca; da tutti perù il Marzocchi era ritenuto uomo modesto e un onesto impiegato. Aveva 50 anni, lì' una vittima delia Garibaldi. Altri homo perduto la propria fortuna: il maturo funzionario, al tonnine della sua carriera faticosa, ha perduto anche la vita. 1 faticosi inizi della Banca Chiusa la bara del suicida di Venttmigila, sarebbe da auguroisi si chiudesse anche la serie doLle gravi ripercussioni del dissesto : ma la prudenza consiglia a non fare previsioni pacifiche e il linguaggio preciso e misurato tenuto dal ragioniere Coriinois è nello stesso tempo troppo chiaro per lasciar presumere una soluzione confortevole. La vita della banca M. Garibaldi e C. e stata sompre tormentata. Essa venne fondata nel ISSO ma rappresentò la continuazione d: ima dittaiM. Garibaldi e C. costituita nel ISSOto il cav. Maurizio GariialUi, il «mun. G. B. B*c- caro e il signor Maurizio Paglioni. \ entità questa liquidazione, per gravi perdite sub a motivo dol fallimento dei banchieri fratelli Bingen di Genova, il Maurizio paglioni costituì una nuova casa bancaria gestendola co! fratello sotto il nome del'a loro ditta M .'•aribaldi e C. con 500 miai Uro di capitale diviso in venti carature da 25 mil i lire cadwna Il comm. Beccaio rimase nella Società come socio accomandante. La Rauca, suoi primi anni fu una piccola cosa, t&ceva orerazioni di cambia c di piccoli -, .. a commercianti ed agricoltori di Porto Maurizio: ma godeva di una cena floridezza. Nel t-'l*. il capitale sociale fu aumentato da 1 jOo.tXH) a 1.750.000 lire. La Banca rjv\ì> un v-ù largo respiro e cominciò ad ingolfarsi negli aftari. La gestione però non era dalie più ordinate. Secondo risultò dai libri e dalle carte esistenti negli uffici della Banca, i bilanci non venivano presentati ai caratisti. Ai caratisti veniva assegnato e pagato annualmente un dividendo, a giudizio dei gerenti, e secondo le risultanze delle situazioni da quesu formate alla fine di ciascun anno o trascritte riassuntivamente nel libro degli inventari. Non risultano cho siano mai state tenuto assemblee di caratisti. Attualmente, per la morto di. Maurizio Ragliarli di Francesco, e di Francesco Paglioni fu Eugenio, e per il ritiro, dovuto a malattia, di Maurizio pagliani fu Eugenio, la Banca era affidata esclusivamenie alla gestione dei fratelli aw. Eugenio e dott. Paolo Paghimi. Entrambi 6ono ora nel carcere di San Remo : ed ecco per quale successione di vicende. La loro gestione fu minata da un primo errore fondamentale, cioè accordare fidi eccessivi, sproporzionati alla entità e alla natura della Banca, a poche Ditte o persone senza alcun vaglio sulla consistenza reale delle aziende, sulla serietà del loro commercio, senza alcuna reale garanzia. La Banca aveva li succursali: Alassio, Alb&uga, Arma di Taggia, Bordighera, Cali6sano, Uolce Acqua, Finalmarina, Loano, Oneglia, Pietra Mgure, Pieve di Teco, San Remo, Taggia e Ventimiglia. In queste succursali, che in linea di massima non facevano finanziamenti affluivano i depositi del lisparmio della regione e la Banca centrale attingeva a questi depositi le somme occorrenti alle 6ue operazioni di finanzia mento. A dare un'idea della importanza assunta ciana Banca basta notare che olla vigilia del dissesto e malgrado il lungo periodo di allarme che provocò un forte ìitiro di depositi ^cS»^» aggirava 6ui cento milioni. I^i situazione di . ratore rag. Cortinois' rileva fra gli errori della I?anca, «mello . di sapersi acconciare a per ™^on sapere o non voler troncare i lidi iR tampA • evitando così di intaccare di trop¬ po la compagme p^monùac dell'azienda. |-a relazione dice fra l'altro . « Nessun controllo vi era o si esercitava sull'andamento ^'joiie; Ku organi clic avrebbero- 00tulo arrestare forse in tejiipi l'andazzo di™a* roso mai funzion arcuo;. i'us.=c ublea dà pericolante eredito della Banca i La situazione Le voci aUairmistlchc sorsero a trrterva'tli: la Garibaldi le smonti sempre. Ma la sua situazione Intanto si aggravava tanto che la sua stabilità si riduce ad essere dipendente da un gratulo istituto orto faceva il servizio , ! è o a e i c a i | i tendimenti (lercio compito." Pu?'"sen?a viti \ coinè fin d'ora la curatela defim^^artetèr minato programma e «Ilo svo «rimenlc.di j particolare azione, ha «presso l'opinioneserie caratisti, che avrebbe dovuto prendere in esa- me i bilance! della Ranca mal venno convo- rata: il comitato di Consiglio non risulta ab- bia mai funzionato; Commissioni di sconto nn esistevano. Queste cause e la Incapacità del gerenti di comprendere e valutare in tem- po la realta della situazione e di provvedere ai rimedi unite alla messianica credenz.-1. di interventi e di aiuti conservata fino all'ili- tlmo, spiegano se non servono a giustificare i mezzi a cui si fece ricorso per sostenere il docile anticipazioni. Bastava che questo Isti-tuto troncasse i crediti ed era la line. Allorai fratelli Paglioni, vista la situazione insoste-nibile, si decisero a provvedere. Il 16 aprlie venne a morte un loro parente ed essi chiù- sero la centrale e le sucoursali motivando lachiusura col lutto di famiglia, e riprometteii-dosi intanto di provveder al salvataggio. Magli sportelli non si riaprirono più. Furonofatti tonativi dì salvataggio anche a Roma, c™ ^i™"10,!!1 £e rate "I1 ,siro m 18 mesi.Con la domanda di concordato preventivo ifratelli Papliani hanno presentio al Tribù-nale una situoziore finanziaria che si puòS2SLn«iJ^nlcreì «n totale attivo di10!>.999.r.ra,.i9 o un totale passivo diho.973.69L_19 con un eccedenza attiva quindidì 4.0-25.372,31. Onesta è una situazione rosea e se fossoi-oale, non sarebbe fallimentare. Ma, secondoè riferito dal curatore, la realtà A ben diversa Nell'attivo sono romprcsi 130.797 181.0R lire didobiti in conto corrente e questa cifra rap-prescnta l'incognita maggiore dello stato pa-trimoniale della Banca pòlche molli dubbi siaddensano sul rralizzo di tali crediti concessiad appena una quindicina di ditte "e privàtiValcun! dot maggiori debitori sono già falliticon bilanci disastrosi; altri sono in condizioni difficilissimo con poche speranze di evitar.? il fallimento. Inoltre si deve aggiungere che neppure verso i maggiori creditori lafianca si 6 adeguatamente cautelata. Mentre il curatore giudiziale e il delegato contabile si accingevano a districare la matassa venne un secondo colpo di scena: gli stessi gerenti della Ranca chiesero il fallimento motivando la richiesta col peggioramento della situazione dovuta al fallimento di alcuni forti debitori, con la svalutazione di merci di proprietà della Banca e soggiungendo che ad un secondo esame lo stato patrimoniale «ra apparso assai più girava del previsto. Onesto avvenne il 10 maggio. Il Tribunale di Imperia dichiari"! allora fallita la Banca Garibaldi, fallito il padre del gerenti signor Maurizio Paglioni e spiccò mandato di cattura contro 1 due gerenti Eugenio e Paolo Paglioni, che furono subito tratti in arresto. L'assemblea del creditori è stata tenuta al teatro principe Amedeo di San Remo. Il curatore rag. Cortinois, ha letto dinanzi ai rappresentanti di circa diecimila creditori, la sua relazone che è stata approvata per ae "lamaztpne. Egli ha cosi riassunto gli in s^ potrà essere opportuno di procedere con tutta la maggior ponderatezza nel realizzo l'i crediti della l>anca, per non provocare nuovi fallimenti, non 6arà però meno doveroso di usare ogni energica azione di difesa a tutela degli interessi della massa nei confronti di quant avendo largamente attinte :voiN? casse dell'istituto ora fallito, hanno dunosirato nell'uso delle enormi somme avute in sovvenzione, incapacità assoluta e mancanza di ogni criterio di misura o peggio di o:i-e*;à e sperano ora d riuscire a raggiungere, sulla procurata rovina di tanti fidenti e modesti risparmiatori la più comoda e meno gravosa sistemazione degli obblighi loro. Ed ha concluso cosi :' • Non è possibile in oggi ridurre in cifra concreta le prospettive di :vali;ro e nemmeno quindi indicare percentuali di probabile riparto e l'epoca in cut quarto potrà awenre. Certoè solo questo : che la previsione di assieme non può enunciarsi in modo soddisfacente per i creditori ai <ru.iHdovrà far carico una perdita notevole del loro avere. E certo è altresì che di non facile nò rapido realizzo per la vastità del dissesto, possono essere le speranze in un equo ivneordnto •. Il giudice, istruttore cav. Beranger proseguo Panino ' lavoro di Istruttoria penale esaminando le numerose dennneie 6porte a carico dei gerenti tratti in arresto e dei direttori detle filiali. Le denuncio vertono su vari reati, dallostorno di fondi all'appropriazione indebita alla truffa Oggi poi corrono voci allarmanti anche per quello che è il lato più delicato, il « sacrario » diciamo cosi di una ■banca. La gente — creditori e non creditori — che raccoglie tali voci vuole superare che questo almeno jaranno smentite dalla realtà dei fatti. ETTORE SOAVE.