Il Gran Premio d'Italia a San Siro di G. Bevilacqua

Il Gran Premio d'Italia a San Siro Il Gran Premio d'Italia a San Siro Il favorito A pelle battuto dal compagno di scuderia Milano, 31, mattino. Ànclie le coree subiscono l'influenza del caro-viveri; cinqiio anni fa questo Gran Premio d'Italia che metteva in ballo ben -'00 mila lire pareva il non plus ultra dell'ippica italiana. Pensate: 250 mila lire, una moneta imponente. Ora, anch'essa, non si impone più a nessuno, neppure alle cameriere che, quando son discrete, ihlascano le collane di mezzo milione, per non parlare dei vari Zerbini, FischetU e sud, che appena appi no si adat tano al milione. Tauri' vero olio la Società di San Siro per fraleggiare coi tempi e coi milioni, ha dovuto anch'essa tre anni or 7,0110 aumentare lo cifre e pervenire a quel!», grossa e rotonda, di «Oli mila, lire che sarà disputata, col l'rumici Milano, a giugno inoltrato. L'cqUipni'flziono è giusta, nordici so rincara ;i lavoro delle braccia, deve pur rincarti re uiie:iiir di cavallo. Poj k allfrati neesptrichtenprsciavniiga————Alil qulo delle gaciibo, sten ,. spuli, delle coree, vuoi per la tradizione, vuoi ( foptr la spieiata concorrenza elio ni cavalli | pefanno da qualche tempo gli uomini — i boxcurs soprattulti — doveva ben in qualche modo difendersi, 0 gin ad alimentai' la doso delle '.arie da mille e giù a gettar ultra polvere dorala sugli occhi dei an/s bonnutt del dopo-guerra. Nondimeno questa coisa conserva una importanza ed c Ira le prlncipalisslnie del tvrf nastrano per due ragioni: sportiva, l'ima, 0 mondana, l'altra. E- la grande, competizione dei. ire anni, vaio a diro pei nati nel 19S3, e voi sapete die in ratto di cavalli, l'età ha un valore decisivo. C'è un controllo severo, persino pr-rfido, che min si può eluderò rome lo odiidiaiMO noi. muschi e femmine, lo non me n-1' intendo, non ho inai avuto col cavalli della dimestichezza se non con quelli do! blumisti, non ho mai puntato al bettina, non ho mai letto lo Sportsman ed i: un torto cer-1 nplamento grave, ma in fatto di età. ho sempre j-osentito che nell'ippica so ne parla senza ri- .guardi, ed è un elemento di discussione, di' raffronto, di accanimento. In fatto di età e di peso, di poso non del cavallo — e ciò la prima volta mi ha stupito — ma del fantino Cosicché per esempio si sente lamentare che a queste Gran Premio manchino i concorrenti stranieri per via appunto del peso. Il facile pronostica Francamente il torneo dei pronostici non 6 stato movimentato; da tre ','iorni, conosciuti gli ultimi forfaits, si dà per vincitore Apelle della Scuderia Tesio. Si fratta di un « crack » prodigioso; di un « crack » (dimenticate il signilìcato commerciale perchè è tlltt'altra cosa) che è « l'espressiune pura di una razza nobilissima», che è « un dominatore selezionato », che rappresenta « il fascino della stirpe eipiina », tutte qualità alle quali fermamente si deve crederò non soltanto perchè è figlio di Dormi-llo — e questo lo dicono 1 tecnici — ma senza dubbio ' sblasfosoatbrosnatoapdaziE eskecocldS(5taB(55 eperchè il suo parsalo è Indiscutibile: vinci tare del Premio Firenze, del Derby lteale, del ] Principe Amedeo. Perciò è il favorito, il favoritissimo e perciò non va giocato. Chi più meriti ha, meno rende, ed i « book- ! maekers » lo avviliscono sino ai tre-quinti. Vincite da signorine. E', al contrario, vivace e pugnace la giostra per gli altri posti: tra Cranach e Avvoltoio, tra Orasso e Zizonio ed ò battagliera per le due femmine, Diana e Olivola Seriamente si presenta per queste due una vera incognita e quindi pochi si pronunciano e tutti si chiedono: l'ima o l'altra? Può per noi essere indifferente, ma pei giocatori no e lo dimostrano te puntate che anche queste due femmine hanno eccezionalmente provocato. La seconda ragione per cui il Gran Premio d'Italia suscita tante interesse e attira a San Siro cosi vasta folla, è mondana, ma bisogna confessare che si tratta di una vera ingiustizia ed escludere qualunque merito. Una volta gli allori di tanta gioconda mondanità spettavano al Premio del Commercio, ai primi di maggio, e gli spetterebbero tiitt'oggi se noti si fosse messa di mezzo la stagione a defraudarglieli del tutte ; una voi infatti, la moda primaverile eia sfoggiata in quel giorno e principiavano allora le prime scollature, te prime vesti leggiere, i primi abbandoni delle imbottiture invernali: ora giustamente la festa della tenuità, della leggerezza, della lievità amoreggiaste 'coi più dolci e innocenti tepori. Adesso voi sa.pote corno sono andate e vanno le cose, come vanno le stagioni che si azzuffano tra di loro mentre noi ne facciamo le spese ; quest'anno e l'anno ;:corso, devono, di sicuro, aver man dato all'ospedale la primavera, perchè non ù comparsa e perchè l'estate ha vinto, toutcourt, senza riposi, con un » knok-out » improvviso. Dieci giorni or sono ancora ha nevicata e non allo Spitzbergen, ma a trenta chilometri da Milano ; oggi il sole avvampa. L'anarchia della moda l o i i e a n i l l a e e i . a — . . a e . . — . Così anche la mondanità .1 San Siro ha fatto trasloco di data e di giorno e si è insediata col Gran Premio d'Italia; ha smarrite, tuttavia, le sue bello linee nitide e prjtìise. si è imbastardita e anacronizzata. La morta oggi, che non ancora Uà divorziato dalla primavera e non ancora ha impalmato l'e6tate, è davvero nella situazione di quelle signore che hanno un marito posticcio: non ha un nome, non ha un'etichetta nella sua carte da visita. Se le dite ili presentarsi, tenterà dl imbrogliarvi e di farvi gli sberleffi. Perchè, diteci voi, che coea dobbiam prendere sul serio, assumere ad' hoc, come novità di stagiono, come deniicr cri d'oltre aipe, quei feitroni variopinti dall'enorme e spaglio, tesca visiera rialzate, ovvero quei flosci berrettoni che cascano da un lato pei troppi capelli clie sotto non hanno? Son quest'ultimi che hanno diritto di vita, eppure gli altri non scompaiono; ed è sempre per via di questa moda che non può essere nè carne nè pesce e intanto non arrostisce nè frigge. Così è pel soprabito tipo mascolino, stretto, stretto, che ancora 6i confonde con la nuovissima casacca, così è perle scarnine di daino che ancora ticchettano tra quelle di chevreau-rjlactt. Vi è soltanto una unanimità, maestosa e solenne : quella della gonna corte. Quest'anno poi anche l'africanismo scompare e tutte le false creole e le pseudo-mulatte impiastricciate di zafferano lasciano il posto a.l colore naturate della razza che a dispetto di tutti i venditori di creme colorate è ancora il bianco. Abbondano invece i cappelli di paglia timidetti e arroncigliati in attesa di aprire le ali a stagione avanzata. Ma tuttavia i colori restano assortiti e nel parterre ghiaioso di fronte alla pista e nel pesane verde di tigli, la policromia è pressoché arlecchinesca e dall'alto ci par di ammirare una cincsissima scacchiera di mathjong. Anche in questo grande evento (6i dice great eventi come a teatro il migliore pubblico è auello dell'ultima orai II Gran Premio si deve correre alle 17.15 e soltanto poco prima delle 17 te automobili padronali sbarcano la folla piti scelta. Non c'è grande rumore attorno al betting e del resto da qualche tempo anche i bookmaUcrs hanno assunto una maggiore compostezza. Una volta issavano dei grandi ombrelloni, come in certi mercati di frutte e di verdura e sopra delle seggiole, la grande borsa di cuoio s tracolla, chiamavano e sbertucciavano, come le sonnambule dei villaggi, coi « pianeti » della fortuna. Ora possiedono dei chioschi dl legno e di ardesia; stanno solenni dietro ai leggìi, scarabocchiano in bianco su delle lavagne e si fanno una concorrenza coi guanti. Dunque. Apelle rimane 11 prediletto e poiché alla Un fine la grande massa punta su di lui, sebbene sia trascurato dai grossi colpi, finisce ad un quinto. Tanto egli vincerà senza contrasti ed il betting non vuole i rischi. Vedremo noi che cosa succederà. Per la storia: il suo compagno di scuderia Cranach è dato ad 8; Avvoltoio pure ad 8; Zizonio a 10; Olivola a 6; Orasso e Diana a 20. Su questi ultimi i bookmakers possono mostrarsi generosi I Vi sono a San Siro due paddok ; uno, diremo, di uso interno e l'altro ufficiale. Nel primo i cavalli gironzolano e si fanno ammirare senza fantini ; nell'altro gli uomini sono già in sella, poiché siamo agli sgocciali e di lì si fa l'adunata. Federico Tesio, orgoglioso della sua scuderia, si accomiata con un bel sorriso dal suo 6auro e dal suo baio. Apelle e Cranach, e va nella cabina del cronometrista, dove sono cronometrati anche i battiti dei suoi nervi. La sfilata dei sette concorrenti è rapida. Le tribune adesso sono ricolme; le ringhiere della pista nereggiano: ma i cavalli si allontanano perchè devono rt^&ussere lo start; la distesa verde è punteggiata dal colore dei fantini che man mano diventano più minuscoli ed Infine quasi invisibili. E' il momento del cannocchiali e chi non ne possie- de è umiliato, sacrificato, e deve affidarsi (53 VskbGFg1.(5rgC(55 locZzvfleassnvdNcmpdomqcafG2lFTt(z(GT1N023M2T5Mb è alle Informazioni smozzicate; aUe pawl» frammentarie, alia esclamazioni deiforujnati della doppia vista artificiale. Pero, m g& nerale. il pubblico che sbinoccola non espansivo, e tuffai più ondeggiano da vomì tribuna all'altra degli « oh] » e degli « ani ». che bisogna interpretare. Una. due false partenze. Apelle resta al palo; Orasse fa 1 Capricci. Finalmente si sente un «ohi» strascicato: strilla, il campanello; la partenza e avvenuta, ("manto dura una corsa7 Due D*niiti, tre al nia.ssirno. ma che ansia, che orgasmo, che cardiopalma! — Apelle 0 in testa ! — Fa corno a! Derby : — Dai! Dai! Clic corsa magnificai — Ma elio cosa succede? R' questione di secondi e Cra.naeh inségne Alleile all'esterno, lo rincalza, lo avvicina ed il fantino frusta all'impazzata: si solleva' quasi di sella: paro un folletto inferocito. La ( folla, uria, oscilla, si protende. Accade lim | pensato ; avviene l'inverosimile. Un nome è n o n i n -1 npvóì'Era^l'ordine'"'! e j-orina- — Dovévatc'ca - . ■ , ft Apollo i' i e 6 lanciato altissimo: cranachI cra.nachl Ita vinto costui infatti per una testa. Uno sforzo diabolico ; 0 il colpo di scena; è la sorpresa.. Lo folla, smette di urlare; vi è im attimo di intontimento e di stupore e poi un brontolio cupo, e sordo, quasi minaccioso si ostando per ogni dove. La vittoria di Granarli non ha convinto. Li per lì ha sbalordito, ma adesso non convjrw.-c. si arruffano le apostrofi, le invettive da gruppo a gruppo, davanti ai boockmakei's, davanti alla palazzina del peso ed il pubblico 0 Irritato. — E' un trucco! — Non 6 regolare! — Manno servito i - Iwokmakers » ! — Apelle fu I rat tenuto 1 — Ilo visto io! — Anch'io...! E vi ó il furbo ohe dice: -- Ma 10 lo sari l'esperto ci incapirlo! Cranach doveva perché Apollo correrà a Parigi. — E vi è anche il maligno, l'insanabile che esclama: — Erano d'accordo coi « bnokmakers ». Non giuoco pili! — In cento, in dueconto a voce alta gli fanno eco: — Non giuoclu'amo più ! Ma credetemi non è questa il giuramento di Pont Ida! G. BEVILACQUA. I isltti