I CONGRESSI

I CONGRESSI I CONGRESSI Abitazione ed urbanesimo I Congressi dell'abitazione e dell'urbanesimo, manifestazioni di singolare importanza, che 'integrano degnamente l'iniziativa dell'Esposizione edilizia, sono stati inaugurati solennemente ieri, nel pomeriggio, in una sala del Palazzo del Giornale. Erano presenti alcune centinaia di congressisti, in gran parto tecnici specialisti, venuti da ogni regione d'Italia, dalla Francia e dalla Svizzera, e le autorità. Il Comitato organizzatore è presente al completo e fa gli onori di casa, nelle persone degli ingegneri De Albertus, Chevalley, Folla, Pavia, Bonadè, Bottino, Goffi, Derossi, ecc. Fra le autorità notiamo l'ing. Devecchi per il Municipio, il marchese Di San Marzano per il prefetto, il sen. Frola, il colonnello Savoia, della Scuola di guerra, l'avv. Cangini per il Sindacato nazionale dei costruttori, il cav. Rabino per il questore, ecc. Della folla dei congressisti, di cui fanno parte anche alcune signore, ricordiamo Vicary, Giny, Tedeschi, Garelli, direttore del Politecnico; Calzabirii, di Roma; CaffarelH. di Roma; Dalneri, di Gorizia; Olivero, Arlorio, Cararti, Corradini, Peverelli, Marescotti, Albertini, Zazattaro, Salvador! di Wiesenhoffj Scannagatta, l'architetto Piecinato, Novelli, Geymonat, del Collegio dei geometri; Fossati, gli avvocati Maina e Ramella. gli stranieri Maigrot, Agache, Haas, Benoit Levy, Jauesely, ecc., ecc. Cerimonia molto breve, semplice e cordiale. Chevalley, a nome del Comitato, ringrazia gli intervenuti, dai quali 6i attende un valido aiuto per la risoluzione dei due gravi e urgenti problemi, che si compendiano nelle parole: abitazione ed urbanesimo. Egli ricorda come già, in Torino, si 6iano temiti in questi anni una Mostra ed un Congresso edilizi. Le discussioni di allora ebbero viva eco nelle sfere governative, che ne tennero grande conto nella legislazione sulle abitazioni. Ora. da questo nuovo Congresso verranno indubbiamente altri lumi, altri insegnamenti. Il problema è più che , mai urgente ed assillante, specie per il nostro Paese ed 6 complesso, perchè è insieme tecnico, artistico, giuridico. Ma i risultati che usciranno dal Congrosso sapranno avviarlo verro la buona soluzione. In Italia poco ancora si è fatto, ad esempio, a proposito di urbanesimo. Preziosa perciò è la presenza di illustri urbanisti francesi, che conoscono perfettamente la questione i Prende poi la parola l'ing. Folla, organizzatore del Congresso dell'abitatone, che prospetta il problema della casa specialmente in rapporto a quanto rimane da fare per dargli una soluzione, problema che varie cause concomitanti — arresto di costruzioni tluran■te la guerra, l'aumento di popolazione, il congestionarsi delle grandi città — hanno sempre più aggravato. Anch'egli ricorda 1 opera svolta dal precedente Congresso, ed in ispecie quella del rompiamo ing. Bellia. per trame gli auspici di altri lavori veniali ed utili. I quattro asmi intercorsi da allora, non hanno, infatti, risolto il probUma.. il quale più che mai urge e sprona e non dà riposo. € A questo Congresso — conclude l'oratore —, il compito di formulare voti ed indirare i modi onde dare la casa economica, con'oda. linda e ariosa, vero santuario della r—'.iiglla, al popolo italiano, che ben so n'è i.riu degno con i sacrifici compiuti per il ristailo nazionale». Anche Ting. Folia, come il precedente oratore, è vivamente applaudito Paria poi l'ing. Pana, organizzatore del Congresso dell'urbanesimo. Premesso un ringraziamento ai convenuti ed un fervido elogio del lavoro, pulsante forza della moderna civiltà, l'ing. Pavia, indica nell'urbanesimo uno degli argomenti più fdrti e più umani che interessino la società, e si augura clic, sotto la guida degli esperti e geniali congressisti francesi, specialisti In materia, il problema, troppo trascurato ma troppo importante per noi, riceva quegli apporti di illustrazione, di valorizzazione e di soluzione, che sono negli scopi del Congresso. Egli è molto applaudito, ed uguali approvazioni riscuote poi l'ing. Devecchi. commissario aggiunto al Municipio, che porge ai congressisti il cordiale saluto di Torino regale e laboriosa. n segretario Derossl partecipa le numerose Adesioni pervenute dall'Italia e dall'estero; quindi, Agache, della Società francese degli urbanisti, a nome dei congressisti esteri porge il suo ringraziamento per le accoglienze ricevute. Con verve fluida e scintillante l'Agache parla poi dell'urbanesimo, che egli chiama una nuova filosofia, un'aTte ed una scienza. La Società degli urbanisti di Francia, egli ha detto, era considerata in patria, prima della guerra, con diffidenza ed ironia. La si riteneva una cosa amabilmente inutile, un piedestallo che dovesse servire a qualcuno a scopi personali di carriera. Si sono però accori i dell' errore dopo la guerra, quando essa, intervenendo mei grandi rivolgimenti cagionati dal conflitto mondiale, portò reali, pratici servizi alla causa del ristabilimento dell'ordine e dell'equilibrio. Allora l'urbanesimo verme di moda, troppo di moda I Ma là conquista è fatta. Ora non c'è che d'augurarsi che sorga una specie di Confede, razione internazionale di tecnici per lo studio dell'urbanesimo, ed egli confida che questo Congresso segni appunto l'aurora di tale sodalizio. Con questo ultimo discorso, accolto da vivissime approvazioni, il Congresso è dichiarato aperto, e vengono presi gli opportuni accordi per i lavori che devono iniziarsi nella Stessa serata. Il ricevimento in Municìpio Alle 16 i congressisti sono stati ricevuti in Municipio dal Commissario al Comune, generale Etna, e da parecchi Commissari aggiunti. Ha porto loro il cordiale saluto della città lo stesso gen. Etna, il quale ha dichiarato che Tor.no è orgogliosa di ricevere tanta accolta di professionisti, di studiosi, di tecnici, convenuti por d'ogni dove per scopi tanto nobili. 11 gen. Etna ha poi incordato e riassunto ciò che il Municipio di Torino ha fatto o intende fare in rapporto ai problemi dell'abitazione e dell'urbanesimo Parlano ring. Dealberti, presidente delle Commissioni organizzatrici della Mostra, ed il congressista francese Maigrot, che, vivamente applauditi, ringraziano il Municipio per la cordiale ospitalità. Quindi ai convenuti viene offerto un signorile rinfresco. Alle SI poi, nella sala particolare del Palazzo del Giornale, l'ing. Maigrot ha tenuto la prima conferenza del Congresso, trattando l'argomento: «Gli Ammazzatoi moderni». Egli ha sfoggiato una completa e acuta preparazione in materia, e rilevando la somiglianza di condizioni, sia dal lato legislativo cne zootecnico, dei due Paesi, ha detto che quanto vale per gli Ammazzatoi francesi vale anche per quelli italiani, cui possono applicarsi quegli stessi miglioramenti che sono ritenuti utili in Francia. Infine l'oratore ha avuto espressioni di grande cordialità, per il nostro Paese. Egli fu applaudttiesimo. psGmvnpgtCdtrtudbcnnsdulprppadpcvbvsslUc I Cooperatori salesiani Si è chiuso ieri sera il Congresso dei Cooperatori alle Missioni Salesiane alla presenza dell'Arcivescovo di Torino mone. Gamba, dei vescovi di Mondovl e Susa. mons. Ressia e nic-ns. Rossi, e dell'arcivescovo di Berissa mons. Guerra. \ n teatrino dei Salesiani era come nei giorni scorsi gremito di sacerdoti e di partecipanti laici. Si notavano anche molte signore. Nel paese dei Kivaros n Rettore maggiore dei Salesiani ha Invi- LzqnsauTsattato subito a parlare il missionario Don i gCrespi, che egli disse scherzosamente venuto i vda un lontano paese accompagnato da molte bestie per far sentire la sua voce « se vi riuscirà, non solamente la sua. Il sacerdote-esploratore, cui abbiamo avuto altra volta occasione di accennare, legge un lungo resoconto della missione nel paesi? qDcinctdei Kivaros. Descrive il suo aiirivo nella vbellissima colonia armato di fede, di mac- bchina fotografica e di grammofono, accen-1 cna alle (peripezie del 6uo viaggio verso l'in-1 sterno, l'incontro coi primi selvaggi, e come I Nnell'attraversare un rapido corso d'acqua I juuo di essi acrischiasse la vita per servirlo, hIl missionario parla con entusiasmo della | ggenerosità di quel popolo primitivo e sfata i p1 pregiudizi che corrono intorno a quei di-liquesto... inconveniente non si verifica j p•equenza poiché il matrimonio di... prò- oper chiamarlo col suo vero nome -, csgraziati falsamente descritti come sanguinari. Don Crespi accenna 'alle bellezze sconosciute di quella terra oltre ogni dire feconda, ricca d'alberi, di corsi d'acqua dotata di un clima dolcissimo, e fa sommariamente la storia dei 6uoi abitanti il cui nome compare per la prima volta nella storia americana nel '400. Parla dei tentativi fatti nel '700 da missionari della Compagnia di Gesù pei' civilizzarli, tentativo andato a vuoto perchè i figli di S. Ignazio si appoggiavano ad un forte battaglione d'armati, e concludo dicendo che solamente la persuasione può piegare quegli uomini che amano la liberti, completa od assoluta, senza dominio alcuno, contro qualsiasi imposizione. Addentrandosi nella descrizione dei costumi dei Kivaros, Don Crespi dice che la loro civiltà primitiva e caratteristica è profondamente umana. Mentre l'uomo si dà alla caccia e alla pesca, la donna attende alla coltivazione delle banane, delle patate, del granoturco e della mandioca. Essa perù non sa nè filare, nè tessere il cotune ed e Tuomo che prepara i vestiti per sè e la famiglia; è lui che rappezza e raggiusta adoperando per aghi una spina della palma, gli indumenti stracciati. 11 marito è completamente schiavo della donna per il vitto e per gli utensili domestici od è lei che modella pignatte e vasi di argilla, conosce l'arte di verniciarli di uno smalto rossiccio brillante, e manipola e prepara la « ciccia » la sostanziosa bevanda locale. A questo punto fi missionario parla di una poco... cristiana usanza praticata dalle selvagge: quando, per ruotivi personali, la donna vuole disiarsi dal marito avvoltila la bevanda con sostanze vogetalj i cui effetti micidiali raggiungono lo son-po dopo alcuni mesi. Mezzo semplice e spicciativo e assai più efficace del divorzio! Ma con fremi va — per offre modo ai coniugi di conoscersi bene prima di legare indissolubilmente la loro vita. Per alcuni mesi i futuri coniugi vivono maritalmente e solamente quando i genitori di lei abbiano constatato che lo sposo è un buon cacciatore, un abile pescatore e lavora effettivamente, il matrimonio è dichiarato valido: in caso diverso la giovane ricomincia la- prova con un nuovo fidanzato. Fra quelle popolazioni non esistono ne storpi, né sordi, ne balbuzienti. La seleziono viene fatta dalle madri, le quali, quando dlsgraziatemente danno la luce ad un bimbo imperfetto, lo uccidono subito. Se hanno usanze condannate dalla civiltà, in confronto ne hanno di buonissime, quale ad esempio l'ospitalità praticala nella più larga misura. Un orfano ha diritto di vivere in qualunque capanna, presso qualsiasi famiglia egli voglia Questa gente crede in Dio ma non gli professa alcun culto esteriore, mentre Invece, temendo il diavolo, lo fa intervenire negli affari domestici. \ La Missione tra i Kivaros è l'ultima aperta dal Venerabile Don Bosco e l'opera di penetrazione fra questi selvaggi deve essere costante e aiutata da tutti i mezzi della moderna tecnica missionaria. Don Crespi chiude la 6ua relazione raccontando di aver accompagnato a Roma otto Kivari delle regioni di Santiago e di averli presentati al Governo. Essi furono ricevuti dal ministro della Guerra e dal ministro degli Interni. Questi uomini dall'aspetto selvaggio stupirono tutti per il grado di civiltà raggiunto in cosi breve periodo, ciò che sta ad attestare la loro viva intelligenza Gii ultimi oratori Il pubblico, che aveva ascoltato con grande compiacimento l'interessante narrazione, applaude vivamente l'oratore. Dopo di lui prende la parola l'avv. Andreis, di Fossano, il quale sviluppa il tema: « L'opera delle Missioni Salesiane nella famiglie » ; poi l'avv. Masera parla « degli esallievi ed allieve salesiane e delle Missioni cattoliche ». Terzo, don Fausto, dall'organizzazione dei Decurioni ; quarto, don Ochoa, a nome dei congressisti venuti dall'Uruguay e dal Parag my, ed, infine, la contessina Maria Teresa Camerana, per le patronesse dell'Opera di Don Bosco, che si 'Iodica a far conoscere l'opera santa dei missionari salesiani e a provvedere di sacri arredi le Missioni. Il Rettore maggiore, don 'Rinaldi, ringrazia quindi tutti coloro che hanno cooperato alla riuscita dell'importante Congresso, le autorità civili, il clero e, primo fra tutti. l'Arcivescovo di 'forino che volle presenziare a tutte le sedute, approvando e benedicendo l'opera, di carità, di pietà e d'amore che 1 missionari compiono a prò' dei selvaggi, che aspettano dal Vangelo la luce e soccorsi dallo Missioni. Il Congresso 61 è chiuso con un discorso dell'Arcivescovo Mons. Gamba. Egli, dopo aver detto che coloro che hanno assistito al Congresso hanno compreso quanto bene i Sa lesiani abbiano fatto in tutto il mondo, e quanto bene purtroppo resti ancora a fare per quei popoli ancora avvolti nell'ombra e nello tenebre di morte, invita tutti a consacrarsi a tale missione divina iniziata da un apostolo della carità: Don Bosco. ■ L'Opera abbisogna di aiuti — prosegue l'Arcivescovo — è questi aiuti, dobbiamo dare con tutte le nostre forze. L'approvazione e la raccomandazione partita dal Vaticano, coll'autografo del Santo Pontefice, dimostra che le Missioni hanno bisogno di maggior incremento; nessuno quindi mancherà al proprio compito acciocché la luce della carità e della fede trionfi su tutta la terra ». Con queste parole dell'Arcivescovo si è chiuso il Congresso delle Missioni Salesiane. pntnmsstdmtmmevmscslcassdAcpetststCUnspCpac1pDcCudpdnoitdpni