l'aiuto del credito internazionale e la Banca di Francia

l'aiuto del credito internazionale e la Banca di Francia l'aiuto del credito internazionale e la Banca di Francia N'olia contromanovra che ha riportato, almeno temporaneamente, il iranico francese nei rapportii con la sterlina da 175 a 140, due sono i fatti salienAi eli e attirano particolare attenzione: il tentativo del Governo francese a Londra per impegnare a proprio sostegno l'alta banca inglese; gli accordi successivi con la Banca di Fiìuiiie.La, ia quale del.ieiuo il monopolio (iall'emissiono cartaccia.. I due fatti sono legali fra loro, almeno idealmente, da uno stretto rapporta di interdipendenza. A Londra, come si ricorrila., il minifstro fraintese delle. Finanze, sig. Péret, si ebbe come risposta essere i banchieri inglesi disposti a. veratro in aitato della valuta della Frani eia, nella cui poderosa potenzialilà economico, hanno fede, ad una condizione preliminare: che fosse assicurata gii'iraiidicamente la piena indipendenza dell'Istituto fpufnoRso di emissione da qualunque pressione e volontà dei fattori politici. Questa assoluta; indipendenza fra Banca e Governo in Inghilterra 'esiste e non è solo nella legge, ma negli spanniti. La vecchia Banca d'Inghilterra vie ina riguardata' corno l'orgainiismo che, ài di fuori e al di sopra dei partiti, tutela il credito inglese, e cioè lo sfinimento più poderoso su cuti poggiano sicuri la ricchezza, i creditioiri di i '.-.a — produzione e traffico — la forza di espansione economiLca del Regno Unito nel mondo. Facciano gli organi dello Stato la propria strada: amniiriisitaino la oosa pubblica come credono: realizzino avanzi nel hilanicio pubblico, o creino debiti.: Tutto ciò riguarda altee forze, altri affari. Ma Ja Banca d'Inghilterra ha compiti siici propri e deve proseguire indisturbata la sua stoa.da. Durante la guerra, lo Stato si riempi di debiti e tempestò di impaste i contribuenti: non bastando questi mezzi ordinari, dovette esso pure ricorrere largamente a quella forma di leva forzatodei patrimoni privati, che fu l'emissione di carta-moneta.: Ma tutto questo non toccò la Banca. La nuova carta vanne gettata sul mercato dallo Stato, direttamente. La Banca continuò, coi suoi biglietti, nella politica rigidamente bancaria; mantenne il consueto rapporto fra niseirve ed impegni; non ritirò mai la promessa di cambia te in oro i suoi biglietti su semplice preselitazioiiie. Se ciò non avvenne fu perchè, per ragioni intuitive, lo Staio vietò ogni coinnieroi.o dell'oro, sic-che ri cambio diveniva inutile. Era logico quindi che, di fronte al'/a r.ichic-sta franiutóe, i banchieri inglesi ragionassero così. Temporaneamente, la Francia ha assestato il suo bilancio., lo ha reso razionale unificandolo nelle sue parti, sii i procurata con la legge Loucheiua' del passato dicembre i mezzi per fronteggiare nella prima metà di questo esercizio 1© scadenze dei buoni del Tesoro e ha preveduto quelle del semestre successivo. Ma resta troppa carta in circolazione e questa alimenta il eredito bancario fatto ad una impalcatura economica eccessiva. I partiti politici in parte vogliono le imprese marocciii-ao ed asiatiche; in parte le osteggiano spingendo i contribuenti a negare i mezzi necessari. Se vincono i primi, col loro spirito di avventura, chi garantisce i creditori che non si rimetterà mano al toivhio? E in tal oaso, qual senso vi è ad intervenire por salvare una valuta che ad ogni istante richiede un salvataggio? Noi non chiediamo quindi pegni reali, od altre condizioni umilianti per la dignità di un grande Statò. Esigiamo bensì che l'Istituto il quale pegola la circolazione ed il credito dei paese, eia tutelato contro ogni spedizione punitiva che la politica lenti contro le risorse economiche sue. Se i politicanti vogliono la grande politica nazionalista, o quella non meno costosa demagogica e se i loro elettori la accettano, ne paghino le speso coi mezzi ordinari della ftnamza,; ma non attentino al credito, il quale ha cairattore internazionale. « Carattere internazionale ». Questo e il punto su cui ci conviene riflettere, perohò costituisco il problema stesso dei franco. Il valore dei franco ò determinato dall'apprezzamento interno dui paese che lo emette, o da quello inteiruaiaionale? Da quest'ultimo, evidentemente. Quando tuia merco si traffica dovunque, il vidore di casa, in rapporto ad un'altra ò quello che si fissa su queir unico u leticato che ò il mondo, e deve essere tale che, a quel prezzo, hi domanda pareggi l'offerta. Spieghiamoci sul concetto che il teaioco si traffica dovunque. Questo commercio si verifica non solo comprando e vendendo fianchi a pronti o a tonnine, ma barasi attraverso allo scambio dei prodotti e dei servizi. Se, pei" fare ima estrema ipotesi mentre all'estero il franco sta a 150 coi! ta sterlina, lo Stato franecso deliziasse per suo conto che il ]wiinio vale 100, diveuiteii-ebbe subito impossibile ogni scambio: l'esportatore ftonoeso' per una partita di merci di 1501) franchi pretenderebbe 15 sterline, mentre nessuno al mondo gtiio la pagherebbe più di dieci. Ma la dipendenza di ogni paese, nei rapporti della sua valuta, da ogni ailitrd è molto più complessa. COmc può agire, la Francia per risanare il franco? La malattia di esso dipendo dal tatto clic uria parte cospicua vonno emessa per necessità pubbliche, che ora non esistono più é quindi pesa sulla circolazione generalo gonfiandone artificialmente gli ingranaggi e dando vita ad organismi divenuti parassitari. Sicché, restando sul mercato, questa carta si è anche guastata, ossia, annientando di quantità, 6 antche peggiorata di qualità. Ne consegue che, per ritornare axl una circolazione sana, occorre: Lo Che il Tesoro crei degli avanzi di bilancio colanti clesliina.ti a ripagare la Banca di 'Francia di quei 3l> miliardi circa, elio ee-sa ha mutuato. In tal modo lo Stato riduce i suoi debiti o la Banca rientra nella libertà di uso di tutta la sua circolazione; 2 o Che la Banca, nel contempo, risani il' suo portafoglio, riducendo gli sconti e le anticipazioni a lunga scadenza, cancellando lo perdite ed eliminando le immobilizzazioni. Tutta la carta che in tal modo non CM'cnla più, rientra nelle casse e viene eliminata per sempre. Siccome simile politica fa cadere tutto le impalcature industriali, commerciali ■ e bancarie malate anche la domanda di circolazione da pari te del mercato si restringe. Sicché viene, Instante in cui, con questo triplice movimenta convergente, la demandi e l'offerta di circolazione si pareggiamo ad un prezzo del franco che è ugua'e tanto all'interno quanto all'estero; tanto in potenza dacquisto, cioè, quanto ,in ta'mii» di cambio. Questo e il punto della stabilizzazione, che può venire mantenuto senza sagMficiò del Tesoro del paese, perdio il fraiiico è ritornato attorno al suo « punto del l'oro». Quale può es?orc il valore del fianco a talo àtabUi/zazione? Sara, quellu) che sar\. Neamwo prò predirlo^ g%ò pjb^

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Londra, Regno Unito