L'ex segretario della Federazione del Libro condannato a tre anni di reclusione

L'ex segretario della Federazione del Libro condannato a tre anni di reclusione L'ex segretario della Federazione del Libro condannato a tre anni di reclusione (]].„.,Jni,-> Oarnerone, l'ex-se.grotano della ^oz,toni. torinese delta Federazione del Libro, iucoiipaio ai essersi appropriato della atti V!Ul dell'organizzazione cui era preposto, e comparso ieri dinanzi ai giudici. La vicenda a conosciuta dai lettori: nel dicembre ucoiisu 1 Pi-eletto scioglieva il Comitato direttivo Iella Sezione della Federazione del Libro e nominava a commissario prefettizio il cumin. [.;lu-i.Lo Meledandri, segretario delle corpo razioni fasciste, ai quale, pochi giorni doipo, jn Garnerone, lece la consegna dei libri s citili e dell'elenco degli organizzati. Quanto lai tondi, il Garnerone narro ohe erano dopositati in una. cassetta di sicurezza presso una banca: brevissime indagini appurarono invece che. la circostanza era falsa ed allora l'ex-segretario fece recapitare a-i coiniir. Me-1 ledandri un libretto della cassa di Risparmio che recava un deposito in conio corrente di | lire' 143.247,15 ed un altro dell'Istituto di Crt dito per le Cooperative di lire l3S.b97,A>. Si I trattava poro di un trucco e di una abile | falsificazione che venne, in capo a poclii gior ni, scoaieit.a: presso i due istituti di credito, al nome deLUi Federazione del Libro, erano depositate somme di ino}» mUWrU1 librato della U-iofta di Rioparmio non recava ungi nanamente che un deposito 01 lire ?47.15 e quel]0 dejr.jstUuto per la Coaperazione un deposito di lire 336,37, .11 Garnerone, per oc cintare le sue appropriazioni, aveva eleva to vistosameiue gli importi in modo da farli corrispondere all'incirca alla presunta enti fà patrimoniale della Federazione. Il cemm. Meledandri, accenata la cosa, denunciò ii Garnerone all'autorità giudiziaria, mentre delle indagini ccr.tabili sui libri dell'oi'ganiz nazione veniva incaricalo il rag. prof. Etto re Dolci, L'indagine, che non fu breve e fa elle, portò ad elevare a lire 384.702,33, i-I eom plesso delle appropriazioni compiute dall'ex segretario, contro il quale fu spiccato tosto il mandato di cattura per ì reali continuati di appropriazione e d; falso. Il Garnerone, scomparso per., nel frattempo da Turino, era """' zsgteoctanpdctzemlgrato in Francia, occorsero, per rintracciarlo, delle lunghe indagini ohe si conclusero favorevolmente or è circa, un mese. Dichiarato in arresto dalla polirla, francese, il fórnerùne. è stato condotto in Italia, e ieri è compamo dinanzi al Tribunale La prima falla Ha un aspetto fisicamente depresso e ve s'-e molto modestamente, ai esprime con un ioiio stanco e con qualche difticolTà. E' difeso datì'avv. Pietro Ol.li.vero; i) commissario della Federazione, comm. Meledandri, si e costituito P. C. ed è assistito dàU'aw. Can. g^, il presidente contesta all'accusato il ra di u,eousa, ed il Garnerone spiega: _.. .\]lu,leUo l'addebito clic ni: si fa. La cifra sottratta n però inferiore a inietta indi Ca*a dal perito, e non supera di moMo le soo.ojo lire. Pres.: — E perche avete commesso queste a.pipropriazioni ? — La causa prima è remota. Nel 1922 mi fu- rono chieste 10.000 lire per un giornale di alasse, Il defunto popolo socialista. Le die| di, prelevandole dai fondi della Federazio ne. Ma per met-terini a. posto .li fronte alia j organizzazione dovetti contrarre tosto un pre 1 ì-'uo per ira importo eguale colla Federazio- in seguito u- nrladpmscpmfodl'ragrel'3-zidramnfacsonpcctoatlctni Gsfpglprgtcbcsmngocg2frsprp—etdsaqsne Edilizia. Il giornale, dopo poto leaipo sospesa lo pubblicazioni: mi si promise iutta.yia che il debito sarebbe tstato estinto e nu si rilasciò per intento una eaimbiale che venne emessa a la vere dalla Federazione del Libro, lutto ciò però, a nulla valse perchè il giornale fu dichiarato fallito. Pres, : -- Ma vi sarà stala data na percentuale. — Si, ebbi qualcosa. Ma. intanto la mia situazione era penosa e difficile. Quando vidi (•he non uu potevo salvare e non potevo rifondere alla cassa della Federazione quanto avevo tolto per aiutare il giornale, mi misi a giuncare ai lottò. Speravo di potermi rifare con una vìncita Giocai somme modeste dapprima; poi aumentai le puntate. Giocavo 22 o 23 mila lire la settimana, che prelevavo sempre dalla cassa della Federazione Pres. : — E cosi per coprirvi siete arrivato ai falsi. -- Si, fu nei giugno dell'altro anno, in occasione della verifica semestrale. Ero in uno stato di indicibile angoscia e non sapevo conio giuslificare gli ammanchi, in cassa non cerano che 30 mila lire: consegnai i libretti ad uu individuo ohe conosco soltanto di nome, certo Silvio, e questi-; riempiendo le pagine incomplete, fece ascendere l'importo dei de-positi a. 347 mila lire. La P. C. osserva che e. impiegabile quanto dice l'imputato : al cassiere egli doveva pur dar conto di volta in volta delle diverse operazioni. Il Carneronc pero spiega che negli ultimi tempi il cassiere deLla federazione lasciava fare (ulto a lui, e che le chiavi dei cassetti dove si trovavano i libretti di deposito erano in sue mani. Aggiunge chJ all'atto del trapasso gli erano rimaste 20 mila lire che erano destinate per un pagamento: le consegnò al commissario prefettizio perchè uu collega dell'organizzazione, il Boeio, cui egli aveva detto di volere squagliarsi per mettere hi salvo i fondi, glie lo impose. L'ultima giocata Pres. —• E eiete subito scappato all'estero I — No. Rimasi ancora parecchio tempo a Torino. La uria fuga avvenne dopo, più di luel che si crede. A mia discolpa perù po-ltltTi iti™, «wghv-i m™An ia rtiBtnwl liei zione della. Camera del Lavoro andaron , si o distrutti anche i documenti di molte organizzazioni. Se io mie intenzioni fossero state dolose, io allora avrei potuto distruggere ogni casa, invece salvai e conservai tulta la contabilità e tulli i documenti della Sezione. Pres. : — Quanto percepivate come segretario della sezione',' — Circa 270 lire alla settimana. Pres.: — E Uno a che epoca avete continuato a giocare al lotto? — L'ultima giocata la feci una settimana pr ma, del trapasso. Fu di 1700 lire. ■"resi.-. — Cosicché dite che le l'aliiiflcazioni dei libretti sono stale fatte da altri? — Si, da un individuo che non conosco. L'u certo Silvio. L'imputato, che è parco di parole e non tenia, nella sua confessione, al-una varia CsarcldfuN—ADUroClaisCzione o abilita defensionale'è fatto sedere i S1: è,sentito n cornine Moièdandri: '.inNon ho che. da confermare la mia de ntincia — dice il teste. — Quando il Garneroni ini fece, in modo abbastanza sommario, la tessione dell'ufficio, mi disse che il giorno dopo non sarchile tornato perche si sentiva poco bene. Capii poi la ragione di questa malattia. Presidenti- : — Le somme traftiaaie a. che scopo erano destinate? — Erano t contributi degli aesooatti; una parte doveva essere spesa per il funzionamento delle Sezioni; il resto costituiva il fondo per l'assistenza e la mutualità. Il prof. Ermanno Dolci, che esegui l'indagine peritale sulla contabilità lasciata dall'ex-segretario, confermando la perizia già rassegnata all'autorità giudiziaria ed allegata agli atti, aggiunge di non aver trovato registrazione per tutto il periodo che va dall'aprile all'ottobre dell'altro anno. Biduce a 3-itì mila lire il complesso delle appropriazioni compiute dall'imputato. Il teste Vittorio Chian.iaretti faceva parte della Commissione di controllo della Federazione. Dice che le verifiche avvenivano in morto molto superficiale, perchè tutti gli organizzati ert 1 dirigenti avevano sconfinata fidu- a ne.l Garnerone; costui, esibendo i libri, fare'-a sempre vedere che erano regolari e che i conti tornavano. Nessuno mai elevo sospetti. Presidente — Ma non sapeva delia mania pel gioco di Garnerone? —- Non seppi mai nulla; nella sua vita privata non lo seguivo. Puntate pazzesche » vane A questo punto le parti, d'accordo, rinunciano a sentire gli altri testi d'accusa: Ja confessione ampia ed espliclla dell'imputato esclude la. necessità che si- coitivi e si approfondisca l'istruttoria. Si passa cosi ai testi a difesa. Per 1 ricevitori dei banco lotto presso cui l'imputato eseguiva le sue settimanali giocate, è sentito il signor Edoardo Bigattieri, titolare del botteghino di piazza Vittorio Veneto, 14. e presidente dell'Associazione tra i ricevitori del lotto della ci'tà. Narra che il Garnerone si recava tutte le settimane nel suo botteghino ed effettuava giocate per cifre assai forti. — Per accontentarlo — continua - - dovetti persino prelevare dei registri speciali per le giocate, rilevanti. Il Garnerone era conoscili, lo dalla quasi totalità dei miei colleglli, presso i quali giocava ogni settimana. Presidente: — Lei ha parlato di giocate rilevanti. Quanto spendeva ne! saio botteghino ? Da me faceva sempre delle giocate per tre o quattro mila lire. Altnrove giocava anche di più. Presidente: -- E di vincite sa che ne abbia fatte? — Di vincile tiesse non ne ha mai fatte. Presidente. : — In quale epoca ha 'comincialo a giocare? — Giocava da tre. o quattro anni, fi teste è licenziato ed è sentito il rag. Alessandro Salamano, che fu curatore del fallimento del «Popolo Socialista ii. Ricorda che nel fallimento la Federazione del Libro figurava creditrice per una somma, che però ora, a distanza dM tempo, non saprebbe precisare. Ad ogni molo la Federazione, come gli altri creditori, ebbe la percentuale del 25 %, ed in più ebbe una macchina da scrivere e qualcosa d'altro, sicché il suo credito fu per due terzi coperto. Esaurita l'escussione dei testi, e dopo l'arringa di P. Cj dell'avv. Canguri, e la remiisltona del P. M., cav. Cottatfavi, prende li parola in difesa dell'imputato l'avv. Ollivero. Il difensore osserva che la colpa dell'imputato ebbe origine da un movente politico — normale c giustificabile nell'epoca in cui ebba a verificarsi —e che delle somme sottraile il Garnerone non ebbe affatto a godere; lo di-sgrazìatissinic condizioni iu cui si trovava anche prima dell'arresto bastano a provarlo. Con tesi giuridiche contrasta quindi l'ipotesi dalla continuazione, conteslata dall'accusa ancrio per il reato di falso. 11 Tribunale pronuncia quindi la sua sen- cElp C L'imputato accoglie la sentenza intasi I123icoesVSvcnadsdd- - tenza: escludendo la aggravante della con- tinuazione per il reato di lalso, condanna Giacomo Garnerone a li anni di reclusione c 033 lire di multa, nonché 'ài danni verso la l^n sn^tft^^.,.

Luoghi citati: Francia, Italia, Momo, Torino