Una seduta macabre al processo di Palermo

Una seduta macabre al processo di Palermo REATI K> I» E> -HJ E> Una seduta macabre al processo di Palermo L'esame della cassa tragica e dei panni insanguinati (Dal nostro in vinto speciale) ò 32 Palemo 15 notte tfftpritslatbbcazVtcplftnNpbssdahtpppdrrOvlmdmdilaAcEzmmaotespdotaèspfesladnfgcql'Palermo, 15, notte. Con la solita foBa strabocchevole di cu. riosi ricomincia la sfilata degli ultimi testimoni. Il prof. De Cristina, medico della famiglia Velia, citato dalla Difesa, depone che la madre del Velia ebbe quindici gravidanze, molte delle quali non complete. Nessuna malattia essa ebbe a soffrire. Il teste narra che l'imputato Pietro, all'età di 7 anni, fu ricoverato (iella sua clinica psichiatrica perchè affetto da disturbi di dispepsia e stitichezza. II Velia' ebbe sempre costituzione mediocre, ma dalle visite fatte allora, risulta che ebbe sempre tutti i visceri a posto, compreso il fegato. 11 prof. De Cristina ha presentato, a questo proposito, una lunga memoria scritta, ma è la diagnosi che riguarda il fanciullo, quando aveva appena 7 anni. Il cuora d'un assassino Presidente: — L'ingrassamento al cuore di cui ebbe a soffrire Pietro Velila, era causato da vizio cardiaco ? Teste: — No; era un'affezione cardiaca molto comune nei bambini, che con il tempo scompare. Essa fu causata da una pleurite doppia. Presidente : — Ha trovato nel Velia un principio di tubercolosi? Teste: — No, nessun principio di tubercolosi ebbi allora a riscontrare; anzi questa fu esclusa da un'apposita ricerca. Avv. Alessi, della Difesa: — Il teste ha visitato il Velia un anno e mezzo fai Teste: — Non mi ricordo. Velia: — Si, mi fece la radioscopia. Presidente: — E la diagnosi di questa visita, ce l'ha, l'imputato? Valla; No, non l'ho più. Avv. Brezzi: — In sostanza 11 teste, che è anche uno scienziato di fama riconosciuta, onore della medicina Italiana, conferma la 6ua diagnosi? Teste: — Sicuro. ffli avvocati discutono ancora sul cuore nell'imputato. 11 prof. De Cristina epeci fica: — Il ragazzo aveva il cosi detto foro di Botallo, che è una comunicazione fra la orecchietta destra e quella sinistra del cuore. Esiste in tutti i bambini nella vita uterina; poi 6i risnargina: in ta>luni casi, resta aperto ma non produce disturbi. E' un reliquato anatomico e non fisiologico che non ha conseguenze. Ed ecco anche la fotografia del cuore di Pietro Velia. E dicono che egli non abbia cuore I Il dottor Ponzo, pure citato dalla- difesa. visitò anche lui il Velia quando aveva 17 fenili. Costui voleva essere sottoposto ad una visita «1 cuore ed esigeva un certificato di cui avrebbe dovuto servirsi per uso militare. Avvocato di P. C: —■ A J7 anni non si presta servìzio militare. Il velia allora disse una bugia. Difesa : - - Si può fare II militare anche a 17 anni. P. C. : — Ma net n Velia allora voleva1 11 certificato per un altro motivo, cioè per il proeesso rii tentato veneficio... Il Velia fu presentato al dottore dal cognato del Velia stesso, dottor Orlando. Il testa in sostanza consigliò il Velia a recarsi nelOa cliiùca del prof. De Cristina, dove era già stato ricoverato da giovanetto Presidente: E lei lo visitò7 Teste: — Si, ma molto rapidamente. Presidente : -— E a là ohe cosa constò ? Teste: — Io rilevai un soffio al cuore. Presidente : — E da che cosa poteva derivare tale soffio? Teste : — Da una malattia organica o da un fatto fisiologico senza conseguenze. Avv. Raloiiondi di Patrie Civile commenta: — Il Velila desiderava in sostanza un certificato di favore per uso personale. Avv. Campo di P. C. domanda al teste crii fosse -quel tale dott. Orlando che gli raccomandò il Velia. Testa: — Il nifdicr» di Corieone. Difesa ■ — Quello che alloro, ere. cugino dell'imputato e adesso e suo cognato. Avv. Campo di T". C al teste : — E lei non e parente del dott. Orlando? Teste: — No. Mancano alcuna testimoni. Uno di questi ha scritto lacoRi.rasmen.te ai Presidente cosi: • Verrò ad una delle prossime udienze ». E il Presidente commenta Ironicamente : — Ma. Ano a quando dovrà duraire questo processo? iSi ride). Il Presidente leg^e quindi & certificato medico con cui alla visita militare il Velia fu giudicata rivedibile. 11 cerWiflcato lo rinviò ad una prossima visita per oligoemia e deperimento organi r/i. Aw. Contènto di J\ C.V - • Aveva poco sangue. Ecco il perche del deperimento. Aw. Brezzi: — E si capisce. Il sangue Jo toglieva agli altri 1 Nella stessa visita irnilliare l'esame toracico diede risultati mulli Viene richiamato il Commissario di P. S. Platania, di quale dichiara ohe esegui delle ricerche nell'archivio di P. S. e risulto che ad Altavilla esista un parente dell'imputato Badamonti, certo Giacomo Baiamonti, il quale è stato recentemente incarcerato ue.r duplice assassinio e per-associazione a delinquere, li fratello del Baiamomi di nome Matteo fu arrestata per duplice omicidio e per mancato omicidio, proprio m questi ultimi tempi. Infine suo padre, sedici anni prjma, fu ucciso ad Altavilla in circostanze misteriose. Altri Baiamomi esistono in Altavilla, tutti pregiudicati e faziosi. Questi non sono parenti dell'i mnuteto. ma fra le fairniglie ccr tono buoni rapporti. Baiamomi: - - Ma io non sono parente di quella gente e scoio sempre stato un buon lavoratore. .. .. -. . Teste: — Si, ma con gli altri due siete |>arente La vittima fu colpita da tre persona Viene chiamato il direttore dell'Istituto in cui l'imputato Pietro Velia fu rinchiuse. da ragazzo. Ma il direttore d'oggi non e.quello di allora e poi non è presente all'udienza, •come non e presente nessun altro teste, ed allora ei comincia la lettura degli atti di istruttoria. Si legge la perizia fatta sul cadavere. Ouesto, quando verune trovalo nella cassa, aveva ancora la corda attorcigliata al collo. E' una corda dello spessore di quattro millimetri e della lunghezza di 5 metri. Essa è ti il torà lorda di 6angue. il cadavere aveva anche fissato intorno al capo un asciugamano anch'esso insanguinato. Al collo del povero Sereno si riscontrarono due profondi tagli prodotti dalla corda stessa. La lotta deve essere stata brevissima e !e numerose lesioni riscontrate sul cadavere debbono essere state prodotte da non meno di tre persone. Ciò a giudizio dei periti. H .sereno mori per strangolamento e per ferite tli arma con- neVccè4crsainlebsgt.fdsrnpdVpssunfidèuamnmgdrsclpctCps6v tundentc: complp-ssivamcnlp egli riportò 32 ferite e Jesioni nella regione della testa, profonde fino all'osso, in modo da aprire ]a scatola cranica die rimase fratturata in due punti. 11 cadavere -presenta inoltre anche ferite alle mani. I periti giudicano che alla lotta debbono avere partecipalo almeno tre persone, perchè mentre una vibrava i colpi aila testa del disgraziato, un'altra teneva stretta intorno al collo, la corda e l'altra immobilizzava la vittima. A questo punto della lettura l'udienza e brevemente sospesa, perchè nell'aula fa un caldo soffocante, e il presidente ordina di aprire i grandi flnestroni. Aprendoli, un pezzo di calcinaccio cade vicino all'imputalo Vontimiglia. Ilarità del pubblico, che ha notato lo spavento dell'assassino. IVutlienza ricomincia ad ambiente rinfrescato. Minuziosa prosegue la perizia fatta sul luogo del delitto. Jn un armadietto tu trovato il portafogli di pelle scamosciata che fu riconosciuto come appartenente alla vittima. 11 Sereno lo aveiva ricevuto dal cognato Varona. Nel portafogli erano contenuto carte non appartenenti al Sereno. L'assassino aveva cubito utilizzato il portafogli per suo uso personale. Come è noto un imputato ha confessato che il Sereno si muoveva ancora quando venne chiuso nella cassa. E' stata chiesta ai periti una spiegazione in proposito. Essi hanno risposto che la morte fu quasi istantanea. Però il trauma al cervello ha dovuto provocare l'immediata perdita di conoscenza per choc. Durante tali chor.s brevissimi ci possono essere stati anche movimenti del cadavere. Ricordi di ooltogio A questo punto la lettura è 606pesa. E' arrivato l'antico direttore del collegio dove fu rinchiuso il Velia. Questi è l'ing. Domenico Olivieri. Eigli ricorda che il Velia fu suo convittore per poco tempo, (poiché poi cadde malato e se ne andò via. Presidente: — Di che male era affetto? Teste: — Da una malattia passeggera. 11 teste aggiunge che il giovane non ebbe mai convulsioni. Avv. Alessi della Difesa prega il Presidente di domandare al teste se il Velia non ebbe mai le convulsioni. Presidente: — Ma io non posso fare la domanda, perche il teste ha già risposto che il Velia non ebbe mai le convulsioni. Avv. Alessi : — E' l'imputato che domanda al teste se ebbe le convulsioni. Presidente: — Ma è lei che fa la domandaAi] ora parli il Velia. Velia: — Posso ricordare all'lng. Olivieri che una volta mi vennero delle convulsioni. Era presente un colonnello che aveva In funzioni di censore. .Venne a ta-ovanmi anche mia madre Toste:' — Varamente un colonnello vi era; ma io non so nulla delle convulsioni. Iiujpuiatto: — Preciso che il colonnello era anche cassiere. Teste: — No; era semplicemente economo. Il leste viene licenziato. A questo punto avviene un violento iociotenfe alla porta dell'aula, perchè è stato respinto un avvocato che (però è estraneo al processo. L'incidente non ha nulla a che vedere con la causa, ina è talmente rumoroso ohe bisogna interrompere l'udienza, si tratta di un avvocato respinto all'ingresso; ma è tale la ressa della folla che Bono stati respinti iMìrftno i giornalisti. Gli avvocati gridano : — I dtrrtti della difesa! 1 diritti della difesa I Presidente: — Ma l'avvocato non è ditensore nel processo. Allora gli avvocati rivendicano i diritti della toga in genere e protestano; ma 11 presidente ribatte: — Qui la toga non c'entra per niente. Io non sono responsabile di quello che avviene fuori dell'aula d'udienza tra il portiere e gli avvocati, ne di quello che avviene nei corridoi. Avi-. Brezzi: - Ma guardate, guantate quanta elettricitA nell'aria t Finalmente l'avvocato è fatto entrare ? l'incidente si placa, La macabra cassetta Passiamo ora ad una macabra esposizione : la cassa dove fu messo il cadavere. Essa era servita sei anni prima in collegio al Velia, il quale non esitò poi a chiudere un cadavere là dove aveva deposto la sua biancheria, i suoi vestiti, i 6uoi libri... I La cassa è lunga 1 metro, larga 60 centimetri e. ali» 40. Essa viene portata nel pretorio da mi carabiniere e da un usciere. Con urli di orrore da parte della folla viene, accolta l'esposizione dei corpi di reato. Vengono mostrati ai giurati il panno da stirare che fu messo intorno al capo del disgraziato per soffocare le grida, l'asciugamano con cui fu inoltre imbavagliato e la corda con la quale lo si strangolò. Tutti questi indumenti sono insanguinati. Tutti nell'aula 6ono in piedi in attitudine di granfie emozione. Il padre e il .fratello della vittima sono presenti e guardano <-ome. trasognati. Solo gli imputali sono imperturbabili. Pare che questa operazione non li riguardi neppure. Le due donne guardano anch'esse voltando le spalle al pubblico. Non un fremito si scorge i«i quei due volti di marmo. La faccia di Arcangela Velia non ha ima contrazione... I Vengono pure mostrati il vestito e. la biancheria indossati dal povero ragioniere. Tutti sono insanguinati. Per evitare che dalla lesta de! cadavere uscisse del. sangue, gli assassini gli tamponarono la bocca ed il naso con cotone idrofilo. In casa Velia venne trovato un sacco di cotone idrofilo. Tra gli oggetti repertati è anche un ferro da stiro, ma questo umili» utensile di famiglia non Eervì a nulla. Esso avrebbe dovuto servire a delle faccende domestiche per queste due disgraziate che sono in gabbia, 6e si fossero curata esclusivamente delle cose di casa. I poveri resti vengono infine ritirati dal pretorio. L'avv. Alessi della Difesa muove, un incidente. Egli afferma che. dal dibattimento è risultato che il suo cliente è affetto da un soffio al cuore e chiede se questo soffio al cuore non sia un vizio cardiaco. Avv. Conterno, di P. C: — Vizio I Vizio I L'aw. Alessi rileva come nel certificato militare il Velia sia stato dichiarato rivedibile per oligoemia, che dovrebbe essere un principio di tubercolosi. In questo stato di incertezza la Difesa chiede una perizia medica. Chiede la parola, tra il religioso silenzio del pubblico, l'on. Brezzi. Egli dice: — La Parte Civile vi chiede a mezzo mio se non vi sta ormai da aggiungere che una 6ola voce allo 6tato delle cose: la voce del verdetto. ERCOLE MOGGI. ntzmvdmbrrtepqrsnridbodAcdprlvdqtabpgPbudputecpvgataltltpiddcnfPdzsluGdibcfnm1ipbtsfcmcP1dd•JfussefaldttcalCcrnpteaartnscld

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