Le donne dell'assassino e il padre e il fratello dell'assassinato al processo di Palermo

Le donne dell'assassino e il padre e il fratello dell'assassinato al processo di Palermo Le donne dell'assassino e il padre e il fratello dell'assassinato al processo di Palermo Unporssatra imputati - La diciassettenne dall'ovale arabo e dagli occhi neri, clic il Velia "rubò,, per farla sna sposa - I trattenimenti in famiglia prima del delitto: champagne, grammofono, hallo - La visita troppo lunga ad una puerpera, e 11- viaggio a Corleone - La sorella e la tubercolosi - Catena di éohtradizioni -1 primi testimoni ( Dal nostro Inviato * r» © o i al © ) Palermo. 10, notte. Oli incidenti di sabato hanno richiamato alla Corte a Arsite ancora maggior folla. Questa enorme afllucnza di pubblico ó de! recto favorita dall'ampiezza dell'aula, una delle più vaste nule d'Assise esistenti in Italia. La tribuna del pubblico e addirittura (ina piazza. Questa marca di gente che si agita rumorosa c ciarliera, olire uno spettacolo impressionante, impressionante anche per ohi e abitualo alle Corti d'Assise dell'Alta Italia. La mano di Dio . Tlulla mirata crescente morbosa, curiosità della fnlia ó. comprensibile. Questo delitto fu atroce ed ha scosso l'anima siciliana : nessuna giustificazione si trova per i colpevoli, e il loro rinvio alle Assise lui del miracoloso. Un risultato simile, si dice, in altri tempi" non sarebbe stato possibile, tanto più che questo crimine venne organizzato clandestinamente e avrebbe potuto essere favorito da tutte le forze occulte della malavita. Si pensi che il latitante Carlo ChlrchiriHo era il capo della mafia di Altavilla e. che nell'occultazione del suo delitto sarebbe 6tato aiutato dalle forze a lui sottoposte, specialmente quelle occulte. Una circostanza singolare poi viene proprio ad. indicare la mano di Dio, come Ira delio il presidente nel suo riassunto, a mettere la giustizia umana sulie tracce dei colpevoli. Queste tracce, per un caso eccezionale, furono rivelate da un pozzo profondo 130 metri. La cassa che vi si rinvenne portava nel fondo il nome del Pietro Vèlia. Questo particolare agli assassini era evidentemente sfuggito*, ma senza una tale indicazione a che punto sarebbero ora le indagini? La stessa identificazione dello chauffeur Baiamente non sarebbe slata facile. Egli aveva alterato il 6tio libretto di servizio, registrando il macabro servizio fatto ad Altavilla come fatto fino a Bagheria. Fu soltanto in seguito agli interrogatori del Velia e alle monche amimissioni di costui che fu possibile identificare ed arrestare questo complice. Gii imputati sono stati trasportati alile Assise qualche ora prima per sottrarli ad eventuali dimostrazioni ostili della folla. E lo due donne, anziché in carrozzella, sono oggi arrivate in Assise in automobile chiusa. Appena entrata la corte, l'aw. Rao, difensore del Ventimiglia, chiede che il suo uifeso tanto nella gabbia quanto nella camera di sicurezza, venga tenuto diviso dagli altri impotati per evitare incidenti simili a quelli di saltato, per cui i carabinieri dovettero entrare nella loro cella per dividerli. Infatti gli ì-mpntati, durante l'udienza di saboto, hanno rissato fra loro e si sono accapigliati. Il VentìmigHa appare oggi molto avvilito. I » , La moglie li*odienza si inizia con l'interrogatorio della moglie dellmputato Pietro Velia, Arcang*la Orlando, di Corleone (Palermo). La giovane viene fatta uscire dalla gabbia e avvicinare al banco presidenziale. E' una ragazza bruna sul 17 anni Essa fu arrestata tre giorni dopo il delitto. Indossa un abito color bleu e si copre il viso con la sciarpa. Il Precidente le dice :< — Saltate quale grava imputazione vi colgfece. Discolpatevi. La donna resta un poco silenziosa, poi con «Bea bassissima, quasi con una cantilena piagnucolosa, narra: — fi mattino del 24 gennaio io mi sentivo m po' male, per cui mandai a chiamare mia suocera. Mio marito usci di casa verso le 10 par rincasare verso le 11,45 per la colazione. * tavola ci trovammo io, mio marito e mia madre, che era in casa mia da venerdì, e mia cognata Giuseppina Velia che abita con me. Verso la 13 mio marito usci di nuovo. Io avevo «voto nella stessa mattinata la partecipazione dalla nascita della bambina di una mia amica. Verso le 15 venne in casa mia il signor Sereno. Si parlò di varie cose e del prossimo carnevale, n rag. sereno, in attesa di mio.marito, manifestò il desiderio di fave un ballo e mise in moto il grammofono per un ballabile. E Sereno ballò con mia cognata ed avrebbe voluto fare un ballo anche con me, ma io mi sentivo poco bene e rifiutai. Prima ohe se ne andasse, gli dissi che se doveva portare a casa la sua valigia, avrebbe 'dovuto farlo subito perchè io dovevo uscire. B Sereno usci e non ' essendo ritornato Ano «De 16,15 io uscii con mia cognata e verso le 18 mio marito venne a rilevarmi dalla faciniglia dove mi ero recata per la visita Con Ini poi tornammo In casa verso le 18,45. Presidente: — Vostro marito vi disse che aveva degli •impegni finanziari? Imputata: — S], mi disse che aveva delle cambiali da pagare. Presidente: —> E ritornando a casa non vedeste nulla di anormale? Non vi m nulla che vi abbia turbata? Imputata: — SI, vidi alcune macchioline di sangue in terra, e mio marito mi disse di aver estrado un dente molare ad un amico, c mi pregò di pulire A. pavimento. v Sangue c fumo Presidente':' — E non sospettaste ili nuffla quando vostro marito vi disse di andare a Corleone con l'involto dei gioielli? Tmputata: — Io sapevo che egli doveva portare a Corleone i gioielli per timore che sopravvenisse in casa un pignoramento in seguito alle cambiali in scadenza. Presidente: — E le macchie di sangue che impressione vi fecero? Imputata: — Ebbi un sospetto. p'residents: — Ouale? Imputata : — ... Che mio marito avesse avoto a che dire con qualcuno e sospettai anelie clic mio marito avesse potuto portare in casa qualche donna. T'resirioiilo • — E una donna avrebbe potili.) lanciare'tracce di questo genere? Imputata: — lo lo-sospettai. Previdente: — E che cosa bruciaste in cas-; vostra, che fu molato tanto fumò? Imp'italti • — Noi facemmo molto fumo perchè bruciammo della legna nel fornello. Presidente: — Ma voi avevate la cucina a Imputala : — La fiammella del gas era troppo pircola. ■ Presidente: — Conoscevate il Sereno? imputala: - SI, da parecchi mesi. Presidente : — Vostro marito mostra dj avi-re molta premura di sapere quando arrivava il Sereno?^ presùlwitè-- Non domandaste mai notizio circa la .fine del Sereno? illimitata: — Una volta sola con mia .cosi "ita # parlava indifferentemente ih viag- l'rosideiito: — E vostro marito ve ne parlò mal? _ Pmldenia-^ I? giorno del delitto non veHestC il VentimiRlia con vostro marito? Imputata: -- Non lo "di. Mio manto venv a casa solo. .. .„ Presidente: — Ma vostro marito rientrò i^olo in casa? Imputata: — Solo. • . .. . ,„ Presidente: — invece lui stesso ha atcniaralo di essere rientrato col Chirchirillo e con il Lamenti a. , . . Parte Civile: — Eppure voi 6tessa andaste ad aprire'la porta. Presidente: — E quando usciste con vostra cognata ? Imputata: — Poco dopo il ritorno di mio marito. , , Presidente: — E non vi accorgeste che le imposto del balcone erano chiuse e che la luce elettrica era accesa? Imputata: — No. • Presidente : — Perchè vi fermaste dalla famiglia della vostra amica per ben tre ore7 Imputata: — Perchè la nostra amicizia era tale che potevo trattenermi tanto tempo, e poi mio marito non voleva che ritornassi a casa sola. Presidente: — Ma c'era vostra cognata. Il tempo di tre oro passate in una visita ai una puerpera non convinco troppo l'accusa. La giovane rimane muta qualche tempo, poi aggiunge: — Il mereoledì vennero! carabinieri. a a a e a a Presidente:' — Ma" diteci pinttosto che cosa faceste il martedì. Imputata: — Quella sera si andò a teatro con la mamma. Presidente: — C'era 11 Ventimiglia? Imputata: — Noi (Come è noto il Ventimiglia stesso ha ammesso di essere stato a teatro con il Velia c sua moglie). Sposala col rapimento Presidente: — Quando sposaste il Velia sapevate che poco tempo prima aveva tentato di avvelenare i suol genitori? Imputata: — Noni seppi nulla. All'epoca di questo fatto io oro in collegio. Presidente: — E come avvennero le vostre nozze? Voi fuggiste con lui? Imputala: — Le nozze avvennero contro il mio volere. Presidente: — Allora il Velia vi rapi con la violenza. Imputata : — Sì. I miei genitori non volevano che mi maritassi con lui perchè ero troppo^ giovane. Quando fu che vi rapi il Presidente:! Velia? Imputata :' Presidente: fidanzato ? Imputata: Presidente ■ 11 4 ottobre 1924. — Ma Pietro Velia era vostro Si, frequentava! la mia casa. I vostri genitori non vi parlarono mai del precedenti di vostro marito? Imputata: — No, mi dicevano soltanto di non fidarmi di lui perchè ero troppo giovane. Presidente: — E tutti quei gioielli che portaste a Corleone non vi fecero impressione? Imputata : — No, perchè sapevo che si trattava di evitare un pignoramento giudiziàrio: Presidente: — Ma nel negozio le vetrine erano rimaste piene. Anche quei gioielli non potevano essere pignorati? Tutto quello che voi dite qui è in pieno contrasto con quanto avolo detto appena arrestata. Imputata: — Questo perchè il commissario o il giudice mi dissero che il Sereno era stato ucciso itn casa nostra. Presidente: — Il Sereno, che' era un animo generoso ed era ben visto e simpatico, non vi fece mal qualche regalo? Imputata: — A mia cognata regalò tiri rnbino. Presidente: — Quando? Imputata : — La domenica stessa. Serrate 4ontestarioai della P. C. A'w. Brezzi: — Giustifichi l'imputata le sue contraddizioni di oggi, affermando cho si diceva che l'uccisione del Sea-cno era avvenuta in casa sua. E allora a che cosa poteva attribuire le macchie di sangue? Imputata: — Io non avrei mai creduto ad una simile cosa: io credevo al racconto fattomi da mio marito e cioè che fosse stato estratto un dente molare a qualcuno. Avv. Brezzi: — Sapeva l'imputata che suo marito per tirare avanti aveva dovuto pignorare vari oggetti del negozio? Imputata: — Non lo sapevo. Avv. Brezzi : — Sapeva però che aveva dello cambiali in iscadenza? E perchè Invitò il Sereno a portare in casa sua il campionario amputata: — E' consuetudine, questa. W»-!aatueuu a amiate ni oasi sui n wuiipiunurn>, ise non sapeva se suo marito sarebbe tornato o no in casa? Ido arrivano l viaggiatori. Avv. Brezzi: — In istruttoria l'imputata, dichiarò di aver fatto rilevare al Sereno ohe noai aveva il campionario, o questi rispose che era troppo pesante. E' vero? Imputata: — No; non rispose nulla, Aw. Brezzi: — Nell'istruttoria l'Imputata ha parlato diversamente. Dica l'imputata da chi furono fatti i fagotti con la refurtiva prima della partenza per Corleone. imputata: — lo non ho fatto nulla, io tal sentivo male. Avv. Brezzi: — E a Corleone non vedeste nulla 7 s Imputata :' — Feci un viaggio faticosissimo, anche perdio ero incinta. Perciò non potei vedere nulla. Avv. Brezzi: — Vi spiegò vostro marito la causa di un 6imile disastroso viaggio a Corleone, che doveva riuscirvi tanto più penoso in quanto ohe eravate incinta? Imputato : — Non mi disse nulla'. Avv. Brezzi: — In istruttoria voi diceste un cumulo di menzogne ; diceste perfino che vostra madre era in casa vejstra il giorno del delitto... Imputata: — In questura mi dicovano che in casa nostra era stato ucciso il Sereno. Avv. Brezzi: — E la 6toria della malattia di vostro padre ? Presidente: — Questo l'imputata lo esclude adesso. Essa dico che andò a Corleone por sottrarre i gioielli ad un eventuale pignoramento. Avv. Conterno, di P. C.r — E perchè, voi incinta, andaste a Corleone. visto che i gioielli avrebbe dovuto portarli solo vostro marito? Imputata: — Andavo per vedere mia madre. Aw. Contcrno: — Si domandi all'Imputata se nell'automobile c'erano paste e dei liquori. Impulsili: — No, non c'era nulla. Avv. Gonterno: — Proprio nulla? Chiedo sia messa a verbale la risposta. Da' quanto tempo l'imputata non vedeva sua madre? Imputata: — Da un anno. Aw. Contorno: — Diremo poi II motivo di questa domanda. Presidente: — Voi avete detto che il Ventimiglia non venne a teatro con voi la sera dopo il delitto. Eppure tale circostanza l'hanno ammessa tonto il Ventimiglia che vostro marito. L'imputato, che in udienza ha negato una quantità di circostanze ammesso da lei e dagli altri nel periodo d'istruttoria, ora non sa piti cosa rispondere. Difesa: — Sa l'imputata se sua cognata sia tubercolotica? Imputata, pronta: Ha" un principio di tubercolosi. Gli avvocati della P. C. ridono ironicamente. Un avvocato di Difesa scatta gridando: — Noi vi proveremo elio sono tutti tubercolotici. . La P. C. : — Noi vi proveremo che sono rutti colpevoli dell'assassinio. Bugie ed impassibilità L'interrogatorio è cosi esaurito e l'Imputata e rimandata nella gabbia. Nel suo racconto e durante le contestazioni eWa ò andar ta accalorandosi Ha risposto sempre ferma, risoluta, ancho quando in istruttoria aveva detto il contrario. C'è in questi due coniugi una imperturbabilità singolare: còlti m flagrante menzogna, la donna ò rimasto impassibile. In un momento solo essa si ò animata: quando ha dovuto spiegare lo vicende del suo matrimonio. — I vostri genitori non volevano o lui vi ha rubata! _. In ha ricordato il Presidente. . —.Si, -- ha risposto l'imputata, — ma contro_ .il mio volerei E «egli occhi uori dell'imputata o nel suo v!«? ovale di acaba c'ò stato corno uno sfavillio. La lettura dei verbali di istruttoria di Arcangeia Orlando, fa notare che essa, per syiaro il sospetto dell'Autorità giudiziaria, uisso che la domenica, uscendo di casa con la cognata, lasciò dentro casa la madre. Invece questo circostanza e risultata infondata. Altrimenti anche la madre dell'Arcangela sarebbe stata complice dell'assassinio. La donna, per dare parvenza di vero a questa bugia, si servi i. un tessuto di altre bugie minori, allo scopo di spiegare la presenza della vecchia Orlando, fa quale sarebbe giunta a Palermo in automobile col Delio Domenlco- Nell'odierno interrogatorio, la moglie del Velia ha detto: « Mio marito non ebbo a parlarmi, nè il sabato, nè la domenica di impegni che aveva •. E l'imputata ha raccontato i particolari dell'ambiente dove fu consumato il delitto: « Il tavolo che è nella stanza della vendita dogli oggetti d'oro e d'argento fu pulito, anzi fu tolta la tela cho lo copriva giorni addietro e non ricordo se il sabato o qualoho giorno prima ». In udienza l'imputala ha ammesso il particolare ili avere riscontralo cui pavimento macchie di sangue, mucchio che il marito. disse ohe provenivano dà una operazione ca-; sallnga di odontojatria. Ella sospettò che vi • ifosse di mezzo la donna. Cerchez lajemmc..., eLa sorella dell'assassino Si chiama ora al pretorio l'altra imputata, Giuseppina Velia, di 32 anni, da corleone, so. rolla dell'assassino, veste un mantello color ; nocciola e dimostra meno anni di quelli eh' effettivamente ha. Ha un visino grazioso c : ben colorito. La difesa sosterrà che la Velia ; ò tutercolotica; ma alla apparenza non som- ; bra. Terribile malattia quella della tuberco losi, la quale si vuol far passare come un i alibi al iremeniio delitto e che può essere | diagnosticata perfino dagli avvocati a lume di codice... Anche questo imputata parla dapprima a voce bassa, ma poi va gradatamente alzando il tono della voce. La donna racconta come trascorse la vigilia della tragica giornata. Dice che da 15 giorni si trovava in casa del fratello Pietro. Questi usci di casa verso le 11,30 per andare a fare la 6pesa e ritornò subito dopo. Verso le 13,80 fecero colazione insieme e poi Pietro Velia usci. Durante l'assenza del fratello venne in casa il rag. Sereno che sedette con lei e si intrattenne a parlare. Quindi dieso di dover uscire perche aveva un appuntamento. Prima che andasse via la cognata (secondo quanto ha detto in istruttoria Giuseppina Velia) gli disse clic avrebbe dovuto tornare con la valigia-cam- 'd'iiidqdidnpionario per concludere un affare con suo j fratello Pietro. Questa circostanza, impor- ' tantissima ai fini dell'accusa, viene nell'u- dienza odierna smentita dailla Giuseppina, Es6a è 6tata ancho negata dalla cognata Ar- ; cangcia. L'imputata poi prosegue: I : — Il Sereno disse cho andava fuon. ma : che sarebbe tornato quasi subito dopo essere andato a prendere la valigia-campionario che aveva lasciato dal padre del veiia_woi rawertimmo ohe avremmo MWJJInvece il Sereno non ritornò e allora, io e mia cognata, uscimmo per andar a_ytóiiaro | la famiglia lacchi, dove era nata una bambina. Anche mio fratello se ne andò per 1 ; fatti 6U0i. Verso le 18 venne a prenderci 1" i casa della famiglia lacchi. Lo < champagne » prima del defitto ..„„,„ a..„ I L'imputata a domanda del pres dento aicc ] che il fratello si trovò in casa nella giornata ■ ». » « Al _ _ _ ~ 1 1 >1. : „ „ V, ì -ni 1 I n I » i-t di sabato col Lamantia e col Chirchirillo. Dovettero dolio champagne e mangiarono qualche pasta'. Como i; noto 6l tratta di una specie di champagne d'onore cho precedette il delitto. L'Imputato Velia, come si ricorderà, ha tentato di spiegare questo episodio dello bottiglie, affermando che esse furono giuocatc a carte, ma con lo bottiglie si gmo-1 cò anche la vita del povero rag. Sereno, j Presidente all'imputata: — Voi conosce- i vate <1 Chirchirillo e il Lamantia? I Imputata • Poco | Presidente- — Da quanto tempo notaste la i loro presenza in casa vostra? I Imputata : — Li vidi una sola volta, il giorno' prima del delitto. Presidente: — Eppure essi bazzicavano in casa vostra da qualche mese... Voi abitavate per lunghi intervalli con vostro fratello; avre- | , !»™^,,, _ Coine pensaste di andare * tir. ulcHa olla nuornur'L «ifmorn. J.HVhtT %^f^JSS^^fS^W^- i ij,„ „„)i;,ii ,i,1viitn m-nnacprli " TmmtoS• ' — Ko li^S aolo fl. irtorno i I * ' BIorno ! . tecipazione della nascita della bambina ffitato?:-No^ "sereno? | Presidente: — Quando usciste, chi rimase j inT,?™?lL» ■ »rs„ «-sioTiA ! Imptitata: — Mio fratello. j i Presidente: Non vi sembrano troppo tre ore per una visita ad una puerpera? Imputata: — Era una amica "di mia cognata. Io andavo per la prima volta a trovarla. Presidente: — Quando vostro fratello venne a prendervi, notaste che fosse agitato così come fu notato dalla signora a cui fa> ceste visita? Imputata: — Non notai nullS. Presidiente :' — Aiutaste vostro fratello a lavaae le macchie di sangue? Imputato, : : — Io no; non rotato!. Presidente:' — Il fumo ohe fu notato nel vostro appartamento da quale causa era prodotto? Che cosa bruci aste in casa vostra? Imputata: — Della legna per abbrustolire il caffè. Presidente":"" — Ma vi era il gas... Imputata: — IH gas quel giorno ere troppo povero... ■> Presidente:' — A' che piano abitate? Imputata: — Al primo piamo. PreeLdjjnte: — Al primo piano il gas è abbnsi,anza intenso. L'imputata nega anche che 11 Ventimiglia 6ia stato con loro a teatro; ina il presidente corrumemta : — E' inutile nega.re che siete stata iti teatro in questa conipagamia: lo lianno confermato il VemtimiigiMa e vostro fratello. E' vero che Ha sena precedente rostiro fratello. C.hlchirillo ed di LamaraMa bevettero deJlo champagne ? Imputato? — SI: questo è vero. Presidente:' — Non vi fece impressione questa baldoria? Imputato: — Noi Credtovo ohe trattassero cose di commercio. La (ita a Corleone Presiidonte :' — Come spiegato il vostro contegno appena interrogato? Voi «i'ic-este dello bugio. Allora ammetteste dello cose, che oggi avete negato. Lu ragazza tace. Presidente: — Parche negaste di esservi recato a CorieomaT Imputata: — lo non credevo si trattasse dt un assassinio. Aw. Campo delta P. C: — Domenica era sorferenite ? .imputata: — io soffrivo d'anemia. Avv. Campo: — Da uno dei vostri interrogatomi risulta, che alle 16 voi eravate ancora a letto, segno che voi eravate ammalata. Perche, se eravate indisposto, andaste a rorleone e faceste un viaggio così disagiato? Imputato: — Per non rimanere sola in casa. Avv. Campo':l. — Perchè piuttosto llnuputato non andò a tìwrairo da/i suoi genitori che abitavano a Palermo? Imputata: — lo andai a Corleone per far compagnia a mia cognata. Aw. Campo: — Nel giorno di domenica chi di voi due ebbe l'idea di mettere in azione il grammofono? Imputato: — v"Tu lo stesso rag. Sereno. On. Brezzi: — In quale circostanza il rag. Sereno vi regalò il rubino? Imputata: — Quel giorno 6tesso {grande un pressione). On..Brezzi: — Sapete 6e in ooonslone delle nozze il rag. Sereno regalò tm solitario a vostra cognata? Imputata: — Non so! On. Brezzi: — Che urgenza avevate, dat momento che sapevate cho sarebbe ritornato il rag. Sereno, di recarvi a far visita alla famiglia amica? In sostanza, per quale motivo volevate uscire e volevate lasciare il Sereno solo con vostro fratello? Imputata: — Noi lo aspettammo 10 minuti, mentre il Sereno disse che sarebbe tornato dopo cinque minuti. On. Brezzi : — Quando sapeste del fatto della cambiale che scadeva? Imputata: — Andando a Corleone. Aw. Contorno^ — uscendo di casa eravate solita chiudere le imposto? Imputata: — No.r Conterno: — VI accorgeste allora òhe quel giorno lo imposte erano chiuse ed era accesa la luce elettrica? Imputata: — No. Parte Civile: — perchè l'imputata non suggerì al fratello di nascondere i gioielli, che aveva timore fossero sequestrati, in casa del padre anziché portarli a Corleone? Imputata: — Perchè la casa di mio padre era troppo vicina. « Ha il cuore bucato » Difesa:" — Diteci .qualcosa circa la salutedi Pietro Velia, ; Imputata : • iti Maritò), , Avv. Itoimondi di P. C. : estirpato il cuore! Avv. Lidonni della Difesa. Ha il cuore bucato {.scoppio CU avranno ; : ; ; i | - Questa parte 'Ji beccamorto voi la lasciate a noi. Avv. immuni di P. C. : — Ben altri sono ; beccamorti... Difesa: — Vi è persona di vostra famiglia die sia morta di tubercolosi? Imputata: — Un mio fratello di 19 anni. Presidente: — commise nessun delitto 'inorilo vostro fratello morto? Imputata: — No. Si dà ora lettura 'degli interrogatori resi in istruttoria. Da questi risultano molte coniraddizioni e molte bugie. La sera di sabato i'.ì gennaio in casa Velia convennero a bere dello «champagne» i sicari dei Sereno, ma qutsia circostanza, confermata oggi in udienza, venne dall'imputato, negata nel suo interrogatorio reso in istruttoria. L'aw. Itao oresento. il congedo militare do! Ventimiglia, da cui risulta che costui nel 1011 fu riformato per epilessia dall'Ospedale Principale Militare di Torino. l'arie Civile — Vedremo poi anche 11 suo certificato penale. Il padre ed il fratello del trucidato Sono contumaci i due imputati Francesco Orlando e sua moglie Filomona, suoceri di j Pietro Velia. Viene ora chiamata la parte le ' sa, cioè il signor Carlo Sereno, padre dei l'assassinato. Nella sala si fa un profondo silenzio. ; n Sereno si presenta accasciato. E' vestito I a lutto e dice poche parole: : ... ^ m-w povsxo Oreste parti il 52 gennaio ()a Alessandria. Non l'ho più visto. Aveva con sè trc valigie, delle quali una contene va (lel|a buuumeria ; le altre duo contenevano il campionario. Le ultime notìzie sue ci venner0 da Pfilerra() ana vigilia della sua | ecompaTsa cnn una cartolina indirizzata al¬ ; i la madre, nella quale mandava i suoi cari saluti. L'ultimo addio di quel giovano laborioso e buono fu per la mamma sua. Poche oio dopo il suo corpo veniva straziato. Viene interrogalo ora Ettore Varona, sodo I del rag. Sereno nel commercio dei gioielli ] feu ra°cconta. ■ »*»u ™"-<«»*. bnuplcvrgsi — Spedii a Palermo per conto del Sereno in una scatoletta, l'anello con rubino desti nato in regalo alla Giuseppina Velia, l'ini- j Mutata odierna Tale anello, par una fatalo coincidenza, giunse alla ragazza alla vigilia : dell'assassinio del Sereno. 1 Presidente: — Quali istruzioni aveva dato la sua ditta noi riguardi di Pietro Velia? Testa: — Di non accordare al Velia alcun fido. Avv.. Contorno: — Andando a visitare i clienti portavate il campionario? Testo: — Si, nella speranza di essere pagati, oppure per invogliare a saldare il vecchio conto e aprirne uno nuovo. Aw. Contorno.: — E' 6tato lei risarcito del danaro dal Velia? Testo: — Purtroppo, no! Il Varona viene licenziato e viene chiamato il fratello dell'estinto, Primo Sereno. Egli dice: — Mio fratello era" un giovane buono, laborioso, non dedito nè al vino nè al giuoco nò ad altri vizi. A 24 anni si era già fatto una posizione. Il Sereno, a domanda, dice che il fratello portava di consueto una spilla alla cravatta, l'anello e l'orologio d'oro. Questi oggetti, tra cui l'anello ancora insanguinato, vennero trovati nel bottino di Pietro Velia. Il padre del rag. Sereno piango ed anche gli altri famigliari sono commossi, Passa nell'aula un fremito di dolore. «Si fidava della gente» SI passa ora allo deposizioni testimoniali. Il primo toste chiamato alla pedana è Sante Formoso, gioielliere di Palermo. Ebbe la visita del Sereno il gennaio, cioè il sabato. Dice che il Sereno era tranquillo e gli esternò il proposito di recarsi dal Velia padre o poi dal figlio. Seguo il teste Giuseppe Formoso, fratello del teste precedente. Egli vido il Sereno verso mezzogiorno di domenica"24. Il Sereno gli disse: « Dovrei recarmi a Corleone, ma rimarrò a Palermo per oggi ». Da quel momento egli non lo vide più. P. C: — Il Velia lo vide? Teste:' — Si; venne nel mio negozio per fare degli acquisti ; ma non volli dargli mento perchè Pietro Velia non era ben quotato sulla piazza. 11 teste aggiunge cho fi Velia si presentò da lui accompagnalo da uno sconosciuto che portava un berretto. Presidente: — Chi era costui? Teste: — Non soI P. C: — Domandiamolo al Velia. Velia: — Era il Ventimiglia! (impressione). • P. C: — Ventimiglia 1 A domanda del presidente il teste conclude : — Il Sereno era un buonissimo giovane, sincero, alla mano, generoso. Si fidava della gente. P. Ci:' — Purtroppo si fidava: si fidò anche del Velia che gli ha fatto pagare ben cara la sua fiducia. E con questa battuta l'udienza è tolta e rinviata a domani. La solita folla numerosissima attende l'uscita dei giudicabili, che insegue con un coro di frizzi, urla ed imprecazioni. ERCOLE MOCCI. LMstdCgad•pdUnssrl'ddmldpcvpzCSifddcdmcRelndss1fgrcvmmincrfhzeTtosecsci