Le straordinarie gesta di un gabbamondo nel paese di messer Giovanni Boccaccio

Le straordinarie gesta di un gabbamondo nel paese di messer Giovanni Boccaccio Le straordinarie gesta di un gabbamondo nel paese di messer Giovanni Boccaccio Firenze, 29, riotte. JS'el numero del 21 agosto 1925 nella rubrica " h ali a Pone », la Stampa dava notizia della condanna inflitta a tale Ugo Morenl, d: uni i :>.:., nato a Camerino e dimorante à rotino, in via Celimi, 30, imputato di falso e nonno ili decorazioni. 11 Morenl era intatti comparso per la terza volta in meno di due nini:, dinanzi al giudici ed era staio condannato alla pena di iti giorni di detenzione dia il l'ribunnlc accordandogli l'attenuante della semi-infermità di mente, gli infliggeva in;- abuso di decorazióni e pur falso. Dal processo era emerso che il Moreno era riuscii.) a spacciarsi qua e là. combinando una vasta scile di imorogll, per decorato di medaglia d'oro. Scornala la condanna nel carcero di Torino, nulla più si seppe di lui. Le gesta a CerlcStìo Scnoncliù - ggl il Moreno torna alla ribalta della cronaca per una serie di strabilianti avventuro che Jo portano di colpo al rango i imbroglioni di classe. Ecco quanto pub- deg bli'a. a questo proposito la S'tzioìte. « Cerialdo, l.i cittadina toscana dio diede I natali a inesser Giovanni Boccaccio, è sta- érnhh-i^Snrtn «?iì? 8<^}'u 'a 'Iu'':,!':' singolare B.U...ii1io do e lo. spetLicido protrailo «mr,"r..,',a l! i .-'.r ,?' p , "'verosimili e no ->/•,.-, Jna ', }a spaimo- iir i Si ,i0i V.~.f' aior?nP ,a,rece negli ul- i.iMi mesi .lei u,.,. Arrivò solo inda citia- orna Toscana e si reo, a. trovare ì parenti ai ' on.) Miiia liazzani, di 2:1 anni, ohe una cini uncina di anni prima aveva lasciato Cer- tauio insieme al padre per recarsi ad abita- le a lormo o che, a. seconda delio sue di- eni--.razioni, era divenuta sua moglie. I pa- vii ti Ar rl01,n.a' e.rano Cfcr,u Cappelli e Nerl II Moreno si recò presso la famiglia di Dante Cappelli, custode del masello corni:- naie, e si installò nell'abitazione preannun- clauuo che si sarebbe trattenuto soltanto pn- chi giorni. Durante la sua permanenza, celi fece vita' abbastanza ritirata. Tuttavia s seppe elio l'ospite era valorosissimo decora! £,„"l medaglia d'oro e grande invalido di guerra. Egli infatti si era preso premura di far nota al parenti e a poche persone di co- io; oza questa sua quelita, esibendo un ritaglio di un giornale genovese in data IT novembre a dove si vedeva il suo bel ritratto colla scritta: « I nostri puri eroi ■■<■ II trafiletto sotto il cliché descriveva le se- sta di leggendario eroe del comandante di marina Ugo Morem, che por atti di grande Cèrtaldò per ristabilirsi da una gr»ve m'a-tvalore si era meritalo la medaglia d'oro. La noiizia fu presto diffusa e si pensò che era doveroso tributare all'eroico soldato qua!. c|ie attestazione di omaggio, ma prima che ciò potesse avvenire il Morenl lasciava Certaldo. non senza annunciare che sarebbe ritornato. 0 ori o esrieho E ritornò difatti. Ritornò precisamenfe sul finire dell'agosto 1925. Non era solo. Eo accompagnava la sua gentile metà. Questa volta il comandante di marina apparve assai meno riservato. Disse di essere venuto a lattiti. .Si installò nella casa'dei parenti del-,la moglie e incominciò a fare delle lolazioni collo, persone più in vista del paese. Era naturale che molto si parlasse della presenza do! valoroso mutilato in Certaldo. Per onorare l'eroismo al Moreni fu offerta, poco dopo il suo arrivo, la tessera fascista ad honorem. Foi lo si nominò, comandante onorario della « Disperata » ed infine presidente onorario dei combattenti. Il Moreni •parve lusingatissimo di questi attestiti di riconoscenza e non nascose che avrebbe po- ltuto ben ricambiare le cortesie che gli erano jslat-j usale, giacche vantava larghissime re-;lezioni specialmente a Doma. Tutte le per- sonatila più in vista. negli, ambienti..govsr--.!nativi erano legate alni da particolare ano- ;cizia. Richiedere un favore a suo mozzo, sol.-. [lecitare il disbrigo di -una pratica era assi-;curarsi un immancabile successo. Naturai- mente le simpatie verso la « medaglia d'oro » accrebbero ben presto e non vi era chi in cilia non si ritenesse altamente- onorato di ! noterlo avvicinare. Ora il comandante Mo- j roni non appariva solo eroe, ma anche co- nie una oscura quanto -potente figura poli- ssPre ! lina. Una definizione precisa del suo e una ó>tt*npinn?tone d^l" suo funzioni fa*te in parole che potessero attecchire in tutti i cervelli, egli non la diede nini. Ma aveva premura di spiegare elio non notova darla porche era vincolato da un giuramento. IT.ia fantastica a-difetta dipi matisa Una volta, a dire il vero — seguita la i\'a: zlone — una confessione più precisa gli bcappò : — Sono la staffettà segreta di Mussolini... E non aggiunse altro. In altra occasiono poi confesso che viaggiare, per lui, era una noia mortale, ma che era ..-•* ■ :'o a! un continuo andirivieni i-er lo 'iuj'.-'.i di funzionalo ili collegamento fra -x prof" ra di Torino ed il \ uuihdle. ,N n tatti cuatàuii potevano essere mandati i do-1 posta | i Roma od aliava, quanao ve n'erano di na-i tura delicata, li affidavano a lui che doveva consegnarli personalmente a Mussolini. | Quante volte aveva veduto in ansia il Duce per un ritardo anche di mezz'ora! E aggiungeva: — Se Mussolini non mi vede almeno un paio di volte la settimana non può staro! Intanto, come è naturale, gli incarichi cominciarono a fioccare. E la « medaglia d'oro » non ne rifiutava alcuno, chi aveva una pratica da sbrigare a Roma, chi voleva servirsi di lui per una raccomandazione, altro non doveva fare che profittarne. Egli era così costretto a recarsi spesso alla Capitale. Anche la signora Moreni era temila in alta considerazione ed era ricevuta nello migliori famiglie del paese. Essa vantava di cono- i 6cere a Torino tutta l'« élite », specialmente ] del mondo letterario. Annic Vivami ora una sua carissima umica personale; la chiamava a sua « cocca ». Intanto ti comandante Moreni dava prova di una grande attività. Si aveva bisogno di un milione per editici scoastici: avrebbe pensato lui. C'era chi doveva ottenere il trasloco'di un funzionario u di un impiegato: nessuno meglio del Moreni era in condizione di rapidamente soddisfare a richiesta. Del resto le frequenti gite a Doma non costavano gran che. Il Moreni era riuscito ad ottenere dal maresciallo dei carabinieri gli scontrini gratuiti elio spettano di diritto alle- « medaglie d'oro ». Non aveva pouto esibire i documenti regolari, chS non aveva avuto la cura di portarli seco da Torino: ma ormai la fiducia era completa. D'altronde non poche persone che lo avevano acconioagnato a Roma potevano testimoniare d'olio accoglienze che egli riceveva ai veri Ministeri. 1 viaggi alla Capitale si moltiplicarono e si moltiplicarono i favori richiesti «1 comandante Moreni. Naturalmente, poiché egli era cosi propenso ad accontentare tutti coloro che a lui si rivolgevano, non potevano manare i segni della riconoscenza e il comandante ne ebbe o di tangibili. Da alcune persone che si erano a lui rivolte ottenne, non a titolo di compenso s'intende, cl-olle somme di denaro che si guardò bene dal restituire. La leti ra aiploslfa Le cose procedevano su questo tono a Certaldo, ove ormai la posizione della ■ medaglia d'oro » era solidamente basata. Tutto procedeva dunque per il meglio per il comandante Moreni, quando a<l un trailo doveva purtroppo scoppiare la bomba. A Ceraldo vive la moglie dell'ispettore scolastico Pietro Canna, ie6idcnte a Carrara. Questa si-, (mora, insegnante a Certaldo, non desideravi! che di volerti ragghiata dal proprio marito, dal quale la tenevano lontana ragioni di impiego. -Saputo della condiscendenza del comandante Moreni pensò che col suo intervento non sarebbe stato difficile ottenere un provvedimento di trasloco per il marito Scrisse al Moreno e ottenne l'autorizzazione a far interest-are il Moreni della faccenda. Si dice, e non ò per anco accertato, dio anche dalla signora Canna il Moreni riuscisse a ottenere dei denari. Sta di fatto che egli 6i assunse il compito di ottenere il trasloco da Carrara «j. Cérlaldu e la pratica fu consegnata, secondo le asserzióni dell'audace gabbamondo, ai competente Ministero a Roma, «ienonc-ho il u-mpo trascorre, ia una, inutile m aspettativa. In data li aprilo il cognato del Canna, signor Nello della Gamba, riceveva una lettera dio doveva portare la rivoluzione nel paese. Li lettera spedila dall'ispettore scolastico oto del seguente tenore : « Per la moralità e per il decoro del nostro Partito o del nome glorioso del nostro Esercito pregoti proporre al direttorio del fascio l'espulsione della falsa « medaglia d'oro » Ugo Morenl. Volevo venire costi per smascherare dlrettamerile questa figura che ha truffato la buona fede vostra e di tnntt altri. Li Stampa del i luglio 1925 e del 21 agosto stesso anno rileva che questo malfattore non solo non è insignito della medaglia d'oro, ma 6 sitilo condannato dal tribunale di Torino ad 1 mese e 15 giorni di prigione, scontali por abuso di decorazione falsa. Imitilo dire clic assumo la più completa e formale responsabili là di ciò clic dico e con ciò che ti scrivo intendo fare precisa denuncia sia all'autorit<"i giudiziaria die all'autorità fascista. Ilo con me documenti e prove ohe non temono smentita. Sono sempre a disposizione del direttorio ». E cominciarono allora le dolenti note. La signora Canna informò immediatamente sii',"clio^à.""(la"nualcl'ie''teiTip" aveva comin-ciato a nutrire dei dubbi sull'attività svolta r|nl!a presunta «medaglia d'oro», non taT- ,,,, u„ |stahte a gettare l'allarme, e della jp|iora giunta fu informato anche il mare- sciallo dei carabtoieri. Naturalmente avven- me (ra ]e pp.sone più in vista del paese un lungo scambio di idee. Si stentava a crederò ohe 11 paese fosso stato por mesi e mesi vitti- ma di un cosi audace e sfrontato imbroglione, Tuttavia sembrava necessario doversi ar- rendere all'evidenza. Pra-esta contro la "«tarnna „ «ro-esw contro w »iampi„ comandante Morem fu chiamato al redde rattonm; 11 contenuto della lettera venne a I111 contestato e non e. a dirsi lo scatto di indignazione dell'accusato. Egli sostenne ".«Pi-rima imprudentemente che si trattava ^rovèiiin r$^ihiS^^^%^M^^ * '"r^ 'bJ1<1"'lll)' Iuuavianou 81 _ iS^dMo SSertSì Ne*, ò vftTn nipnio „„ diSfja&fl2^&i>n«? Al tSS «Sh» gnato cm molio^lore te d^oralto^ ch« j^t-DWllaaS netto decoraz.one die j.m 1" suo d róso'non ottennero molto, suo cesso. Egli fut^ maresciallo dei carabinieri ad inviare tele- grammi al Ministero della Marina ridile- dendo informazioni ed abbandonò la caser- mn dopo aver dichiarato elio avrebbe ricon- segnato la tessera del fascio e il distintivo incastonato d'oro che gli erri stato of'ert» il giorno in cui era entrato a fnr parto del Partito. Intanto inrorm.azioni venivano a:;- clic richieste alla Segreteria delle medaglie d oro in noma. si provvide pure a doniaridare il certifica- to penale del Morenl. Ouestì che si diceva cer-t-issinio del fatto suo non si stancò di eie- vare le più vive proteste per le accuse mos- segli s lasciò Certuldo per recami ad Empoli a dare querela pei- calunnie contro ignoti. "°P credeva di profittare, per questa sua . azione legalo, de! nome del signor Canna, spontaneamente si era offerto di sopportare lo conseguenze della sua lettera. . II Moreni si recò infatti ad Empoli e tornò baldanzoso e fiero a Certaldo. Aveva dato querela non 60lo, ma aveva anche depositato presso quella tenenza dei carabinieri tutu i documenti che non aveva voluto mostrare a Certaldo. I 6UOi accusatori sarebbero rimasti completamente confusi. La notizia fu ima doccia fredda per coloro che si erano«sohicrati contro di lui; ma bastò un colpo di telefono per apprendere che il Moreni ave- va bensì presentato querela]" ma "nessun"dó r.umonto era stato depositato, Solo una trac eia del suo passaggio da Empoli era rimasta presso un ufficio" legale. La presunta «'me duglia d'orò» si era dimenticato^ more soMio; di pagare la carta bollata. Oli- accusatori si ■ fornirono nuovamente forti. Là' barca del Moreni ormai faceva acqua da tutte le parti. Coloro che prano ricorsi a lui ottenen do molto promesse ma nessun risultato con creto (ed erano una legione), non si stan carono d: diffondere le accuse contro il « co mandante ». Fu casi che questi, 68*010 matUna alle ore 7,L in compagnia della mo- glie, credette opportuno abbandonare C . Certaldo dopo aver detto che si recava a l'orino per picndere 1 documenti atti a dimostrare la sua identità, e poi a Boma per ottenere la giusta soddtfazione. f. parti con uno dèi soliti scontrini. Si è salpino die egli si recò a Torino dove depositò la sua pretesa moglie. Da Torino si portò a Genova, pagando però questa volta regolarmente 11 biglietto. Iividentemente non riteneva prudente avvicinarsi troppa a quelle autorità di P. S. che potevano ancora serbare qualche ricordo della i=ua fisionomia. A Genova nuove richieste di scontrini presso una caserma di carabinieri, (la G-nova, quindi, a Roma. A Cor'"!do 1-rrt-into, poche ore dopo la partenza della 'alsa «medaglia d'oro», comindavano a giungere gli atiesi documenti: un telegramma della segreteria dell'Associazione Medàglie d'Oro smentiva che un Ugo Moreni fosse mai stato insignito dell'altissima decorazione. 11 certificato penale porta tracce di numerose condanne ne.r truffe, falsi e porto d'arme abusivo. Tutte le personalità delle quali il Moreni Si dichiarava amico, interrogato, avevano affermato di non conoscerlo. Soltanto da Roma giungeva martedì un telegramma a firma « comandante Dentice » così concepito: « Questo Ministero conferma che capitano marittimo Moretti Ugo di Camerino, volontario ili guerra, e decorato di medaglia d'oro erroneamente conferitagli alla memoria ». Cosi, senza nessun segno che dimostrasse trattarsi di un telegramma ufficiose. Evidentemente il Moreni erti giunto a Roma. Che (.q,^ mancava infatti per accorgersi che non patera essere che egli ad averlo spedito? Un ùltimo sogno di vita dell'audace gabbamon do si 6 avuto proprio oggi. Un telegramma firmato da lui stesso annunzia die ha ottenuto la meritata soddlsfaz'ome e che farà presto ritomo a Certaldo. E' probabile però ohe finisca col convincersi che la cosa non gli converrà tropivi. Non 6 a dirsi le accoglienze che il paese gli prepara.- ».