I nuovi bilanci: l'entrata

I nuovi bilanci: l'entrata I nuovi bilanci: l'entrata Ita spesa effettiva di. 17 miliardi c 934 aritioT», prevista .per l'esercizio 1VI26-27 è fKmteggiata nel bilancio pr.asBnin.to dall'on. Volpi, e nelle sue recenti note di variazione, con lina previsione di entrate effettivo — e cioè ordinarlo e straordinarie — di 18 miliardi o 290 milioni, con un conseguente avanzo di 365 milioni. Tale previsione .supera crucila dell'esercizio 19211925 dii 1 miliardo e 656 milioni e quella dell'esercizio 1925-2fi di 1 miliardo c 535 milioni. Essa ò però .inferiore al consuntivo del 1924-25 di 2 miliardi e 140 milioni, ed è anclic inferiore, ©e pure di molto meno, a quello olle sarà l'accertamento definitivo delle entrate per l'esercizio mi corno, e che rin base ai risultati dei primi nove mesi, può prevedersi in circa 19 miliardi. IJ notevole .aumento così apportato alle previsioni delle entrate, toglie indubbia.rnent.fi elasticità al nuovo bilancio, in quanto le eventuali eccedenze di spese sui preventivi troveranno minori contropartite compensative nei superi delle entrate sulle previsioni. 11 nuovo bilancio *i presenta iiM=onima alquanto smagrito nello sue riserve per ogni sopravvenienza ili maggiori spese. 11 ohe non vuol dire olir il raggiunto par/aggio non sarà, mantenuto, ma invece .solamente clic per non comprometterlo occorrerà necessariamente che le spese siano mantenute nei limiti delle previsioni, in quanto manca il margine per fronteggiarne ecoedenze di qualche rilievo. L'entrata effettiva si ripartisce in grande massima, fra le maggiori categorie del bilancio nelle cifre seguènti: Redditi patrimoniali milioni Imposte dirette » Tasse sugi! affari » 3.328 Imposte indiretto » 2.903 Privative, chinino e lotto • 3.836 lontrato diverso « 1.775 Entrato minori, rimborsi ecc. » 739 lint.ra.te straordinarie » 272 Nel redditi patrimoniali dello Stalo salutiamo con compiacimento i frutti del risanamento finanziario del bilancio-ferroviario, trovando stanziati ben 262 milioni e mezzo per prodotto netto dell'esercizio ferror?iario, ai quali devono anche aggiungersi 110 milioni di importo di tasse sul traffico ferroviario. Però, mentre questi profitti si devolvono al bilancio generale, come entrata ordinaria, le spése «traordirmtàr. per ara pianti e dotazioni ferroviarie, che furono alquanto trascurate negli ultimi anni, si fronteggiano invece coll'acoensione di un debito di 437 milioni, ed altro di 190 milioni si accende per la elettri'fìcazione, fe.rr ovla.rla. La previsione del gettito complessivo delle quattro grandi categorie di entrate tributarie in 15 .miliardi e 158 milioni è g.iustidicata dai risultati dei primi tre trimestri del corrente esercizio, ammontanti, all'infuori delle quote di cambio sui dazi doganali, ad 11 miliardi e 90Ò milioni, senza però grande margine, mentre l'andamento del gettito di qualche tributo rivela una certa, stanchezza ed è innegabile la saturazione raggiunta dalla pressione tributarla. Certaniente, nei campo delle imposte dirette, la ricchezza mobile prosegue nel suo sicuro e vasto incremento, e l'imposta pa m5qqzdccscrstbptj351 5 101 i trimoiiiialo snipererà la previsione fattasene per il 26-27 in 900 milioni. Questo tributo ; straordinario ha ancora dinnanzi a sò qualche anno opimo, specialmente per i riscatti; ina. 10 persisto nel pensiero, in altra sede espresso, clic sarebbe opportuno e conformo alla, natura e ai fini di questa imposta, diretta, a fronteggiare lo esigenze straordina.rie di questi anni e le passività ereditato dalla guerra, raffrettarne la liquidazione. Ciò potrebbe farsi con provvedimenti semplici e nemmeno onerosi per i contribuenti, quale ad esempio, la obbligatorietà del riscatto nel raso di successioni, che oggi godono anche in grandissima parte della esenzione da ogni tassa. L'imposta complementare trova gravi difficoltà di primo impianto ed esigerà probabilmente, qualche revisione legislativa. Le risorse residuali dei tributi di guerra — sopraprofitti ed aumenti patrimoniali — hanno una previsione di 300 milioni, che è forse ottimista, ove valga tuttora la norma che le riscossioni per lo rateazioni dello partito già definite nei passati esercizi, non giovino ulta competenza, ma solo alla cassa. J proventi dello imposto sugli affari 0 (stillo scambia della ricchezza, nel corrente esercizio giustificano l'aumento apportato nelle relative previsioni per il 1926-27 in 433 milioni, semjivo che maluminiente non perdurino e tanto meno si accentuino taluni r.egni, qui ed altrove stati rilevati, di difficoltà economiche, rivelatesi nella contrazione delle esportazioni ed in una diminuita, capacità di acquisto all'interno. Si conférma in questa categoria di tributi il pieno successo liscale della tassa di bollo sugli scambi, che si avvia verso il miliardo di gettilo, venendo a rappresentare così una delle colonne iIpI nostro bilancio. Questo ben dovuto omaggio i-pso alla creatura prediletta dell'oli. De Stefani ci permetterà di conformare che la soppressione della tassa di successione, «li cui l'egregio uomo tanto si onora, non ha a nostro avviso altra giustificazione che quella contingente e pratica della contemporaneità della imposta patrimoniale. La, tassa di successione è anch'essa indubbiamente, ed anzi più spiccatamente, una imposta sul capitalo, col vantaggio elio viene riscossa nel momento più favorevole, e cioè in quello dell'arricchimento del contribuente. La più rapida liquidazione dell' imposta patrimoniale; nessuna sua continuazione o trasformazione o reinca.nia/.iono nè diretta nè indiretta; il ripristino della tassa di successione sulla baso di tenui aliquote e di larghi minimi di esenzione: ecco una ricetta che l'on. De Stefani non firmerebbe se non in parte. 1/e imposte sui consumi rappresentano le dolenti note del nostro bilancio. Un miliardo e 150 milioni di provento della tassa di fabbricazione sullo zucchero ed il ripristino del dazio sul grano in L. 7,50 oro al q.Ie sono tali balzelli che qualitativamente e quantitativamente impressionano vivamente. Il provento del dazio sul grano, è previsto in 67 milioni e mezzo di lire oro, sulla base di una importazione di 9 milioni di quintali. Ma tale previsione è manifestamente inferiore al vero, perchè l'importazione di frumento nei primi sette mesi di questo anno granario, che pure fruisco del copiosissimo raccolto del 1925, senza precedenti, o che sarebbe grande vittoria dalla «osidetfa battaglia sul grano potere consolida re come raccolto normale, dimostra che non sarà possibile ridurre il nostro fabbisogno annuo di grano estero a meno di 14-15 milioni di quintali. So infatti ut-i .mimi lr«? mesi de! corrente anno granario furono importati mjIu 1 milione e800 nula .«uàintuii di frumento,, nel .quadri- mostro, successivo ne furono importati ben 5 milioni .e 692 mila quintali, e su questa ba.se superiore ad un milione di quintali mensili si manterrà l'importazione net cinque mesi residui. Cosicché il dazio sul grano darà un gettito fiscale, al bilancio di circa mezzo miliardo dì lire cairta jtesando però sui consumatori per cifra di gran lunga maggiore. Il grano nella, prima metà di marzo p. p. costava in Francia 145 franchi al quintale ed ?.n Italia oltre 190 lire. Non intendiamo di risollevare qui la controversia sul dazio del grano,, e sui suoi effetti sulla produzione, poiché to questiono di tanta gravità è bene attendere con obbiettiva serenità i risultati degl'esperimento del suo ripristino. Solamente osserviamo che la vigorosa e provvida politica monetaria del conte Volpi si gioverebbe di un'azione parallela diretta al ribasso del costo della vitti, che varrebbe più di ogni altra misura ad attenuare, specie per i suoi riflessi sui salari, lo difficoltà che la stabilizzazione della moneta arreca, transitoriamente alla situazione economica ed industriale del paese, particolarmente nei riguardi della esportazione. La deflazione si av vantaggi a dei bassi prezzi, mentre il loro elevarsi la rende più penosa, ed ardua, facendo scarso il circolante e rincarando il credito. Jl caro vita, in quanto riduce la potenzialità d'acquisto delle ma.°se, è per se stesso una causa di crisi delle industrie, specialmente manifatturiere. li nuovo bilancio riduce poi le previsioni del gettito dell'imposta sulla fabbrieaziouc degli spiriti di 115 milioni e quella sul consumo del caffè di o0 rni lioni. Furono evidentemente superali in queste imposi zi onii quel limiti, oline i quali il consumo si contrac e l'imposta riduce la materia imponibile. Continua invece imperterrito l'incremento dei proventi del monopolio sui tabacchimi! i ardi e 0GO milioni accertati nel 1924-25; un maggior gettito di oltre 100 milioni nei primi nove mesi dell'esercizio 1925-26; una previsione di tre miliardi e 80 milioni per il 1926-27. I dilettanti di curiosità tributarle potrebbero osservare il singolare e costante parallelismo fra ciò che gli Italiani spendono per fumare e ciò che pagano per imposta di ricchezza mobile sugli intieri redditi mobiliari, e cioè dei crediti, dell'industria, delle professioni, del commercio, del lavoro anche agricolo, degli stipendi, delle pensioni, ecc. Nel 1912-13 i tabacchi diedero un gettito di 333 milioni e la Ricchezza mobile di 328. Net 1926-27 il gettito della R. M. è previsto in 3 miliardi e 100 milioni, c quello dei tabacchi in 3 miliardi c 80 milioni. Non sembra vero che per la ricchezza mobile debbano funzionare tanti uffici accertatori e tante Commissioni giudicatrici, quando l'imposta sul tabacco si riscuoto con cosi grande facilità. Non abbiamo trovato ancora, registrata nel progetto di bilancio 1926-27, nè sotto forma dii riduzione d'entrate, ne come spesa, la partecipazione -concessa al- Comuni sul gettito dei tabacchi, e quella data alle Provincie sui proventi della, tassa di scambio, ohe falcidiano coniplessivaimente le entrate dolio Stato per oltre 200 milioni. la variazione formerà forse oggetto di successiva noia, salvo che non si tratti di re- ^trazione sfuggita alla nostra attenzione ; a a a o Lo entrate diverse non danno occasione ad aliti rilievi ohe a quello di un aumento di 500 milioni portato nella provisione delle quote di cambio sui dazi doganali, elevata così ad 1 miliardo e 250 milioni, entrata questa che arreca uno scarso compiacimento, ma Hi cui il dazio sul grano assicura la certa realizzazione. «*# Chiuderemo queste ormai lunghe scorribande attraverso 1 bilanci i tettami dalla guèrra ad oggi, colla constatazione dell'aumento dell'avanzo effettivo dell'esercizio in corso, che sale nel conto riassuntivo del tesoro di fine marzo, distribuito in questi ultimissimi giorni, da 337 milioni, anale era a fine febbraio, a 582 milioni, lì miglioramento così notevole è dovuto in parte a un notevole incremento nel gettito delle imposte sugli affari e sui consumi e nelle privative, ina soprattutto alla eliminazione dello stanziamento passivo «li 1100 milioni di interessi sui debiti ostelli e di quello attivo di 290 milioni per proventi di alienazione di materie consegnate fi titolo di riparazioni, trasferiti l'uno e l'altro stanziamento alla istituita Chissà Autonoma «li ammortamento «tei debito estero. Si racoulgo.no così i primi frutti degli accordi stipulati dal conte Volpi per 1 debiti esteri, in quanto l'eliminazione di dette due partite migliora il bilancio di 900 milioni. Come già rilevò l'on. De Stefani nel suo ben noto articolo « Impegni ed avanzi di bilancio » in conseguenza di tali variazioni-l'avanzo di bilancio per 11 corrente esercizio, originariamente previsto in 178 milioni, dovrebbe aumentare di 900 milioni per questa sola causale, e salire cosi a 1 miliardo e 78 milioni. Ciò non avviene, perchè gli aumenti negli stanziamenti di spesa per 1 diversi ministeri, che a tutto marzo salgono a ben 3 miliardi e 56 milioni, assorbono non solo i 1886 milioni di maggióri entrato afillo previsioni, accertati a fine marzo, ma ancora parte del detto avanzo, elio rimane così accertato al 31 marzo in 582 millenni. La eliminazione di una spesa in conseguenza di accordi che la risparmiano, costituisce senza dubbio un miglioramento sostanziale, e non solo contabile del bilancio. Però, siccome in passato tali 1200 milioni, stanziati ma non pagati, costituivano una riserva del bilancio, questo indubbiamente diviene più rigido e la difesa del pareggio esige sempre più che nel prossimo esercizio le spese si contengano, assai più di quanto non sia avvenuto in quello in corso, nei limiti delle previsioni. MARCELLO SOLERI Il bilancio polacco Varsavia, SS. sera. Il Ministro delle Finanze, Zdziechowski, nella sua relazione alla Commissione del bilancio della Dieta, ha manifestato la speranza che l'esercizio provvisorio per maggio e giugno sia l'ultimo in disavanzo. Ha soggiunto che non condivide il punto di vista, secondo il «piale la Polonia non potrebbe etTuilibrare il suo bilancio cor le sole 6uc forzo c che dovrèbbe in conseguenza rivolgersi alla Società delle Nazioni. « Voglio — ha detto il Ministro — per quanto concerne il bilancio, appoggiarmi unicamente 6ullo sforzo della nazione, ma facilitare questo sforzo con l'afftufiso di capitali stranieri, che dovrebbero ottenere 6aran/.ie adeguate riguardanti l'ammortnmen10 del capitale, l'interesso dei debiti e la e|continuità politica finanziaria ed economica - ' della Eoloma », Affittì e sfratti II progetto del Guardasigilli Roma, 28, notte. L'on. Mussodini, tornai» a Roma, dopo la, breve parentesi milanese, .avrà domani a Palazzo Chigi dei colloqui con alcuni ministri e sottosegretari e specie col ministro Volpi, che tornerà domattina, e probabilmente col Presidente della Camera on. Casertano, col quale prenderà gli ultimi definitivi accordi per la sessione parlamentare. Ma più che la ripresa parlamentare, oggetto dei colloqui dell'on. Mussolini sarà la preparazione del Consiglio dei ministri del l.o maggio. I ministri sottoporranno all'esame preliminare del capo del Governo i provvedimenti elaborati in questo frattempo. Fra questi • provvedimenti è il progetto preparato dal Guardasigilli in materia di affìtti. Secondo informazioni del Giornale d'Italia, la linea dei provvedimenti dell'on. Rocco sarebbe la seguente : « 1. — Per tutta la durata del prossimo anno locativo, c cioè dal l.o luglio 1926 al 30 giugno 1927, i pretori di ciascun mandamento, in cui il numero degli sfratti notincati sia rilevante, su richiesta dei prefetti e sotto-prefetti, avranno facoltà di disporre che l'esecuzione di essi avvenga gradualmente e con criteri di opportunità, caso per caso, stabilendo anche il numero degli sfratti che potranno essere giornalmente eseguiti in ciascun Comune. « 2. — Nelle città, sedi di Tribunale e divise quindi in più mandamenti, l'accordo del caso con l'autorità politica, prefetto o eottoprefetto, verrà preso dal Procuratore del Re. Il numero massimo degli sfratti da eseguirsi giorno per giorno sarà stabilito, per ciascun mandamento, anziché per ciascun Comune. L'esecuzione degli sfratti, da chiunque, ordinati, non potrà avvenire in ogni caso senza l'autorizzazione del pretore, 11 quale, senza formalità speciale e senza bisogno di alcuna spesa, potrà negarlo con una sempli* ce annotazione in onice «rt titolo te base a cui si procede. • 3. — 11 pretore ha facoltà di determinare l'ordino di preferenza nella esecuzione degli sfratti, dando l'autorizzazione per (nielli determinati da ragioni di morosità, di grave inadempimento contrattuale o moralità. Per miti gli altri sfratti, valutando le -particolari t-ituazioni di fatto c il rapporto dell'aumentb 'li fitto richiesto, il pretore deciderà con poterò discrezionale. » ì. — In ogni caso, rimane fermo l'obbligo all'inquilino di pagare l'intero importo della pigione durante il periodo della Responsione dolio sfratto, che in nessun caso, a decorrere lini 1.0 luglio 1926, potrà essere ritardato per oltre un anno ». Il giornale aggiunge, cosa del resto ovvia, che il Ministro della Giustizia, a complemento dello chiarificazioni dello nonne suddette, diramerà a tutti i tribunali e tutte le proture del Regno opportune disposizioni esplicative. Le. norme suesposte saranno applicate anche per i contratti stipulati nel primo sexnesti-e dell'anno in corso. Si assicura anche che il prossimo Consiglio dei Ministri esaminerà lo schema di un decreto, col quale si stabiliscono nuove disposizioni per il funzionamento delle cooperative edilizie lìnanziate, in tutto o in parte, dallo Stato. Tali disposizioni stabiliranno la facoltà del Governo di sciogliere i Consigli direttivi di dette cooperative, ohe svolgessero unti attività contrastante con lo direttive del Governo nazionale. Anche le assegnazioni di appartamenti ai singoli soci potranno essere negate e anche revocate, ove i richiedenti o gli attuali assegnatari svolgano una attività contraria ai fini del Governo nazionale. A queste notizie alcuni giornali hanno aggiunto altre informazioni circa lo studio in corso al Ministero dello Finanze per una revisione delle norme riguardanti le costruzioni e concessioni ad uso delle case per gli impiegati dello Stato.

Persone citate: De Stefani, Mussolini

Luoghi citati: Francia, Italia, Polonia, Roma, Varsavia