L'America creditrice

L'America creditrice L'America creditrice Il debito italiano, La proposta Reed respinta con 43 voti contro 24 (Servirlo speciale "lolla «Stampa») Haw York, 24, notte. La cfirooUottica mozione presentata dal senatore Recd dopo la ratifica dell'accordo Volpi-Mellon perchè il [atto compiuto venisse ripreso in esame ha avuto la sua sorte ieri sera a Washington. V Senato l'ha respinta con. U! coti contro 24 e, ricov.fcrmata in tal modo la sua approvazione dell'accordo, è passato a. cose meno capricciose. Ora. non sussisti pi?/, ombra di incagli {ormali alla firma di Coolidge, che sanzionerà il consolidamento c io metterà in definitivo vigore. Un'intervista romana Gli investimenti americani in Europa Roma, -14, notte. 11 Popolo di Roirvi ha intervistato l'Ambasuiatòre dogli Stati Uniti a Roma, Henry Fletcher, sitila ratifica dell'accordo Vol.plMellon L'Ambasciatore, dopo aver rilevato che sì tratta di un accordo che risponde al sentimento dei due paesi c che è titolo di legittimo orgoglio per tutti coloro che hanno partecipato alle trattative, ha detto: « Il Presidente Mussolini e stato uno dei primi uomini di Stato di Europa che abbia pubblicamente e decisamente affermato che il suo paese considerava le obbligazioni contratte verso gli Stati Uniti d'America come un debito di onore. Questa ferma ed inequivocabile affermazione ha destato negli Stati Uniti un'impressione mollo favorevole. Aggiungo che l'on. Mussolini non poteva scegliere j.er la trattazione delì'accoidc? una' delegazione migliore. Non occorre che io ricordi l'abilità universalmente riconosciuta del conte Volpi e le qualità dell'on. Grandi, di Alberto Pirelli, dell'ambasciatore Bonin-Longare e di Mario Alberti. Il Presidente Coolidge e i membri della Commissione americana per il consolidamento dei debiti erano già molto favorevolmente impressionati dalla sincerità e dalla franchezza del duce. Questa impressione è stata confermata dai primi contatti con la delegazione italiana. Ha molto favorevolmente influenzato la delegazione americana la maniera completa e pratica, con la quale sono etate presentate e preparate le cifre ed i dati sulla capacità italiana di pagare ». L'Ambasciatore ha quindi aggiunto che le trattative concluso significano la eliminazione di un ostacolo verso una più intima ed amichevole collaborazione fra i due paei-i. ed ha ricordato che l'on. Mussolini nella prima visita che egli ebbe a fargli due anni or sono, gli di-se testualmente: « Non vi è alcuna cosa che possa dividerci, mentre tutto tende ad unirci e a rafforzare la nostra amicizia ». L'Ambasciatore ha concluso: «Gli americani hanno già investito glandi somme in Italia e in altre Nazioni europea attraverso le grumi! Banche che raccomandarono questi investimenti come sicuramente proficui. Benché l'americano prima della guerra avesse una limitata compronsione dell'Europa, corno campo adatto all'investimento dei propri capitalii, egli era stato fino da allora istruito in materia di investimenti di capitali all'estero. Il capitalista americano diventa man mano sempre più desideroso di investire il proprio denaro in quelle pacifiche intraprese europee, che permettono di promuovere la prosperità e il benessere dei popoli. L'unica cosa che potrebbe scuotere questa fiducia sarebbe l'imiPressione che vi fosse un pericolo di guerra fra le Nazioni di Europa. Se per caso égli dovesse ricevere, sfortunatamente, tale impressione, l'investitore americano temerebbe che il suo denaro non fosse sufficientemente sicuro e la sfiducia verso l'Europa sarebbe accresciuta. Il denaro, dicono gli spa<jnuoli, è un Erande signore; ma, aggiungo io, è molto codardo ». W(Sduiedòlàsagospblembirestespodòcil'anlosiunerqumspnocobibinriEvasttudpnchdrisonmtrptdi tpreMddtupimtcvciLmpdsGoicnnlarnscdvpto 18 debito francese Washington non ha fretta L'accordo non è imminente (Servizio spoetalo della- « s t a in p a » 1 Parigi, ii, nette. 11 Petit l'arìsicn ha da Washington che, durante la seduta temila nel pomeriggio di ieri dui Senato, il senatore llarrison doman-ì dò se, date certe indicazioni pubblicate dal- ' là stampa, il senatore Smoot poteva precisare i termini dell'accordo attualmente negoziato con Ja Francia. 11 senatore Smoot, rispose che nessuna delle informazioni pubblicate dai giornali nelle ultime settimane emana da membri della Commissione dei debiti. Quindi annunziò che l'ambasciatore Berenger aveva presentato il mattino proposte che egli non aveva ancora avuto agio di esaminare, e aggiunse di essere in grado di poter attenuare che non esiste alcun accordò provvisorio. Nella sua replica il senatore Harrison precisò che la sua domanda mirava a sapere se l'accordo con l'Italia fù&ie stato concluso nella stessa maniera, c so una sola persona lo avesse negoziato, limitandosi la Commissione dei debiti alla ratifica. Il senatore smoot insistette sul fatto che un accordo non esiste, e che una proposta era stata presentala alla Commissione, la quale deciderà ipiali dovranno essere i termini dell' accordo a cui alludono ceni dispàcci provenienti da Parigi che annunziano che vi c cola l'impressione che raccordo è co-icluso. Ciò ha crealo un'irritazione visibile fra i membri della Commissione dei debili, giacché queste informazioni costituiscono notìzie premature che possono non solo ritardare, ma anche far fallire i negoziati. E' certo ora che la Commissione deve nuovamente esaminare nei particolari la proposte dell'ambasciatore Berenzer, dato soprattutto che, durante la discussione dell'accordo con l'Italia, gli avversari di questo rimproveravano vivamente al senatore Smoot di non aver esaminato abbastanza bene i dati che stabiliscono la capacità di pagamento dell'Italia. L'Ambasciata di Francia e il Tesoro americano insistono nel t'affermare che non possono dare indicazioni sull'andamento dei npriorieti. Il Petit Parisien, commentando le informazioni frammentarie ' che si hanno sulle trattative, nota che certamente lè proposte pt(>r-en1ate dall'ambasciatore di Francia non debbono costituire nulla di inaspettaio per i membri della Commissione dei debiti, i tpja.lL saranno stati messi al corrente da parecchie settimane dal segretario al Tesoro, Mellon, il quale è nel tempo stesso presidente della Commissione. Anche se l'accordo franco-americano sui debiti non è « v'irtualmente accruisito », come e stato detto, per altro la soluzione non devo più. salvo imprevisti, tardare oltre qualche giorno, t'accordo sulle cifre sarà facile. Gli americani hanno compreso che l'accordo non avverrà se itti facendo una riduzione srifflcicni^. .|I!1jILa proposta francese allo studio (Servizio speciale della « Stampa ») Londra. 24, notte. Un cablogramma washingtoniano di stamane preannunziava una riunione, fissata per oggi, dei commissari americani per i debiti, allo scopo di studiare l'offerta presentata loro ieri sera dal sen. Berenger. Gli informatori ripetono che la Francia offre agli Stati Uniti cinque annualità iniziali di 25 milioni di dollari, incominciando con l'anno corrente, e che le quote, nel corso dei 62 anni contemplati, saliranno poco alla volta a cento milioni di dollari. 11 governatore della Banca Federale arnericana è salpato oggi a bordo del ÌVfajestic per Londra, dove egli si propone di conferire col governatore della Banca d'Inghilterra per proseguire quindi .alla volta del continente, visitando con tutta probabilità il Belgio e la Polonia La situazione finanziaria francese sarà pure oggetto dei suoi studi.