La morte del conte Giulio Masetti funesta la uta della Targa Florio

La morte del conte Giulio Masetti funesta la uta della Targa Florio La morte del conte Giulio Masetti funesta la uta della Targa Florio La vittoria della "Bugatti,, con Costantini, Minoia e Goux - Costantini abbassa il record della corsa - Il r tiro delle "Delage,, - La bella prova di Maserati. Termini Imerese, 26, mattino. Si è svolto ieri suli'ormai classico circuito delle Madonic la disputa della diciassettesima Targa Florio. Magnifica giornata e folla numerosa La corsa non poteva essere favorita da migliore giornata. Un sole tiepido, un cielo sereno hanno brillato costantemente sul campo della, grande competizione motoristica, La grande corsa che vanta un passato glorioso nella storia dell'automobili6Tno italiano, che ha visto combattere sul suo percorso difficile e suggestivo i migliori « assi » italiani e stranieri e trionfare i Cagno, i Nazzaro, Lancia, Ceirairo, Masetti. Compari, Ascari, Minnla, ecc., aveva richiamato anche quest'anno una numerosa folla cosmopolita, attrattavi dal desiderio di assistere al duello che si delincava appassionante tra le due grandi equipe francesi della * Bugatti » e della « Delage ■•. L'impervio circuito delle Madonie, che si snoda in curve audaci, c bruschi tourniquet a attraverso ad una natura meravigliosa, tra aranccti ed ulivi, era nereggiante di folla che si era disposta sui bordi delle strade per assistere ai virtuosismi degli audaci campioni del volante. Colla Targa Florio, si disputava quest'anno anche la « Coppa» che era stata vinta definitivamente l'anno scorso dalla (.asa « Peugeot |>> ma che questa aveva voluto mettere .nuovamente in palio sui f>»0 chilometri del « Circuito delle Madonie ». Cinque giri del circuito percorrevano pero solamente la seconda, la terza e la quarta categoria, mentre la prima ne compieva soltanto tre, pari a Km. 3>!i. Le partenze Le pari enza avvengono a partire dalle sette. Vincenzo Florio allo 6,50 fa allineare le macelline della seconda categoria (fino a 150U cmc.) Quelle della prima (lino a llOOj partiranno per ultime. Alle 7 precise il comm. Florio abbasso, la bandierina od il primo concorrente parto con un magnifico itcmarTana che la scattare il pubblico in un prolungato applauso. E' MoTawitz su «_Bugath » che inizia per primo la corsa. La l<.a larga Florio è incominciata. Dopo Morawitz parI tono con un distacco di tre minuti gli allri concorrenti secondo l'ordine fissato dal borloggio e precisamente: Lucerà (Coirano), va Vitto (Bugatti), Maserati (Maserati). Calivi (Bugatti). Maraini Bugatti).Croco (Bugatti). Tirza categoria (fino a 2000 cmc.) : Monta- ! nari (Bugatii1. Lepori (Bugatti), Messeri (Bu- | gatti). Divo (Delage), Mosetti G. (D«iage), | Thomas (Delage), Dtvbonnet (Bugatti), Be- ! nolst (Delage;. . ,. I Quarta categoria (oltre 2000 cmc.); Goux (Bugatti); Materassi (Itala!, Do Sierlich (Diatto), Minoia (Bugatti), Wagner (Poiigeoti, | cóndrilli (Steyer), Boillpt (Peiigeat), Balestrerò (O.M.), Vittoria (Diatto), Costantini , (Bugatti), Sillittl (Alfa Romeo). Seguono i concorrenti della prima catego- , ria (fino a 1100 cmc.) : Ceri (Salnison) Zìi-1 biaga (Austin), Gasano (Amilcar), Ballo i .'Salnison), Bozzacchini (Salmson). Sandoiinino (Citroen), Starabba (Amilcar), Cornelia (Salmson). ..: Costantini in prima posizione I concorrenti della prima categoria partono con un solo minuto di distacco l'uno dall'altro. Molto ammirate sono lo « Delage •< che sono le stesse macchine che hanno disputato il «Gran Premio d'Europa». I più applauditi sono gli uomini di « Bugatti », in special modo Costantini e Minoia, e quelli di » Delage ». Giulio Masetti che saluta sottraendo la folla è applatiditissimo. 1 primi giri sono compiuti velocemente dai corridori. Non si può stabilire che dopo pai rocchi giri perù, le loro posizioni. Costantini l.però appare nettamente staccato dagli altri ' concorrenti. La sua marcia è veloce e regolare ed è sottolineata da frequenti applausi del pubblico. Il capo-equipe ili « Bugatti » non forza però l'andatura. Continua colla velocità presa all'inizio della coi-sa in maniera cronometrica. . Si sparse poco dopo improvvisamente nello tribune la notizia di un accidente al corridore Giulio Musetti. Si parla di cosa grave, ma non si hanno particolari. Gli organizzatori, pare, vogLiono tenere, celata la verità. La povera signora Masetti. che assisto alla corsa, dallo tribuno, è pallida ed agitutissima. Alcuni amici di suo marito le si fatuio attorno, cercando di confortarla, e dicendole che non si tratta di cosa grave. Ma il ritardo nel dare notizie dell accidente* da pai-te degli o.-ganizzatori, fa dubitare trattarsi di cosa forse irreparabile. Mentre il pubblico attendo ansiosameuie notizie del popolare oonridoi« fiorentino, giungo alle tribune la voce di un altro accidente, di cui è stato vittima il concorrente Marami, un valoroso mutilato deUa mano sinistra. 11 Maratoi, che pilota una < Bugatti », è uscito di strada alla curva di Calta venturo, e la macchina si è capovolta. Mentre il meccanico è rimasto illeso, il Marami ha, diportato la frattura dell'omero. Si tratta però di cosa non allarmante. 11 pubblico presta ora poca attenzione alla corsa. La notizia degli accidenti di Masetti. del quale non si sa ancora nulle, e di Maraini, hanno messo +ri tutti un nervosismo spiegabile. La morte di Masetti Poto dopo, scambiata sommessamente per una attenzione pietosa alla povera signora Masetti, che è in uno stato caxnnassionevole, giunge la notizia della morte del corridore toscano Giungono solo più tardi ampi particolari. La signora Masetti intuisce la veTità, che ora non le si può più celare, e sviene. E' fatta segno a pronte ed amorose cure e viene trasportata fuori delle tribune. Questo triste episodio accresco il senso di rammarico nel pubblico. Come abbiamo, detto, la mortale sciagura, s , avveniva, quasi agli inizi della corsa. -11 Masetti prendeva il « via » alle 7,36 precise, e si lanciava sulle strade del circuito a forte andatura, quella andatura del grande campio ne sicuro e fidente di sè n della sorte. Ed invece l'agguato mortalo lo attendeva proprio ippenà, si può dire, egli cominciava la sua brillantissima azione. Masetti aveva percorso esattamente 27 chilometri presso il ponte Solatimi, in un punto, cioè, dove si sbenda lui groviglio di curve, che fanno forse di quel tratto il più tormentato e pericoloso del circuito. Como si disse, il confo Masntii procedeva audacemente a forte andatura. Da perfetto signore del volante non temeva l'insidia delie curve, e le affrontava con bellissimo coraggio. Come avvenne la mortale sciagura Ma. mentre la macchina prendeva uno stretto «virago», sbandava violentemente 0 improvvisamente dalla parte posteriore. Coloro che assistettero all'accidente, ebbero la precisa impressione di quell'attimo di ribellione della macchina al guidatore. Questi, con grande prontezza, cercò di ristabilire il suo dominio sulla macchina, tentando di raddrizzarla. Ma era cosa impossibile, data la velocità e la repentinità dell'accidente. E l'ineluttabile avvenne I La macchina fu vista sobbalzare, capovolgersi. E il povero Masetti rimase sotto quell'enorme peso, che lo schiaccio miseramente. Un urlo di raccapriccio e di terrore si alzava dalla folla che aveva assistito alla sciagura. Tutti avrebbero voluto correre e recaro aiuto all'infelice. Ma ossi vennero preceduti da un compagno di corsa del Mosetti, da un altro concorrente, il francese Benoist. Questi, ohe sopraggiungeva subito dopo, con aito di cavalleria e di fratellanza che non sarà mai abbastanza lodato, alla vista della macchina capovolta, si fermava sur margine della strada, scendeva ed accorreva verso il caduto. Con l'aiuto di altri volonterosi prontamente accorsi anch'essi, il Benoist riusciva, il rimuovere la pesante vettura ed a togliervi di sotto l'infelice guidatore. Masetti era fuori conoscenza: aveva il volto insanguinato; dalle sue labbra usciva imi fievole lamento. La grande impressione nel pubblico Con grande, amorosa cura egli era coricato nella vettura di Benoist. e la « Delage» rinunciando al miraggio di velocità e di gloria cui aveva, teso fino a pochi minuti prima, ad andatura moderata, ma sollecita trasportava il povero conte al posto ili soccorso di Caltavuturo, pesto a non ;r.o!ta distanza dal luogo dell'accidente. Ma le speranze di salvezza sfumavano non appena il doloroso carico giungeva a destinazione. Davanti ai medici non veniva, recato che un cadavere. Masetti, il buono 0 grande Masetii non era più! Inutile dire la gronda impressiono suscitata ila questo norizio al loro giungere alle tribune. Tutti avevano visto poco prima il Masetti alla partenza, sorridente, lieto, sicuro di sé! Chi avrebbe dotto invece, che il giovano, baldo e tranquillo, andava verso la morte? Poco dopo si annunciava che, in seguo di lutto, la Delage si ritirava dalla corsa. In interessante particolare, si apprendo era qualche amico del povero Emilio, più tardi. La macchina da lui pilotata portava il numero 13. Lo stesso numero poj-tava la medesima macchina alla, corsa di San Sebastiano dell'unno scorso, dove tale vertuta 6i era capovolta. « Questa volta non finirà la corsa » Si uico anche che, quando à.l Masetti venne comunicato che il sorteggio gli aveva deòtinato il numero J3, fosse stato preso da qualche presentimento. Egli avrebbe esclamato : — Questa volta non andrò alla line della corsa ! Ma poi il triste presagio era sfumato, la natura gioconda- di lui aveva preso il sopravvento. E certo si è che, alla partenza, ssa, come si disse, appariva fiducioso, con 1 animo sgombro da ogni mestizia, da ogni timore. Dopo la ferale notizia della tragica fine del conte Casotti e del ritiro dell'equipe Delage in segno di lutto, la corsa perde parte del suo interesse e prosegue mondamente. Costantini, mantenutosi in testa in tutti i cinque giri, facendo una corsa bellissima, si classifica primo assoluto. Al terzo giro finiscono la corsa le macchine della prima categ'oria clic concorrono ai soli premi di categoria. Le classifiche La clUebiUca risulta, la ee-gueuu : l.o Bozzacclnni (Salinson) che impiega a compiere i 32-1 Km. ore 5,li'40"2;6, alla media oraria di Km. 61.7S0; 2.0 Ballo (Salmson) in 5,33'56"; 3.0 Zubiaca (Austin), in 5,3S'20"; ■i.o Gerì in 5,ì7'43"2/5. Le altro macchine della maggiore cilindrala continuano la corsa e quasi tutte terminano la gara. Al quinto giro la classifica ò la seguente: Quarta categoria, — l.o Costantini (Bugatti) che impiega a compiere i cinque giri (Km. 540) ore 7,20'45", alla media oraria di Km. 75,510, battendo di circa 12 minuti il tornivo da lui impiegato l'anno scoreo. Egli compio anche il givo più veloce della giornata in oro l.-V alla' m. dia oraria di Km. 7j,3-»; 2.0 Minoia (Bugatti) in 7,30'W"; 3.o Goux (Bugatti) in 7,35'56"2/5. Seconda categoria. — l.o Maserati (Maserati) in 8.37'11"; 2.o Croce (Bugatti) in 8.45'21"3(5; 3.o Calili (Bugatti) in 8.50^6" 8/5 Terza categoria. — l.o Dubonnet IBafcatti) in ore 7.45" 2/5; 2.o Montanari (BugaK m 8.59'21"l/5 Vincitore assoluto è Costantini, dicane e Ila Targa e la Coppa Florio. 1 ari» e fionz. llvtacnplEbsdndrd GIULIO MASETTI n ) m e Scompare col gentleman fiorentino una del» le più simpatiche e caratteristiche figure del» l'automobilismo italiano. (ìiulio Masetti, giovano patrizio, figlio della, doviziosa e ridente" terra di Toscana, era uno di quegli uomini a cui la fortuna aveva arriso in lutto, quale compagna fedele e prodiga. Bel giovane eternamente allegro, discendente da un casato illustre, non aveva dovuto, negli anni che) pei- tutti segnano un ciclo di hattaglie per la conquista di un posto nel mondo, lottare; Era ricco e nobile. Avrebbe potuto godersi beatamente la vita nella, sua. terra opulenta, sotto il cielo azzurro iif quell'angolo di mondo cantato dai poeti ed invidiatoci dagli stranieri. Avrebbe potuto vivere la vita brillanto dei grandi centri cosmopoliti, senza nessuna rinunzia, godendo tinti i facili piaceri che> sono la prerogativa della gente privilegiata. Avrebbe potuto essere l'elegante e classico viveur. Ma il conte Giulio Masetti, aveva disdegnato quella vita comoda, che presentava il 60lo disturbo di viverla. Dotalo dello spirito del lottatore, del conquistatore, era venuto all'automobilismo, attrattovi dal rischio, dalla voluttà della conquista nuova, 4 più che altro, da quanto il fattore umana poteva inriuirc coll'audacia e colla perizia, sul mezzo meccanico. - — Masetti trovò nella stessa sua terra, del compagni, che come, lui si appassionarono é vennero per attrazione al bolide divoratore dello spazio, formando quella magnifica ed ardita schiera di genllemcn toscani, le cai principali ligure furono appunto il conte Giulio Masetti, il fratello suo Carlo, il conte Gastone Brilli-Peri ed il marchese Niccolini. Con !e prime costosissimo macchine da cor* sa, gli audaci campioni scalarono i dolci «i ridenti colli toscani, empiendo quelle conche1 verdeggianti e tranquille dol rombo possentej. dei motori ansimanti lanciati a velocità inusitato da quegli audaci, assillati dal desiderio d'una sempre maggior celerità che cresceva col crescere del canto del motore in un senipre rinnovato desiderio di conquista. Giulio Maselti, dà vero gentleman, acquistava le macchine colle quali correva. Le più veloci, erano le sue preferite. Quando sentiva parlare di un nuovo tipo, si affrettava a provarlo ed a... comprarlo. Scherzosamente, gli amici, in quelle occasioni, gli rivolgeva, no una domanda: — Giulio, hai venduto un nuovo podere? Giulio sorrideva e continuava a. profonderei denari per 11 sud sport preferito. La sua passione era inestinguibile. Era cresciiuo alla scuola di Nazzaro e di Lancia. Alle prime corse alle quali partecipò si rivelò subito campione di grandi mezzi. Lo ricordiamo vincitore delia Susa-Moneenisio dc-i 1020 o della Parma-Poggio di Bercelo. Nel imi partecipò con una Fiat» tipo « Grand Pri » di Francia, alla « Targa! Florio ». La sua. vittoria nella corsa siciliana stupi i competenti che non credevano ancora il giovano gentleman fiorentino capace di tonfo. Nell'anno seguente, questa volta su a Mercedes », trionfò ancora sul Circuito delle Madonie. Queste due vittoria 10 classificarono definitivamente fra gli «assi » del volante. Vinse ancora in seguito, stabilendo uh nuovo « record » alla ■( Consumala ». Dopo questi primi successi, lo « case » si disputarono ii sua valente guida. Fu compagno del compianto Ascari e di Campar? nelle prime vittoriose affermazioni dell'Alfa Romeo. Ma la sua esuberante attività non poteva essere legata agli ordini di una «marca»; ora un gentleman ■• voleva correre dove 11 suo capriccio lo portava. Lo troviamo cosi negli anni successivi difensore della; «Mercedes» in Italia, o della rSumbeam»: Ln Francia ed in Spagna. Il 1925 doveva essere per Giulio Masetto l'anno dei trionfi. Dopo le sue brillanti prove all'autodromo di Brookland nelle vicinanze di Londra, dove riusciva ad a/ppropriatsi parecchi « records » mondiali; la' troviamo vincitore assoluto della classica! corsa in salita del Klausen » in Svizzera, e poi ancora dei circuito di S. Sebastiano in Spagna. Terminava brillantemente la stagione al « Gran Premio » di Monza, dove' riusciva a classificarsi tra i primi. Aveva accettato quest'anno di far parte' dell'equipe della « Delage ». La morte lo ha colto nella sua piena maturità di corridore.; Il conte Giulio Masetti veniva considerato infatti appartenente a quella ristretta ed! eletta schiera di « assi » del volarne, famosi in tutto il mondo. La sua morte a soli 32 anni, riempie dai sgomento l'animo di tutti gli sportivi italiani. Era una figura simbolica d'ardimeuto éi di serenità; era un volontario del rischio, ed un caro e buon ragazzo dal volto eternamente sorridente. C. T, L'impressione a Firenze I] Firenze, 26, mattino. Nel pomeriggio di eri è qui giunta la triste' uotizia della morte del conte Giulio Masetti. La scomparsa repentina ha suscitato nei nostri ambienti sportivi un senso di dolorosa stupore. La popolare figura deir« asso del volante »^ che conobbe i maggiori trionfi sportivi, era notissima nella nostra città, la tragica fine ha penosamente impressionato tutti. \ Con il conte Giulio Vdasetti l'aristocrazia; fiorentina perde una 'delle suo figure più eminenti. Molte famiglie patrizie sono colpite dal gravissimo lutto, essendo la famiglia Masetti, — che ha le*- origini al 14.o secolo, — legata da vincoli di sangu? con W maggiori case pattizio fiorentine. Il conto Giulio ha perduto la vita a soli 32 anni. Da due anni era sposato con la marchesa Piccolellio, ed abitava nel palazzo proprio, sul Lungarno Corieri, con la maa~ e con •% moglie.