I templi sotterranei di Ellora e la leggenda d'una regina

I templi sotterranei di Ellora e la leggenda d'una regina I templi sotterranei di Ellora e la leggenda d'una regina (Uni nostro irtv Min speciale) AWRUNGABAD, mw<n, iter». | Quale càviltà, quali imperi, quali ^raró'ez-e. Hj ignoto i luuna ptori.-i perduta sona andato sommerse nel brillilo eri inseminato piano tra Ellora od Ajaivta" Sitii'iinme;nso naufragio, eloquenti (««timoni del ciclopico sforzo di un popolo, dello in cai col atri poaailiMfcà, di una ftvdo possente e d.i mia nhwrmìjMil-a schiera di artefici elio aveva fatto tesoro doghi inKefc-Ti.-imcntìi doU'archiiefchiiTA f> della scultura ojrizia ed assira e del soffio eleuico, giunto in India con la Riedizione di Alessandro, rimangono una collina rocciosa aperta, ad anfiteatro od una spalliera di imponenti rocoo: rluo compatii, gàganTinsfihe, isolate masse di pietra trasformate da secoli di lavoro e. da moltitudini di artefici in due stupefacenti mausolei dcilfi religioni «lell'I.Tidia antica. T.-e. due collino sono sta.ie. scavate, flordpil^., fcraforatn, bulinate ed hanno accolto, n«J ioro «seno sicuro, numerosi templi e santuari, 'fina folla di di'vxnità « stata scolpita in ailt© o bassorilievo (rullo pareti di questa sirigolaire aaviliitobbura sotterranea. Lo città « le genti olio crearono niu-sì.i miracoli dello sfo-rv.o umano neomparvero nella notte dei tempi travolto o disperse da guerre o da carestie, ma nel deserto silenzioso di Kl'lora e Hi Ajawiia sono rimaste le due enormi rocce a rappresentarci, conservala i dcome ili musei, i molivi religiosi od orna- | tmentaili dWir*rohi*ettnra e della scoi latra j ssotterranea d'i un'età scomparsa. pscpudasi dvfrtbtodalcvpppcTV difficile trarre da.1] arido e solitario piglio di BUora un'immagine delle età, lonMne in cui le antiche raz^o deàVIndi» elaWora.ro-uo i loro capolavori plastici ed offrirono i più preziosi templi alle loro divinità. Anche le. rovine delle antiche città sono scomparse da questa regione ed invano si cercherebbe nel miserabile villaggio di un centinaio di capanne, cintato da una muraglia di fango, che porta il pomposo nome di Ivllora, qualelio pietra scolpita, o qualche memoria che anche lontanamente possa riallacciarsi al tesoro di fede e di decorazione rinchiuso nella col spdgdzrbpfidegp'blina rocciosa dallo seicento poTt*1. Fors* solo una fantasiosa descrizione del Rama-invana, nella, quale w. dipingo la capitelo | sde]3fl popolazioni del Dwcan, potrebbe dar- i tci nn'ampli.ficata irlpa. di Ellora. |s* Intano la via priutii.pale — scriveva il epoetfl. Va.lm.iki rappresentando 1» itnmagi- i fnose meraviriio della vasta città. Hoi IroRlo- j pnose meravig diti — tutta profumata di sandalo e di «KBemw di dori diversi, Laclcmaua vide aprimi alto strade fiancheggiate da edinzi di ■wardo forme simili alla cima dcl monte Keàlassa. « Davanti a lui, nella strada roale, si innalzavano i templi degli dèi o tutt'intorno alle loro bianche muraglie, rivestite di lucidi stucchi, rlei carri erano preparati per tutte le evenienze ; chiari bacini d'acqua erano coperti da azzurro ninfee, dei boschetti offrivano lo loro ombre fiorite ed un cristallino corso d acqua il suo sonante, mormone ( # Non lontano si innalzavano le nobili c vista dimore dei magnanimi capi dei W naras, dimore simili a bianche nubi, ornate di splendide ghirlande, pieno di pietre pre70oso e di ricchezze e rinchiudenti dei tenori ancora più dolci: dello belio donno ». Ed .infino Valmtki rlesorive il palazzo del re delle scimmie dallo porte d'oro bruni le, pmdmssn=ddlpsslVg'«maltato di pietre preziose, che rifletteva ] sullo vaste pareti, lucenti o polite, abba-' glianti. fiotti di luco. Ali alla fantasia eliti può Liberamente disfrenarsi sullo polveri dell'inseminato piano di Ellora! Perchè proKahLLmente lo scomparso grande agglomeraanenU» umano, che visse in vasto città fmtdmperito e rinnovatesi noi corso dei secoli ai ; spiedi delU tormeaitata collina rocciosa, ahi- | lmavano il caotico accaanpanionl» cittadino. ; sL» città antica è lungi dal corrispondere d•alla ricchezza ed alla grandiosità dei suoi Vtava in angusti e precari togati eho for- ; -:»i..j;— !_mon-ura'-nti. Tra la vita sociale, dello popò- lagoni antiche e le opere d'arto e di lede vda eaeo traanandateoi corrono diatonze o si aa.prono abissi incalcolabili. Gramii miserie. [ r>oj-.eo°liavano in iin'esit.l.e.nza primitiva iu- ■ r^o°*nom«ltàt.udim di anelici, astcnnal. « yiroba.bi.lme,nUi affamato, che acavavano « a'coipiva.m» la roccia m\ fervore d.i iw'eeal- tazione religiosa o con la promessa .li un posio in paradiso. _ • pVir.c su questo pia.no viveva in tempi j meno "onlam la bella o giovane rani (x< ginaì chiamata dalla tradiziono pbpolaro Chand-Bibi, la signora lunare, per la bianchézza della sua pelle. L'argentea signora regnava ai tempi in Olii i nipoti di Tamer- j lane stabilivano, «tt\lo rivo dcl Oauge, Ioiitasi dalla loro domi nazione. Antica delle rc-ti essa aveva fatilo dei suoi palazzi e dei ;n;oi giardini d«*i capolavori di arobitettura 1e di dniorarione. Molli languivano d'amore I per !>-'. ma essa respinse fuhli gli innamo- | rsti finohò un giorno le armato mongole ri.--'sovrani di Dolili invasero il suo territorio ed investirono la capitale. Chand-Bibi Invocò il soccorso ili un suo respinto inna.mora'o che cercando in una vi la avventurosa qualche conforto alle inestinte pone d'amore era riuscito, dopo tre auni di guerre, a. conquistarsi un ricco principato al nord-osi dell'India. L'invocato tialabat Khan accorse prontamente con tutte le suo truppe, ma. frattanto la vani, ginnU agli estremi limili della resistenza « disperando ohe i so.-^orsi. de! suo innamorato giungessero in tempo utile, piullostechè arrendersi si precipitava in uno dei jkjzkì della sua fortezza. Poche ore dopo giungeva Sal-abab Kab-n, metteva in rotta eli assedianbi mon- eoli, piantava le suo tendo sulla roccia iloìmnante la «iiii.ji, ina il viuoitoro aipprend<mH'« la iranica fine lielia donna amata non -.«.ppo rfwist«re a Unto dolore o si ncadeva. trangugiando un calice di veleno. Questa vicenda ha ispiralo diversi poeti e nel suonilo dnnbnoseltiino, il re musulmano dell'Ando, AsM.f-Uddowla, Ila celebrato in versi, nei quali sembrano riflettersi i bagliori della letteratura sanscrita delle vecchie olà, la bellezza, le virtù e l'ultima tTasica avventura della regina. « Le sue sopracciglia d'ebano — cantava il poeta musulmano — avevano la forma e la potenza dell'are© di Kama (dio dell'amore') e, sotto le sue lunghe seriche ciglia, nelle pupille nere dei suoi grandi occhi limpidi, scintillavano, come nei laghi saon dall'Himalaya frequentata dagli dèi, i più puri riflessi della luce celesta. « Pini, fgnali « bianchi, i suoi denta rtpl«ndwano, tra 1* la.bbra-sorridenti, come gocce di rugiada lWi* corolla semifi tuta liore di Melcgr^a^'-^ ■ « Le suo pìccolo orecchio dalle uurve- aim:bc, luci, dei santuari di BUoma, scavati e scolpiti in tua solo, gigantesco, compatto blocco costatuito da un'intera collina rocciosa, Occorsero secoli di indefesso lavoro per sue mani lini, 1 suoi piccoli piedi simili al fioro ili Jole avova.no il fascino della più hello pcrlo di l.'cylon <; dei più bei diamanti di ùolconda. <t La sua esile ed elastica cintura, clic una sala mano avrebbe potuto cingere, dava rilievo all'elegante cui'va dei fianchi arrotondati cri alla ricchézza del suo busto sul ijtiale Ja giovinezza in lioro dispiegava i suoi più perfetti tesori. a Quante volte, o Chand-Bibi, passando col passo leggero dolio Apsara sotto i verdi rami dei tuoi giardini, lungo le tuo fontane di inalino, ti sentisti turbata dal ronzio delle api attratto dal profumo del tuo i espiro! !E quanti sospiri ti portò la bre-iza, di tutti coloro che, avendoti veduta una volta, non potevano dimenticare te ohe sotto lo pieghe della tua gialla tunica di sete sembravi essere stata modellata in argento dalla mano divina di Yisvakarma, l'eterno statuario. ». Il tempo ha camceillabo ogni traccia della citta e del regno della bella regina. Invano si cercherebbe una rovina qualsiasi, per offrirò un punto d'appoggi'o all'esemplare di bellezza i'emminiile dipinto dal poeta musulmano, purché non si voglia cercarla, pietrificata fra lo molti divinità ap'scpIgvzcscavare e cesellare là. rupe di EUora eom posta di una mescolanza dura o compattai di amjgda.loido e di basajto. Irli artefici tagliarono a piceo i fianchi di questa collina disposta ad anliteataro, poi scavarono pazientemente a colili di scalpello, dei sotterranei, dei cortili, dei colonnati, dei vestiboli. H numero e la magnificenza dei templi, l'estensione e l'altezza di alcuni, l'infinita diversità dei loro dettagli, il lavoro delle comici, la ricchezza dello decorazioni e dei basso rilievi nùtologici, le statue gigantesche, tutto un mondo creato nella pietra viva,, e ad esso congiunto in un solo blocco, colpisco o sorprende l'immaginazio- all o visi ■ paIfKne dello spettatore. Ad un tratto sbocco di una profonda caverna, i tatorn si trova dinanzi ad un tempio colos sa.le, l^igliato in un isolato blor*o di roc. eia che misura contottainta metri di circon fetenza e trentat.ro metri d'altezza. 1.1 tern pio ammirevole nei suoi dettagli « nella r,m | j I pio massa non ha subite ingiurie di tempo o di uomini: i suoi fregi di uomini e di animali, le sue colonne liscio o scannellale, le suo cappello quasi sospeso in aria, le sue salo dalie pareti lucenti, lo arcate, lincorniciatura dello porte e dello finestre tutto =i presenta ben conservato. Lo zoccolo di questo tempio è costituito da una lunga serio di elefanti, collocati di fronte e serrati gli uni agli altri con la testa leggermente inclinata come se sopportassero tutto il peso dell'edificio. Questo cordono di elefanti è sormontata da una serie di basso rilievi rappresentanti scwoo orgiastiche che si richiamano alle leggende di Siva, episodi guerreschi, tratti datila storia degli nvalori (incarnazioni) di Visnù e della grande lotta di Rama contro i giganti di. CeyJon. In questi combattimenti figu ratio Hanumat e io scimmie, guerrieri montali su elefanti o su carri, 'irò piani di gallerie sotterranee sono sea- vate nella roccia di l'ronto al blocco con frale. In questo gallorie, formato da numeroso e profondo grotto intercomunicanti, vi sono parecchie pagoda e molti santuari finemente decorati da una moltitudini) di sculture.'Un tentativo, anche sommario, di descrizione dello meraviglio in- ; | sento dalla mano dell'uomo in questa col- , lina _ rocciosa richiederebbe molto pagine: ; sette templi bralimini, cinque giaini o do- I dici grotto buddiste. Vi ò un tempio di ! Visnù con duemila piccoli bassorilievi di fra i templi maggiori si annoverano diuia- j __«.!_ i- i: ..: i _ I , — ! Visnu segnati corno un ricamo nella volta; i vi è il Ti» Tal con tre ninni sovrapposti," al JMr A vaiar con centosessanta piccoli altari e quarantasei colonne, il ììumitr Se-\ iva, con una cupola' elio ha un diametro di ' sedici metri j A setto olu-Iomebn dallo gròtte si in con- i t.rano i pietósi avari-, vi di Auruiigahad, la' grande cil.ià fondata da Aurung Zeli che ! voleva farne ulta wncorrelito deIN ricche | ca-i«iI-ali e.rcaie dai preoeclonti Mogol sulle : ba»l sono delia .fuiuiua. I palazzi j è. una esatta riproduzione del 'l'agi Mali idi Agra, ma ahimè quale delusione vi col pisce! Avete quasi l'impressione d'ersero stali ad Agra, vitti-ino di iin'illtisinno mi11 ammirar troppo Ja ccjebrata, aerea arI chi lettura di quel regale mausoleo. Questo, | eguailo nella forma, Tasi 'Malia! di Atiritnli Viminea-i.° !urlali distrutti, ì giardini si tra- .hsformarono in desolate bntghieiv, riman- gono iu piedi alcuni mausolei. Una tomba igabad rivestito di gesso corroso, decorato iiita.rnam+<utie con stucchi vi sembra uu logoro o scrostato padiglione Ha esposizione. TI gpsso e lo stucco hanno preso, in questa tardiva ed infelico imitazione, il posto dei marmi, dei delicati bassorilievi, rlei ricami bulinati, delle pietre duro intarsialo. Non basta la forma, occorro anche la materia alla beillezza dei palazzi e dello statue ; e. le architettare dei gran Mogol vengono ammirate più per la materia ohe le compongono che noti per la loro l'orina. Auruugabad, triste o spopolata città di delusione che non conta più di ventimila abitanti segna nella sua rapida decomposizione e nella povera materia della sua nlniltura la decadenza dei gran Mogol. Nelle suo sudice strado due solitario vacche sacro • pa.s:iPsgiauo mclanconicamonle alla pallida ombra dello dileguanti memorie di nna fuggitiva grandezza sepolta. LUCIANO MAGRINI

Persone citate: Buora, Chand, Fors, Khan, Mogol, Rama

Luoghi citati: Agra, India, Mali