LA CASA

LA CASA LA CASA Il Diligili tei Mi Beco un congresso „ questo degl'inquilini, a Roma — che nessuno vorrà chiamare, com'è di troppi congressi vani, una accademia. Per iniziativa fascista., epperò non «ometta, i rappresentanti di oltre contornila famiglie d'ogni parte d'Italia hanno discusso al concreto la critica situazione determinata, dal decreto che svincola i padroni di casa a! 30 giugno prossimo, e all'unanimità hanno invocato quell'intervento governativo che noi ritenemmo opportuno fin dal primo manifestarsi della crisi. In verità-, oggi più che mai, si può star certi che non v'è altra via buona per uscirne. Le cifre degli sfratti comunicate al Congresso di Roma per talune grandi città e i numerosissimi cajà di esoso aumento de), fitto, dimostrano che le misure ancora ieri ripetute! dal presidente della Federazione dei proprietari, per Jo sfratto e per l'aumento, non sono praticate affatto da molti padroni di casa. E allora quel presidente dovrebbe essere un po' meno ottimista sui suoi uffici di conciliazione e un po' più logico: e come vuole che non si aumenti più del 50 per cento e non si sfratti che nei casi d'immoralità, di morosità o di provata necessità del proprietario d'occupare l'alloggio, cosi dovrebbe volere il mezzo atto ad ottenere che tutti i padroni osservino questi limiti. Ora., poiché, nonostante le moltipllcate dichiarazioni delle Associazioni dei proprietari, l'esperienza dimostra che la via dolla persuasione e della raccomandazione non porta allo scopo — anche perchè, in fin dei conti, quelle Associazioni lasciano fuori gran numero di padroni di casa — solo mezzo efficace può essere quello della costrizione governativa. L'ottimistico presidente Stucchi si mostra tutfal più dispoeto ad ammettere l'intervento caso per caso. Ma i ca-si sono molti, presidente, c non si può pretendere che l'Autorità politica faccia le scale di ogni alloggio in ■contestazione per proteggere coi suoi poteri discrezionali l'inquilino dal padrone non._ conciliato dagli uffici dell'Associazione padronale. Naturalmente nessun inquinino può oggi attendersi che il Governo ritiri il decreto che ripristina la libertà dei fitti al 30 giugno, per regolare con un nuovo sistema — sul tipo di quello adottato in Francia, per esempio — il problema degli alloggi II Congresso di Roma, anzi, promosso daLla organizzazione fascista degl'inquilini, ha premesso alle richieste il riconoscimento del principio di libertà. Ma come uomini stessi del Governo, in loro pubblici discorsi, hanno ripetutamentedetto, il mantenimento del principio, deliberato col proposito di avviare la crisi edilizia a naturale soluzione, nell'interesse generale del paese, non esclude che nell'applicazione di esso, mei primo tempo — il più difficile —.lo Stato possa intervenire con disposizioni atte a salvaguardare proprio quel fine medesimo. !E' infatti ovvio clic, se al paese importa di vedere ai pini presto risolta la citisi edilizia, con una ripresa di costruzioni adeguata alle nuove .necessità del mercato, 1'{interesse generale della, nazione oggi esige che si ovétti, il prodursi di una situazione di così grave disagio come quella a cuti certo riuseiricbbero gii abusi di tanta padroni di casa a lasciar loro mano libera di 'sfrattare e di moltiplicare ùl fitto. Altro che « piccola scossa », come si esprime il presidente Stucchi ! Del resto, per importante che possa essere l'uno ó l'altro principio di politica economica, questa considerazione statale del supremo interesse -pubblico rientra perfettamente nel concetto ripetutamente affermato dall'on. Mussolini anche in Senato: « .Nella mia concezione, nella concezione del fascismo, tutto ò nello Stato, nulla contro lo Stato ». E la casa — che alitile il gr. uff. Stucchi dice «indispensabile » — costituisce oggi un problema economico troppo arduo per la maggioranza dei cittadini, perchè esso non debba far parte di quel n tutto». Il presidente dell'Associazione dei proprietari ehbe già a pronunciarsi contro ogni decreto governativo dichiarando di non volere «cerotti» legislativi ; ma a parte che per gl'inquilini scottati dui pudron di casa anche il cerotto può far bene, che beneficio può mai venire all'economia nazionale da uno sfrenato uso della libertà dei fitti? Per non accennare che ad una conseguenza immediata, lo Stato da una parte e l'industria, e il commercio dall'altra dovranno domani auiiieiita.ee stipendi e salari per il «caro-alloggio», con l'effetto di aggravare il bilancio e rincarare la produzione a speso di tutto il Paese. Al punto in cui siamo, dovendosi restare sul terreno della «conciliazione» tra il libero fitto e la. possibilità di pagarlo, tra l'interesse del proprietario e la necessità dell'inquilino, non c'è che creare per legge, un organo capace di conciliare sul serio; e quest'organo non può essere che la Commissione paritetica invocata dal Congresso di Roma: • Istituito con un decreto-legge in ogni capoluogo di mandamento una Commissiono paritaria di conciliazione, componili di rappresentanti degli inquilini e dei proprietari, nominali dalle rispettive Associazioni b presieduta da un magistrato, col compito di evitare lo azioni di sfratto e ili determinare la equa pigione uriche por i fitti dei negozi, tenendo speciale conto delle condizioni economiche dell'Inquilino e specie della situazione della piccola borghesia e delle classi implegattetiche ed operaie ... L'istituzione, dello Commissioni paritetiche è già un fatto compiuto n Milano, dove il Municipio ha provveduto — certo d'intesa con l'autorità governativa — a nominarle, conferendo loro poteri sufficienti a risolvere secondo equità lo vertenza tra inquinili e padroni. Ora basterà £jb£ fl Governo» accogliendo U primo g più importante desiderata del Congresso di Roma, decreti l'istituzione di analoghe Commissioni in tutti i capoluoghi di mandamento perchè sia evitato il peggio della crisi : lasciando ai proprietari di casa l'uso della Omertà dei fitti; ma togliendone loro l'abuso. Vivace polemica L'ottimismo del gr. uff. Stucchi e le realtà degli inquilini Roma, 13. notte, la polemica delle case non accenna naturalmente, nonché a cessare, a diminuire di tona Dopo il congresso degli inquilini, il presidente della Federazione delle Associazioni dei proprietari di casa, gr. uff. Stucchi, si è affrettato a dilaniare alla stampa il noto comunicato, in cui, dopo avere cercato di attenuare la gravità della crisi, rendo conto dei colloqui avuti coi ministri on. Federzonl e Rocco c delle richieste che egli aveva avuto occasione di formulare ai duo ministri. Ma tale comiiulcato della Federazione dei proprietari di casa non ha avuto, almeno a Roma, una buona stampa. Sono d'accordo ne IT attaccare vivacemente lo Stucchi e fa sua prosa giornali di tendenze diametralmente opposto, come l'Impero, organo del fascismo più intransigente, e la Voce Bepubbllcana. Un commento deli'; Impero » Scrive te&tu'ilimente Vimyerù: « U gran cordone Stucchi, pezzo grosso della confraternita tra i poveri padroni di casa, vieto il mal tempo, se ne è calato da Milano giuso a Roma 'imperiale, ove ha preso alloggio nelle anticamere del Viminale. Tira o molila, ha. avuto un discreto colloquio nel gabinetto del ministro, dopo di che ha mandato ai giornali una cartella dattilografata, mancante dell'indicazione di provenienza, nella quale è detto che il gran cordone Staccili ha insistilo perchè venga assolutamente inibito ai prefetti di emanare decreti di sospensione generale degli sfatti, che non risolveranno la situazione, in quanto essa si ■riipresenterà tale e quale al termine della* proroga. Ma certe coso a chi le racconta, il grande cordone Stucchi, pezzo srosso della confraternita fra i poveri padroni di casa? Chi gli ha detto che la situazione, dopo un anno di proroga, si ri presenta tale e quale è, se durante 12 mesi si sono costruiti nuovi vani ad uso abitazione? Modestia a parte, il gr. cord. Stucchi non è un pozzo grosso della confratèrnita fra :i poveri padroni di casa di inquilini scemi, scritcria0, ri-minchioniti dal caro-pigione ». La voce Repubblicana dà, del documento di ieri, un giudizio anàlogo. Alarne espressioni sono addirittura identiche a quello del confratello fasoistifisimo. Sentite: • 11 comunicato, dovuto alla sottile e abile ipentnia del franti'artificiale Stucchi, merita una aptiegaizione perchè il pubblico ignaro non rimanga ingannato sul suo vero scopo. Questo (xanunneato. che risiila prima parte ha l'aria di tenore nelia giusta considerazione gli interessi degli 'intuiiini, nella seconda scopre il veleno. Le manovre del grand'uff. Stucchi mirano a impedire che il Governo einetta l'atteso decreto di sospettatone degli sfratti. Sifrondato di tutto le cria ite e ambigue frasi, questo è il significato della prosa stilata dal generoso Stuelli, il quale dice ohe i proprietari avidi c inidiLseiipMnartl sono pochi e perciò non si devono invocare provvedimenti di carattere parueralle, ma lo autorità governativo dovrebbero intervenire caso por caso. i,e immaginate voi le autorità governative che in tutta Italia, esaminato le vertenze, caso per caso, omettono magari un decreto per ogni persona? Se le autorità governativo devono provvedere, non possono farlo che con norme di carattere general3 e se le suddette autorità sono costrette ad intervenire, ciò prova che i proprietari avidi o indiise.ipliaia.ti non sono pochi. Il grande uff. Stucchi è abili', ina non ostarti e lulUi, non troverà mai un cretino disposto ad ess'.'iv tanfo cretino da credergli stillila parola, allorché afferma di essere, animato da generosi sentimenti verso gli inquilini »• Il gr. uff» Stucchi chiarisce Intanto il gr. uff. Stucchi ha tenuto a ribadire oggi, in dichiarazioni a diversi giornali, il pensiero suo c dei suoi colleghi padroni di casa, specialmente in contrapposto alle deliberazioni del Congresso degli inquilini, tigli ha dotto, fra l'altro, per quanto riguarda lo Commissioni conciliative, che, dove esse sono retto con criteri di serietà e d! giustizia, funzionano ottimamente. Circa lu questione dei negozi ha detto: « La questiono dei negozi dove ossero considerata sotto un aspetto diverso da come la hanno impostata gli inquilini. 11 Governo ha voluto una buona volta elio le case rientrassero nei limiti delle leggi comuni, e por un certo tempo si è preoccupato di non creare situazioni difficili, tenendo presento che la casa o necessaria come il pane. Toglierò i vincoli, perchè la libera concorrenza c sempre la. cosa migliare: però, siccome c'è anche una sensibile penuria di abitazioni, è ibcne che ancora .per quest'anno si seguano nonne speciali. La casa è indispensabile: siamo ll'accordo, e per la casa ricorrono considerazioni particolari, ma il resto non è indispensabile: non è indispensabile la bottega. Altrimenti la libertà concessa diventa uno scherzo. Le riserve esistono pei- le abitazioni: i negozi seguono la sorte della libera concorrenza. E' naturale che il prorietario, se domanda di più, è perchè su che a migliori condizioni trova un altro; e se. quest'altro paga di più è perchè gli conviene di pagare. Le restrizioni richieste sono fatte a bella posta per allontanare l'investimento dei capitali dalla costruzione edilizia. Tutta questa roba è fatta per rincarare gli affliti. Io credo che se Un dal tempo della guerra tante, restrizioni non fossero state imposte, oggi non ci si troverebbe, di fronte a tanta, penuria, di case. « Il Congresso della Federazione degli inmulini inoltre chiede: «disciplinare almeno ner tj'e anni la vendita degli immobili a persona diversa dagli inquilini che li occupano ». Tutte bellissimo cose, ma allora non si deve più parlare di libCTtà. Si dica allora che l'edilizia è ancora soggetta a un regime di onnressiono. Non si comprende che cosi non si fa altro che aggravare di più la crisi? La mia impressione è che una piccola scossa si avrà. E' inevitabile. Essa però sarà molto alleviata in seguilo agli accordi corsi tra me ed il presidente del Consiglio, che sono eseguiti tanto dalla classe dei proprietari ■ manto, e debbo dirlo, da quella degli Inquilini, che comprendono che ad una soluziono bisogna nur arrivare. Certo non si può dimenticare elio tanto fra i proprietàri quanto fra gli inquilini, come del resto :in tutto le classi sociali ed in tutte le manifestazioni ■ Iella vita, ci 6ono delle persone sconsigliate che non vogliono intendere ragione e dell'-' altre invece che hanno del buon senso e che ragionano con logica. Per fortuna le prime sono in piccolissimo numero. Io personalmente sono convinto che tra un mese tutto 6arà a posto. C'è una grande esagerazione nelle notizie messe in giro sugli sfratti e. questa esagerazione nuoce. Bisogna considerare anche tutti gli sfratti accumulati negli anni passati che non poterono ossero eseguiti a causa dei decreti prefettizi che li vietavano. Per quelli che non pagano ci 60no sempre slati da che mondo è mondo e ci saranno sempre dei padroni di casa chu manderanno via quegli inquilini. Non lo partV laoltre non Mfc<.aa bar uia,<il nome¬ rò degli sfratti che sono annotati perchè monti di essi sono stati già liquidati con ac cordi »„ La controreplica del presidente degli inquilini Gli inquilini, alla loro volta, hanno replicato per bocca del comm. Buscagliene, presidente della Confederazione nazionale inquilini, le cui dichiarazioni sono ospitate dalla ufficiosissima Tribuna. Il comm. Buscaglione, a proposilo dell'intervista Stucchi, ha dichiarato: — Il presidente della Federazione proprietari di case sembra abbia capito il latino, e vuole trovare accomodamenti ragionevoli Egli pontifica a Roma, si dà l'aria di governare il Governo, ina in provincia ]c sue pa* role rimangono pressoché lotterà morta. Torino insegni per tutte. 11 presidente di quella Associazione padronale aveva pomposamente annunziato alla stampa cittadina che gli sfratti a Tonino non sorpassavano il migliaio. La mia Seziono torinese, che è potente di circa 15.000 iscritti, presentava a distanza di pochissimi giorni a queL prefetto un numero di denunzio di sfratti esattamente cinque volte maggiore. E' evidente die in provincia lo Stucchi, il quale raccomanda ai padroni di faro gli agnellini e di evitare gli sfratti, non è ascoltato, a Torino appunto qualche dirigente dell' Associamone è sitato il primo a non eseguire l'ordine della Federazione proprietari. — E allora ? — Allora la cosa è semplicissima. 11 commendatore Stucchi non può uè deve da solo rappresentare tutti gli elementi interessati alla soluzione del problema della casa, che, si badi, non è solo contingente, ima si manterrà sempre grave per molti anni ancora, dato il sensibile aumento della nostra prolifica popolazione e ia relativa dencenza di costruzioni edilizie a. carattere popolare. D'al> tra parte ha lo Stucchi la forza di farsi ascoltare nelle Provincie? Egli stesso ci confessa di no ed allora ecco la necessità' di creare un potente organismo nazionale, quale è appunto Ja nostra Confederazione. Essa, raccoglie quasi tutte le Provincie, tutte por le grandi città italiane, ohe sono in fondo quelle, che per il fenomeno dell'urbanesimo «ono le più esposte a subire gli' effetti della crisi edilizia. La. mia Confederazione ha organizzatori provetti alla testa delle sue bczioni. E' gente che vive quotidianamente da anni lunghissimi a contatto colla grande massa, dei lavoratori, impiegati ed esercenti, disponendo di centinaia e centinaia di av¬ vocati sperimentati e perfetti conoscitori delia legislazione inerente alla questiono delle case. La Confederazione, che già rappresenti centomila inscritti, e che tra qualche mese triplicherà le sue tessere, vuole equilibrare l'opera dallo Stucchi, non annientarla. Noi siamo logici e umani, perchè siamo ferreamente fascisti. Solo vogliamo clic i provvedimi nti governativi, die noi abbiamo seri*prò accettato e che sempre accetteremo con disciplina di vecchie camicie nere provate realmente nello gloriose squadre 'h anione, siano emanati dopo avere udito le, parti in contrasto e non in lotta, come potrebbe sembrare per la intemperanza di qualche niio rappresentante di provincia. \ proposito del Congresso, il Buscagliene ha dello: — Il Congresso è sfato fascista. L'accordo Ira Sezioni e Fasci è perfetto. Non cosi poasono dire i padroni di casa, che in alcune parti d'Italia non hanno acceduto all'invito dei Fasci ed in altre parti si sono fatti rimorchiare per forza e non certo per amore. — E della questione dei negozi? — Su questo punto il disaccordo tra Confederazione o lo Stucclii è completo e profondo, e porterà alla prosecuzione sino all'ultima meta, che é quella di abbinare la questiono degli alloggi con quella dei negozi nella lotta, da noi iniziata. Ila detto lo Stucchi che « la boltega. non è indispensabile come la casa ». E' inutile elio io affermi il contrario. Se per l'inquilino lo sfratto non è tanto disagevole e, lauto difficile quando gli sia orterta un'altra casa, sia puro in loca11 tu diversa, e lontana, dalla prima, abitazione, lo è. invece viceversa per il negoziante. Mila comprende che " l'avviamento », sul quale ancora purtroppo non è dotta, l'ultima parola, non è elemento trascurabile. A questo punto il segretario della Confederazione, cav. Mammone, che accompagna il comm. Buscaglione, ha spiegato come in Italia, presto, accanto alle Sezioni inquilini, sorgeranno, o sono già sorte, come, ad esempio, a Torino, Unioni inquilini di negozi e di uffici, eoll'incarico appunto di risolvere la spinosissima, questione. I! Congresso della. Confederazione nazionale degli inquilini, dopo l'approvazione dello slatino, passò alla, nomina delle cariche sociali. A presidente dell'Associazione nazionale venne riconfermato il comm. Gabriele Buscaglione; a vice-presidenti vennero nominati il orof. avv. Luigi Sertorio e il comm. Mario Pagano, di Roma; a segretario generale Anton Francesco Mammone.

Persone citate: Anton Francesco Mammone, Buscaglione, Gabriele Buscaglione, Luigi Sertorio, Mammone, Mario Pagano, Mussolini