Il prezzo del piacere

Il prezzo del piacere Il prezzo del piacere pNEW YORK, Aprilo. Come descrivere Broarlway di notte? Con quali mini* Con quali aggettivi (superlativi, s intende), magnilìclieremo le sua attrazioni, lo sue meraviglie, i suoi misteri, le suo luci, i suoi suoni, i suoi canti? « Un limilo di luce » hanno scritto uno, centomila e nessuno. Definizione coaivenzionale, non degna della cosa definita. « Un oceano di luce, ha detto altri, cadendo nell'iperbolico, e quindi nel falso e nel vago. MeMio forse l'ha descritta chi l'ha vista come un rigurgito di cento, di mille torrenti luminosi. Torrenti? Diciamo allora cascate, cateratte ! Lumi d'ogni coloro che rutilano, ohn s'ìnseguono, che danzano, che scrivono lettore magiche sul buio della notte, che scoppiano .1 splendore per spegnersi e riaccenderai, e rispegnersi e accendersi ancora, disegnando per il lungo, por il largo, in allo, in basso, per dritto, por traverso, nel solco, rombante di automobili della via, forme grottesche, parole strambe, richiami fantasmagorici, segni d'un oabalismo suppergiù senza misteri, e rivestendo le tacciate delle case, dalla 33.a alla 59.a Strada (su una lunghezza di un psio di chilometri) di un incandescente velario di fuoco che arde inesausto per sei, sette ore ogni sera. Cento Niagara di luce: ecco, se mai, l'unica similitudine (e americana per giunta) che ancora ci resti per definire in qualche modo Broadway di notte. In mezzo a quosto fuoco fin cui quante falene s'abbruciano la ali!!) ai svolgo la vita teatrale della .Metropoli. Lungo questa doppia barriera incandescente, non meno di cinquanta grandi teatri aprono i loro battenti ad una folla che ogni sera si rinnova, giungfiido da tutti i quartieri della Metropoli, dai suoi sobborghi stendentisi sul territorio di tre Stati, c in verità da tutti gli Stati dell'Unione, che guardano a New York come alla Mecca di tutte quelle arti che abbisognano dello luci variopinte della ribalta per mettersi in mostra e in valore. Non ai deve tuttavia credere che i cinquanta teatri compresi nel breve tratto di Broadway che va dalla 33.a alla 59.a Strada, bastino alla voglia sfrenata di_ divertirsi di questi più che sette milioni di abitanti. Broadway è lunga ventidue miglia, e, anche prima della 33.a (ma soprattutto dalla 59.a alla 270.a Strada) ve posto per parecchie e parecchio decine di Teatri di Varietà, di « Burlesqui^ » e di Cinematografi, per non pari aro dello alcune altre centinaia che soti sparsi un po' dapportutto nei sobborghi, dovo i successi di Broadwav giungono a distanza di mesi, come portati da un'onda di risacca, ad esaurirsi. Ci sono infatti in totale, nei cinque « borougha t di Manhattan, rii Brooklyn, di Queens, di Richmond e del Bronx, che costituiscono la Creator New York, qualcosa come ottocento teatri, capaci di accogliere press'a poco ottocentomila persone: quante cioè vanno in me^lia a teatro ogni sera nella Metropoli. Poiché le statistiche dicono che dei 115 milioni di individui che abitano gli Stati Uniti. 5 froquentatori dei teatri non sono meno di otto milioni al giorno, apparo chiaro elio i soli teatri di New York sono capaci di accogliere un decimo di questa popolazione di gente che si vuol divertire. Pensate che cosa succederebbe ss agli abitanti di Milano o di Torino, non uno eccettuato, venisse voglia di andare tutti quanti a teatro nella stessa «era! Binuncio a far calcoli su quello che gli americani sfiendono per divertirsi (pur limitando il divertimento a quello del teatro) perchè mi mancano dati precisi. A. voler fare la media di un dollaro a testa, si avrebbe una spesa di 800.000 dollari al giorno per la sola New York. Ma earobbe un calcolo assai ipotetico. Si pensi infatti ohe, se è vero che con mozzo doll'iro si va al cinematografo, por andare a « vedere » lo c Ziegfìeld Pcllies », che esaltano, mostrandola pressoché a nudo, la ragazza americana, ce ne vogliano setto o otto; e che una poltrona alle, imminenti rappresentazioni di Raquel Meller, la celeberrima cantatrioe e danzatrice spagnola che viene ora per la prima volta in America, ne costerà venticinque. Come la poltrona alla Scala per la prima del i Nerone ». Nel calcolo, sotto la rubrica « Teatri », si dovrebbero poi comprendere anche gli « annessi »: quello che le donno profondono per farsi bollo per l'i serata, quollo che gli uomini spendono dal parrucchiere e dalla < manicure ». e infine quello che costano le due o tre oro che. dopo il teatro, o d'obbligo trasc.irrere nell'afa di un « cabaret » o di un '■ daii"ing elvb ». Sono cifre che salgano alle snelle! *'•* * limitiamoci a -quello che le belle spendono per essere artiu'-nos 'meato tali, frequentando cioè, i cosiiietti a Beauty Parlo»» o Istituti di Bellezza. .Si è fatto il conto che in questi locali, divenuti una necessità come la farmacia e il « general a torà », le' dorme americane hanno speso l'anno acorso in tagli di capelli, ondulazioni più o meno pennunenti, massaggi, tatuaggi, spianamenti di rughe, correzioni muscolari di vwio genere, pitture facciali, tinture, smalMiun» di unghie ecc., 400 milioni di dollari in cifra tonda. Altrettanto circa hanno speso, quasi sempre negli stessi locali, in cosr~+ù*i, polveri, acque miracoloso e profumi Tress'a poco, in totale, quello che l'I tabu dove pagare per estinguere il debito di guerra verso il loro governo ! Non c'è da meravigliarsi, dunque, che ci siano parecchi uapérU nei misleri dell'abbellimento fisico femminile (tre anni di pratica od esame, prima di poter esercitare in proprio) i quali son fatti milionari nel giro di pochi anni. Uno di questi ha guadagnato una fortuna con un sistema infallibile per la rimozione dei peli superflui, un altro si e costruito uno « skyseraper i di venti piani con un trattamento speciali1 per rimuovere le zampe di gallina dagli angoli degli occhi ; un terzo si mantiene uno « yacht», sviluppando i muscoli del sorriso su visi che sarebbero di lor natura eorrueeàaU. Ma i maggiori proventi dei «Beauty Parlors*, il «ui numero raggiun- ?b i duemila nella sola Mnnhattan, sono ati dallo cosidette a lozioni di bellezza»; le quali sono, è vero, composte di ingredienti di nessun valore, sebbene per esse le ansiose olienti paghino, senza batter ciglio, prezzi fantastici. E che dire dello somme che si spendono ia> profumi? La moda, in questo campo, t*ndé * nodi considerare f>iù còme e chic» it «olito essenze squisitamente preparate o ',I|!jj!I presentate che vengono da Parigi. Ci sono qui dei profumieri, alloggiati in negozi che sembrali bomboniere e posti nei quartieri più lussuosi della oittà, che distillano, per lo belle danarose, delle essenze speciali, individuali, ohe vogbouo essere espressione della loro personalità; e son frutto dunque di un'indagine psicologica, oltre che di una specie di confessione della cliente al profumiere, elevato così a nuovissimo depositario dei suoi segreti di oarattore, di spirito e di cuore. Naturalmente, tali profumi non possono essere duplicati, e ì profumieri — psicologi se li fanno pagare come oro colato: quattrocento dollari la boccetta, pari press'a poco a tre dollari (75 lire ') la goccia. Si capisce quindi corno una elegante newyorkese non poma spendere meno di cinquemila dollari all'anno per i soli profumi . **. Persino la t Madonna dall'America » pare non abbi» potuto faro a meno del « Beauty Pai-lor » ! Per tanta maestà c'è anzi voluto addirittura una clinica della Bellezza, che le restaurasse i primi danni dell'età incipiente. Lady Diana Mauners, la titolata inglese che impersona la statua dalla Madonna nel o Miracolo » di Reinhart, datosi per oltre un anno a New York e portato poi in » tournée » n-ille maggiori città degli Stati, trovandosi a Chicago, a'ò recata con la madre fla Duchessa di Rutland) da un famoso chirurgo della plastica facciale, il dott. Shireson, per curo di cui la sola madre avrebbe avuto bisogno. Sembra tuttavia che, giacché ntlpacteasricasmcSbdtosQcdddpnidoslrossa era lì. Larly Diaua sia stata tentata di | rfarsi anche lei ritoccare il viso; il quale | ò, sì, di una bellezza davvero madonnésca ma di una Madonna, forse, il cui Bambino non è- più da un pezzo in età ila esser cullato fra le braccia. Fatto sta che il dottor Shireson protesta che la « Madonna > gli deve duemila cinquecento dollari per averle egli t tirato su » il viso; .e vuol esser papato ! Che cosa s'intenda per « tirar su il viso » ho appreeo soltanto ora dai particolari che iil dott. Shireson h± confidato ai giornali circa il i trattamento » avuto da Lady Diana Man-nera nrfla sua clinica, e ciò a smentita della smentita di lei, la quale assevera che il suo viso non ha subito la contaminazione dol bisturi. So volete, seguirmi in una breve esposizione pseudo-scientifica, eccovi con esattezza descritto quello che il chirurgo dice di aver fatto per conservar la beltà ad un volto che duo Continenti proclamano quatti divino. Innanzi tutto, gli occhi di quest'incarnazione della Beava Vergine sulle tavole tic-i palcoscenico avevano bisogno di esser leggermente allargati : il che è stato compiuto mediante una minuscola incisione agli angoli esterni, incisione che è valsa anche a spianare le noiose rughe a ventaglietto che si insinuano proprio iu quel punto e le. lievissimo pieghe che, col passar degli anni, appesati! iscono lo ciglia. Poi, le c stata ritoccata la cosidetta «linea del sorrisoli ohe va dall'angolo interno delle narici al sommo della bocca, altro guaio degli anni che è stato abilmente rimosso. In terzo, quarto e quinto luogo, le sono state levate, sempre mediante espertissime incisioni so1.focut.aneo, alcune rughe classiche che cominciavano (dice il dottor Shireson) a preoccupar molto la sua celebre cliente: quelle cioè, che dagli angoli dolla bocca scendono a circondare il mento, quelle che si formano immediatamunte sotto il mento, e infine quelle del collo. Queste ultime, sono state spianate con incisioni eseguite al di sopra delle orecchie, dove incomincia la linea dei capelli, così da rendere invisibili le cicatrici, le quali, d'altronde, saranno del tutto scomparse in poco più di un mese. Lady Diana M.inners, furiosissima, nega non soltanto i 2.500 dollari, ma altresì che il dottore chieaeomo abbia il più lontano ... .. . ,. -. diritto di esigerà, non avendo egli mai operaio sul suo viso. E l'ha fieramente mo¬ strato, quel suo viso radioso, ai giornalisti, l'altro giorno fmentre ai imbarcava sulr«01vBìpic» per far ritorno in Inghilter rn) affinchè questi constatassero che non porto segno alcuno di ritocchi 1 giornalisti, avendo coscienza di non esse re esperti da Istituti di Bellezza, non han no ere-luto clv; fo«?o loro dovere di pronun- cnirurgii.i. riarsi, o hanno limitato il loro compito a riferire il fatto e a dire che Lady Diana acc.t-3 il dott. Shirennn di farw U » rónla- uccazs n «on.. amreson ai tarsi la »rooia- me» alle sue spalle, o meglio sulle sue far- T.ezze, e che essa gli muoverà.causa per dif- famazione chiedendo naturalmente i dati- n: in quaJche centinaio di migliaia di dol- lari. . A chi ore/ler»? \1 rliirnroo 'n-idinereto cm cr<viei..f ai chirurgo indiscreto ranche nel prezzo), o a Madonna Diana? Queata, data la sua qualità non potrebbe ossero sospettata di mendacio. E tuttavia ci viene quasi fatto di non escludere che a questa piccola bugi», (in fondo innocente ed iunocna) ci si sia lasciata trascinale pur lei, femminilmente offesa nell'intangibile presidio della bellezza e dell'età. LUIGI CIOVANOLA