La gioconda festa degli alberi celebrata dall'Uget

La gioconda festa degli alberi celebrata dall'Uget La gioconda festa degli alberi celebrata dall'Uget Un bel giorno, due o tre anni fa. il bravo presidenti; della Sezione Ugei-ima di Torre llce, signor Pasque!, c'ubi: un'idea buona. Alzandosi, un mattino di scio, o volgendo sii sguardi (it antico c fc-cleta innamoralo tomo torno sullo muiiiasne che fonilo corona alla deliziosa Val Pellico, dal Friolanl simile art una chiglia di barca rovesciali u, al Granerò biscuplde, dn<irasiizzi) Boucler all'elegante piramidi: del Courriour, egli :.i disse: — Noi siamo degli ingrati verso la montagna. Al essa chiediamo, sposso, la sfrenila dello spirito ri la gugliorilid delle nteih!>«>., la paro settènne dei grandi silenzi ed il refrigerio profondo di-Ue- ncqui! vivificatrici. In cambio, ad ess-i noi diajrio nulla, mal. Bisogna far qualche eosa per la montagna. Il « qualche cosa • fu presto trovalo. Lo nostro povero beilo montagne soffrono d'una loro specie di... calvizie, ("di noùilnl, irriflessivi ed imprevidenti, lo liaimo pelate corno poponi. 1.0 dolci perniici hanno perso la loro magnifica chioma d'alberi clic, oltre ad essere un motivo decorativo d'una suggestività impónente, è un prezioso elemento di confi*rvazione dei monti e di ricchezza. Ed allora il. bravo Pasquet decise di promuovere, uri limiti delle sue possibilità, tuia vasta e costante opera di rimboschimento. E' noto che questo lodevole proposito aveva fch'i arri-.o a nucl geniale intelletto di poetai e. di scienziato di Guido Baccelli che aveva istituito la < io6ta dogli alberi ». Ma questa degna e utile celebrazione durò poco. Servi Essenzialmente a far pronunciare alcuni dotti e noiosi discorsi suU'iniporianza della foresta montana, a far faro qualche centinaio di :avalieri, e poi adagio, adagio, elegantemente, vcnjio messa in soffitta. Era nata frammezzo a troopi discreti sorrisi di questo incorreggibile' popolo italiano che seppellisce questo cenere di iniziative a lunga scadenza sotto l'amabilità scettica e indifferente del «orrisetto indulgente c noncurante. Ccanunoue. gli « uKoiiui •• di Torre Pellico, nianxlandb assiemo idea e realizzazione, eonrinciarono a rimboschire 11 la.rno robe di Man Pra, piamtajiifiovi ben quattromila fra nbetì e larici, imizio c promessa di ben pili vasto pianlaBion.i. Questo primo successo non poteva pur-sare inavvertito alla sedo centrile dell'Uget il cui presidente, rag. Scardi, riunito il consiglio gli tenne, presso a fioco, questo discorso: — La nostra Seziono del Pollice ha piantolo iqoattromila albori. Ottima idea. Tutti piantono qualche costi. Molti piantano dei chiodi. Altri piantano delle... grane. 1 fidanzati sono piantiti dallo fidanzate o viceversa. Noi non dobbiamo piantar nulla? Il Consiglio, commosso, deliberò di piantare... degli alberi, amch'esso. E precisamente in quei punti dei monti del nostro territorio, dove la furia devastatrice del rimboscamento più aveva imperversato. La deliberazione, comunicata all'Ispettorato forestale della nostra città, trovò nell'ispettore, <:av. Pietro Fossa, un caloroso sostenitore. Vennero prosi gli opportuni accordi o si deciso di cominciare la. proficua opera, inaugurandola con una gita sociale ad essa particolarmente dedicata. La spedizione boschereccia Fu cosi elio ieri mattina una luaiga. colonna di » upetini « mosse verso Lanzo per il arilo augurale. La ferrovia elettrica accolse una piccola folla di signore, di signorine e di giovanotti dai diciotto ai setlant'anni, tutti armati formidabilmente di piccozze o di scarpe chiodata, con sulle spallo certi rigonII sacchi di vettovaglie così abbnndamtemente provvisti che avrebbero potuto bastare pei- una traversata di tre giorni. Da Lanzo la lunga colonna, tutta picchiettata dalle vivaci macchie di colore, dei r/ol/.s femminili c 7-isonante di canti e di risate, si snodò gioiosa su por le pendici di Monte Mumello, altare desiammo per la celebrazione. Qui, le brulle pendici del monte avevano ricevuto adeguata preparazione. Ad intervalli regolari il terreno era stato dissodato e la terra rossiccia, e pietrosa appariva ferita ed apèrta in centinaia di piccolo bocche avide, che attendevano le lenero pianticelle destinate a formare Ja futura foresta. 1 partecipanti si raccolsero attorno al gagliardetto dell'Uget, dove stavano i dirigenti e il R. Ispettore forestale. Fu un magnifico spettacolo. Centinaia r!l visi ridenti o soddisfalli eme.rgevano dalla variopinta tavolozza dolio vestimenta. Attorno, sotto il solo mite, d'una luminosità, timida od esitante, una superba corona di monti, fra cui torreggiava eccelso il Bocciamelone. Ai piedi dell'altura, il nastro lucente dolio acque della Stura, verdine, frangiate a'argeuito. Dall'alto vigilava col suo cipiglio di maniero addomesticato il Santuario di Sant'Ignazio, appollaiato al sommo di un monto o occhieggiente cupo, dallo suo cento finestre. In questo singolare ambiente, a quel pubblico specialissimo, parlò l'ispettore cuv. Fossa. Con parola piana e convincente, egli trattò brevemente della grande importanza del rimboschimento, accennando alle selvagge distruzioni che le acque, non trattenuto dagli alberi e soprattutto "dalle loro radici, precipitando furiosamente al plano compiono, uccidendo, rapinando e devastando persone, animali e boni. I misfatti delle acque L'acqua piovana e quella proveniente dallo scioglimento dPllo nevi, quando non ò trattenute da'.lo .piante, scorre sulla superficie inclinata dello pareti dei monti, ed acquistando nel suo cammino forza e velocità, disalveola i sassi, sgretola la terra ed aspor¬ ta fango, detriti, ciottoli ed altri matorialt, deponendoli in fondo alla valle, ove vengono travolti dal torrente, fatto improvvisamente, per l'aumentato volume di acqua o materiali, gonfio ed impetuoso. Quest'azione (ielle acque si chiama « dila vamento » Ma non è la sola. Ad ossa si aggiunge quella di « erosione », prodotta ap punto dai materiali trasportati, i quali agiscono, per attrito, corrodendo, frantumando e polverizzando, col tempo, anche le più duro rocce. DI conseguenza avviene una progressiva disgregazione della montagna, che cagiona rovino o danni, che si aggravano sempre più con un implacabile crescendo di entità. Tutto ciò può essere evitato soltanto col rimboschimento. Il cav. Fossa ricorda i recenti provvedimenti prosi dal Governo por promuoverò, aiutare e sviluppare l'opera di rimboschimento, ed i mezzi finanziari accordati all'uopo, disponendo, fra l'altro, che i Comuni ai quali sia consentito il taglio di alberi debbano accantonare una parto del ricavato a tale scopo. Per quanto riguarda la nostra provincia, sono già iniziali lavori di rimboschimento in parecchi Comuni : Pìossofco, Praly. Torre Pollice. Fenostrellf, Bardonéecliiu, Brusson, Saint-Rhomy. Per altri è già pronto il piano dei lavori od il finanziamento. Ma l'opera del Governo, da sola, non può sopperire a tutto. E de per ciò che le iniziative privato sono accolte, e appoggiate col massimo favore. Tutto lo organizzazioni escursionistiche, turistiche ed alpinistiche dovrebbero interessarsi di questo importante problema c tramutarsi in focolai di propaganda e centri d'azione. Finora la sola « Ugni » ha iniziato quest'opera di preziosa collaborazione, ma giova sperare che tutto le altro vi si assoderanno, portando il loro contributo ad un'iniprosa che 0 destinata ad accrescere la ricchezza nazionale c perciò ad aumentare la potenza dell'Italia. Tina convinta nutrita salve d applausi saluta la fino dell'intorosóanlo esposizione. Quindi appositi incaricati procedono alla distribuzione delle pianticelle che debbono essere infitte nel suolo. Lo stosso ispettore forestale, un altro funzionario ed una guardia forestale si prodigano in consigli ed istruzioni verso i... piantatori, ed il lavoro incomincia. « Miscere utile dulci » Penetrati dell'importanza morale dell'opera, giovani e... mono giovani, uomini e donne si accingono all'inconsueta operazione con molto impegno. Dall'alto al basso del monto si sparpagliano o si raggruppano secondo i gusti, lo simpatie o le conoscenze personali, formando sulla bruna sterpala sassosa delle vivacissime garrule chiazze di appariscenti colori. Col piccozzino scavano le buche c vi affondano i virgulti tenaci dei pini, dei larici silvestri, dei pini marittimi. In meno di un'ora oltre duemilacinquecento piantine sono affidato allo scarso humvs che10 devo fecondare. Certo, non lutti sono di pari abilita. Vi sono di quelli che aprono buche che potrebbero accoglierò i platani dei nostri viali. Altri, timorosi, penetrano il terreno con la 6om punta dello strumento, quasi vi dovessero inaiare del refe. Avendo i tecnici consiglia.iodi mettere accanto allo pianticelle qualche sasso, utile por trattenere l'umidità del terreno ,vi sono i zelanti che vi cacciano su del grossi sassi che formerebbero un carro, altri — specie le donne — vi fanno attorno delle piccole corono di pietnizze, come un lavoro di mosaico. Ma si fa un'opera buona, la giornata è bolla, e... santo è l'avvenir. Dunque?Ouando il lavoro è terminato, il presidente ìa suonare l'adunata e tutti si riuniscono nuovamente attorno al gagliardetto. Il ragSoru-di esprime il proprio compiacimento per l'esito dell'iniziativa, ringrazia l'ispettore forestale del valido aiuto prestato per il buon successo di essa, ed esorta i 60ci a farsi propagandisti convinti per la creazione di una coscienza forestale ne! Paese. Scioglie quindi un inno alla montagna generosa che dà asuoi fedeli i più alti, i più puri, i più nobilgodimenti. Il dott. Zucchetti reca ai partecipanti il saluto fraterno della Confederazione delle Associazioni escursionistiche ed alpinisticheRingrazia poi particolarmente il cav. Fossatutti i componenti della Uget, la Sezione dTorre Pollice e specialmente il suo presidente signor Pasque!, por le benemerenze acquistale. Conclude augurando ebo l'esempio della Uget venga raccolto dalle altre Associazioni c sia fecondo di durature conquisteA coronamento della celebrazione il ragioniere Soardi distribuisco a tutti i presenti una bolla e significativa medaglia eommemoraliva. Dopo di che, addita sorridendo alle schiere affamate la meta ultima: il Santuario di Sant'Ignazio, ai cui piedi è fissata la sosta per il soddisfacimento di un ben legittimo appetito. La colonna si mette in marcia, soddisfatta e canora. In breve tempo il cocuzzolo su cui sorgo il tempio e raggiunto. Sotto gli sguardi atterriti dei proprietari,11 piccolo esercito si accampa prodemente sui verdi prati stellanti di fiori, i sacchi vengono aperti o si comincia a divorare colla sana voracità che dà la montagna. E per tutto il pomeriggio lo ridenti vallette che circondano la chiesa — il cui aitar maggiore 6 stato costruito attorno al vertice del monto — risuonano di lieti canti, di grida gioioso c di evviva all'Uget ormai gloriosa. L. B.

Persone citate: Brusson, Guido Baccelli, Pasquet, Pellico, Pietro Fossa, Pollice, Soardi

Luoghi citati: Italia, Torre Pellico, Torre Pollice