Disarmo e sottomarini
Disarmo e sottomarini Disarmo e sottomarini l a o I lavori della Commissione preparatori* della Conferenza per il disarmo comincie» ranno tra breve a Ginevra. E, negli ambienti ufficiosi francesi si prospetta già! una tesi tutt'altro che priva d'interesse peri l'Italia, e che consiste nel denunciare la! campagna inglese contro i sottomarini! come tendente a colpire gli armamenti della Francia. Qualunque sia il valore de-" gli argomenti francesi, i termini della questione meritano di essere delucidati. Come si ricorderà, l'U novembre 1925 affondava — in circostanze simili a quelle per cui l'Italia, aveva poco prima perduto il suo Venterò — i\ sottomarino inglese M. 1. La commozione dell'opiniune pubblica d'oltre Manica fu assai viva, ma —con una rapidità realmente curiosa — lei espressioni di compianto furono seguite da una campagna politica per l'abolizione dei sottomarini. 11 Times e tutti gli altri giornali in coro, in un primo tèmpo pubblicando delle lettere di autorevolissime personalità, e successivamente con editoriali e con inchieste in America, sostennero che il disastro dell'/I/. 1 doveva condurre alla revisione dei programmi navali di tutte le nazioni. Interpellato sull'argomento, il Presidente Coolidge ribadì le suo antiche idee sul disarmo da discutersi in un convegno a Washington, ma — pur dimostrandosi, in linea di massima, favorevole alla campagna inglese — non prese alcuna nuova e precisa iniziativa. Restava da conoscere il parere degli Stati continentali e, in particolar modo, quello della Francia. Ora, il Quai d'Orsay non si era lasciato ingannare dalle apparenze e aveva classificato gli echi politici di questa' campagna sentimentale fra le manovre del Foreign Office. L'unanimità insolita dei fogli inglesi gli aveva rivelato che, dietro! di ossi, il gabinetto britannico mirava a realizzare quella soppressione dei sottomarini che — pei- ragioni intuitive — gli stava; estremamente a cuore dopo l'esperienza bellica. Cosicché, appena i giornalisti inglesi cercarono di sondare il pensiero francese circa il problema della costruzione dei sottomarini, si trovarono amai partito. Effettivamente, le preoccupazioni di politica, interna e la situazione del gabinetto toglievano ai parlamentari francesi il desiderio e l'opportunità di interessarsi alla campagna della stampa inglese. Il richiamo gettato dal presidente, del Lloyd's, Matkinnon, e cosi premurosamente raccolto dai fogii britannici, cadde nel vuoto.. La Reuter non riuscì a segnalare — come prova dell'interessamento francese — che un solitario trafiletto deWOeuvre il quale, ahimè!, chiedeva si la udizione dei sotto- . marini, ina anche quella delle corazzate. Frattanto, un intempestivo intervento del senatore. Borali provocava l'annuncio, da parte del Nnvy Department di Washington, che gli Siati Uniti avevano in cantiere dei nuovi sottomarini da 2000 tonnellate. Stretto da un'interpellanza oi Comuni, Baldwin — davanti al rifiuto del Giappone di partecipare ad una conferenza per la riduzione dei sottomarini o all'ostinato silenzio francese — si limitò a dichiarare che della cosa era orinai investita la Lega dello Nazioni, e elio non era il caso di un'azione separata, il ministro francese della Marina, a sua volta, si affrettò a render noto che la Francia si rimetteva anch'essa alla Lega. Successivamente, il Department of Stale segnalava che la proposta del presidente Coolidge per una. conferenza per il disarmo navale, da tenersi a Washington, era stata respinta dall'Italia, dalla Francia e dal Giappone. Con la, sua azione fetnporeggiatricc, TI Quai d'Orsay aveva mirato ad evitare che dello possibili imprudenti dichiarazioni compromettessero la politica, che la. Francia continua sul adottare iti materia di costruzione di sottomarini, e che è perfettamente logica. Tutte te nazioni che non possiedono una preponderanza navale asso 1 ti la ed indiscutibile (vale a dire tutte le nazioni, salvo l'Inghilterra) tendono a sostituire alle grandi navi da battaglia una sempre più considerevole flottiglia di sottomarini. La riduzione o la limitazione del numero di questi ultimi non può andare a vantaggio che di quella nazione per cui i sotti •• urini sono uu semplice ausilio, '• e non la patte forse più importante dell'armata. E' quindi impossibile' metterd sulla stessa scala proporzionale il numero dei sottomarini posseduto da una grande potenza, con quello olio appartiene alla dotta di una potenza minore. La Francia conta, per la propria sicurezza navale, sui sottomarini e — a costo di veder rinascere io auliche accuso di ((imperialismo» — sombra ferinamente decisa a difendere a Ginevra, la sua tesi. D'altra parte, l'In•jlt il terra è chiaramente detcrminata a cercare che il disarmo non sia una vana parola. Si possono già prevedere le posizioni réclproclio a cui daranno luogo non tanto le riunioni preliminari della Commissione,, quanto la. vera e propria Conferenza ginevrina per il disarmo. L'interesso della Conferenza per il disarmo sarà concentrato sulle mosse dell'Inghilterra da un lato e su quelle della Francia (e .con ogni probabilità, secondo le1 nuove direttive della politica fascista indicano, dell'Italia) dall'altro. Stando le cose in questi termini, è facile constatare come la questione dei sottomarini la quale, in sè,poteva parere di competenza degli specialisti, assurga a un'importanza notevolissima. La sua impostazione, sopra precisata, ha valore e significazione non trascurabili. Le preoccupazioni che in proposito vengono espresse negli ambienti ufficiosi francesi appaiono degne di rilievo., Si tratta di una questione di principio:! quale è il valore di una determinata forma; di armamenti? Abbiamo veduto come non sia possibile assegnare ai sottomarini identico valore per ciascuna Potenza: questo varia in rapporto alla composiziono delia flotta a cui appartengono. Parimenti, non si può commisurare l'esercito inglese; a quelli continentali. Tali questioni particolari, apparentemente tecniche, contengono in realtà degli! elementi politici capaci di influenzare o anche di determinarne la soluzione. Il compito della Commissione preparatoria si annuncia quindi straordinariamente delicato.. Dal modo in cui i diversi problemi verranno impostati, dipende in gran parte' ' le riuscita della conferenza. Solo riducendo at minimo ile il gioco degli influssi politici, la Commissione potrà farà opera utile. Ma — come le pubblicazioni ispirate dal Quai d'Orsay dimostrano — èi invece evidente che, in attesa della formulazione dei primi schemi, le Potenze interessato preparano già le pedine per lai grande partita della nuova Conferenza gìnevrinJk
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