La polemica D'Annunzio -- Coppedé

La polemica D'Annunzio -- Coppedé Firenze e la "galleria,, La polemica D'Annunzio -- Coppedé fGovgpssFirenze, 25, notte. IJ Corriere della Sera d'oggi ha pubblicato nna lettera di Gabriele d'Annunzio — che he. destaio nui viva impressione — contro il progetto dell'architetto Coppedè d'una ■galloria» nel centro di Firenze, di contro al battistero San Giovanni. L'invettiva del Poeta I» leM«ra. dei Poeta, indirizzala ad Ugo Ojetti, diceva: «•Mio caro fratello tlorentimo, gli argomenta — da opporre al bestiaio Kfrega'o che minaccia la mia Fiorenza, la nostra Firenze — sono tanto manifesti e tanto imperiosi che io disdegno di noverarli e di comentar,!:. «Per ciò io non lascio oggi parlare il mio gusto irreprensibile ma sì la .mia insuperabile passiono; e anche — poiché non temo le parole crude — crucila abominazione clic per Ser Zucchero Rencivenni significava medicabili ler « senso di schifezza » e « nausea di stomaco ». e E vano è che i béceri smemorati affùUino di considerare la mia violenza ria « bande nere » come l'ira sonile di un rotore conservatore ». E dopo avere ricordalo, a tal proposito, un suo discorso alle reclute del '9U, « sopra un argine del Piave maschio, assai men comodo del oieoràceo Botlegane », D'Annunzio continue: Ma riuesta n If-rribii macchina » (il profletto della «galleria» fiorentina) arcimaoch!naia, da non so quale arcimaiuscolo Arcigocciolone, non può di MicUelagTiolo ricordare ai miei Fiorentini bennati se non il pugno dei Toirigiani. Alla vergogna io mi opporrò con tutte le mie forze, e con quelilc de' nriei, pochi o molti fedeli, pur anco se dagli Italiani io fossi per esser mandalo novamente a confine; che di Firenze mi sento già esiliato da. tenta buaggine che cerca da cangiare il bel Giglio « fatto vermiglio » in utifle cavolfiore concimalo a Vaaiungo. « Se tu vuoi stampare questa improvvisa invettiva, o Ugo del Salviatino. bisogna che tu la stampi intiera e fiera com'ella fi. Altrimenti in ti accuso di pusillanimità non iratellevole ; e pongo per sempre su la nostra vecchia, amicizia quella \il pietra di tavn-'.i- j no da caffè dove — per esser toscano di | Prato e del Pulpito aneli.' nelia facèzia,- oli Udéno Nisieli — .l'avropranza idélll'aircirlmbom-b=i,n.l.is3;-ìr.:iseinio Arcifànfano tracciò il disegno di se medesimo con un solfanello j senza solfo e con la sgocciolatura di un fiasco panciuto. "E' proprio il caso che agli imbarbariti e agli imbastarditi io ricordi il modo vivo b>ì battezzali in San Giovanni. » Risciacquare S.fiasco con le pietre >-, ghignavano essi in antico. No io temo d'esser lapidato enn pietre mai corine. Per me il motto di Fidia è lattò Ialino: Donee. ad vnqvem ». Monito ai " savi nomini „ Nel pubblicaro 'iiiesta Iutiera di D'Aiinuny.io. Ugo Ojetti, direttore del corriere, l'appoggiava, con queste osservazionii : « L'idee fi venute ad alcuni fiorentini inti'eprcad'enià e intranrenid'itori da quiruio ebbero notizie che a-iiiclie a Eucoa si voleva aprire una Galleria liti la piazza Napoleone p. la piazza, di Saji Michele. Lucca con la Gelieiie 1$2G, e Firenze no? Per fortuna a Irécca il progetto sembra fermo a. un primo e-incerto disegno, e tutti questi progetti di svenlramenli o, come dicono in Toscana, di sbuzzi devono essere prima approvati dal Governo e dal Ministero cui sono affidati monumenti e belle arti. Ma intanilo il più aito e sicuro giudice :iri un argomento di keHezza e il piti incrollabile difensore della storia e dell'arte nostra ci menda queste latterà flerissima che varrà, speriamo, a far meditare i florentiini e il loro Comune su tali improvvisazioni e leggerezze. Il Comune di Firenze si abbandona, infatti, da qualche tempo a questo improvvisazioni, e inalo tollera che vengano discusso e le difende «sta argomenli politici, quando non trova ^argomenti, logici. Par aver giustamente cri- ticato io concorso del nuovo porti* stili Arno, vemw sciolto il Direttorio della Corporazio- ne <JeD,e Belle Arti composto degli artisti fiorentini nifi rinomati. Anche in questo prò-r' CMtto per una Galleria nel centro di Firenze, il Comune crederli d'essere forte e ammirevole solo perché delibera nel tegiefo deliastanza, di Giunta e non si cura d'altro? Fra gli ammin.isitr-atori della ;r!oniosa. città, h coininaiare. disi Sindaco, senatore Antonio Garbasse sono uomini ponderati, dai quali protesto come questa di Calinole D'Ann un : aio non pcsèciio ef-sei"1 considerate ubbie di profami e di pedonili. La memoria di chi ha «otmmosso contro Firenze il delitto della, prima distrazione d«i cemt.ro ». è senza pace. Ripeterà oggi il Connine di Firenze, dopo qii'-ircsperi'.-nza, l'errore d'allora7 Non ci sembra possibile. «Pro.prio nella saia della Giurata è api>esain «un porto d'onore un'cfngio di Dante, conTana dedica, di D'Arumuizii die lo, donò daFliume ai Comune D^viv.pbero s « savi uo-mini » volitarla verso il muro il giorno in cui deliber:issero d'sppi'ovare quésto progei- M> e di soffoca.ro i.ns:^m•, cosi il Battistero di ivanto e ii voto di Gabriele d'Annunzio ». La r.sposta di Copoedé Óra. ì'architello Coppwlé. autore del prò- sotto, ha inviato a D'Annunzio la seguente , lettera, insieme ad una. grande fotografia del caseggktto compreso fra l'angolo di via dei Martelli e queiia. di Bonro San Lorenzo: », Illustre .Signore, ho ietto la vostra lettera •vai Corriere. Mi permetto spedirvi la fotografia della casa per cui avete credulo opportuno, spararmi addossi oltrasgio.-i detonanti vocaboli (uso « arcifanfano », « arciatocciolone»), con cui forse pensaste di ritenermi a. battesimo presso i miei arguti concittadini. Ma i fiorentini hanno troppo luion basto per tare di simili garpailfini dietro alla genie. Vorrei chiedervi: vi ricordate proprio di quecito- la.to della piazza di San Giovanni? V. vi sembra che. essa valga la spesa detta vostra nolvere? Clic la. galleria poi si faccia, o non bì faccia e un altro paio di maniche, e poro male anch': se si farà, o non si farà la mia: l'importante per me. e credo anche per voi, consisteva nel riportarvi davanti agli ocelli «uelle quattro catapecchie, che l'impeto lirico vi ha fatto elevare a simbolo della bellezza, artistica fiorentina. Voi. per certo, non vi abbasserete inai ». darmi atto di questo ritorno alla realtà; ina non sarò davvero io a offendervi col sospetto che la realtà non vi abbia persuaso. Per mio conio, io sono convinto poi oh« la vostra invettiva cosi npronoraoniata alla circostanza, debba èssere stata, ai frutto di errale informazioni pervenutevi intorno all'opera mia e alle, mie modeste « «sempre molto remissive intenzioni. Alle critiche seguite da pi" parti alla mia idea (che rfidea tei trattò, più ime di un progetto vero e uinpriol molto pacatamente e molto educa- temente io risposi con una lettera pubblicata sulla Nazione e clic mi permetto di inviar, vi. Molto pacatamente risposi, perchè la pa.o&tezza h sempre quella che fa riconoscere Poneste e la buona fede; molto educatamelite. perchè l'oltraggio, venga da chi venga, e tremore qualche cosa che va equamente divisa—e ei divido do. se — fra olii la lancia < colui al onalc è diretta. Devotissimo : Adolfo Cmpcdc ». La " Leonardo ,. plaude * D'Annunzio Mella polemica iniorviene puri: oggi la Snafeta « Leonardo da Vinci », che, riunitasi in assemblea straordinaria alle or« 17. ha votalo un ordine del giorno col quale chiede che il patrimonio artist'co dotila città sia più completamente tutelato c che non si addivenga, alla costruzione della progettata galleria, nè al taplio progettato i«e.r rendere più facila Ja -riabilita. E' stato i>oi inviato un telegramma di plauso al poeta Tf Annunzio per S auo Intervento nei difeatttiito.