Amore con gli sci

Amore con gli sci Amore con gli sci Sullo sfondo bianco di un inverno elvetico la Jungfi'au spicca con. le suo punto j similo a un gigantesco molavo. Dietro lo [vetrate d'un hotel grandi pupe internazionali ed atletici fantocci in maglia, con le loro piccole teste infioccalo da grandi bebé, parlano d'impercettibili coso con serietà, enorme. Siamo in un centro di sporta infernali: Muttoii, nell'Oborland bernese, tìuadro assoltilarneiilc Cook and sovs, in cui l'orrido e il comfort, il sublime e il banale, la neve ©tema o l'ovatta, la tormenta e l'ora del tè vaiano d'accordo. Si fanno corse in bob a 70 chilometri all'ora. Si ariiiscblano cadute vertiginoso c si può molile, ma ciò avviane molto di rado. Comunque ci sarà sempre la soddisfazione di essere ammirati dai binocoli dello verande. Questo mondo è, in sostanza, l'espressione delle generazioni del dopo-guorra, assetato d'eroismo in un'epoca senza battaglie. Dcll'eroisano impossibile è succedaneo l'atìletismo. I giovanissimi sono quasi tormentati dall'idea di esser nati troppo tardi, di non aver compiuto anche loro qualche prodigio sotto lo raffiche fracassanti"delle mitragliatrici. E c'è in tutto ciò una deliziosa puerilità. Anche un dispeptico ne sorriderebbe.. Soltanto qualche irreducibile lodatore del tempo passato non sa (rassegnarsi. Udite questo dialogo fra due persone mature, incarnazioni d'un prolisso o n^almconico passato: — ila scrittrice inglese Harriett Rowsel! e mister Brian Daffodiil, dilettante di /ottimistici paradossi. Hartriett: — I mici cari compatrioti non. gustano più che il comico. Si disinteressano dei malinconici conflitti dei sentimenti. L'abuso dello sport e le difficoltà di danaro li hanno distratti dalla vita dello spirito. Brian: — La salute conquista anche lo spirito, Harriett. Essa è anche forza e luce. Harrieitt: — Essa non baste a fare la jfeilicità, Brian. Brian: — Ne siete ben sicura, Harriett? Harriett: — La felicità ò lo slancio dell'essere verso Dio. Brian : — Giustamente. Bisogna imparaire a saltare. **# Ma i giovani atleti e le ragazze vigorose Icon minuscole teste precisate dal rasoio, npsa. hanno tempo per queste elucubrazioni. Ma soprattutto non le capiscono. Per esBeoe bene allenati, occorre dispensare almeno sei oro al giorno. Quando rimarrebbe il tempo per occuparsi- delle esigenze delranima? Ne ha già troppa il corpo. Guardato questi due giovani che appaiono sulla .veranda dol Grand Hotel di Miirren dopo una puntata cogli sci. Lei è alta, muscolosa, con un torso pettoruto da ragazzo solido ; gambo lunghe e perfette. Uno sguardo azzurro, ora acciaiato ora puerile. La pelle arrossata dal gelo. Un piglio deciso, che non ammette repliche. Vent'anni. Inglese. Nel costume di lana bianca, ella sembra una statua di Diana nella panna montata.. Lui è il ragazzo gigante, l'Adone d'oggi, di cui le donnine sui toirtacinque sbirciano la musoulatura, mentre trattano affari di sesso con maturi finanzieri e stagionata diplomatici. Chi sono questi due giovani bianchi ? — Gerald e Dianah ! ■— vi affermerà con forza il primo che interpellerete. Una sigla? Una firma commercialo» Una coppia? No; Gerald Steele e Dianah Powlys non sono lina coppia. Sono va).'équipe. C'è sfumatura. La coppia ammette il sottinteso sentimentale erotico o finanziario. Ma fra Dianah e Gerald non. esistono sottintesi. Essi sono due compagni di sports: nè più nò meno. E poiché sono così bene assortiti che nessuna vittoria — pattini, ed o bobsleighs —.può sfuggire loro, continuano a rimanere insieme. — Abbiamo Gerald e Dianah ! — esclamano con orgogliosa convinzione gli ospiti del Grand Hotel ad ogni nuovo venuto. Naturalmente, nell'equine, il dominato e Gerald; la dominatrice è la donna. Gerald non ha opinioni, e d'altronde pensa «Jie Dianah debba sempre aver ragione, perone ha colpo d'occhio davanti al pericolo e buoni muscoli. L'uomo, secondo Nietzche, vuole due cose : il pericolo e il gioco. Perciò yuole la donna, che è il più pericoloso dei giocattoli. Gerald Steele vuole il pericolo « gioca con esso; ma non ha ancora pensato a volere la donna, perchè in sostanza olla non esiste pei" lui. Dianah non è una donna: è un'astrazione sportiva. L'amore? Paiola vuota di- senso. Mia l'arrivo di una graziosissima signorina, Clara do Maur, figlia d'un diplomatico francese, mette, in questo gioco bianco, una pedina ròsa. Clara è piccola, flessuosa, fine, squisitamente elegante. Ma soprattutto è donna. La alta ragazzona inglese c la minuta siluetta parigina non tardano a trovarsi di fronte. Un giorno, mentre Dianah e Gerald s'apprestano a salire sul loro bobsleigh par una volala sulle nevi, Clara chiede un posto nel veicolo. Diana lo rifiuta. Gerald, che è rimasto confuso o passivo di fronte a questo atto troppo brusco di Dianah, compie così un atto non cavalleresco verso la piccola ospito, li bob parte. Clara do Maur rimane sola, umiliata. Duo lagrime le fanno diamante fra le lunghe ciglia. Da questo momento la parigina, offesa nella sua femminilità più profonda, concepisce e medita tutto un piano di riscossa: sedurrà il gigantesco fanciullo, che Dianah ha rapito con sò sul piccolo attrezzo volante. E metterà, in quest'opera di seduzione, tutta l'astuzia, la raffinatezza, lo spirito d'invenzione e perfino l'eroismo di cui sono capaci le donno dogne di questo nome. Cercherà amicizie, stimolerà inimicizie, firmerà trattati e creerà confederazioni, patteggerà e combatterà instancabilmente. Ed ceco d'improvviso, nel superficiale mondo di Miirren apparire gelosie, schierarsi fazioni, organizzarsi balli mascherati e gite pericolose. Tutto insomma il rimescolìo dei sensi e dei sentimenti, messo a dormire dall'etichetta mondana e dall'etichetta sportiva, viene a galla, creando le più curiose situazioni, i più impensati intrighi. Clara de Maur arriverà perfino a precipitare da un 606, rabbiosamente guidato da Dianah, e a giacere col capo insanguinato sulla neve, mentre il gres» Gerald, finalmente ammollito, si chinerà su di lei balbettando monosillabi di disperazione e d'amore. Ma le ferite sono leggere e Dianah intanto è fuggita col cuore pei- la prima volta turbrto dalla gelosia. Il gigantesco fanciullo è diventato uomo. Una asbratta vergine, è diventata donna. Clara do Maur ha vinto. E' bastata l'apparizione della femminilità deliziosa e avvelenala, in questo campo di nove e di zucchero candito simile a una onerane torte, perche lo tassino, delle passioni umane siano riapparso in tutta la loro virulenza. Il mito di Elona. *** Come finirà questa storia? Henry Bordeaux, che ce l'ha presentata nel suo nuovo romanzo: Les jeuwdanijcrcii.v (Librairio Pian. - Parigi) ha trovato una lino che non soddisferà nessuno. Dovo il lettore, 0 soprattutto la lebtrico, si attendevano il matrimonio o per lo meno la rolazione ira Gerald e Clara, uscirà invece un matrimonio Dianah-Geralcl. Clara ama, in segreto, un bell'uomo di cinquant'anni, il diploma; lieo lord Musgrave, che c nelle Indie. Ed è un amoro infelice. Lord Musgrave sanie troppo distintamente la differenza invalicabile fra la sua età e quella di Clara. Egli non può quindi decidersi a un matrimonio con una donna che potrebbe essere sua figlia. Ed è questa infelicità dr.) permette a Clara di beffarsi degli altri uomini e di .eserciterò tuttavia su di essi una forza di seduzione che un'altra donna, non agguerrita come lei dall'infelicità, non possederebbe. Questa situazione le permetto anche d'essere in pari tempo crudele e generosa : crudele verso Gerald e generosa verso Dianah, la sua aspra nemica d'un giorno, giacche rieoncilierà questa con quello, 0 li sospingerà verso l'unione completa, d'anima-'e di corpo. La piccola Elena dell'Ober- land parta, e tutto il mondo cosmopolita di Miirren, che per qualche tempo era stato percosso da un brivido sconosciuto, come da una corrente galvanica, torna a ricomporsi nel suo snobismo bianco, ricominciando a tessero la tela di Penelopo della banalità. * * Romanzo elegauteme-nte tagliato, ricco di agili scorci. Ma la sua tecnica raffinata finisco, in certi punti della favola, per essere scopo a so stessa, giacché l'autore ha ben poco da dire di un passato al quale ha dato fondo in altri romanzi, e non sempre riesce ad indovinare le lineo crude e paradossali del presente. Tuttavia la interpretazione, diciamo co3Ì', cutanea della nuova gioventù sportiva, ha momenti felicissimi. Ma appunto per tutto questo ragioni, si direbbe che l'amore, pur dovendo costituire il contro emotivo del romanzo, sia rimasto tagliato fuori dall'azione. Del resto questo eenso di vuoto cho coglie il lettore è riassunto dalla frase che chiudo il volume. Essa ò rivolte a Clara de Maur da Brian Daffodil, mentre il treno lascia Miirren : — Nel nostro mondo sconvolto,, miss Clara, anche per la felicità c'è una crisi degli alloggi... CURIO MORTA RI.

Persone citate: Brian Daffodil, Cook, Dovo, Gerald Steele, Henry Bordeaux, Lord Musgrave, Musgrave, Paiola

Luoghi citati: Parigi