Stremann al Reichstag

Stremann al Reichstag Stremann al Reichstag T^o. Germania inori è uscita eia Ginevra moralmente irxclelbolìta I*o scopo nostro ès quello della giuntisela (Servizio speciale della "Stampa,,) Berlino, 22, notte. Secondo (rua.nifco era stato annunciato, è incominciata oggi al Reichsta« la discussione suina pollitica estera del noverilo o sul contegno tenuto dalla delegazione tedesca a Ginevra Nelle prime ore del mattino si è appreso ohe Stresemawn avrebbe preso la parola ogfri, ai principio della discussione e non già affla fimo dì questa corno era stato detto nei giorni scerai. T>a seduta era fissata per le 11, e mezz'oca prima i corridoi del Reichstag erano affollati eri mimai issimi, per quanto si aivesso l'impressione die — a meno di eventi imprevisti -- la battaglia del Governo era «ià vinta prima di essere combattuta. Destava molta impressione inwe.ee, e dava luogo a molti commenti, la notizia che, alla Commissione, delle Finanze, il ministro democratico RheinhoM aveva ripiegato gran parte delle suo bandiere riformaitrici in, materia di imposte, ri.nnmcianido specialmente alla tanto decaimtaita riforma dei tributi, prreconizzata dai socialistii e avversata rial centro e dal partito popotaire tedesco. I socialisti trepidano e gridano al. tradimento, ma il goveamo sa benissimo che estsi, per coerenza, 6ono obbligati a votare in suo favore sudila questione di Ginevra e, per il momento, questo è ciò che interessa. Si avrà così, una volta di piti, lo spettacolo paradosBaite (ma fatale, dati, la composizione della Cannerà tedesca) di un governo che si volge a sinistra, per farei appoggiare nella politica estera, e ohe si rivolge poi subito a destira appena si tratta di tocoaro gli interessi antagcntstiici del capitale e del lavoro. Poco dopo le 11, il presidente Loebe apre la sedute. La Camera è stipata; ed anche le tribune sono affollate. In quella diplomatica si notano, oltre ailfl'ambasciaitore d'Italia che vi compare per la prima volta, anche quelli d'Inghilterra e degli Stati Uniti. Parla per pochi mirairti. Tra la disattenzione generale, il relatore del bilancio per gii Esteri, e subito dopo prende la parol^ Stresemann. il qt»le legìifi con voce monotona, ma forte e chiara, un discorso che dura oltre un'ora e un quarto, ed è ascoltato con profonda attenzione dall'assemblea. I precedenti Stresemann rileva la necessità di parlare per primo speciialmenite perchè, ieri l'altro, alla Dieta ponLssiuTva, è cominciate una discussione sull'opera della delegazione tedesca a Ginevra senza che la Dieta abbia avuto modo di udire le dichiarazioni dei membri della delegazione stessa. Il ministro ricorda poscia che non è state la Germania a prendere l'iniziativa di chiedere l'aiminiissMme nella Lega; specie dopo che, nei 1019, la sua prima richiesta, era slata respinta. Stresemann ramn-mta l'invito fatto alla nazione tedesca da MacDanaki nel 192i, e la mozione del Consiglio della Lega che — nel febbraio 192ó — esprimeva il voto dì avere la Germania nel Consiglio stesso. Egli viene poi ailfle condizioni imposto dalle potenze le quali — per concUidere il patto di garanzia — esigevano che la Germania facesse parte del Consiglio della Lega delle Nazioni Ne derivava pertanto che tali potenze avevano il dovere di fare tutto quello che era in loro affinchè il Patto di Locamo andasse in viffotre, ed è strano invece che dopo la domanda d'ingii'esso della Germania si sia incominciato a parlare della ricostituzione del Consiglio della Lega, e che tre potenze autunno avanzalo la preliba di un seggio permanente e preteso di avere già ottenuto delle promesse in questo senso. La Commissione per gli Esteri germanica — deliberando che la Germania secondo l'uso delle trattative internazionali, nell'imminenza della convocazione della Lega avanzasse la richiesta di un seggio permanente, senz'altro mutamento nel Consiglilo — condivideva l'opinione generale che l'ammissione della Germaaiia tosse runico scopo della convocazione £iraordina>ria dell'Assemblea. Le pretese delle tre potenze suaccennate provocarono foni (reazioni, specialmente nell'opinione pubblica inglese. li.noveralo svedese aveva già comunicato ufficialmente al Governo tedesco che avrebbe votato contro ogni aumento del imme.ro dei seggi permanenti nel Consiglio della Lega (all'infuori di quello per la Germania) anche qualora la Svezia dovesse rimanere sola a difendere questo punto. La delegazione tedesca poteva quindi andare a Ginevira eoa la sensazione che •la decisione del Consiglio circa un eventuale mutamento della comi>osizione del Consiglio stesso sarebbe, stata negativa. La delegazione all'opera Stresemann fa qui la storia delle trattative svoltesi a Ginevra, e non dice nulla di nuovo. Egli smentisco però che la caduta di Briand sia stata provocata ad arte por intorbidare la situazione, e ricorda di non avere mai lascialo alcun dubbio che un mutamento mei Consiglio, prima dell'ingresso della Germania nella Lega avrebbe avuto per conseguenza il ritiro immediato della domanda tedesca di ammissione. La Polonia — soggiunge Stresemann — d'altra parto non aveva neppure la maggioranza necessaria per chiedere tili seggio permanente. 11 ministro osserva di non essere mai stato, per principio, contrario ad un opportuno rimaneggiamento del Consiglio, ma che questo non doveva avvenite in base a promes¬ se precedenti fatte dalle potenze, ma dopo un esame accurato delle varie questioni. Egli respinge il rimprovero che la Germania sia stata per principio contraria a questa o a quella potenza, e ne dimostra l'assurdità, affermando che la Germania aveva sostenuo solamente che il Consiglio non doveva essere ampliato in questo modo. Ciò che dava alla Germania il diritto di protestare, era l tentativo di collocare sulle sue spalle la responsabilità del fallimento della sessione testé chiusa. Era nota l'opposizione della Svezia, e la situazione diventò tale che il Consiglio non si trovò in grado di concedere neppure un seggio temporaneo. Sj sarebbe nvece dovuto — prima di tutto — assicurarsi dell'unanimità del Consiglio, e poi rivolgerei a.lla Germania. Invece, si è voluto dare l'impressione che la Germania fosse la tutrice della Svezia, mentre il contegno di questa era sempre stato assolutamente autonomo. La delegazione tedesca non ha abbandonato neppure sulla questione del seggio non permanente il suo punto di vista, ed è falso dire che i tedeschi a Ginevra abbiano fatio per dieci giorni anticamera Invece, le potenze che non erano rappresentate nel Consigilo, hanno dovuto aspettare dieci giorni prima di riunirsi in assemblea, perchè le altre potenze trattavano nel contempo con la Germania II ministro viene a parlare poi di varie questioni che si ricollegavano alle trattative e che ne rendevamo impossibile la soluzione. Ricorda il contegno tenuto dalla Spagna, la quale dichiarava di non voler più collaborare nella Lega, e quello del Brasilo, che sd è assunto la piena responsabilità del cattivo andamento delle cose ginevrine. Dopo questo colpo alla Lega delle Nazioni — prosegue Stresemann — la cosa più importante era di sapere se un altro colpo sarebbe stato portato anche contro la politica di Locamo. La Francia e l'Inghilterra invece hanno espresso il parere che — siccome la Germania, non per colpa sua, non appar. tiene al Consiglio delia Lega delle Nazioni — non doveva subire le conseguenze di quanto era avvenuto e che, agli effetti di Locarno, essa deve pertanto essere considerata come appartenente de facto al Consiglio. Il ministro dichiara qui di essersi accordato con l'altra parte in causa circa l'accettazione della Germania nella Lega delle Nazioni. Egli passa quindi ad esaminare i risultati della sessione ginevrina, n cui esito negativo è profondamente da deplorarsi. Però chi ne subisce le maggiori conseguenze è la stessa Lega delle Nazioni. Stresemann a questo punto ricorda come dei forti contrasti si siano fatti sentire in seno alla Lega, derivanti dall'urto di interessi particolari con gli interessi generaji. Cita i discorsi di due oratori che all'assemblea della Lega scaricarono completamente la Germania da ogni responsabilità, La delegazione tedesca ha ottenuto che nessuno osasse parlare di colpe, volezza da parte della nermania. Dalla Germania continuamente arrivavano alla delegazione tedesca telegrammi e dispacci perchè la delegazione ripartisse immediatamenu', ma bisogna invece valutare che cosa avrebbe rappresentato il prestare jl fianco alle accuse di colpevolezza. Un incidente Non è forse la crisi della Lega delle Nazioni una crisi in quanto — precisamente con l'entrala della Germania — la Lega, come strumento degli Stati vittoriosi, subisce un cambiamento radicale? La nermania ha avanzato il problema se essa debba entrare nella Lega come potenza di pari diritto. La questione si risolve rispondendo a qùest'aitra: se l'esito di Ginevra debba essere considerato come ima nuova sconfìtta della Germania. Ora, non è vero che una politica debba, essere necessariamente fai6a per il semplice fatto che essa urta contro delle difficoltà. Abbiamo continuato a lottare, tanto più che la Lega si 6 pronunziata a grande maggioranza per l'ingresso della Germania. Non è nostra, intenzione di unirci a qualche gruppo di potenze nel seno stesso della Lega. Pur appartenendo alla Lega, la Germania continuerà ' a rimanere m pace con le aitre potenze. Essa non è uscita da Ginevra moralmente indebolita. Prima e durante la guerra, il torto della Germania è stato quello di non valutare abbastanza la grande importanza dell'opinione pubblica mondiale, e sarebbe ora un delitto ripetere tale errore. E' per questo che a nessun costo deve sorgere il sospetto di ama colpevoie/za tedesca pel fallimento di Ginevra. La Germania vi ha del resto ottenuto dello soddisfazioni morali. Stresemann passa poi a ricordare la grande importanza della dichiarazione ottenuta per l'ammissione nella Lega, e cioè quella che i la Germania ha adempiuto a tutti i suoi impegni internazionali ». Continua affermando che ne?ciin:o e uscito felice dalla guerra mondiale e che nessuno diventa l'elice con la sconfitta degli altri. A questo punto sorge un grave incidente perche, allorquando il maii6t.ro afftrma che o se non vi fosse stati la politica di Locamo, a quest'ora la prima zona dei territori liberati sarebbe ancoia occupata » il deputato del gruftpo popolaireàco tìraele interrompe : « Sono parole che non rapp resini ano altro se non un giuoco di bussolotti ». Stresemann, rosso in volto, rimbecca l'interi oouil ore : 'ili linguaggio pariaimentare vi vieta di pronunciare queste indecenze! ». II Reno e la Ruhr Il presidente Loebo richiama all'ordine il deputato Graefe. Ristabilitasi la calma, Stresemanxi può concimi ere: « Tutta la nostra politica, dal 1919 fino ad oggi, non e stata che un tentativo di far conoscere ftnailmente il buon diritto della Germania. Oltre il trattato di Versailles, sono stati imposti alia Germania nuovi imppgim e nuove catene. Quale altra politica estera deve fare la Germania? Non e lontano il tempo in cui noi ci domanderemo come mai fosse sopportabile l'occupazione del Reno e della Ruhr. Oggi q'i«s'-i territori sono diventati liberi, e cosi pure la prima zona renana è stata sgombrata. Naturalmente siamo lungi dal considerare questo progresso come qualcosa di grande, perchè non si tratta altro che di una dirniniuzione di oppressione. Con ciò, la Germania Intende dire che la sua politica estera non può faT altro che contribuire a diminuire spmpre più tale oppressione. La nostra è una politica di conseguenze. Dobbiamo cercare ora di giungere, da circostanze insopportabili, a qualche cosa di più sopportabile. « Noi siamo ancor lontani dal giorno in cui potremo parlare di completa libertà. Lo scopo nostro è quello della giustizia ed è intenzione unanime del Governo tedesco di proseguire questa politica. E il Governo è persuaso di avere dietro di sè in questo momento la grande maggioranza del popolo tedesco ». Il discorso di Stresemann riscuote gli apDiausi di tutti i partiti governativi. Seguono a.l ministro dogli Esteri vari oratori, fra i anali il conte Westai-p, capo del partito tedeseo nazionale, le cui critiche appaiono però abbastanza deboli. Parta poi — in nome dei socialisti — l'on. Breitschcid, seguito da altri rappresentanti dei vari partiti governati vi. La discussione e però abbastanza fiacca, e si svolge dinanzi ad un'aula quasi deserta. I banchi si popolano solo quando parlano gli oratori che sono capi di gruppo. La seduta è tolta alle 18,."o, e sarà ripresa domani alle undici. Probabilmente in giornata si avrà il voto. Si prevede che il Governo riporterà i due terzi della maggioranza. La mozione I partiti governativi hanno presentato, invece di una mozione di fiducia, questa dichiarazione di approvazione per l'operato della Delegazione tedesca a Ginevra: " Il Reìclistag approva le dichiarazioni « del Governo ed il contegno della Velega« zione tedesca a Ginevra, il Reiclislag è « dolente die l'esito delle trattative di Giti nevra non abbia corrisposto alle f/mste «aspettative della Germania; attènde dal « Governo la pronta realizzazione delle gali ranzie derivanti dal trattato di Locamo, ii specie per quanto riguarda i territori ii occupati, senza di che, dopo le. infrvtu hiose trattative di Ginevra, le dichiarati zioni ivi fatte dalle altre Potenze non ti potranno diventare efficaci per il mante, ti nimento e lo sviluppo della politica di tt Locarne ». —»—<•>--» Lo scandalo ungherese Protesto francesi — Seduta segreta e voto di .fiducia alla Camera — Nuove rivelazioni sull'attività dei falsari in Germania. (Servizio spedalo deUa < Stampa ». Vienna, 22, notte. L'inviato francese Clinchant ha presentato al Governo ungherese una protesta per il mancato invito agli agenti della polizia francese di assistere alla perquisizione nel domicilio di Muzaroff. ed ha pure protestato per il mancato interrogatorio dei conti Karoly e Pallavicini. Gli ò stato risposto che il Governo non può influire sull'autorità giudiziaria, ma che comunque assumerà informazioni in inerito e darà spiegazioni. Intanto, Clinchant ha lasciato Budapest per Parigi. Secondo informazioni da Budapest, i membri dei partiti governativi hanno tenuto ieri una conferenza in cui è stato deciso di portare la questione delle società segrete ad una seduta segreta della Camera, e di pregare le opposizioni di desistere dal proposito di discuterla m seduta pubblica. Jl delegato della Banca di Francia, Gras. sie-r, dopo un soggiorno di quattro settimane in Germania, è ritornato a Budapest, Egli ha dichiarato che lo autorità tedesche hanno trattato i delegati francesi con la massima cortesia, ed ha aggiunto che lo Schultze, prima di morire, aveva ricevuto la visita di un ungherese, il nome del quale ricorre più volte negli atti. Si è potuto stabilire, inoltre che a Monaco tale Rabat, munito di una commendati zia, aveva potuto comprare la caria della quale i falsari si servirono per le banconote. Inoltre, il macchinario dei falsari fu comprato a Lipsia da tale Geroe, e spedito in Ungheria come merce in franchigia d" plomatica. Domani terminerà la discussione parlamentare eullaSare dei falsari.

Persone citate: Briand, Karoly, Pallavicini, Schultze