Il dumping" cecoslovacco e la protezione zuccheriera"

Il dumping" cecoslovacco e la protezione zuccheriera" Le amarezze dello zucchero Il dumping" cecoslovacco e la protezione zuccheriera" Il dazi" doganale sugli zuccheri, sospeper alcuni anni, poi portato a. 9 lire Irò il 12 febbraio 1925, elevato (con l'apSdicazione del coefficiente 1) a 18 lire il |Ò ottobre di detto anno, è stato ora, rialzato di altre 6,75 lire oro, passando rosi al cambio di 4,8 — da 86,40 a 119 lire |ier ogni quintale di semolato. Gli zuccherieri — e per essi il Consorzio in cui otio sindacati — si sono impegnati a non Hovare oltre le L. 675 al quintale (di cui 100 sono imposta eli fabbricazione) il '..rezzo del cristallino su vagone in fabbriin, e non oltre L. 695 quello del raffinato, rwendo chiesto il perchè dì queste due piIre, ini è stato assicurato die esse rappresentano il massimo raggiungibile del coto odierno di fabbricazione e vendita dei lue ti]>i di prodotto (e cioè rispettivameno L. -'75 e L. 295, al netto dalla imposta li fabbricazione). Accettando senza discutere queste cifre — nelle quali è conglobali l'utile normale che costituirebbe il sag":io di capitalizzazione di questa industria ti Italia — ne viene che le L. 119 di dazio •appresenta.no una difesa pari al 41 % lei costo di produzione e che questo è lo •forzo clte giungerebbero a sostenere gli tal inni per tenere in piedi l'industria sac:arifera nel nostro paese. Da altra via Iioi liti è stato dotto che il costo de! raffilato boemo si può calcolare in L. 170 al [iiintale loco fabbrica. Bisogna tenere presente che quest'ultimo prodotto, per giun:ere a Trieste, deve spendere almeno lire i'J al quintale, sicché 100 chili di semolati ceco-slovacco valgono, rese alla nostra rontioru, L. 170+30 = 1,. 200. Dato il costo italiano massimo, secondo la dichiaratone dei nostri produttori, in I*. 295, parrebbe che 95 lire di difesa dovrebbero badare, e non 119. La differenza, di circa 25 ire al quintale in cifra tonda, si spiega joii la politica dei prezzi adottata dai prò iutiori della Ceco-Slovacchia. Prima di addentrarmi in questo argonento, mi preme però esporre un dubbio. L'impegno del Consorzio Nazionale /.uccherieri, di mantenere immutato il orezzo di vendita dello zucchero, ossia di non sfruttare la nuova difesa di L. 6,75 aro, pari a L. 32,35 carta, fino a quando a valevole? Si deve tenere presente che, non appena approvato questo nuovo coefficiente, i prezzi in fabbrica vennero elevati, sicché il raffinato, prendendo come bsempio Genova, è passato col 14 corrente da L. 7,40 a 7,60 al chilogramma nella vendita al minuto. Ma, a parte questo particolare, la domanda è importante per un altro motivo, che esprimerò con le parole dell'ultimo numero del « Giornale di Agricoltura » di Piacenza: « E' da supporre che ciò (l'impegno dei fabbricanti) debba interpretarsi nel senso che il prezzo concordato col Governo sia mantenuto in vigore sino ad esaurimento della merce oggi esistente e cioè sino alla prossima campagna; senza di che l'aumento di dazio .ira disposto andrebbe intanto-ad esclusivo vaniaijrjio degli zuccherieri e non troverebbe, a nostro parere, giustificazione di sorta. Quando invece si voglia che le semine siano al massimo intensificate, cosi dit poter produrre tutto lo zucchero necessario per il consumo, si giustifica un rincaro del prezzo dello zucchero della campagna prossima, in proporzione dell'avvenuto inasprimento del dazio. I bieticultori trarranno vantaggio da ciò, in proporzione di quanto loro compete del ricavato zucchero (55 per cento) ». I bieticultori, dunque, già stanno affilando le unghie per la ripartizione del carico sul consumatori. Ma i calcoli bisognerà che li facciano bene, per evitare una sorpresa nei prezzi, che è interessante esaminare. Ho detto che, pur accettando al cento per cento le cifre di costo degli zuccherieri, circa 25 lire di dazio rimarrebbero in-piegabili ove non si guardasse alla politica dei prezzi dei ceco-slovacchi. Ed ecco il perche. Le quotazioni del semolato a Trieste, esclusa l'imposta di fabbricazione s date in lire per quintale, hanno avuto il seguente andamento : irezzo medio della Semolato l.a decade di Ree-dontce Itati™ febbraio 1925 305,00 — dazio di L. 9 oro :mì febbraio 339,80 15.20 • £36,80 .•3-58 » 890,03 l-o settembre 349,60 •1.-27 » 334,80 •ì-10 ottobre -.33,50 dailo di L. tt oro 11 -18 ottobre «6.60 255 + 8,40 » 135,10 510 + 9.60 . J-9 marzo 1996 251 — •-•« — 4 — dazio a L. 24.75 oro o mano "81 — 267 — 14 — 15 » 282 — 267 — 15 — Questa tabella ci dico varie cose: l.a É.a" Ceco-Slovacchia adotta, come meglio ™ edremo oltre, la politica dei « prezzi mul- Iipli » pel suo prodotto sui vari mercati; olitica logica e praticata da tutti gli cportatori di questo mondo per qualsivolia genere di prodotto — ferro, chimici, 11 pesanti, cotoni, lane, sete, cementi, ecc. ce. — Esso si fonda sul principio di far agare ad ogni mercato il prezzo che esno può sopportare prima di rivolgersi ad ■litri centri di rifornimento. I prezzi multipli però nulla hanno a che vedere col X dumping », il quale è una vendita al dilotto del proprio costo medio, o, come diTono alcuni, la « svendita ». Entro larghi Jimiti quindi 6 assai difficile determinare Ke un certo prezzo costituisca una svendila, o un prezzo multiplo. Se il mio costo Sii produzione, incluso un profitto dell'8 Ber cento, è 100. e se riesco a vendere in Miti paese al prezzo 120, è chiaro che posvendere in un altro paese a 90, senza fi Batto mettermi in perdita complessiva, perchè i 10 che perdo da una parte sono |iii'i che compensati dai 20 che lucro dall'altra. E a me può tornare utile questa .attica se, vendendo una parte del mio srodotto a 90, faccio «marciare in pieno» ■a fabbrica, realizzando la massima ecoKiomia complessiva nei costi di lavorazione. Così, fino a quando il nostro dazio si ■mantenne a 9 lire-oro, ò molto problematico che la Ceco-Slovacchia abbia nel com■plesso, dal 19 febbraio alili ottobre 1925, Mesercitati) un « dumping », quando si tenIga presente che, come già vedemmo, il co Teto di un quintale del suo semolato reso a rTrioste si può ritenere che venga a valere 9,S5 250 Differenza + 15.20 + 18.20 + 0 — tarili h lift-Ulta ■11.75 41,05 42,30 355 :+ 21,50 42.81 86,53 87,30 86,45 119,05 110.05 200 al quintale, ossia intorno a 170 lire Joco fabbrica. Le oscillazioni dei prezzi fu_lrono regolate sui prezzi internazionali e Hprobabilmente, dal ~° settembre al 10 otItobre, dal desiderio di smerciare gli stocks ■accumulati a Trieste, prima che l'aumenSto del dazio italiano, oramai ritenuto si■«■uro, entrasse in funzione; 2.a Dall'll otHtobrc in poi, cioè quando il dazio si è algzato a 18 lire, è più probabile, che vi sta optata una vera e propria svendita, perchè i prezzi, anziché risalire da 230-240 a 280290, subiscono un leggiero incremento di 6ole 13-21 lire, mantenendosi al disotto del prezzo intemazionale, come dimostra il seguente andamento di esso che è dato da New York, in raffronto a quello boemo alla dogana di Trieste, espressi in numeri-indici : base 192-1 = 100 New York Ceoo.alovaooo da sdogan. 1 i-10 scttcmbre 1S55 93,21 7-1,75 21-27 • 111,11 75.-17 28 sett. 3 ottolirc so.80 73,32 4.t0 » 00.01 71,10 dazlo a L 18 oro II-I8 ottohte 95,93 63.39 10-35 » 03,35 59.12 26.31 , 1)1,6i 57,03 Premuti dal ribasso italiano (da 255 a 245-247), i ceco-slovacchi lottano di prezzo per conservarsi il largo spaccio che avevano conquistato in Italia. Anche qui probabilmente la politica loro era obbligatoria. La Ceco-Slovacchia produce molti milioni di quintali di zucchero più che non consumi e deve quindi esportare la differenza. Se il quantitativo di quintali che vendeva in Italia avesse dovuto venire ripartito fra gli altri vari mercati esteri, avrebbe pesato su ognuno di essi provocando un ribasso di tutta la quota: sicché valeva meglio, poniamo, perdere 10 sul prezzo uniitanio citi 300.000 quintali, che non 5 soltanto, ma su 1 milione di quintali; U.a) In ogni modo, la svendita cessa di avelie ogni effetto col 10 corrente, in cui entra in gioco il nuovo dazio <■ compensatore » di line-oro 6,75. 11 prodotto boemo balza da 251 a 282, ossia si eleva in lirre carrta all'incirca in esatta proporzione col muovo dazio, superando di 10 lire il rialzo del prezzo italiano, che è stato da 2-47 a 267. Che com l'introduzione del dazio di 18 l.iire oro la Ceco-Slovacchia abbia tentato di reagire, ribassando artificiosamente il prezzo, appare anche dal .confronto con quello da essa adottato per Amburgo, tenendo presente che. le spese di trasporto per Trieste ed Amburgo si possono praticamente ritenere identiche (in sterline per tonnellata) : franco vagone T liuto col dazio a 0 lire oro: 10 ottobre 15.15 11 ottobre 10.— eoi daiio a 1* lira oro: toh Amburgo 13.15 13.1 B.8 13 ottobre l9--.'i ottobre 23-31 ottobre 30 novembre 1-1-19 dicembre 28-31 dicembre 14.5 13.15 12.7 13.10 13.6.3 13.5.7 ..*„ 13.7.8 12.19 li.18.4 li.15 15.6.8 10.8.4 Se ora guardiamo ai! prezzi degli zuccheri dtaliani, la stessa loro scarsa sensibilità all'andan lento internazionale dimostra la salda disciplina del Consorzio, che è un vero « pool » regolatore della produzione, della vendita e dei vaiarti. Quando 'il prezzo dnternazLoniale ribassa, quello interno si mantiene a lungo inalterato piegando solo allorché la discesa all'estero è duratura al punto da minacciare il superamento del muro doganale. La quale iinsemsibilità torna pregiudizievole non solo a.i consumatori iitalnami, ma anche alle aziende meglio organizzato; che potrebbero, riduicendo ti prezzi, allargare :I consumo, ampliare il mercato e dianinuire in tal gutisa i cosili unitari. Oggi, anche al prezzo di 267, il Consorzio iTMi sfrutta in pieno il nuovo elemento di dazio, aggi tirato alle lire 18 oro già prima esuistenti. Credo di dare ad esso un consiglio amichevole, suggerendogli di considerare le L. 6,75 del nuovo coefficiente come dazio « compensatore », anti-dumping e quindi di non usanne, se non vuole andare incontro alla sorpresa sgradevole di trovarsi ancora lo zucchero cecoslovacco in casa: perchè di dazio aiuti-dumping difende contro la svendita unicamente alla condizione di non venir sfruttato con un aumento di prezzo. Spiego con un semplice esempio questo vitale prjmcipio. Se in un paese A una merce può venire prodotta ad un costo di 80, ed in un paese B .ad un costo di 100, è chiaro che B, per permettere la lavorazione nazionale, deve mettere un dazio di 20: trascuro le spese di trasporto, essendo una quantità fissa che non gioca nel nostro caso. Suppongasi ora che, allargandosi la produzione in A, questo decida l'opportunità di svendere in B, riducendo il prezzo fuori dazio costi a 75. Allora di paese B, per difenderò i produttori nazionali, mette un nuovo dazio « compensatore », contro la provenienza da A, di 5. Cosi la merce paga: 75 + 20 + 5 = 100, e cioè non ha convenienza ad entrare in B: e quivi gli -industriali seguitano tranquillamente a produrre e a vendere a 100. Ma se, ingoi osi ti dal nuovo dazio, essi gì accordano a sfruttarlo, portando il prezzo da 100 a 105, imìntxli alati lento A ripete il » dumping ». Perchè, adottando per le vendite in B il suo precedente prezzo di guerra di 75, paga 25 di dazio e vende in B a 100, cioè ad un prezzo inferiore a quello nuovo quivi praticato. Si può subito applicare allo zucchero il caso nostro. Supponiamo che la Unione Zuccheri decida di portare di prezzo interno del semolato al punto massimo che »i è impegnata pei- ora col Governo di non superare, cioè a L. 295. Allora lo zucchero ceco-slovacco ritornerà ad entrare in Italia, ponendo il suo prezzo fuori dogana a Trieste a L. 175 al quintale. Perchè questa cifra, aggiunta alle L. 119 di dazio complessivo, dà L. 294, taferiorc di 1 lira al prezzo italiano di fabbrica. Ora la Ceco-Slovacchia è già scesa a quel limite? Abbondantemente, come risulta da \m prospetto pubblicato sul « Bollettino » degli zuccherieri (numero del 15 geniuaiio 1926). Si rileva da esso che, dal 13 ottobre a tutto il dicembre 1925, e poi •ancora dal 2 gennaio sino al 9 corrente, il semolato boemo venne venduto a Trieste, fuori dogana, a prezzi variabili fra lo 174 e le 152. M.i è sembrata opportuna questa avvertenza, per evitare al Consorzio una conseguenza amaittesa dell'elevamento soverchio del prezzo, che potrebbe rianimando la concorrenza estera, portare ad una serie di fenomeni in contrasto con la sua politica stessa. ATTILIO CABIATI. L'insediamento tifi eonte Aldrovandi a Berlino (Servizio spedala delia • Stampa •) Berlino, 10, notte. .Siiesemunii si è recato quest'oggi dal d'ambasciatore d'Italia, conte Aldrovandi Martscotti, affrettandosi cosi, appena reduce uà Ginevra, a restituire la visita che l'ambascia, tore gli aveva fatto alla vigilia della partenza della Delegazioni; tedesca per Ginevra. L'ambasciatore d'Italia si recherà a preseti, taro le proprie croUenziuli (e Je letture di richiama del suo predecessore) al presidente Hindeiiburg mercoledì, 2-i corrente.

Persone citate: Aldrovandi