La cronaca dei colloqui

La cronaca dei colloqui La cronaca dei colloqui Un incidente Beihien-Loueheor (Dal nostro inviato speciale) (Dal nostro inviato speciale) Ginevra, 9, notte. La delegazione oi.ii.eso ha invitato quest'oggi all'hotel ii Beau rivage » i rappresentanti dei più importanti giornali del mondo convenuti a Ginevra, per una colazione che ha dato modo al capo della delcgazio cinese, Oiao-Zin-Ceu, amba.soiat.ore della Cina a Roma, rti pronunciare un discorso in difesa delle aspirazioni che la Cina manifesta per un posto permanente in semo al Consiglilo. 11 delegato cinese ha osservato che, so si getta ano sguardo sull'atlante del mondo, la Cina vi occupa una delle parti più considerevoli e ha aggiunto: «Noi possediamo un quarto della popolazione del mondo ». Peir quanto concerne poi la giustificazione perentoria delle espirazioni cinesi, ogli ha detto: « Alcuni hanno criticato la nostra domanda facendo osservare che, se la Cima non ha ottenuto un seggio nel Consiglio, questo lo &i deve ai suol torbidi interini. Ma io panco che questo argomento non è molto equo poiché non esistono paesi che possano sfuggire alle vicissitudini della politica interna. Perchè la Cina dovrebbe andane immune da questa piaga? A dispetto delle divisioni politiche esistenti in alcune regioni, il popolo cinese è una unità,, ed è soprattutto solidale per quanto concerne t suoi interessi di politica estera ». Questa mattina, nel seno della Commissione incaricata di studiare il risanamento finanziario dell'Ungheria, si è avuto un piccolo grave incidente, che si è cercato subito di soffocare. Il conte Bethlen, rappresentante dell'Ungheria, aveva la intenzione di giustificarsi davanti al Comitato per la nota questione della responsabilità del suo Governo nello scandalo dei biglietti falsi; e gli premeva inoltro di ottenere la promessa dal Comitato che effettivamente cessasse, col prossimo mese di giugno, il controllo della Società delle Nazioni sull'Amminiistrazione ungherese. Il delegato francese Loucheur però, in tono piuttosto vivace e assecondato v'.vaoiesimomenta da tutti i delegati della Piccola Intesa, ha impedito al cento Bethlen di pronunciare il suo discorso, minacciando, se egli insisteva a parlare, di rendere di pubblica ragione le informazioni che la Francia e gli altri Governi posseggono, e che potrebbero compromettere seriamente il Governo ungherese, e minacciando anche sanzioni internazionali. Di fronte a questa attitudine cosi recisa del delegato francese e della Piccola Intesa, Bethlen non ha insistito, e la discussione si è ridotta ad un esame puramente tecnico delle possibilità di risanamento dell'Ungheria. Della cessazione del controllo economico della Società delle Nazioni non si è assolutamente parlato. Nel pomeriggio si sono riunite le due Commissioni dell'Assemblea in seduta privata. La prima Commissione, presieduta dall'on. Chamberlaln ed incaricata di studiare la domanda di ammettono della Germania nella Società dello Nazioni, dopo un brevissimo scambio di idee, ha deciso che sia nominata una sotto-Commissione composta di dodici membri, la quale dovrà tare un esame preliminare di questa domanda, e riferirne in sedo di Commissone. Fra 1 dodici Stati che partecipano a questa Commissione, vi è anche l'Italia rappresentata dall'on. Grandi. La sotto-Commissione ha iniziato subito i suoi lavori, che continueranno domani. Nella seconda Commissione, che esamina le questioni di bilancio connesse con la ammissione della Germania, ò. stato approvato all'unanimità il punto di vista sostenuto dall'on. Bellona, contrario alla creazione di un bilancio straordinario. Le spese relative all'ammissione del nuovo membro possono ossero con tenute nei limiti dello spese impreviste del bilancio ordinario. Si è infine riunita la Commissione militare (di cui fa parte per l'Italia il sonatore generale De Marinisi, ed ha eonchiuso rapidissimamente i suoi lavori, dichiarando che la situazione militare della Germania è già regolata dal Trattato di Versailles, e come tale non ha bisogno di essere ulteriormente presa in esame dai delegati della Lega. P. M.

Persone citate: Bellona, De Marinisi