Un'enciclica del Papa sulle missioni e loro reggimento

Un'enciclica del Papa sulle missioni e loro reggimento Un'enciclica del Papa sulle missioni e loro reggimento Roma. 5. notte. H pontefice iva indirizzato all'Episcopato cattolico una enciclici! nella filiale tratta delle uiis&ioiii. Eccone iui largo sunto: L'enciclica, clu:s porta la data del 28 febbraio o coruuiciu rollo parole 'Rerum Ucciealoe, ricorda la sollecitudine cho i romanl'ontetlci ebbero in ogni tempo per diffondere, secondo il divino mandato, la leggevangelica in tutta la terra e si compiace nel vedere come in questi ultimi anni bì piano raddoppiati i fruiti do:- l'opera degli istituii missionari e iruilin. lotterà apostolicaoiie Benedetto XV indirizzava su questo argomento all'Episcopato il :» novembre minLa mostra missionaria e venuta ad alimentare i motivi di b&ne sperare; c perchè, non se ne sperdossero i frutti, lo etesso Poiilclk.e lia ordinato l'istituzione di un museo nepalazzo del luterano, pei' raccogliervi giOggetti principali della mostra medesima. L'enciclica accenna poi ni danni clic la guerra mondiale recò alle missioni, sia per i numerosi missionari caduti sui campi dbattaglia, 6la per quelli allontanati dal campo delle loro fai iene. «Sarà pertanto cura devescovi e dei fedeli di coltivare amorosamente le vocazioni missionario senza timore di recare pregiudizio alle proprio diocesipoiché il divino fondatore della Chiesa supplirà o con grazie più copiose o con nuove vocazioni al sacro ministero ». Muovale le benemerenze dell'Unione missionaria del Clero verso le Opere missionariel'Enciclica raccomanda al popolo cristiano particolarmente l'Opeia ilo'isi propagazione delia Fede. « La Mostra missionària, our in mezzo alla copia ed alle bellezze de'le ceso esposte, rivelava abbasiari-a lo grandi uecessita. delle nostro Missioni. Non si vergognino perciò i Vescovi di farei mendicanti di Cristo per soccorrere i pi 11 miseri tra gli uòminii poveri infedeli. All'Opera principale deila propagazione delia fede, si aggiungano a't-re due, le quali, polche la Sede Apostolica le baitelo sua, i fedi.li cristiani, a preferenza daltre Opi""0, che hanno scopi particolari, con offei io raccolte da ogni parie e messe insieme debbono aiutare e mantenere, vale a direl'Opera -della. Santa Infanzia pr»r la redenzione <• l'i diir.nzione cattolica del bambini depli infedeli, che vengono gettati via, o fatti morire, o l'Opera, ni San Pietro Apostolo per la formazione <1ol Clero indigeno. A questo Sodalizio il Sómmo Ponietice ha dato per patrona coleste Santa Teresa deLBambino Gesùcome Colei, cho, mentre inoliava quaggiù la vita claustrale, prendeva sotto la sua curacon un certo quale diritta di adozione, quesio o quel missionario, por aiutarlo come solevacon le preghitre. cori le volontarie o prescritte penitenze 'corporali e soprattutto con l'offrire al Divino sposo i veementi spasimi delia malatita di coi soffriva», Congratulandosi poi coi vicari e coi prefeti 1 apostolici per la loro canta, la loro solerzia, attestati dal progressi di questi u!lìmi anni, s. S. ricorda le sapientissime norme- dettate da Benedetto XV e vuoi precisa-re il suo pensiero su eerte truestionl. I,a prima, riguarda appunto la formazione del Cipro iudlveti». ti proposito dei quale lo stesso Benedetto XV scriveva; . E' doloroso che vi siano regioni alle quali da più secoli fu rec-at-a la featì cattolica, e dove puro non trovereste clero indìgeno, se,non di condizione inferiore; che parimenti vi siano alcuni popoli, illuminali per tempo dalla fede de! Vangelo, j quali dalla barbarie sono giunti orimi' a tal grado di civiltà, da avere uomini di vaglia in tutte le svariate artcivili e che risentono già da molti eccoli la &alutare virtù del Vangelo e della Chiesapine non valsero ancora a produrre vescovi dui quali fossero governati, né sacerdoti i•mi insegnamento si facesse valerci presso cittadini il Santo Padre accenna cniincli -■ alle più amiche tradizioni della Chiesa in favore del oìcto indigeno, ai vantaggi considerevoli che iprasto può portare nella propagazione della fede in mezzo ai connazionali, dei quali perfettamente conosce la lingua, l'indole, i costumi; ai gravi danni ohe provengono alle missioni eprovviste di cloro indigeno, specialmente quando mutamenti politici o azioni guerreeche costringono i missionari stranieri ad abbandonarle; al bisogno, infine, che ita iclero. l'Europa stessa, tanto più 6e si penta « ricondurre i fratelli dissidenti e gli acattolici all'unità della Chiesa. Devesi pertanto procurare che i sacerdoti indigeni bastino da soli a reggere e ad estendere la loro comunità, aprendo, come già in qualche luogo si è fatto, seminari per alunni indigeni, do ve vicari e prefetti apostolici Invitano e mantenga/no h proprie tpese giovani scriti per riaverli un giorno sacerdoti atti ai saero ministero ». « Pertanto — continua il Pontefice — ciò rtie qua e là si è d* taluno incominciatobramiamo, anzi ordiniamo, che tutti i superiori delle missioni cerchino parimenti drare in modo che non venga tenuto lontano dal sacerdozio e dall'apostolato niun indigeno ohe dia buone speranze e mostri vera vocazione. Certo, quanti più saranno gli alunni che raccòglierete pei- tale formazioneed è necessario che ciano moltissimi, tanto maggiori saranno le vostre spese, ma non perdetevi d'animo, fidandovi nel nobilissimo nostro Redentore, alla cui provvidenza spetterà fare In modo olio, aumentando la generosità del cattolici, affluiscano alla Santa Sede i mezzi coti cui sovvenire più largamente, per aiutarvi ad effettuare un'opera tanto salutare ». L'enciclica raccomanda noi cho ia formazione ecclesiastica di tale clero sia ottima per la pietà e per la scienza per addestrarlo al governo delle parrocchie ti delle diocesi che vorranno erette non appena a Dio piacerò, con buona speranza di fruito« Certo sbaglierebbe — dice Pio XI — chstimasse questi indigeni come una schiatta inferiore e di ingegno ottuso, mer.'re una lunga esperienza dimostra che i popoli doil'estremo Oriente'cd Occidente talora non la cedono ai nostri e possono benissimo Mareggiare con essi è tenere loro fronte per acume di mente. Che se nel cuore delle terre barbare si trovano sposso uomini di somma lentezza nell'apprendcre. ciò proviene dalla condizione della loro vita die, avendo esigenze ristrettissime, non li costringe a far grande uso della loro intelligenza: del quafatto se voi, venerabili fratelli, potele essere testimoni, no, pure possiamo fare fede, avendo quasi sotto eli occhi l'esemnio di queglindigeni, che, Istruiti nei collegi dì Roma ili ogni genere di discipline, non pure pareggiano gii altri alunni in prontezza di ingegno e nell'esito degli sudi, ma spesso anche li avanzano. Non vi sia perciò differènza tra missionari europei ed indigeni; si colmi ogni solco di separazione, e gli uni e glaltri si fondano con attestaisi vicendevolestima ed affetto. " col Clero indigeno devono ì Rettori dellMissioni favorire l'istituzione di Congregazioni religiose indigeno, maschili e femminilAnche i catechisti devono essere molliplictto ben formati,- scegliendoli di preferenzaessi pure, fra gii indigeni. Finalmente vuoessere favorita nei luoghi di Missione Ja vitcontemplativa, fondandovi cenobi a somglianza di quelli già eretti nel Vicariato Apnstolico di Pechino, da cistercensi riformaldella Trappa, dove quasi cento monaci, imaggioranza cinesi, con l'esercizio delie virtù più perfette, 'placano ia Divina Maestà guadagnano le anime a Cristo :•. li Pana dà puro norme pratiche per unorganizzazione migliore delle Missioni, capace di distribuire i missionari in modo chnessuna parte dei territorio resti senza predicazione, evitando di accumulare e Clero Opero nelle residenze principali, a danno dele minori, clic dovrebbero essere sostenute ipiù possibile e spinte sempre più innanziToccando dalle diverse Opere di assistenzaSua Santità raccomanda di aprire ai giovanla strada dell'insegnamento superiore a specialmente di arti è mestieri. lutino il Pontefice e.-orta i Reti Otti dellMissioni a, valersi, dove occorra, dell'operdi quanti lavorano nel campo missionariosenza riguardo all'Ordine ... alla Coiigivgaziooe o aill'lsUtuto cui upparteugoiw.. e Va bene — 'dice Sua Santità —- che gii Ordini la Congregazioni religiose si glouiino e dellmissioni fra i pagani loro affidati e delle conquiste finora procurale al Regno di Cristo, msi ricordino che i territori delle Missioni nosono du ossi posseduti inforza del toro dritto perpetuo, e che li posseggono a beneu'ucito della Santa Sede, ia cmoie ha perciò idiritto e il dovere di provvedere che vengano rettamente e pienamente coltivati. Ne iRomano Pontefice adempirebbe tale doverese si restringesse unicamente a •distribuirterritori, di maggiore o minore estensione, a questo o a quell'altro Istituto; ma ciò che pio monta, semtiro o ■ ; gioni Ioto affidate tonti e, soprattutto, tali missionari, che possano bastare a un lavoro efficace per illuminarle bene in tutta la loro ampiezza con la luce della verità. Perchè il Pastore Divino ricercherà il suo gregge. Dalla nostra parte, non senza esitanze ' quando appaia necessario e più opportuno ed olilo alla, maggiore espansione della Chiosa Cattolica, trasferiremo i territori ìviio Missioni da questo a quell'Istituto e lo divideremo e suddivideremo, e affideremo al Cloro Indigeno o nd altro Congregazioni i nuovi Vicariati o Prefetture Apostoliche ».

Persone citate: Benedetto Xv, Otti, Pio Xi, Trappa

Luoghi citati: Cipro, Europa, Opi, Pechino, Roma, San Pietro Apostolo