Tra profughi e rivoluzionari macedoni

Tra profughi e rivoluzionari macedoni Tra profughi e rivoluzionari macedoni {Dal vostro inviato speciale) SOFIA, febbraio. La Macedonia che negli ultimi venticinque unni ha avuto ooi suoi emigrati e con le sue orgaitiiizzazioni rivoluzionario una notevole, e talora deK.ii.siva, influenza nella politica interna ed estera della Bulgamia, la tradizionale Macedonia, crogiuolo delle piti esats-neraite passiona n'azionali balcaniche, fucina di comiUi-iTi e di «i.nguJmosc con epe titolili senza quit-tHAene, la Macedonia senza pace e quasi tosofferente che altri i'a-bbiiario è riapparsa in questi udbinià anni, e maggiormente in questi ultimi mesi, sul primo piano delle diisgiiauio bulgare. Popolazioni laboriose vanineirò d!6or<iitnatiiniaule strappate alla teitu'u -e convogliate verso scaiioeici'utd paesi lontani dove giungevano demoralizzate, decimate, con usua dimezzata capacità produttiva ostacolata dalla mancanza di un potano di orgau'i zza zimino c dalla difficoltà di sietentaire gran-di masse di gente. I campi rimasero iiiweiniiiniaitii o scamsamon-te produttivi perchè era follia eostituitre da un momento all'altro un'intera popolazione con genti che 'conoscevano le costumanze agricole di altre terre e di aititi oMani. Oltre un milione di greci cacciati dall'Asia Minore e dalla Tracia cercarono asilo in Grecia dalla quale partirono, in seguito ail'acwrdo sili Ilo -scambio delle popolazioni, dense masse di popolazioni musulmane._ Mei. la mancanza di terre sufficie-nià da dirjti'iibiuire ai profughi greci e il desiderio della Grecia di avaro una popolazione omogenea indussero .il governo eli Atene a promuovere l'esodo di cento o — secando le affonnaziomi delle autouiità bulgara — duecentomila bulgari, metà dei quali sono gitiintti in Bulgaria, negli ultimi venti mesi. L'eira.nio bulgaro è troppo esausto per poter offrire ai profughi soccorsi indispensabili e per organizzarne la sistemazione nei lavori agricoli. La carità pubblica non riesce a sfamarli. Si calcola che èn quiestó ultimi anni il 15 per cento dei profughi sia partito. La tubercolosi ha assunto proporzioni allarmanti. Il flusso dei profughi L'esodo ha continuato per tutto il mese di dicembre sotto ii rigido inverno balcanico. I fuggiaschi «i pii'esenitavano din condii zioinii pietose a SvuleiTigrade ed a SvetiVratch., Parecchi di essi entrarono i.n Bulgaria solo per esservi sepolti pochi giorni dopo. Alla fine di dicembre iEI « Comi/tato dell'emigrazione bulgara » di Sofìa telegrafò a Ginevra invocando l'intervento deila Lega delle Nazioni .affinchè l'esodo v«niSfc'te sospeso almeno durante i .meisii niuvernali, dal a anche l'altissima, mortalità constatata fra i fuggiaschi. I bulgari temono clic altri cinqUianitaantila bulgara da Vodeinia, da Floirima, da Castomia e dalla Tracia possano ceserò avviati, ancora noi corso di quest'anno, iin Bulgamia. Secondo le cifre della Croso Rossa bulgara e dell'arcivescovo di Sofia alle duecentomila anime rovesciatesi in Bulgaria, dopo le guerre balcaniche, dalla Tracia turca, dalla Macedonia serba e greca e dalla Dobnigia rumena., vanno aggiunte altrettante, affluite qui dalla Tracia e dalla MticeUoaifi. dalla fine- deUa guerra europea a tutt'oggi. Inoltro ventimila fuggiaschi bulgari sono giunti negli ultimi anni dalla Dobnigia, trentamila dall'Asia Minare e diecimila dai confini orientali ceduti alia Serbia. La Tracia orientale, che al tempo della guerra balcanica contava — secondo le statistiche bulgare — 130 mila bulgari, oggi ospita solo uh centinaio di famiglie bulgare a Lozengrad eri una trentina di famiglie ad Adrianopoli. La Tracia occidentale o greca, tra il Mesta e la Maritza, che sotto il regime del generale Charpy, nel 1920, conlava ottantamila tra bulgari e pomachi (fanatici musulmani che parlano solo Ja lingua bulgara ma che si dichiarano turchi) 78 mila turchi e 5'J mila greci, oggi conta, oltre all'omogenea popolazione ellenica, solo diecimila bulgari. Altre genti fuggiasche hanno trovato in questi ultimi anni ospitalità sul territorio bulgaro; trentamila esuli russi e quindicimila fuggiaschi armeni. La Bulgaria, malgrado le sue risorse agncple, era impreparata ed impotente a ricevere tanta immigrazione. Le mancano i mezzi finanziari, e non può trovarli che in un prestito estero, per organizzare un'efficace assistenza per almeno cinquantamila profughi ammucchiati attualmente natia miseria più tragica, entro capanne antiigieniche specialmente nella regione di Vania tormentata dalla malaria. Città rigurgitanti di macedoni Nella città, ci sono delle officine, dello fabbriche, delle, imprese, soprattutto quel! la della manifattura dei tabacchi, nelle quali t profughi possono trovare qualche lavoro. Essi raddoppiano, triplicano U numero deila popolazione operaia; per ogni offerta di lavoro vi sono decine di postulanti. Ondo una sovrabbondanza di mano doperà, una diminuzione dei salari ed una crescente disoccupazione, che oggi si estende a trentacinquemila operai Bisogna ricondurre ai campi gli agricoltori, ma per far ciò non bastano delle terre: occorrono dei denari per appoderare i campi incolti, dotandoli di bestiame, di strumenti agricoli, di scorto e di, sia pur primitive, casupole contadinesche. Molti profughi languono inoperosi e sfiduciati. Lo spettacolo di tanto doloro induce l'opinione pubblica ad invocare, con richietate sempre più incalzanti, quei provvedimenti cho il Governo, con le sole, proprie forze, è incapace di prendere. E la questione dei profughi, con città quasi per metà macedoni a con le influenze e le pres. sioni che i macedoni esercitano sul Gover. no, diventa il principale e più urgente problema di politica interna, della Bulgaria. Tipico il caso di Sofia La capitale, che prima delle guerre balcaniche contava ottantamila abitanti, oggi ne annovera duecentomila, dei quali circa novantamila sono macedoni. Vi sono in Bulgaria cento trenta gelazioni macedoni di beneficenza dipendenti dal Comitato macedone (organizzazione legale) di Sofia, e Scapi ™r ^«l?110^611*01*0 Aseociazioni divise E5n ì£$ ^^oyo' Vele8' Monastir; latto, ecc. che danno a Sofia l'aspetto dì una piccola Macedonia. Poi vi sono le orgaxuzzazioni segrete e il Comitato rivoluSSS^J Presieduto dal generale ProtoS^H.'«d?Jvan,Mihailoa « «al professore Kflston Pop, che si propone la lotta atuva con bande armate ed attentati nella Macedonia serba, e possibilmente anche in quella greca. Quanti sieno gli affigliati alio organizzazioni rivoluzionarie, di quali mezzi e di quali fondi disponga il Comi» tato, quale aziono si proponga nel prossimo avvenire nessuno, a] di fuori del Comitato centrale, che esercita vaste e o&» eulte influenze, saprebbe dire. V'erametnto la organizzazioni rivolujgot». rie bulg<aro-ma«ed<)tii sono duef tpxUia, mx*

Persone citate: Comi, Croso, Mei