La prima fatica di Briand è compiuta

La prima fatica di Briand è compiuta La prima fatica di Briand è compiuta X progetti finanziari approvati dalla Camera dopo una laboriosa seduta notturna di S ore - Ma il Senato dovrà provvedere a 2500 milioni di altre imposte (Servizio speoiale della « Stampa ») Parigi, 16, notte. 'Alle (j,30 di questa mattina Briand'è riuiscito finalmente a, far votare dalla Camera il progetto finanziari.!. La battagliu venne vinta con 258 voti contro 145. ila vi figurano 147 astensioni e ciò prova quanta, fatica, sia costata la vittoria. Ancora una volta il Ministero è .stato portato a salvamento da. unii maggioranza di concentrazione, abbracciante i radico-socialisti e il gruppo Bokanowski, ossia imperniata sulla sinistra radicalo. La formula parlamentare, pazientemente elaborata nell'argilla delle formazioni «superate dall'industre pollice del vecchio Briand, ha dunque resistito alla prova del fuoco. II distacco dei esocialisti dal Governo 6 ormai formale e irrevocabile, e non v'ha dubbio che, questa volta, essi gli avrebbero votato contro invece di astenersli, se Briand e Lavai non avessero fatto correre per i corridoi della Camera il brivido di un possibile scioglimento dell'assemblea. Ma coi socialisti si sono staccati dal Governo un certo numero di radico socialisti ad oltranza. L'intervento del Senato 11 fatto nuovo, che ha determinato il divorzio, ò l'imminenza dello schieramento del Senato in linea di battagliti, a fianco del Ministero. Giacché il progetto votato questa notte non lascia, conte preannunziavamo ieri sera, le mani libere a nessu no. A conti fatti il relatore generale e il ministro delle finanze dovettero constatare che nel testo proposto dalla Commissione finanziaria la discussione alla Camera ita aperto una falla di due miliardi e 400 milioni. Dove prenderli? Doumer, alle 3,30 del mattino, scopei'se 10 famose Batterie finora rimaste mascherate: ma la Camera attonita e assonnata potè vedere allora come sotto gli opachi teli da tenda non ci fosse se non la vecchia e aremota tassa sui pagamenti o di bollo. — Abbiamo — disse impassibile Doumer — studiato da vicino, coi servizi competenti, il funzionamento della tassa sui pagamenti, e siamo giunti a questa conclusione: che vi era in un paese attiguo al nostro (leggi Italia) una tassa sui pagamenti che aveva funzionato a meraviglia senza provocare nessun malcontento. Ho buona speranza che grazie ad essa noi giungeremo a poco per volta a rialzare il valore del franco, caduto alla misera somma di 18 centesimi, e ho pure la speranza di far scomparire a brevissima scadenza la tassa sulla cifra di affari con la sua incorporazione nella tassa 6ui pagamenti, nielliamo l'attenzione della Camera sulla situazione alla quale si tratta di porre riparo; la Francia non può rimanere sotto 11 colpo di una nuova crisi e di una nuova inflazione, che questa volta varrebbe la perdita definitiva della nostra situazione finanziaria. Qualche applauso rispose dai banchi del centro all'oratore, ma, nel complesso, l'irritazione della Camera fu tanta che, venuto 11 momento di gettare le schede nell'urna, la disgraziata tassa soccombette con 389 voti contro 112. Una falla di 2500 milioni La falla dunque è rimasta, e se al naufragio della tassa da bollo Briand dovette, In parte, l'astensione dei socialisti, non è ìuen vero che il progetto uscito dai flutti tempestosi di queste due settimane parlamentari, rappresenta un contributo di non più di IbOO milioni di franchi, per sanare ■una situazione che, secondo i calcoli concordi della Commissione e dei ministri fcompetenti, avreblie richiesto non meno di 4000 milioni. Data la situazione, il capo del Governo Stamane non fece il difficile, arrivando an-i zi a dichiararsi fortunato se, tal quale era, il progetto, vero treno a scartamento ridotto, riusciva a partire per il Senato. — La discussione che. si è svilita alla Camera — furono le ultime dichiarazioni di Briand prima di passare al voto sull'insieme - - è stata, checche si sia detto, onorevolissima e non ha avuto, data l'importanza del soggetto, una durata esagerata. Fra i risultati dei voti, il Governo ha evidentemente provato qualche delusione. Ma esso noti è troppo esigente : esso sa perfettamente che la sua situazione è difficile e ha potuto inoltre constatarlo nel veder cambiare, secondo i momenti, la sua maggioranza e anche la sua minoranza. Ma tutto questo è il passato e stamattina si tratta di sapere se la Camera, voterà un progetto suscettibile di andare al Senato. Il treno speciale si è trovato in condizioni molto diverse da quelle che noi speravamo, Ma tale qual'è, noi vorremmo tuttavia vederlo partire. Ciò che sarebbe grave è se nella votazione sull'insieme del progetto non si costituisse una maggioranza. Questo il Governo non potrebbe ammetterlo. Se l'insieme non è votato, che accadrà? In tal caso la Camera, durante tre settimane, si sarebbe esaurita in discussioni vane, e voi intuite quale impressione questo risultato produrrebbe nel paese. Ma vi è qualcosa di più grave ancora: se questa ipotesi si realizzasse, in quale situazione ci troveremmo? Io assicuro per parte mia che non ci vedo nessuna soluzione. Se la Camera non votasse l'insieme del progetto, vorrebbe dire che sistematicamente essa rifiuta al Governo i mezzi necessari per governare. Questa sarebbe una situazione che un Governo, sotto pena di mancare aL la sua dignità non potrebbe accettare. Vt dichiaro nel modo più chiaro che se l'insieme del progetto non è approvato, voi non troverete più il Governo su questo banco. 1 progetti torneranno alla Camera La minaccia, aggiunta a quella sott'intesa di vedere l'oratore tornare al Governo con altri uomini e far fare una politica risolutamente moderata, ottenne l'effetto voluto. Ma la questione, ripetiamo,, non ò ormai più qui, bensì nell'azione che, a partire da domani, il Senato dovrà svolgere per reintrodurre con la forza, nel progetto sgonfiato, almeno i due miliardi e quattrocento milioni di ossigeno che gli mancano; diciamo almeno, perchè, come forse qualcuno ricorda, il progetto originale di Doumer, che venne poi surrogato da quello della Commissione finanziaria, prevedeva nuove entrate non solo per quattro ma per otto miliardi e più. L'idea di Briand e del suo ministro delle finanze non è, naturalmente, di' riprendere nella loro totalità le riforme prox>oste inizialmente da quest'Ultimo. Essi intendono però consigliare il Senato di colmare la lacuna viva del bilancio, esumando proprio quella tassa sui pagamenti che la Camera ha bocciato stanotte. Votata che essa sia — e non c'è dubbio che debba esserlo — il progetto tornerà alla Camera. La battaglia sarà allora all'ultimo sangue e gli avversari dovranno impegnarsi a fondo. Ma poiché la discussione al Senato non potrà terminare prima di due settimane, Briand spera che nel frattempo gli riuscirà di imprimere all'argilla ancora umida della sua nuova maggioranza qualche ultimo tocco di pollice, il quale valga a darle assetto solido ed aspetto definitivo a permettergli di considerarsi affrancato, una volta per sempre,' dalla tutela dello sinistro intransigenti. Se egli vorrà colorire in modo abbastanza deciso la sua conversione a destra, il successo della manovra non dipende che da lui. C. P.

Persone citate: Briand

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi