Le tappe della marcia su Giarabub

Le tappe della marcia su Giarabub Le tappe della marcia su Giarabub (Servizio speciale della « Slampa » GIARABUB, 7 febbraio. La. colonna llonch.clti. è giunta a Giarabv.fr, occupandola senza colpo ferire, f.a Città Santa, ove ancora nessuno di. noi ha messo piede, è. protrila, e. vietata da una corlina. di nostre, sentinelle, dispostevi intorno all'alio stesso dell'occupazione, ma il tricolore, issalo su una antenna, della, radio, subito rizzala, afferma e consacra, il nostro pieno, definitivo possesso. La vittoria non poteva essere più grand.iosa e solenne. Davanti alla nostra audacissima, meracialiosa. morda attraverso circa dncccntotlnnlu chilometri di deserto — impresa militare singnta.rmen.lc memoranda non. pure nella vostra, ma nella, storia coloniale di tulle, le maggiori nazioni europee — e. davanti al nostro imponente spiegamento di Ione, i ribelli si sono arresi sgomenti, e. la. Scnussia, rinunziando di tentare, la benché minima resistenza, ha. improvvisamente e completamente ceduto. La sottomissione della « città santa » Fino da ieri sera, al campo della nostra cotenna nel deserto, a venti chilometri di atta, si era spontaneamente presentato il capo della zauia di Giarabub, il. custode, stesso di questi luoghi santi, Hussein-benMl-ben-Susi il quale a mine proprio e. di \hmcd Busseif-cl-Sennssi e dell'emiro Saicd ìdriss, impossibilitato di muoversi da Giarabub per infermila, veniva ad. implorare che gli italiani si astenessero da nani atto di ostilità, e garantiva insieme la sottomissione pacifica di tutta la popolazione di Giarabub. F. slamane a. mezzo della conca ove verdeggiano floride oasi, a circa uri chilometro dall'ingresso della città santa, che i nostri, eritrei avevano già circondata, sono vernili incontro al colonnetto Ronchetti più di venti capi e notabili detta Scmissia n della città a rendergli omaggiò, come a rappresentante della sovranità deWIla.Ua. Il colonnello, che cifrandole dal suo stalo maggiore, ai piedi di vota piccola altura li attendeva all'ombra della, bandiera nazionale, e del suo gagliardetto di comando, accolse con. brevi e chiare parole l'atto di sottomissione, ed invilo poti capi ed ì notabili alla cerimonia, che si sarebbe svolta nel pomeriggio, dell'innalzamento della nostra bandiera in segno di irrevocabile conquista. E' stata dunque per parte della genie di Giarabub la santa, e della Senussia tutta una vera e propria resa a discrezione, ed il successo, che è dovuto ugualmente ai meriti della autorità militare e di quella politica, che si assommano nella persona del Governatore della colonia, generine UombelH, ri acquista un nuovo straordinario prestigio presso tutte le popolazioni libiche. La giornata di oggi è veramente, e resterà, una delle più fauste dell'Italia coloniale. Ed ora, per ricostruire il succedersi dei fatti di questa settimana, per rievocare la rit.loriosa. marcia della colonna Tlonchetli da Porlo liardia a Giarabub, mi riferisco semplicemente agli appunti cronistici che ho registrato quotidianamente, seguendo la spedizione. Il diario della marcia Ecco dunque le note del mio diario di marcia, come le buttai giù, tappa per tappa, a sera, presso il fuoco dei bivacchi: Amseat la nuova, 31 gennaio. Siamo accampali intorno alla ridotta Capuzzo, unica costruzione finora della nuova Amseat, e. non ancora ultimala. Quella d'oggi non si può dira una vera e propria marcia di avanzata, ma. piuttosto un trasferimento, con caratteri essenzialmente logistici, dei. principali elementi del. la colonna Ronchetti, e concentramento di questa appunto ad Amseat. La marcia, nella formazione organica prestabilita, co. mincerà domani colla tappa a Sidi Omar. Stamane, alle ore sei e mezzo, si sono mossi dalla base di Porto tìardia, sul golfo di Solluvi, i due battaglioni eritrei — nono e decimo — i quali, pure mantenendo la regolare formazione su quattro compagnie, sono stati ridotti negli effettivi a. poco più di seicento uomini, per la necessità di rendere la colonna meno pesante che fosse possibile. Dato che essi costituiscono tutta la fanteria della colonna, questa risulla dunque forte di milleduecento fucili. 369 autocarri Dopo £ battaglioni eritrei, è. partita insic mie al comando, la lunghissima autocolonna composta di ben trecentosessantanovc macchine — fiat, Lancia, Vord — di carri armati, artiglieria, mitragliatrici, stazioni radiotelegrafiche, scaglioni sanitari di mareia, una completa officina meccanica, una stazione elettrogena, tatto autoportato. Vengono infine gli autocarri coi rifornimenti di viveri, acqua, munizioni e con i rifornimenti di benzina, 0K0, pneumatici per le macchine stesse. Questi ultimi e la provvista d'acqua sono però ridotti di circa meta sul fabbisogno totale preventivalo per la spedizione, in quanto potranno essere parzialmente rinnovati durante il viaggiai 'eoi depositi anticipatamente stabiliti sul percorso, 'da questo primo di Amseat a quello di Ese Scegga a circa centoventi 'chilometri, dalla base di Porto Bardia, ed infine a quello estremo di Garn-Vl'Gren a circa duecentoventi 'chilometri da Porto Bardia ed a solo una sessantina di chilometri, cioè a due tappe di marcia, dalla meta di Giarabub., A Garn-Ul-Grcn, ove il deposito ii eselfiticamentc di rifornimento automobilistico, intuire l'ultima aequa di cui potremo usuftuire torà quella dei cisternoni costruiti ad Ese Scegga, vi sono alcuni speciali elementi 'della colonna, V precisamente due porri 'd'assalto << tanica » ed uno squadrone di Veharisti, comandalo dal capitano Vitale* L'aviazione a 'disposinone del comando 'della colonna, cioè il nucleo detto della frontiera orientale, comandalo da qucl£ eroico pioniere di volo in questo deserto Mmrmartco ehe è il capitano Umberto Mazzini, ha anche essa i suoi campi disposti |tM0O ti percorso, con una sezione «-Svi» comandata dal lenente Verccsi ad Amseat pecchia, con un'altra seziono ■< Sin ,. comaudata del tenente Gentile, con un ap' T*».-st Caproni » pilotato dai tementi Diinaio e D'Assone a Esc. Scegga, ed infine \f.on una terza sezione « Sva » comandata dal. tenente Banchieri, attualmente a. Esc Scegga, ma destinata a. dislocarsi a Gia.rabub, all'alto slesso dell'occupazione. Orrido e magnifico lì trasferimento degli clementi succenndli della colonna da Porto Bardia ad Amseat nulla si e effettuato re gol armeni e nella malth.ula. Dalla conca del. fondo dell'Uadi Gerfau, ove questo mette foce alla estremità, interna della baia. - - ma l'espressione « mettere foce » risulta in. quésta stagione una. mera significazione geografica ed evidentemente ironica, in quanto non. una sola goccia d'acqua scorre pel fondo cretaceo dell'Uadi — abbinino asceso da sollo il precipite gradino dell'altipiano, su per gli ardimentosi rigiri della strada, costruito, dai nostri snidali. In, pochi minuti, scanditi dall'aiisimare. strepitoso rf.'i motori, eccoci a circa duecento metri di altitudine, al ciglio dell'altipiano. Ora l'orizzonta ci appare da ogni, lato nella sua massima vastità, in forma di anello, perfettamente circolare, cornice di luce, onde ciccasi, pervasa dell'oro solare, e incurvasi, splendente cupola sublime, la semisfera del cielo. Sotto e intorno a noi il. passaggio si è improvvisamente amplialo, orrido e magnifico. La profonda fenditura dell'Uadi, dalle pareli, a picco, simile ad. enorme crepa che taglia il gradino veli:altipiano fino alla base, fino al mare, divalla angusta ed oscura, poi allargasi a comprendere entro Ulaniche, braccia di. grigia, roccia e di. sanguigni tufi, lo specchio d'acqua cupazzurro della baia. Tra due immensità Di là, verdccerula, lucida, sempre mollile, sterminala, la distesa del. mare; di qua, plumbea, impietrita, adusta ed egualmente sterminala, la distesa del deserto. Due immensità, senza orina, selvagge quella ecquorea e quella terrestre, due tremendi infiniti a conlaUo, in confronto, in ocnlrasto uno detto altro, ed. entrambi formidabili, fatali: vagli di genti, di stirpi nei secoli nei millenni. Veramente non è senza adeguali! ragione, che tutte le più grandiose conquiste, tutte le gesta, imperiali, tutte le affermazioni delle civiltà più possenti, si compirono soltanto attraversa il mare o il deserto. Proprio sperimentandosi al cimento eroico di queste immensità e soltanto superando questa decisiva prora, trionfarono e durarono. Le nostre macchine ora volgono decisamente verso sudi correndo sulla, pietrosa piattaforma, sparsa di bassi, spinosi cespuglieti!. Il deserto qui comincia con una ul.lcrnnliia di. tratti stepposi e di traili di giaioso serir. Ci volgiamo a rieon tempia re il mare, spazinnte nel vasto arco del golfo di Sollum. Poi, quando esso è scomparso alla nostra vista, il circolare anello dell'orizzonte non comprende pia, a perdila d'occhio, che la piatta invariata distesa della steppa e dei bruni ghiaieti. MARIO BASSI.

Persone citate: Assone, Banchieri, Capuzzo, Ronchetti, Sidi Omar, Umberto Mazzini