Le pinze nell'occhio Strane conseguenze di un alterco

Le pinze nell'occhio Strane conseguenze di un alterco Le pinze nell'occhio Strane conseguenze di un alterco DJ un singolare raggiro si è molto discusso ioii alla VII sezione del Tribunale penalo. Si trai lava, di un individuo elio aveva avuto... un infortunio durante... una rissa e si era fatto patriotticamente pagare dailila Casto. Nazionale di Assicurazione contro gli infortuni il danno patito. Non contento, aveva cercato con minacele di farsi compiti ar« l'indennizzo dal proprietàrio della Ditta dove lavorava e clic s'era, prestalo compiacentemente al primo l'aggiro in danno della Cassa Nazionale. La vicenda sarebbe sta.ia. poi complicata da altro minaccio: un groviglio insomma di .male azioni ch'ebbero por base quel tal a corpo a corpo con contusioni gabellato por infortunio sul lavoro. Ecco che cosa, denunciava la direzione «Iella Cassa Nazionale di Assicurazione, noi settembre 1924: « Si porge formalo denuncia co.ol.emporan romeo te. contro :i signori Pomati© Angelo e Cano.pa.ro Lucia, quali titolari di un calzaturificio in Torino, via. M alone. 15, e contro l'operaio Bertone Antonio, residente in Torino, corso Ponte Alosca.. 88bis, per quanto segue: 1 detti titolari delta Ditta e l'operaio Bertone Antonio, olio lavora presso di essi, denunziarono il 2 febbraio 19-15 un proteso infortunio che sarebbe occorso al Bertone cadendo ». terra, con un palo di, pinze da lavorìi .in mano, pinze, che si sarebbero inlk-se nell'occhio sinistro, di cui avrebbe perduto la metà circa della facoltà visiva, e cosi il 17,30% della totale capacità lavorativa. Per questo pretoso sinistro la Cassa N'azionale pagava al Bertone, la. complessiva somma, per temporanea o permani ente di L. 7188. K mentre la. Ditta foce la falsa (coinè si vedrai denunzia in questo senso, l'operaio non solo assecondò la Ditta, e narro una tale versione al medico dell'Istituto, rna foco, la domanda di liquidazione di indonnita (da esso firmata) a mezzo dell'Istituto medico legalo, l>a (^assa Nazionale mandò un suo ispettore a. verificare i libri, e ad appurare cause o circostanze dell'infortunio, che i titolari della Bitta e, lo stesso operaio fecero in modo che apparissero perfettamente regolari. I.a Cassa N'azionalo pagò ». Il bollo viene adesso. Dopo tutto questo traffico, il Bortone denunziava al magistrato che non si era mai trattato di un infortunio e che invoco era slato ferito all'occhio sinistro in seguito ad alterco con un colpo di forbici infertogli dal sig. Porna.Ho Giovanni, fratello del titolare della Dilla. La Cassa Nazionale fu sentita a mezzo del suo sostituto legalo primo segretario, aw. conte Oreste. Martin erigo come, teste, ma contemporaneamente denunziava, pei' truffa, e per quegli altri reati che il ma.gitrato penale avrebbe creduto riscontrare, tanto Pomati© Angelo o Canaponi Lucia, proprietari dell'azienda, corno l'operaio Bertone perchè solo dal combinato accordo di ossi e di altri eventuali complici rimasti nell'ombra potò il Bertone ottenere il pagamento del.'a rilevante indennità di L. 7188 carpi a cosi all'Ente assicuratore, col più singolare dei raggiri. I documenti die furono prodotti all'autorità risultarono firmati or dall'uno or dall'altro dei denunciali; cosicché si dedusse che solo la loro assoluta concoide connivenza potè trarre in nganno l'oculata diligenza dei funzionari della Cassa Nazionale Infortuni. Il Bertone narrò che effettivamente sorse a proposito dell'esecuzione d'un lavoro uh diverbio tra lui e il Pomatto Giovanni fratello del suo principale e forse anche lui comproprietario. II Pomatto armato d'un pao di pinzo si sarebbe avventato sul Bertone calpcaidolo all'occhio sinistro. Più tardi i Pomatto si diedero premura di accompagnare subito da un medico il ferito esortandolo in tutti, i modi, con proghiere, promesse e lusinghe, a tacere, assicurandolo che sarebbe stato indennizzato di tutto, ed a dissimulare la causale della ferita anche col medico facendo credere che questa se l'era occasionata lui medésimo lavorando. Il Bertone avuto l'indennizzo si lamentò della, cifra irrisoria asserendo fra l'altro che la Ditta presento un libro paga non rispondente al vero in quanto da esso non risultava l'effettiva paga oraria percepita dall'operai© durante la sua permanenza nello stabilimento. I principali del sottoscritto però continuarono a tranquillarlo ed assicurarlo clic avrebbero pensato loro personalmente a corrispondergli la differènza sullo indennizzo liquidato ti toglierò anche - dopo, lo stesso Pomatto Angelo, sarebbesi recaio ad aspettare il Bertene mi pressi di iirli ed a risarcirlo anche in equa misura del maggior danno patito. Nacquero molte beglie, naturalmente. Si lamentano gli ex princ-ipali del Bertone di essere stati perseguitati continuamente da costui il quale pretendeva danaro e danaro, anche con minaccio. Ma controbatte il Bertone che il Pomatto Angelo, fratello del Giovanni prodotto, incontratolo per la prima volta per la strada, verso le ore 10 del mattino, lo chiamò in disparte, e gli disse: « So che tu vai elite; dendo del denaro da me ed hai rivelato ogni cosa al tuo avvocato. Se continui a far cosi "'altro occhio ». Tre giorni rasa sua ed appena lo vide uscire gl'i si avvantò contro tenendo una rivoltella in mano Iniirnandogli di desistere da ogni atto lega ih conlro di lui con minaccia di ucciderlo .se s! fosse permesso di ricorrere, alle vie giudiziali. II Borione spaventato da tale minaccia e da IT alloggi amen I o aggressivo del Pomatto, sarebbe scappalo nel negozio di corto Orivelie Giuseppe sito in corso Ponte. Mosca. 81, rincorso dal Pomatto predetto il quale desistono dai suoi violenti propesili solo quando 10 vide, in tal modo al sicuro. 11 Bortone, portante denuncia Pomatto Giovanni quale colpevole del reato ili lesioni gravissime commesse a. suo danno addi 30' gennaio I924 e Pomatto Angelo quale colpevolo del reato di violenza privata contimiatà. Denunciava infine, i fratelli Pomati© e la signora Caneparo Lucia per tulli quei reati che. l'autorità inquirente avrebbe riscontrato da. ossi commossi in violazione della, leggo sugli infortuni pei' incompleto assicurazione non avendo assicuralo l'operaio a seconda della paga oraria effettiva da lui percepita e por falsa od insufficiente denuncia circa 11 fatto ©ho diede origine, all'infortunio dello stesso riportato sul lavoro. Un'orlatrice della, calzoleria, certe. Pilone. Giuseppina, a proposito del fatto origine, di questa complicata vicenda, depose: « Lavoravo in un reparto separato da quello ove si trovavano il Bertone, e il Pomatto. Ad. un ©irto punto vidi passare il Bertone, co) capo fra lo mani ohe perdeva mollo sangue dalla faccia. A tale spettacolo una mia sorella, si senili venir malo ed jo,' accompagnandola fuori, dovetti attravensaro il reparto dove lavoravano il Bertone e il Pomatto. Appunto nel passare udii il Pomario Giovanni che diceva.- «.Mi voleva battere, mi ha minacciato ed io mi sono difeso », riferendosi naturai!mente a.l Bertone». In altro testo, corto Corrente Tommaso, ha dato ima vorsiorre più favorevole al Bertone, sostenendo che. il Pomatto quel giorno era Seuil-ubbriaco. 11 Pomatto Ciiovanni, dipinto come un violenti), è risultato pero dal suo certificato penale come incensurato. L'allro Pomatto, invece, cioè l'Angelo, ha. subito una condanna, a 18 mesi, por omicidio preterintenzionale. In tribunale le parti si sono presentate agguerrite: .il Pomati© Angelo e la Canepafo Lucia, erano difesi dagli avvocati Pavesi© e f'.al l.abi.ani o il Bertone Antonio dall'avv. Innocente Porronc. La Cassa N'azionale si costituì p. C. con l'assistenza dall'avv. piraglia. Il Pomatto Giovanni, l'autore principale, per mezzo di quello tali pinzette, di questa vicenda giudiziaria, non si presentò. E' morto c in di lui riguardo è stata estinto l'azione penale. Se la. vedrà, col buon Dio che punisce i cattivi c premia j buoni, Ini si, senza sbagliare e senza appello! il Pomatto Angelo fu assolto dall'accusa di violenza, privata in danno del Bertone; ma por la truffa organizzata contro la Cassa N'azionalo non se la cavò: fu condannato insieme alla Caneparo a 1 aiuto e 2 mesi di reclusione nonché ai danni o spese. Per 10 stesso reato il Bertone veruno condannato a 4 mesi di reclusione perchè i giudici gli concessero la diminuente della semiiresponsabilif.à mentale. E questa condanna è stata 11 suo infoi'tunio numero due... La « bagna caoda » Verso la fine del novembre scorso, in Bivoli, certi Fasano Pietro e Beltramo Felicita constatavano con loro sorpresa che i soliti ignoti si erano introdotti, mediante chiave falsa, nelle lor© cantine ed avevan© fatto man bassa sulle bottiglie di vino o sui cibi ivi contenuti. Denunciato il fatto ai carabinieri ed iniziate attive indagini, si venne a scoprire che poche sere dopo il furto, iu casa di tal. Alloatto Giovanni si era radunato un gruppo di giovinastri, i quali avevan© fatto una solenmisBiùma baldoria, ii tatuando abbondantemente la ' bagna catìda » con buono bottiglie di vino prelibato, che la Benemerita aveva motivo di ritenere fossero il provento del reato commesso a danno del Fasano e della Beltramo. L'AlDoatti verme perciò arrestato e con Ini i suoi compari: Felice Burgis, Tommaso Croce, Angelo Borgoisa, Martino Prina, e Bartolomeo Gilli. Costoro, interrogati dal giudice istruttore, protestarono la toro innocenza, affermando che la sarà del 17 novembre l'Alloattl l'I aveva invitati a casa sua per consumare Da « bagna eauda », © che in tale occasiono aveva ìoro offerto numerose bottiglie di vino, che essi erano ben lontani dal pensare fossero stato rubate. Ma la « bagna cauda » resto questa volta indigesta agli imputati, perchè, malgrado le laro proteste, dovettero tutti quanti comparire a giudizio per rispondere di correità in furto qualificato continuato. In dibattimento l'Alloatti, che prima si era mantenuto sulla più recisa negativa, ammise, se pure parzialmente, d'aver partecipato all'impresa ladresca, mentre gli altri continuarono a respingere energicamente ogni addebito. 1-a sentenza fu mite: il Tribunal© condannò l'Alloatti, difeso dall'awFea, colla diminuente del valore lievissimo, a 4 mesi e 'iO giorni di reclusione.; mandò assolti: Borgis Felice. Croce Tommaso, Borgeisa Angelo, Prilla Martino e Gilli Bartolomeo, assistiti riagli avvocati Camoletto e Giulio, per Insufficienza di prove. Presidente: cov. Zanetti — P. M.: cav. Andriano — Cancelliere: Chiardola. M.

Luoghi citati: Mosca, Torino