L'accordo italo-inglese non servirà alla Francia per un'ulteriore riduzione dell'annualità concordata

L'accordo italo-inglese non servirà alla Francia per un'ulteriore riduzione dell'annualità concordata La discussione alla Camera dei Comuni L'accordo italo-inglese non servirà alla Francia per un'ulteriore riduzione dell'annualità concordata (Servizio speciale della « Stampa d) Londra, 2. notte. 'JS Comuni si è incanalato sull'indirizzo <ii risposta al discorso del trono un dibattito privo di vitalità e di organicità, corno i duo gruppi di opposizione. La Camera lo ha ascoltato con l'apatia che si dedica alle manifestazioni di routine. Il pubblico non 10 segue affatto e i giornali lo commentano poco o niente. Non c'ò battaglia. I mulinelli formaJi degli oratori laburisti, fra i quali scendono ora in lizza i trombettieri dell'ala, estrema, mancano di contenuto sostanziale, tanto più cbe gli estremisti sono già passati sotto le forche caudine di un emendamento ufficiale all'acqua di rose. Un emendamento labourista La inscenatura di questo emendamento c affiliata ali'on. Snowden, che sembra essersi votato ad una crescente moderazione, 11 cui scopo precipuo è di fungere da calamita verso i liberali di sinistra, con l'idea di incanalarli nel Labour Party, o almeno di tenerli.buoni per impedire al partito liberale di farsi compatto. Un pericolo ancora lontano. L'emendamento si impernia sulla piaga della disoccupazione, senza suggerire il più lontano rimedio nll'infuori di una piccola dose di socialismo. Cosi piccola da essere conciliabile con quella « prosperità commerciale » che sta ufficialmente a cuore del grappo laburista, alla stessa guisa che alla maggioranza ministeriale. Si ricorderà come tre anni fa l'on. Snowden presentasse, nella discussione sulla risposta al discorso del trono di quel tempo, un emendamento che esigeva l'immediata applicazione di tutto il socialismo. Si ricorderà altresì come l'emendamento laburista dell'anno scorso, pur ri n un andò ad ogni fiaccolata socialista, fosse pieno di proposte concrete di ordine tanto interno quanto esterno. 11 pronunzia.mento attuale rassomiglia ad una foglia morta. Tutto il verde che vi sopravvive si riduce ad un concetto generico di riorganizzazione industriale sopra le direttivo della proprietà collettiva e di « controllo democratico dei servizi essenziali ». Nessuno capisce bene che cosa significhi questa frase a mezz'aria, ma tutti comprendono che il Labour Party incomincia a stiracchiare il suo gradualismo confesso, cioè fino a farlo coincidere con una larga misura di opportunismo inconfesso. Un grido senza èco Intanto fuori della Camera il partito sta abbozzando il pesto che dovrà far.pensare ad uno sforzo erculeo per espellere i comunisti, in conformità delle promesse di Liverpool. « Lo sforzo dovrà essere, oltremòdo erculeo purché la purga sia visibile e palpabile » — commenta spietatamente il Manchester Guardian, che pure rispetta, fino ad un certo punto, a seconda dei casi, il Labour Party. Pertanto il dibattito sulrindirizzo di risposta, con, tutti i suoi sentori di causa perdute per l'opposizione e vinta in anticipo per il Ministero, non potrà à meno di andare di palo iti frasca ogni volta. Lloyd George, la cui forza di attrazióne è diminuita, ma il cui fiuto parlamentare si mantiene evidente, intese subito, fin da ieri, la necessita di accampare qualche punto fermo in mezzo alla caotica fluidità degli argomenti antiministeriali. Per disgrazia egli non seppe escogitarne che uno. Questo punto fermo — infoino al quale Vex-Premjer sperava di vedere coagularsi le apposizioni — fu quello dei dibattiti interalleati. « Gridate alla gente che le loro tasche sono in periglio per lucro cessante o per danno emergente e tutti accorreranno ad ascoltarvi ». Cosi egli ha inteso stabilire l'abbecedario della politica militante. Ma questa volta la denuncia lloydgeorgiana contro le supposte supinità governative verso i debitori di guerra è caduta effettivamente nel vuoto. E sta raccogliendo questa sera ai Comuni soltanto la solidarietà di qualche oratore sporadico, per lo più di parie liberale. Ma sono cenni di sfuggite, incisi occasionali, che lasciano il tempo che faceva. Invoco nessun giiomualc siinoaia ha raccolto li pezzi della lancia che Lloyd George rotea a'in resila tieni coTutiro riti coaisòManiento iitialo-inglese, allo scopo precipuo di prooedeiré al catusoliid amen ito aaiglo-fnniivoese buttara in sospeso. Gli crgaiù liberali e laburista rinvengano le questioni dibattute teri in Pairlaimento, ma non toccano affatto quella del debito. Essi -1 aprimmo swiza eco le filippiche lloydgeorgiane. A proponilo ili queste ai occupa incidentalmente siolo il « Timi ve .s », ma udite im quo! modo: « Le condizioni dell'accordo anslo-i tallono sui debiti sono indubbiamente generose, ma i migliori competenti attestano che la soluzione è sana ed opportuna, per cut ben pochi, all'infuori del manipolo dei suoi seguaci personali condividono il criterio di Lloyd George, secondo cui egli non soltanto avrebbe concluso un consolidimi"! ito migliore coll'itailia, ina sarebbe stillo capace di oltenerc termini migliori anche nel consolidamento del debito inglese con l'America ». Questione finita Insomma il « Times » proclama elio i commenti lloydgoorgiianli non dtetiruggoaw inenoaiaanenito 11 fatto compiuto. Ogni eventuale nLmostr.anza di singoli laburisti è similmente neutralizzata, secondo :il « Times », dalla famosa Intervista romana di Sidney Webbe, che miei garantire la solidarietà laburista con quuMnai Indulgenza del Governo inglese veirso l'Italia debitrice, ist esprimeva ovàdewt«niem.tie -in nome del Laibou.r Party diri biacco. Queste dichiainazloinii ohe tagliano la testa al faro, arano state richiamale anche da Baldwin nel suo discorso di ii«ni sera. Ogni parla conikoveirsia sul nostro coffiswlìidamento può dunque considerarsi sfiatata. In pari tempo ò certo che se ne riparlerà in rapporto ai futuri negoziati per consolidare il debito di guerra con la Francia. E' evidente il proposito di impedire ai francesi di usare della leva del consolidamento italiano per mandare all'aria l'accordo provvisorio Churchill-Caillaux e. per sistemare la partita con annualità inferiori ai 12 milioni e mezzo di sterline. A questo riguardo lord Salisbury, accennando al problema dei tieniti, assumeva un'at- illudine sintomatica"ieri sera alla Cornerai dei lordi : in poche parole egli stabiliva, in nome del Governo, che la capacita italiana di pagamento non è comparabile a quella di altri paesi i quali sono in possesso di ! materie prime e di vaste risorso naturali. Il ministro non fece il nome della Francia osi limitò a salutare l'accordo con l'Italia Come la provvidenziale rimozione di una grande causa di contrasti. Le parole di lord Salisbury coincidono esattamente con quelle che Baldwin pronunciava nel frattempo alla Camera dei Cornimi e che in questo tenia rivestono un'importanza decisiva, di fronte alla quale ogni strillo di opposizione non vale il flato che lo emette. Il debito francese Senonchè il fattore francese sul terreno dei debiti 6 un'altra cosa. I giornali si affrettano a rompere il ghiaccio. La teoria pei* noi spiacevole, ma per gli inglesi fantastica, doll'ex-ministro Klotz, sul cui senso finanziario si rievoca un motto pepato, di Clemenceau, offro alla stampa londinese l'appiglio per avvertire Parigi che la leva del consolidamento italiano non potrà funzionare a vantaggio del consolidamento francese. L'accordo Cliui'chill-Caillaux era bensì provvisorio, ma in linea di massima venne sanzionato dal Governo francese — sostiene il redattore finanziario del Times — e i 12 milioni e mezzo, adunque, non possono più essere tirati indietro. Essi sono ormai vincolati in termini contrattuali sufficientemente perfetti. Inoltre il redattore del Times rinfresca la memoria di Parigi sulla proporzione stabilita dal ministro americano Mellon fra la capacità di pagamento italiana e la capacità francese. Mellon computò la prima ad un sesto della seconda. La proporzione può anche essere dimezzata, ma la Francia non potrà inai pretendere che la sua capacità di pagamento non sia almeno tripla della .capacità dell'Italia. Dove sono il carbone, il ferro, le ricche colonie dell'Italia? Perciò sarà bene che Pa- rigi si prepari di buon animo a conferma- re l'accettazione di un'annualità tripla di |quella stipulata con l'Italia: quattro milioni di sterline all'anno per quest'ultima e. 12 milioni per la Francia, in base al disi ivollo della ricchezza e alla giustizia distributiva. Questi ammonimenti preliminari ai francesi sono calmi e amichevoli in tutti i fo- gli che li recano, ad eccezione del Daily Express, il cui punto ili partenza consiste nella protesta di Lloyd George contro il nostro consolidamento. 11 giornale liberale — come l'ex-Premier — parla alla nuora per farsi intendere dalla suocern, e un suo paragrafo editoriale in cui ò indicato il rischio che il consolidamento francese si trasformi in una farsa ai danni dell'Inghilterra, mostra come le allusioni all'accordo Volpi-Churchill siano puramente incidentali. Il bersaglio 6 un altro. M, P.