Sulle rive del fiume di Ernesto Quadrone

Sulle rive del fiume Sulle rive del fiume Tre atti di Ernesto Quadrone {Teatro Cariammo, 2 febbraio )!&>. Per la terza volta Ernesto Quadrone presenta al nostro giudizio e a quello, eonta assai più, del pubblico torinese, prima volta orf.ri alla nostra, disamina, abbozzo di commedia: » l disegni Uri. si •ha La un tu- ino ». P, vi trovammo il segno di un l'.n.poi-amento ili artista portato a soffermarsi sulle cose strane o su quanto spicchi per vivai-ito di colore, o durezza di tratti, Nella seconda commedia: Palare rttuel.. assai più organica della prima, ma ancora, imperfetta come tecnica, non per voluto disprezzi) di quello elio sono lo convenzioni teatrali, ma per il disdegno de-i luoghi comuni, indico di una signorilità di spirito, trovammo riconfermati i pregi <; i difetti già notati nella prima fatica di arto: tra i difetti: l'assenza di una solida quadratura di azione, il difetto di prospettiva, l'incertezza dei personaggi visti tutti attraverso ad episodi in gran parte sfocati ; tra i pregi una ricchezza di dottagli ed una originalità di visione. In questo sua terza fatica... Precipito! E' bene invece cno cominci col dire quale ò l'azione c quali sono le inienzioni cho il Quadrone ha avuto nallo scrivere: Sulle rive del fiume. Andrea, uno dei personaggi principali della commedia, uomo che vuole essere di molto esperienza, ma clic non per questo meglio degli altri si salva dalle delusioni, prendendo lo spunto da quanto dico Xtcoletto, alito fra i personaggi principali, persona elio guarda gli uomini o alla vita con fMcenila, osserva: « Per strado diverse gli uomini arrivano tutti alla stossa amara conclusione... come iter strade, diverse noi diaria ai compagni della vicenda) siamo arrivati alla riva di questo fiume a sospirare sulla nostra solitudine, che è poi quella di tutti. Pesa un destino sulla vita degli uomini; la solitudine ». Una visione pessimista, in pieno contrasto con quello che è il temperamento dol Quadrone, portato alla sociabilità. E lo sa chi lo conosco. Ma questo non conto. Importante è vedere come egli abbia saputo rappresentare, sia pure attraverso casi che non possono formare legge, questa impossibilità spirituale di compenetrazione degli esseri, se non attraverso formo i-poeritc o vano. Nobile assunto per un commediografo. Nel titolo non c'è solo una immagine, ma un fatto. La parte più importante dell'azione, la determinante o la risolvente, si svolge proprio sulle rive di un ltume, dove Marco, un vecchio marinaio che ha l'anima di uno zingaro, ha fermato il suo carretto, non per desiderio di stabilita, ma per l'impossibilità in cui si trova di continuare nel suo vagabondaggio a causa della morte del cavallo che trascinava per le vie del mondo la sua carretta. Marco ha una figlia, Zaj.ra, e, un pupillo, Matteo, un pagliaccio. Inchiodato il carrozzone, Matteo, incapace a radicarsi, abbandona il vecchio marinaio, e con Ini abbandona Zafra, per la quale sonte qualche cosa di più di una tenerezza fraterna. E padre e figlia, rimangono sulla riva del fiume attendendo non si sa bene che, sperando in non so che cosa, ma in realtà aspettando che il destino segni loro la via che debbono seguire. E l'azione comincia. Un duello (un duello curioso, poiché si trovano a contendere sul terreno dua uomini che non han tra loro ragioni di rancore profondo mentre c'è tra i padrini proprio chi e la causa vera della querela, della partita di armi) porta sullo rivo del fiume dove si trova, no gli zingari ma sull'altra sponda mia comitiva di signori e fa si che gli uni con gli altri s'incontrino. Zaira capita fra la comitiva quando il dui.io è finito; I duellanti si sono riconciliati, il padrino, causa del dissenso, è stato allontanato e gli animi sono eccitali per i fatti accaduti e lo champaone bevuto : Zaira è strana, è bella. Uno dei presenti, il filosofo, Nicoletto, non appena la vede se ne accende e poiché la crede una conquista facile la investe con le sue profferte d'amore. Accecato dal desiderio '.Zaira si presta al giuoco), la rincorre, la insegne. I,e due sponde dol fiume sono unite da una sollile o traballante passerella. Zaira vi sale perseguita da Nicoletto, che mal destro precipita nell'acqua. A soccorrerlo accorre Marco, il vecchio marinaio. Si butta nell'acqua, e lo salva, ma è travolto da un gorgo che diventa la sua tomba. Padre e liglia attendevano dal destino di conoscere la via da seguire : in attesa giunge la segnalazione. Zaira diventa la protetta della comitiva, che lenta per tal modo di sdebitarsi e Marco trova nel piccolo cimitero del Iiioko i pochi metri di terra necessari per il suo eterno riposo. Ne! secondo troviamo Zaira, ospite di Dino, uno degli uomini che facevano parte desila comitiva. Dino, un poeta che per aver posto troppo in alto il suo ideale non ha ancora trovato la donna capare di realizzarlo, vede in Zaira la creatura che può formare lo scapo della sua esistenza e con ogni genere di premure cerca di accattivarsla. A contendergliela, pensa Andrea; un fltro della comitiva, che Rpia l'occasiono per rivetare alla zingara il suo amore od è persuaso che essa cederà alle sue voglie tonto credo esperto nella seduzione. Nicoletto, li i - : - ' - farti,. altri, contento ili essere tornato nel suo iso lamento art uscire dal anale male gli in- coroo. Zaira non pensa che alla sua libertà i e alla sua vita vagabonda. E si ha un altro ! lampeggiamento. Andrea, rimasto solo con Zaira, tenta persuaderla a diventare la stia : amante e la zingara si ribolla. Interviene ; Dino. Geloso, impugna una rivoltella e spara contro l'amico. Non l'uccide ; lo ferisce solo leggermente. Basta l'atto però perchè Andrea comprenda la profondità, del sentimento di Di.no o intuisca il pericolo che lo minaccia, se persiste nel suo tentativo. E anche lui precipita nella solitudine. Nel terzo episodio chi fa la sua esperienza 6 Kino. Zaira è tornata suUe^rivo del fiume e Dino l* si e posto alle calcagno in coir, pagnia di Nicoletto ed Andrea che non sanno decidersi ad allontanarsi totalmente dalla zingara. Una troupe di saltimbanchi ha piantalo lo sue tende nei pressi del liume; tra essi c'ù Matteo, il giovane pagliaccio, l'uomo che per primo ha turbato il cuore di Zaira. Non perchè tra essi c'è lui, che lo ignora, ma unicamente per il fascino che '.*t vita zingaresca esercita su di lei, Zaira passa le sue ore nel circo. In un momento di melanconia Dino strappa alla ragazza la promessa di una decisione, e tutto porta a credere che essa finirà per diventare sua moglie, ma quando sta per decidersi compare Matteo. Uno sguardo, una parola, un invito e Zaira è sua, tutta sua, E con lui si allontana. Ed anche Dino rimane inchiodato aila sua sorte: solo. Illuminata l'azione riprendo il discorso lasciato in sospeso. Colla terza commedia Ernesto Quadrone mostra di aver fatto te boro doli'esperienza. Non c'è ancora in lui il commediografo abile che sa condurre un'a- zinne dove vuole e uomo vuole, ma nel suo nuovo lavoro una quadratura c'è,-c'è una prò spettiva. Non abbiamo ancora l'editlcio soli- do, dolio fondamenta robuste, dai "piani I «n,»i« *a *— . ™.,»i^^ i svelti ed aoreati, ma tre casello graziose raggruppati', con abilità e collegate da un giardino cho non manca di fiori e di profumi. E' ifià qualche cosa. Ogni atto, non dirò che stia a sé e 6ia unito agli altri unicamente perchè sono gli stessi personaggi che agiscono, ma quanto accade nell'uno non richiama logicamente quanto negli altri succede e viceversa. Trabalzi, disorientamenti. E così gli episodi, di taluni dei quali risulta evidente la superfluità. E cosi i personaggi che, singolarmente, non mancano di rilievo, ma non rapprcsenlauo posizioni contrapposte dajlc quali possano scaturire quei contrasti che sono indispensabili in un'opera di teatro. Zaira ò una creatura di piccolo fuoco e. non mi sembra possa alimentare tante ilamme. Cronaca lietissima ieri sera. Tre applausi al piiino ulto, sette al secondo, nonostante ~ia mancalo il colpo di pistola cho ha diso rientato il pubblico e gli attori, e tre al terzo Al secondo ed al terzo e comparso, festeggiatici ino. l'autore. Interpretazione intelligente è piena di colore: Italia Ai-mirante ha disegnato la ìlgura della zingara con ruvidezza o seimphcita ed ha avuto degli accenti Wliei assai liei momenti di malinconia e di obban douo (iLgctto .Muilrante, nel tipo di Dino he strappalo anche un applauso n «centi «porta!"-r la limpidità della sua. conmiozione. 1 • Urea ha trovato in Pietro Carnaburi un inlerprete signorile. Ma perchè, disponendo, ?o- me disijion--. di una voce comi chiara e calda, il Carnaburi la guasta con richiami a ca* .'lenze ed acconti ruggeriani ì Colorito il Rac cu. espansivo, forse Un troppo, il Barnaba» m/.'j« rivo (Iti punii, si ripete. gi. mi.

Persone citate: Ernesto Quadrone, Nicoletto, Quadrone

Luoghi citati: Italia