Doumer si salva seppellendo l'art. 13

Doumer si salva seppellendo l'art. 13 La discussione finanziaria alla Camera francese Doumer si salva seppellendo l'art. 13 (Servizio speciale della « Slampa ») Parigi, 09, notte. Le sinistre avevano tentato questa mattina contro Doumer una piccola manovra insidiosa Per evitare l'eccessivo prolungarsi della discussione, dopo avere deciso che altri sai o 6ette dei loro oratori rinunciassero alla parola, i comitati direttivi dei gruppi avevano redatto un controprogetto", ila presentarsi in giornata, allo scopo di promuovevo immediatamente un voto sull'articolo 13 del progetto governativo — che riguarda la tassa sui pagamenti — e battere il ministro prima che questi avesse potuto raccogliere una maggioranza centrista, sulla base di una formula transazionale. Ma. la. manovra verme sventata da. Doumer ceni una. pronta cotiii'Ooffensiva. prendendo cioè la parola, oggi stesso, per dichiarare, di non insistere sull'articolo 13 ed essere pronto ad allottare l'idea della tossa sulla, produzione, miàlóra la Camera lo voglia. Il primo accenna csneiiiativo Salito alla tribuna subito dopo la fine del discorso dell'on, Auriol, il ministro dice: « Sono sialo colpito dall'ottimismo manifestato dalla, maggior parte degli oratori. Questo ottimismo si giustificherebbe se si considerasse lo stato, in apparenza, timido, del paese; ma. se, invece, si guarda s!rottamente la situazione finanziaria dello sialo bì deve riconoscere che l'ottimismo non e giustificato: esso non ottiene, che il risultato di addormentarci per poi trovarci, al risveglio, in una crisi del genere, di quella che abbiamo dovuto scongiurare, nel corso del 1935. Quello ette bisogna temere aiizittuttg e l'inflazione; si dimenticano Je tre crisi dello scorso anno. Il grave errore i; ri L esserci sempre accontentati di mezze misure e di non avere mal volino prendere una decisione radicale. Bisogna ormai provvedere senza indugio al raggiungimento del pareggio e all' ammortamento del debiio pubblico. Davanti alla, necessità, di procurarsi delie risorse, il Governo aveva considerato l'eventualità ili ricorrere contemporaneamente alle imposte ilirclte eri alle imposte indirette, ed io davanti alta Commissione delle finanze, avevo indicato con quali mezzi intendevo migliorare il rendimento dell'imposta sul reddito. E, ti questo proposito, lasciatemi pensare che 6 un po' puerile il voler sostituire tali mezzi con delle penalità contro i frodatori del tisco. Io sottoporrò inoltre alla Commissione un progetto di riforma ili imposta sul reddito, fendente a dare al Tesoro, in modo permanente, i (ve miliardi e mezzo che deve avere per il 10ÌV26 con una tassa supplementare ». li qui, dopo avere accennato alla tassa sulle operazioni di Borsa e all'aumento del prezzo dei tabacchi, Doumer ha una prima mossa di colore politico: « L'obbligo di aumentare il prezzo del tabacco venne dettato dall'aumento dei prezzi di fabbricazione. La Commissione propone una cifra inferiore a queiUa del Governo, ma non mancheremo di metterci d'accordo ». La rinunzia transazionale L' accenno conciliativo, riscuote immediatamente, su segnale di Malvy e di l.amoureux, gli applausi di gran parte delle Sinistre. Il ministro ne approfitta subito, per attaccare l'argomento delicato: l'art. 13: « Avevo pensato anzittuUo a raddoppiare la tassa .sulla cifra degli affari e invitai il Governo a esaminare le mio vedute. Era. suo diritto, perchè vi. è un Governo: so non vi tosse Governo, vi sarebbero dei ministri,dispersi, senza programma comune. Ho raccolto le 'osservazioni ctie ini sono stalo presentate, Mi sono chiesto so non fòsse possibile trovare una muova imposta, diversa dalla tassa sulla cifra degli affari, suscettibile di produrre molto. Non ho nessuna vanita di autore: non chiedo di meglio che abbandonare la tassa sulla cifra di affari, a palo però che mi si dia qualcos'altro che rechi le risorse necessarie. Credo che si possa istituire una tassa sui pagamenti; ma che sia In realtà una tassa sulla produzione e sul commercio all'Ingrosso, lasciando da. parie il commercio al minuto. Questa tassa non presenterebbe gli inconvenienti che voi vedete nella tassa sulla cifra di affari ». Era questa la dichiarazione formale che il Governo si associava al progetto di transazione, caldeggiato da un paio di giorni nei conciliaboli di corridoi, f.a Camera favorevolmente impressionata gli fece subito buona accoglienza. Anche su molti banchi di sinistra gli applausi non vennero lesinati al ministro che dava, come disse l'abate Leniire, questa prova di coraggio. Non era stata questa nuova tasra patrocinata oggi stesso da. più di un foglio radicale ? Scriveva il l'aria Soìr: K sia! La tassa sulla produzione non pr( senta i pericoli della tassa sui pagamenti. Alla peggio, sarà pagata una volta dai con- stimatori La. tassa Tlnunier mio esserlo cui- La tassa Doumer può esserlo citi quo o dieci volte. Tra le due, la nostra scelta, e fatta. Ma due questioni si presentano: la tassa sulla, produzione doveva, secondo le sinistra, sostituirsi alla tassa sulla cifra di affari si crede di giungere a. questo? In tal caso Doumer rinuncia, fin d'ora alla tassa sul pagamenti. Alcuni bene informati narrano che egli avrebbe, intenzione, di mantenere questa per il 1926 e. far votare quella per il 1927. In questo caso, sodo il pretesto di conciliazione, sarebbe una nuova manovra che. si preparerebbe. Avvertiamo il signor Doumer che noi non ci lasceremo cogliere ». Ritorno polemioo Il guaio che, nel suo discorso alla Camera, il ministro delle finanze, fatto audace dal successo iniziale, non soltanto non formulo la rinuncia chiesta dall'organo democratico, ma passò, al contrario, a fare una critica serrata ed alquanto sarcastica del progetto della, commissione finanziaria. Esaminando il metodo di lavoro di quest'ultima, egli non si peritò di dire che fu un errore introdurre nel progetto, portato alla Camera, riforme organiche, che avrebbero avuto bisogno di studio minuzioso. E soggiunse: « Se la Camera votasse il testo della Commissione non si vedrebbe in tutto l'ainno on soldo delle risorse previste. In quanto al nuovo regime dei valori mobili, che sopprimerebbe i titoli al portatore, prima di ap pacarlo converrà .vedere se qualche vecchia abitudine del .paese non rischi di compro- metterne il successo. Non sono le persone ricchissime che hanno delle rendite dello Stato. Del ireste, poi, inoi abbiamo 3fi miliardi di titoli di rendila al portatore: sarebbero necessari 15.(KM .funzionari per trasformarli, entro 10 mesi. I problemi trattati con tanta, disinvoltura sono gravissimi ed era coi'to difficile alla. Commissione di finanza di procedere diversamente di come ha fatto. La stessa cosa, per le successioni. Non è di un un sol passo che si può cambiar*1 un regime, in tale maniera. A proposito poi dei valori mollili c'è da. teneri' presente che la tassa oi trasmissione sui titoli al portatore frutta al Tesoro più di 850 milioni ». F. in tono min,' "ioso, il ministro concluse : •i Non bisogna clic ima. crisi, simile a quella, elio abbiamo già attraversato, sorga nuovamente poiché sarebbe, più grave ili tutte quelle che hanno preceduto perche trascinerebbe questa volta alla disoccupazione e alla miseria. Noi vi chiediamo di risparmiarci un tale pericolo ». La chiusa del discorso del ministro suscitò di nuovo approvazioni su molti banchi: ma, per quello che riguarda i settori di sinistr gli umori non erano più quelli di poco Prl-ma e i capannelli, formatisi durante la sue-cessiva sospensione della seduta, permiserodi comprendere che lo azioni del ventilalocompromesso erano alquanto ribassate e chesani necessario, per rari e risalire, il vlolon-cello di Brintid. Questi piglierà l'archetto do-mani sera e, dopo il suo concerto; la di-scussione generale verrà chiusa, come è statodeciso alla fino delia seduta odierna, perIS^^^t^^X^mica dello precedenti. •C. P. =z====r=^rz=rz=—

Persone citate: Auriol

Luoghi citati: Parigi