Il tiro dell'amica ovverossia: Povero amore!

Il tiro dell'amica ovverossia: Povero amore! Il tiro dell'amica ovverossia: Povero amore! | Gli amori, le lunghe passioni, le tresche nascoste e furtive, quando non hanno uno sbocco od una risoluzione felice, finiscono per lo più in modo drammatico: cosi, almeno, la quotidiana cronaca insegna. Il lungo romanzo passionale — iniziato precisare cinte venti anni or sono, quando ì due protagonisti erano entrambi sulla ventina — dcll'inipiegato Guido Quaglia e di certa Isabella Cipellelti. anziché in un modo drammatico si è risolto invece in maniera molto melensa: una denuncia, seguita da una fuga precipitosa. Quei ilue cuori ,che avevano resistito cosi tenacemente al tempo, sono stati in un batter d'occhio divisi dall'interesse. Fxl ecco in qua! modo: rcentempnte il Quaglia, che abita in via Nizza 71, mentre l'amica abitava al n. 5.1 della stessa via, veniva invitato dalla locale sede, drtia Ranca Nazionale di Credito ad estinguere un effetto di '?000 lire, emesso colla sua firma a favore del signor Umberto Colombo, residente .in via Santa Croie a Firenze, e da qualche giorno caduto in sofferenza, n Quaglia, all'invito inatteso, stralunò gli occhi : non aveva infatti mati firmato un effetto per quell'importo, a favore del signor Colombo, che non conosceva affatto, o di altri. Pensò che doveva verosimilmente trattarsi di una firma apocrifa n non rispose all'invito. Ma il i>osse6sore dell'effetto non s'arrestò, e dopo avere protestala la cambiale, iniziò gli alti esecutivi con il precetto in via mobiliare. Per evitare le immediate conseguenze della procedura, fu giuocoforza .pai Quaglia adire a sua volta le vie giudiziarie ed opporsi al precetto. Intanto però uno sconosciuto messaggero gli recapitava una serie di Sellerine, che gli svelavano il mistero della cambiale. Era l'amica che scriveva e chiudeva, come di consueto, la sua epistola con la solita, carezzevole frase « ti bacio tutto » ; ma il tono degli scritti era diverso: agitato, convulso, preoccupato. T/ult.f.mn delle letterine, scritte a matita su fogliolini rosa, diceva: « Ti avveTto che oggi alle 2 mettono la cambiale in banca E' l'avvocato che la motte. Io'ho fatto di tutto per non darri dei dispiaceri e per non averne. Ma ò inutile. Ora sai come devi fare: denunciami pure. Ormai l'avvocato non vuole pdfj aspettare. Non so cosa sarà di me: sono nelle inani tue e degli altri... •. Non ci volle molto, si capisci!, peff Quaglia ad intuire il fallo dell'amica: certe espressioni di lei lasciavano però intendere il pericolo che il fallo fosse anche più grave. E infatti, pochi giorni dopo, la posta gli recapitava la raccomandata di un legale che lo invitava a pagare con tutta sollecitudine due altri effetti per 5000 lire, posseduti dalla si Suora Rosa Novena, abitante in viia Miglie.tti 11. A questa nuova richiesta il Quaglia rispose con una denuncia contro l'amica, che si era frattanto eclissata. Delle prime Indacini e degli accertamenti relativi, la Procura del Re diede incarico alla Sezione dii P. S. di Borgo S. Salvarlo: si indagò naturalmente sul conto di entrambi, la denunciata ed il denunciante, e si trovò che questi aveva dn passato concorso soQtuariamente al sostentamento dell'amica, con somme in contanti o con impegni cambiari. R Qnaglia fu interrogato e sottoposto anche ad esercizi... calligrafici : le Arme apposte sugli effetti apparivano tutte diverse e non convincenti. Ma la falsità di quelle che figuravano sugli effetti caduti in protesto fn rapidamente e pienamente provata. Si interrogarono così le persone che possedevano le cambiali e vennero fuori le piccole truffe della Cipelletti-: dalla signora Novena, che era stata anticamente la sua padrona di casa, la CnpeUe'ttt aveva ottenuto 5000 lire, narrando che doveva svincolare delle merci In stazione. la signora, impietosita dalla narrazione dell'ex InquiMna, che accennava anche a sventure famigliari, le congegnò la somma ritirando l'effetto, che riteneva naturalmente autentico. 0 Colombo fu conosciuto invece dalla Cipelletti in una confetteria di via Nizza: qualche giorno dopo il primo incontro, ella usci fuori con la richiesta di un prestito. Ebbe, senza difficoltà, 1600 lire, che promise di restituire entro una settimana, ed a garanzia del prestito consegnò l'effetto di 2000 lire, che «recava la falsa firma, dell'amante. Per i vari falsi e le truffe che vi sono connesse, il giudice istruttore ha spiccato contro la Cipelletti' il mandato di cattura: la donna però è scomparsa da tempo da Tori: no, sfuggendo non solo alle ire dell'amante ma anche alle sanzioni della Giustizia. Ed ecco un altro ep.aodietto del genere. Modolo Regina, nata a Susegana trent'anni or sono, rilevava nel 1923 una locanda alla barriera di Milano, e precisamente in via Alagna, 6. Bruna e piacente, si era qualificata da principio vedova di guerra, ma si venne poi a sapere che era semplietmente divisa dal marito. Questa piccola storiella sparsasi in breve nel popoloso rione, procurò all'allegra., vedova numerosi corteggiatori, e la Modolo non reato insensibile alle attenzioni di uno fra i suoi clienti, certo Rosetta di vercatìi, e per una diecina di mesi Alarono il perfetto idillio. Poi incominciarono i litigi, e un giorno i due amanti decisero di dividersi. Il Rosetta, ripresa la 6ua vita di scapolo, rincasando una sera trovò il suo alloggio pressoché vuoto. Qualcuno, durante la sua assenza, introdottosi nell'alloggio, vi aveva asportato più roba ' che aveva potuto. TI Rosetta denunciò il fatto al Commissariato di .1 S., facendo noti i suoi sospetti 6ulla Modolo, ma costei, interrogata, rispose che non aveva fatto altro che rientrare in possesso di roba sua che aveva portala tempo prima nell'alloggio dell'amico- Tra le altre cose, questi, aveva pure denunciata la scomparsa di un libretto della Cassa di Risparmio contenente 7500 lire: la Modolo dichiarò eh a quei denari erano etati da lei stessa' dati al Rosetta perchè li depositasse sul suo libretto. Poco tempo dopo, la Modolo si ripresentava al Commissariato chiedendo se si era ordinata una perquisizione in casa sua. Affermava che un tale presentatosi come agente, aveva rovistato in tutte le 6ue cose, asportando diversi oggetti e delle carte. Il commissario di P. S, ordinava un'indagine sul fatto, e riusciva ben presto a scoprire che la perquisizione non era che frutto dell'immaginazione della vedova, e si scoperse inoltre che costei aveva falsificato ricevute d'affitto che figuravano rilasciate dal suo padrone di casa ora defunto. Per queste varie ragioni la Regina Modolo fu tratta in arresto e mandato alle carceri. drbaimmtccaNNqidDndqgscgipfpt■nirlspsdnlFmrfq' ! ', I I

Persone citate: Cipelletti, Guido Quaglia, Isabella Cipellelti, Modolo Regina, Novena, Regina Modolo, Umberto Colombo

Luoghi citati: Borgo S. Salvarlo, Firenze, Milano, Susegana