LA SIRIA E I FRANCESI

LA SIRIA E I FRANCESI LA SIRIA E I FRANCESI (Dal nostro Inviato apeoUle) a a n n a a e e a o e e . n e , o ' a o e l e l d e i o » o l — 7 — Da BEIRUT, dicembre.Venendo dalla Palestina e precisamente da Haifà, la strada per Beirut si svolge lungo il mare. Ed e una passeggiata mediterranea di circa. 150 Km. fra le pili incantevoli. Basti diro che si passa per San Giovanni d'Acri, por Tiro, per Sidone, che si schiaccia la terra dei Fenici, il paese dove fu scoperto 11 vetro e la porpora, la Terra cho vide Giro, Tolomeo, il Salvatore, San Luigi e Bonaparte... Ma oggi San Giovanni d'Acri, benché sia slata amata da San Paolo e suggerisca memorie ineffabili dalle suo mura coperto di fiori » ibiscus » di tre colori, si chiama Acca; Tiro, Sour; Sidone, Salda. E fra la prima e la seconda città, sul promontorio di Ras ed N'akun c'è la dogana palestinese. Dal Libano a Beirut Vorrei scrivere un inno sugli stupefacenti giardini d'aranci e di melagrani di Salda, ma me ne astengo polche, come sapete, l'importazione in Italia degli agrumi è proibita. Ci sono 1 nostri, che diavolo! D'altra parte, poco dopo Salda, il Libano apparo in tutto lo splendore del Monto Sannln, coperto in alto di neve e pensando ai cedri si dimenticano gli aranci. .Senonchè, per vederli, i cedri del Libano e quello particolare di Lamartine con Inciso sul tronco il suo nomo, bisogna salir sulla montagna, sino quasi a 2000 metri, a Biecerri. fra Baalbek e Tripoli, al Gcbel el Codlb. dove esistono i 400 alberi superstiti dei tempi biblici. VI sono però i nuovi cedri, piantati a cura dell'Università americana d'i Beirut che nei suoi quarant'anni di vita ha sparso nell'Oriente vicino e lontano un numero inverosimile di medici e dl dentisti (non esistono che queste due facoltà). Ma i nuovi cedri del Libano sono alti appena un metro e quindi convien lasciarli al culto del posteri. La prima sensazione delle anormali condizioni della Siria avrei dovuto trovarla a Salda dai minareti a tetto. Salda per poco non cadde in poteTe del Drusi che stavano per sboccare dalla montagna. Ma essa ha già scordato il pericolo, animata come appare dalla gaiezza del raccolto della sua messe di fruiti profumati. L'arrivo a Beirut, da qualunque parte la si raggiunga è sempre piuttosto ingrato. Questa città e l'antitesi del paese di cui dovrebb'essèrn la metropoli. Il Libano, Aleppo, la meraviglia di Baalbek, il miracolo desertico dell'architettonica Palmira, l'originalità stupefacente dl Damasco e infine la varietà della Siria che è stata la culla delle più espressive Idealità umane, meritavano un altro sbocco. Lo aveva compreso persino lo spietato dittatore della Siria durante la guerra, Gemal Pascià, che tentò di darle una diversa nsonomia sventrandola, ma non riuscì che a sovvertirla, immergendola in un disordine edilizio che la crisi del Mandatario ha lasciato intatto. L'amalgama delle religioni E' vero peraltro che tutta questa terra siriaca dallo 6tesso punto dl. vieta religioso, appare anch'essa un caos. Tutte le forme del pensiero religioso hanno in SiTia i loro rappresentanti. Il motivo fondamentale che impedisce al siriani di concepire un Governo che assicurando l'unità soddisfi la moltitudine dei gruppi tecnici formanti l'amalgama degli ■ abitatesi della costa, del monte e del deserto della vecchia Fenicia, è dl natura unicamente religiosa. Il fatto che in Siria sono nate non solo le tre massime religioni dell'umanità: giudaismo, cristianesimo e islamismo, ma altri culti che ebbero nel mondo antico grande sviluppo e posseggono ancora qui, superstiti credenti, provoca una fermentazione idealistica inacqiietabile, che si riflette profondamente nelle rivalità etniche. Questi quattro milioni d'esseri che si chiaman siriani, Brandelli delle invasioni successive dei Persiani, dei Romani, dei Fenici, degli Aramei, degli Egizi, degli Elleni, dei Cristiani d'occidente, hanno finito per formare nientemeno che ventinove raggruppamenti religiosi diversi, cioè, ventinove popoli che a mala pena si riesce a riunire nelle quattro irreducibili categorie dei musulmani, de' cristiani, degli ebrei e dei zoroastriani. , Non voglio certo letificarvi di nomi e statistiche, ma non è possibile farsi una ragione del fallimento della Potenza mandatane in Siria senza aver dinanzi agli occhi la bufera permanente, rappresentata dalla vita ordinaria dei suniti e degli sciti fmeovali, circassi, turcomanni, kurdl, persiani), dei cattolici (maroniti, melchiti, armeni, siriani uniti, caldei, latini) e dei non cattolici (ortodossi, gregoriani, giacobiti, nestoriani, protestanti vari), degli israeliti e dei samaritani, dei drusi, dei nosairiti, degli ismaeliti, degli yeriditi <», per finire, dei behoili. Questo amalgama che fa pensare che per i siriani non esiste una patria ma 60lo delle religioni, è minacciato da due pericoli. Il primo deriva dal conservatorismo cristiano (un milione e mezzo circa di seguaci contro due milioni e trecentomila islamici o islamizzati) o politica dei Patriarcati, utile sotto il dominio turco, ma che oggi è in antitesi con ogni idea nazionale. Il secondo è formato dall'imperialismo hedgiaziano o sccriifato pan-arabico che minaccia di morte l'intera società siriana. L'Inghilterra, con la sua politica pan-arabica, ha messo la Siria in una via senz'uscita. L'ha isolata economicamente dai Paesi arabi con i quali da millenni era saldata e ha gettato nello spirito degli islamiti siriani la convinzione che-per essi non esiste saluto che a condizione che Albione divenga Mandatari» anche della Siria. Da Gouraud a Serrail Nel Palazzo che fu quello dl Gemale, dei Governatori turchi, Monsieur De Reyffe, Segretario Generale del nuovo Alto commissario per la Siria De Jouyenol, ricevo cordialmente il nostro valoroso Console Generale comm. Salerno Mele ed io che l'accompagno, per dirci che 1 ribelli di Damasco e i Drusi loro alleati « ils e.n ont assez », che la miseria, la fame e la stanchezza, nonché l'aumento delle forze militari francesi, vanno gradualmente spegnendo l'insurrezione, che bande, ribelli sino a ieri nella vasta oasi di Damasco, si son trasformate in gendarmi volontari dandosi con entusiasmo al « nettoyage » dell'oasi medesima e che infine i Drusi, se si sottometteranno, avranno il perdono e l'autonomia. Ma vediamo a grandissimo linee in che cosa consista la tragedia siriana La guerra di Gouraud contro Feisal e la cacciata di quest'ultimo da Damasco segnò la fine dell'influenza araba su tutta la Siria. Invece di nominare emiro un membro della famiglia del Bakri di Damasco, discendenti da Abubaker ili Eiul (il donatori- della cuminella al Profeta) che attualmente si trova alla testa dei Tibelli damascani, si preferì sminuire il territorio dell'ex-emirato includendone una parte nei dominii del Patriarca Maronita, nello Stato del Libano, o si ebbe cosi il Gran Libano. Tuttavia In .-o-lili:;:io;ir ili Weygàiid a Gouraud fu caratterizzata da un maggior bpirito di giustizia dell'Alto Commissario a favore degli Arabi. Questi gliene furono in certo modo grati e lo dimostrarono in occasione del brusco, quasi umiliante richiamo dl'Weygand, ma non attenuarono gran cho il loro sentimento ostila nel riguardi della Francia, sentimento che ha radici troppo profoafle per modificarsi. La venuta e l'azione di Sarrall finirono peT sovvertire la Siria al completo. Il famoso excapo degli eserciti francesi in Macedonia, l'uomo cho st oppose alla divulgazione integralo fra le truppe alleate sul fronte dl Salonicco del bollettino Diaz della vittoria definitiva italiana contro l'esercito austro-ungarico, è stato per la Siria nefasto. Cominciò col trattar male i Maroniti e tutti i cattolici, rimosse il generale Vandemberg dal posto dl governatore del Libano perchè di sentimenti « clericali • e vi pose il massone Kayla maltrattando lo stesso Patriarca, ma d'altra parte non riuscì affatto a cattivarsi la simpatia degli arabi, anzi li irritò con atteggiamenti inesplicabili durante la sua prima visita a Damasco. Persino I Consoli Generali inglese e americano a Beirut ebbero a sopportare il malumore di Sarrail. L'opinione pubblica francese in Siria è assolutamente concorde nel dichiarare cho la situazione odierna è dovuta in gran parte alle personali qualità negative del gen. Sairrall. I Drusi e la reincarnazione Ma veniamo alla rivolta Drusa, che quando scoppiò non aveva carattere politico generale ma era stata provocata da cause puramen. te locali. I Drusi non sono che un pugno d'uomini, 170 mila, sparsi un po' dappertutto in Sirlo, l siriani islamici dicono che se questo piccolo popolo avesse ricevuto un trattamento generoso sarebbe stato un ardente difensore della nazionalità siriana, Sarraul, invece, non volle neppur ricevere in origine i capi dmsi venuti a Damasco invocando la sua giustìzia contro i comportamenti dell'ufficiale, il capitano Cabillet, ch'era stato messo a governare I CO mila drusi abitanti il Gebel verso il deserto. E allora i Drusi fecero appello a quella indomabile forza dl resistenza che i secoli non hanno stancato e che ha permesso loro dl sopravvivere, e sono, diventati un elemento di dissoluzione. I Drusi del Gébel Druso occupano la regione montana al sud di Damasco e ad oriente della ferrovia dl Medina, fino ai confini palestinesi. Percorrendo questa ferrovia, quand'era possibile farlo, soffermandosi nei villaggi lungo la linea e a Deera (dove nel 1919 venne assassinato il Comandante Levi Bianchini scambiato per un ufficiale francese), spingendosi da Deera a Bozra e a mucida che è il centro principale della regione degli Orati, si riesce ad afferrare il senso strano dei Paese Druso, collinoso, disalberato ma fertilissimo, benché, al pari della Transgiordamia preceda immediatamente il deserto, n Gebel Druso è pieno di memorie bibliche (è il Paese di Hus, dl Giobbe, di Galaad. dì Maccabeo) e dl rovine egizie romane e bizantine Le sue genti hanno lo spirito colmo dell'eredità metafisica dei maggiori popoli dell'Asia. . .,, La grande originalità dei Drusi è costituita dalla loro tenace credenza nella reincarnazione, in virtù della quale la vita dell'uomo è considerata « come un sol giorno nella grande e vera vita della sua anima ■'. Dottrina gettata sin presso alle coste mediterranee dalle tempeste politico-religiose del bramassimo e d^l buddismo, credenza che noi troviamo strana, ma che è accettata da milioni d'uomini in India, in Cina, al Giappone e che conta attualmente più seguaci che qualunque altra (720 milioni circaI). I Drusi sono estremamente gelosi di tutto ciò che si riferisce alla loro religione. I loro libri redatti in lingua araba e in uno 6tile metaforico, convenzionale e oscuro, non vennero peranco pubblicati o tradotti nelle lingue occidentali. Pare anzi che la rivolta abbia avuto origine dall'insistenza con la quale il residente francese a Sueida cercava di conoscere i segreti religiosi della popolazione. Secondo i manoscritti drusi, la divinità si è manifestata parecchie volte agli uomini sotto forma umana, ma senza partecipare a nessuna delle nostre debolezze e imperfezioni. Nell'ultima dl queste manifestazioni è venuta sulla Terra sotto le sembianze del califfo El Hakem Ibiams Illah, discendente diretto del,Profeta, di cui i Drusi attendono il ritorno. L'assoluta fede che i Drusi posseggono nella reincarnazione ha fatto loro compiere durante la rivolta eroismi inimitàbili. Il contingente d'uomini che ha preso le anni è1 il massimo che il piccolo popolo potesse dare, poiché esclusi i bambini e le donne, tutti del Gebel sono scesi in campo, dai giovanissimi di 13 anni ai vecchi di 75. I drusi, immolandosi per una causa che ritengono 6anta sono sicuri di ritornare Immediatamente sulla terra in una condizione privilegiata, oppure, se hanno raggiunto la .più alta vetta delle conoscenze spirituali, entrare a far parte delle « fiammelle della gran Luce » nel < Soggiorno di Santità », cioè in Paradiso. Ufficiali e soldati francesi che hanno affrontato 1 Drusi, sono d'accordo nell'affermare che 11 loro disprezzo per la morte è superlativo, che nessun mezzo di guerra ha saputo arrestarli e che se essi non hanno raggiunto Saida sulla costa attraverso l'Hermon, tagliando le comunicazioni fra Beirut e la Palestina, fu perchè si riuscì a distruggere completamente con i carri armati i nuclei che stavano per raggiungere il mare. II Paese Druso è ancora completamente feudale e il capo principale 6 Sultan Atrache, nobile figura di antico patriarca. Egli accolse e nominò comandante militare del suo popolo l'ufficiale turco che abbiamo nominato. La rivolta Non riassumerò lo sviluppo della rivolta, che ha oramai percorso il suo ciclo esaurendosi nell'inazione per mancanza di mezzi, per la stanchezza dei rivoltosi, per la separazione ch'essi si sono imposta dalle loro donne inviate in massa in Transgiordania e Palestina. Si ricorderà 1 primi scacchi francesi delle truppe del generale Michaud, la defezione della legione siriana, le colonne di soccorso distrutte ; •episodi tutti dovuti alla scarsità delle forze francesi. La rivolta si estese. l'elemento musulmano 6tava dovunque in agguato, si temette che tutta la popolazione di Damasco (UH) mila abitanti) 6Ì unisse ai Drusi, ma solo i seguaci della famiglia Bakri lo fecero, perchè, bisogna dirlo, è sempre esistita una profonda antipatia Ira gli islamici della città e i beduini della campagna e del deserto. I Drusi in ultima analisi sono beduini. Sarrail, sotto l'impressione del rischio corso di essere catturato, ordinò il bombardamelo aereo della magnifica metropoli Fu gran ventura che la celeberrima Moschea dove stanno le tombe del Battista e di Saladino, non sia stata colpita, ma i danni furono gravissimi per la distruzione di preziosi e 6torici palazzi come quello di Hoscn <\«\f legioni di turisti limino ammirato m logliosi policromi soffitti scolpiti di DìUuoscjj Un terzo, della popolazione, tcr-orisa*jor/^i>- a i u a i bandonò la città', mentre i ribelli si staBIU» vano nello suo vicinanze immediate. Gli avvenimenti di Damasco tra-sformarono" la rivolta drusa in una questione nazionali ■• araba antifiancesc e anticristiana, che glt eventi marocchini animavano ili grandi 6p<s ranze. I, siriani islamici o zoroastriani insorti, ritenendosi sicuri clic Iti Francia si trovava nella impossibilità di rafforzare 1 suol deboli contingenti (23.000 nomini), occit» parono tutto il territorio fra Homs, Baalbejj 0 Damasco, le pendici meridionali del Libano e i,l Gebel Druso.- Un quinto della Siris cadde così nelle loro mani, il bravo generale' Gamulen non si perdette d'animo o manovrando per linee interne e disponendo dj un buon materiale di autocarri, di autoblin. date e di nerel, contenne la rivolta e impedì ch'essa degenerasse in un disastro militare 4 politico e in un massacro dei cristiani libanesi, i quali, malgrado tutto, rimangono pi* che mai fedeli al Protettore. Ma i momenti gravi furono parecchi, specie quando i drus< tentarono l'attacco al Gran Libano a Lasciale, ad Asbalè e a Mergeiun, nella fiducia che 1 Metuali del Gebel Amcz si unissero a loro» e quando i drusi dsll'Oran sboccarono neim Sciùf, dove esiste pure ima popolazione druj. sa e che è a mezzora dl auto da Beirut. Uni certo ausilio i francesi ricevettero dai maro, niti del Libano che si armarono e si unirono alle truppe. La situazione /] T francesi dovunque hanno scongiurato K sollevazione generale degli islamici ed *t slamizzati, mentre i rinforzi sopraggiungev*. no. li generale Gamtrlen aveva fissato a 50.00fJ( uomini e molte autoblindate (i drusi ne hani no catturate, pare, cinque o sei) la forza to, dispensabile per tener la Siria. Come ho det, to, i drusi che abitano il Gebel Druso, la re» gione dove la rivolta ha avuto origine, noni sono pili di G0 mila, ed hanno messo in campo 15 mila combattenti, più i beduini e i ih belli di Damasco. La venuta di De Juvenel ha sollevato gra* demente lo spirito dei cristiani che costituta scono senza dubbio l'elemento superiore della! popolazione siriana e non vogliono saperne di unioni politiche con glt islamici. Per contrai l'Alto Commissario, appena arrivato si 4) preoccupato di calmare gli umori degli stralli di Aleppo, che è sempre stata la rivale d] Damasco, recandosi nella prima città e prò» mettendo la benevolenza particolare dellH Francia per il lealismo della grande città ah 10 falde del Tauro. Damasco, frattanto, ha veduto i drusi dile* guarsi dai quartieri di Midan e dl Sciagnr, ma non ha riacquistato ancora una situazione normale. Le comunicazioni ferroviari^ con Beirut e Homs avvengono sempre peli treno blindato e quelle con Palmira sono) bloccate. Da quanto abbiamo detto risulta ch$ la questione siriana, pel momento, è dive* nuta puramente militare. Gli insorti constatando che i francesi posk sono fronteggiarli con mezzi potenti, soste» nutl anche da milizie indigene cristiane (unti vittoria araba significherebbe per le comunità cristiane libanesi la distruzione cori 11 massacro e quindi i cristiani accorrono ad ingrossare le file del mandatari), si vanaa sottemettendo. Tuttavia il sopravvenir della calma noa risolverà la situazione siriana, che rimane! com'era prima della rivolta drusa, aggravata dalle miserie che un'insurrezione trae seco, (Per cominciare, quest'anno non si è semh nato nel Gebel Druso, fae è 11 granaio d] Siria). \ E anche dato e non concesso che la Francia, stanca di profondere uomini e denaro per un Paese che non le ha offerto che spine, si decida ad abbandonare l'interno siriano all'Emirato di un figlio di Hussein, cioei ad un fratello dl Feisal, Ali el Abdullà, vald a dire agli inglesi, conservando soltanto U Libano e il litorale, l siriani islamici vorrebbero per loro la parte assegnata al Gran! Libano, la piana della Beka. Ma la Francia! non lascerà alcun territorio. I 24 punti di malcontento ì Intanto, un giornale clandestino di Beirut» organo di un certo dottor Sciahbandar, chi» mato il Mustafà Kemal della Siria (fu uno! dei capi dell'insurrezione: si trova attualmente in Transgiordania) ha stampato) nientemeno che ventiquattro motivi di malcontento dei siriani cristiani e non cristiani contro l'Amministrazione francese. Essi sonosi I. o II confronto che i siriani islamici fanno fra le deplorevoli condizioni economiche del loro Paese e quelle infinitamente migliori della Mesopotamia e della Siria* concludendo che è da preferirsi il Mandata inglese al francese. 2.0 L'imposizione della moneta cartacea francese in Siria, che ha sempre ignorato tale specie di denaro. L'indigeno siriano nori conosceva che l'oro (« rennanl », moneta cho cantal). 3.o La perdita completa della magnificai posizione commerciale che la Siria aveva uni tempo, come emporio dell'Asia. 4.o L'enorme deficit della bilancia commerciale, che ne è derivato. 5.o II disdegno (sic) dei francesi per t siriani, che non tollerano di essere considerati come indigeni di una Colonia. 6.o La certezza che l'oro siriano sia stata inviato in Francia. 7,o Le corruzioni verificatesi nell'assegnazione di. lavori pubblici. 8.o La presenza di un numero eccessivo di sacerdoti cattolici nel Governo. 9.o Lo spirito chiesastico del Governo stesso. lO.o n '« trust » dell'insegnamento accaparrato dai gesuiti. II. o La censura sulle pubblicazioni e li proibizione dell'introduzione del giornali egiziani e inglesi. 12.0 L'uso esclusivo della lingua francesd negli atti e nei documenti governativi. 13.0 Lo scarso interessamento dimostrato dai francesi per la memoria degli eroi siriani caduti vittime del dominio turco. lì.o La distribuzione sproporzionata degli impieghi governativi fra gli islamici e ii cristiani. Questi ultimi sono sempre i preferiti. 15.0 Là mancanza di importazione 'di capitali stranieri e francesi, con grave danno dell'economia generale del Paese. 16.o inesistenza di leggi ipotecarle sul beni rurali. t7.o La rarefazione di mano d'opera siriana, che emigra nel Nord-America e l'immigrazione degli armeni, favorita dai francesi e detestata dal siriani. lS.o Le preoccupazioni di Beirut per lo sviluppo di Haifa, che minaccia di toglierle il commercio marittimo. 19.0 Lo svantaggioso tracciamenlo della frontiera fra Sìria e Anatolia, fatto per blandire Angora. 20.0 L'introduzione del giuoco d'azzardo negli alberghi estivi di lusso del Libano. 21.o L'invasione di uno speciale eternd femminino francese nelle maggiori città sirlane. 22.0 Le condizioni generali mediocri dell'igiene pubblica. 23.o L'insufficienza del funzionarismo francese. 2-S.o La scelta de' 't'npresèntHnte della Siria .nll-v Società •!••" Nazioni (De Caes), inviso ai siriani. Como si vede, mi - a lamentele sono di origine complessa e generale.- Ma per i cristiani, giova ripeterlo, la rivolta drusa A •>:.-il,i il mònito -'ho li ha persuasi che i torti che ,-i imputano ai francesi sono largamente 1 iivn-ii'i dal -ngii" elie i soldati delta iRepubblica :: i imi vt'iiutj por lu luto difesa d S-J\CiZU ARNAMV CIPOUTO,