Il volto del creditore

Il volto del creditore Il volto del creditore Dall'agnazione con cui Londra accolse Caillaux al sereno riserbo con cui attende Volpi (Servizio speciale della "Stampa.,) Londra, 13. notte. Quante, acqua, è passate, sotto i ponti diplomatici di Europa ed anche di America dalla scorsa estate, quando Caillaux venne a Londra per negoziare il debito francese verso l'Inghilterra? La vigilia del suo arrivò disseminò orgasmo in tutta Ja stampa, inglese che pullulava di informazioni e di commenti, nei quali, qualunque altra cosa ci fosse o non ci fosse, vi erano certamente considerevoli sintomi di appetito. Le truppe francesi stavano tuttora nella. Btthr, bencbè si accingessero a raccogliere i loro zaini e ad andarsene. La diatriba sugli armamenti tedeschi rimaneva accesa in secondo piano. Locamo si profilava laboriosa e malcerta. Passi di carattere nebuloso si rinnovavano ad Angora, per opera di messaggeri francesi. In ptiri tempo Caillaux, per una delle ironie della storia, suscitava lidi tei a negli ambienti londinesi che si sentivano disposti a fargli un letto di rose pur di sorreggerlo al potere, affinchè sistemasse alfine Je finanze del suo paese e spianasse cosi Ja via a tutti i traffici d'Europa, sopra una massicciata solida, anche nel grande punto di intersezione che è rappresentato dalla Francia. L'animo di Londra oscillava allora in mezzo a questa rete di criterii, e la venuta di Caillaux sprigionava un intreccio preliminare di apprezzamenti e di tentativi ipotecari che mettevano a rumore Fleet Street e quasi mandavano in visibilio una buona porte del pubblico. La fronda conservatrice, impersonala soprattutto dal padrone del Daily Express, si agitava turbinosa, esigendo che Winston Churchill ed il gabinetto non indulgessero in alcun modo a Caillaux, tenessero duro sulle cifre di consolidamento concepite e propugnate dalla, mentalità tecnica del tesoro. Caillaux, quando giunse, trovò irta in quasi tutti i giornali una cifra descritta come inesorabile: 20 milioni di sterline all'anno per 62 anni. Questo era il minimum, irriducibile Clemente), nei pressi precedenti, non era riuscito a capacitarsene ed aveva replicato con controfferte che dapprima si limitavano a tre milioni annui e poi salivano faticosamente verso i sei o sette milioni di sterline, ma si fermavano li, inserendo per giunta, nella meccanica dei versamenti una quantità di ; inciampi che rendevano illusorie, in larga ' parte le somme suaccennate. La stampa inglese era venuta ripetendo più risoluta che mai, di fronte a queste proposte, il ritornello dei venti milioni. Caillaux lo udi incalzante e plenario non appena sbarcò a Dower. Egli non aveva lasciato trapelare ad anima viva, partendo da Parigi, il cifrario che teneva nel cervello alla vigilia di affrontare Churchill. I negoziati incominciarono il 24 agosto. I due protagonisti avevano bensì ai loro fianchi Jo stato maggiore dei loro esperti, ma Ja stessa sera del 2ì agosto si potè constatare come gli esperti fossero tenuti in anticamera e come le trattative assumessero l'andatura di un tu per tu, fra i due ministri delle Finanze. La conversazione a due Irn'i innanzi ancora nella seconda giornata, e nella terza. Scoppiarono mal ì-e-press* polemiche in parecchi giornali e interloquì persino Lord Bradbury. Tra le righe di una intervista da lui accordata ad una agenzia, si leggeva netto che sarebbe staio molto meglio che avesse pieno corso la tecnica degli alti funzionari del tesoro, cioè di sir Otto Niemeyer e del signor Leith Ross, -la cui lunga anticamera, insieme con gli esperti di Caillaux, dava sui nervi a certi spettatori poco disposti alla prodigalità. Ciò non alterò affatto la procedura del tu per tu. Intervennero, a variazione, consulti con parecchi banchieri, nonché l'improvvisa e momentanea entrata in scena dell'ambasciatore di America. Lo spettacolo si compilerò e si confuse per quasi tutti i resocontisti diplomatici, ma Churchill e Caillaux, i due protagonisti, seguivano evidentemente una linea abbastanza netta e coerente. L'esito fu appreso la sera del 27 agosto, dopo una riunione urgente del Gabinetto, iti mezzo all'ostinata insistenza dei giornali sul dogma dei 20 milioni, e dopo un ultimo c piacevole colloquio fra Caillaux e Churchill. lira .stillo raggitinto, in soli quattro giorni, tutto l'accorilo che in quelle circostanze poteva essere raggiungibile. Si concordò cioè, in linea provvisoria, che la Francia avrebbe versato all'Inghilterra 02 annualità di 12 milioni e mezzo di sterline. Quesiti fu la cifra di chiusura. Il debito francese ammontava a 623 milioni di sterline. Badate però che non vennero pubblicati i meccanismi complicati di questo grande consolidamento, per il semplice motivo che una parte dei meccanismi stessi rimaneva da concertarsi. Anzi, uei giorni successivi, alcune dichiarazioni personali di Churchill e di Caillaux furono sottoposto a calmo scrutinio, e parve manifestarsi la sopravvivenza di qualche divario fondameli tuie, perchè inontrc Churchill sembrava concepire i 12 milioni e I mezzo di sterline sotto forma di oro fratiIcese garantito dalla Banca di Francia, Caillaux sembrava pensare almeno ad un'aliquota garantita invece sulla spettanza francese dei proventi JJawes. Questo dubbio, come ognuno vede, bastava a infirmare il contenuto positivo dei 12 milioni e mezzo concordati in via provvisoria. Nondimeno gli avvenimenti successivi fecero si che dei dubbi nessuno parlasse più e tutti discorressero invece dei 12 milioni e mezzo come di oro colato. Tu questa guisa se ne discorre anche oggi qui a Londra. Ma dove è il frastuono di agosto per il debito francese, mentre fra dodici ore Volpi incontrerà Churchill, per ragionare del debito italiano? Si sono smorzati quasi del tutto, almeno fino a stasera., gli stessi cenni informativi dei cronisti diplomatici. L'opportuna distinzione fra ciò che hanno pubblicato i giornali e il pensiero che nutrono i due Governi è stata fatta anche a Londra, e le ultime pubblicazioni sporadiche sono segnalabili a puro tìtolo di cronaca. Manca in parecchi giornali ogni commento editoriale e questo riserbo generale accorda a Churchill alquanto margine in ogni senso, specialmente in quello favorevole alle buone ragioni dell'Italia. ' MARCELLO PRATI. II viaggio delia delegazione italiana Una breve sosta a Parigi Parigi, 13, notte. Il ministro delle Finanze italiane conte Volpi, ion. Grandi, sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, ed i membri della Missione per la sistemazione del debito demrItalia verso la Gran Bretagna, sono arrivati a Parigi alle 14,55. F.ssi sono staiti salutati alla stazione dal battone Romano Avezzana, ambasciatore d'Italia, dai funzionari dell'ambasciata e da quelli della Commissione delle riparazioni, nonché da una rappresentanza del Comitato direttivo del Fascio di Parigi. Con lo stesso treno è, arrivato il guardasigilli Rocco che rappresenta l'Italia all'inaugurazione dell'Istituto della Cooperazione intellettuale. 1-a vettura-salone che recava l'on. Volpi è 6tala diretta, alla stazione dpi Nord, donile è partita alle 1G per Iondra. L'arrivo a Londra ritardato da una fiera tramontana Londra, 13, notte. Gli intermezzi primaverili dell'inverno di Londra sono altrettanto fugaci quanto rari: ne abbiamo avuto uno negli ultimi sei giorni, ma ad un tratto una feroce tramontana è sopraggiunta a spazzarlo via. Questo perfido vento che dissemina il gelo nella metropoli ha suscitato anche le ire della Manica e jl conte Volpi insieme con la contesso, la gentile contessine, e i membri dela nostra delegazione, bornio sperimentato stasera l'iracondia dello stretto. L'esito è che l'approdo a Dower, a causa anche degli inciampi ferroviari per le nevicate improvvise nel Xord della Francia, è avvenuto con oltre tui'ora di ritardo La Missione italiana era attesa alla stazione londinese di Victoria per ie 23,30. Un teegramma da Dower al direttore della stazzine è arrivato, invece del treno. Esso* dice •Ite il convoglio continentale non raggiungerà Victoria Station prima delle 23,ó0. Varie autorità italiane che attendevano il treno in orario hanno cercalo asilo nella sala di aspetto per sottrarsi alla tramontana ohe soffia sotto la tettoia come in una gola alpina. "Gran Bretagna e Italia,, In un articolo del "Temps,, VAgenzià Stefani comunica da Parigi: Il Temps pubblica un articolo editoriale, dal titolo: «Orati Bretagna e Italia». Lo scritto del Temps ha una curiosa intonazione, tèndendo a dimostrare che ti sarebbero tnulteplici motivi perette l'Inghilterra fosse contro l'Italia, ma ha l'aria di dolersi che invece non sia cosi. «All'indomani ili Locamo — continua il Temiti — una .interpretazione utniiosa .insi. sleva lungamente liei Daiiu Teteympli. sulle conseguenze diplomatiche della partecipazione iialiiuia al patto occidentale. La Francia, ridona al compito di Potenza garantita c l'Italia elevata alla, dignità di Stato garante, diventa l'alleala della Orali Bretagna, inculili la Francia non ,!o è più. I,'intervista del k'i» dicembre a Rapallo testimonia che la eiioporaaione anglo-italiana, che non è sitila turbata dalla rissa dei contingenti alleati a i'-eUino, uè. dalla costruzione di una base navale a Rodi, rimane stretta. Malgrado la laconicità dei comunicati, non è necessario fare un grande sfarzo di immaginazione per indovinarli l'oggetto prjnoipaje di un colloquio che sic Austin Chamberlain ha provocato, la cui lunghezza « cordialità furono riinarcate. Non si trattava certo di parlare dei debiti. La Tesoreria è oggi potente, i suoi esperti sono ascoltati, e il signor VVinston Churchill 6 suscettibile. Era invece certamente urgente parlare dell'Oriente, all'indomani del trattato russo-turco, dopo la disfatta greca, nel bel mezzo della crisi.francese. » La collaborazione italiana è altrettanto indispensabile al Folcigli Office (pianto era indispensabile contro la Francia prima di Fasciala e dopo Versailles. Orai Mussolini aveva il 7 febbraio Urinato coi Soviet, un trattato che doveva garantire all'emigrazione e al commercio italiano sbocchi preziosi nella Russia meridionale cosi come nella Persia settentrionale, e nel marzo 1934 aveva concluso con Angora accorili quali la concessione della ferrovia Kiitahia-Brussa-Mudania e delle miniere attraversate da questa linea, la costruzione di un porto sul mar di Mannara e lo sfruttamento delle forze idrauliche nel massiccio dell'Olimpo. Nelle circostanze attuali era particolarmente utile poter affermare con un comunicato che l'esame degli avvenimenti più importanti della recente politica internazionale aveva dimostrato l'opportunità di continuare la collaborazione efficace ora stabilita fra i due popoli. Perchè ? Per due ragioni. Alla vigilia del giorno in cui, a Londra, Baldvvin tentava di trovare una rettificazione delle frontiere del Turkestan, col sacrificio di alcuni milioni, per stabilire il mezzo di acquistare la rassegnazione turca, non era inutile ricordare ad Angora che se la Porta rompeva in guerra essa non poteva neanche contare sull'appoggio morale e finanziario di Palazzo Chigi. Ora Angora sa che. da Mosca, non potrebbero attualmente venire nè truppe ne danari. D'altra parte, anche se nessun rischio immediato turba il riposo mediterraneo del signor Chamberialn, 1 destini dell'Impero britannico premono troppo sulla politica Inglese e l'equilibrio dell'Asia britannica 6 troppo Instabile perchè il Foreign Office, nell'Oriente Mediterraneo, possa fare a meno della collaborazione del Bonaparte italiano ». raccordo italo-americano discusso alla Camera dii Rappresigli Washington, 13, sera. La Camera dei rappresentanti ha iniziata la discussione del disegno di legge concernente l'approvazione degli accordi sui debiti di guerra. Ha parlato per primo il deputato Orisp, democratico, membro della Commissione americana per i debiti e relatore del disegno di legge. F.gli ha fatto una lunga e completa esposizione del corso dei negoziati eil ha illustrato i principii sui quali i negoziati stessi furono impostali. Sulla base quindi dei documenti italiani ed americani, ha esposto i dati essenziali sulla potenzialità di pagamento dell'Italia per concludere che l'accordo stipulato corrispondo esattamente alla capacità di- pagare dell'Italia. Ha esaminato quindi l'opera del fiovemo italiano, mettendo in evidenza la sua importanza e latita efficacia, tanto nel campo della tassazione quanto in quello della economia amministrativa. Del resto ■— egli ha detto — questo è il miglior accordo che si poteva fare; o l'America avrà questo accordo o non avrà nulla. L'oratore ha infine accennato alle critiche mosse in seno alla commissione finanziaria, alla politica interna italiana ed ha dichiarato che tale questione non può essere toccata, — Gli americani — ha soggiunto — non debbono entrare in questioni interne degli altri, paesi, come non permetterebbero che t paesi stessi si immischiassero negli affari loro. La Camera ha applaudito tale dichiarazione. Il deputato Crisp ha aggiunto, riferendosi a recenti manifestazioni massoniche contro il Governo italiano, che I massoni americani non devono occuparsi delle cose degli altri paesi. Egli ha concluso raccomandando l'approvazione dell'accordo. La Camera ha lungamente e ripetutamente applaudito Voratore, che ha ricevuto numerose congratulazioni. Ila parlalo quindi contro l'aconlo il deputato democratluo Carter. Egli ha premesso che non. aveva da formulare alcuna critica pregiudiziale nè contro il Governo Italiano, col quale Invece si congratulava per la scelta dei membri della. Commissione nè | contro la Commissione americana. Ma non riteneva l'accordo vantaggioso. Ha preso quindi la ptwola il deputato Ogdeg Mills, repubblicano. Egli ha dichiarato che l'accordo deve studiarsi in baso ai fatti e non a pregiudizi e in base u dati e non a rilagii di giornali. Con queste affermazioni l'oratore ha voluto alludere ad ttu deputalo, che si era espresso In base ad elementi errali. Continuando l'oratore hit quindi illustrato ampiamente la situazione italiana, mettendo in evidenza da unti porle In sforzo l'atto dal Governo nella sua ojwta amministrativa e la limitazione delle risorse naturali italiane; Ha poi esaminato e documentato la bassezza dello .• standard • di vita dsgli operali italiani, in confronto a (inolio degli stranieri. Ha concluso applaudito, raccomandando l'approvazione dell'accordo. Ha poi preso la parola il deputato Oldfield, democratico, il quale ha sostenuto la tesi che l'Italia riceverà dalla Germania, in conto riparazioni, annualmente, assai più di quanto non debba pagare all'America in base all'accordo. Per giudicare l'accordo non si deve quindi tenere conto deMa pressione tributaria, perchè l'Italia pagherà aM'Amerlriea con i proventi delle riparazioni. L'oratore ha preso poi l'occasione per attaccare il protezionismo americano, ed ha concluso dichiarandosi contrario alla ratifica. (Stefani).