Lo scandalo ungherese in salita

Lo scandalo ungherese in salita Lo scandalo ungherese in salita Gravi dichiarazioni in carcere del principe Windischgraetz e del capo della polizia: "Ho agito nell'interesse della patria... Ho agito con Vintendimento di ricostruire la grande Ungheria; anche Pitt non venne ritenuto colpevole quando inondava l'Europa di biglietti falsi,, — Il deputato Ulain parla di "veri eroi nazionali,, e di "guerra legittima,, contro il trattato di pace — Altri sensazionali arresti ritenuti imminenti — All'istituto cartografico militare o alla Tipografia di Stato? (Servizio speciale della "Stampa,,) Vienna, 7, notte. Lo scandalo ungherese dei biglietti falsi dilaga, assumendo, per confessione slessa delle personalità arrestale, un carattere politico sempre più accentualo. Infatti, tanto il principe Windischgraetz quanto il capo della polizia Nadossy dichiarano di avere agito nell'interesse nazionale, per la « piti grande Ungheria », e un deputato nazionalista, l'Ulain, improvvisamente ritornato dall'Italia ove era sialo ricercato,, non si perita di proclamare che la falsificazione delle banconote francesi è un atto di guerra contro l'Intesa, e. che gli arrestati sono da venerare come eroi nazionali! Ma ceco la cronaca della giornata, con le dichiarazioni precise rese dai due maggiori arrestati e coi fatti nuovi annunciati da Bucarest. Confessioni politiche L'ìjrrresfe dì EmmcrichWadoésy fu faccenda assai delicata,', siccome non si poteva incaricare la polizia di arrestare il proprio capo, il compito venne assunto dalla procura di Slato. Nadossy venne invitato a presentarsi alle ore 8 di sera negli uffici dove il procuratore gli espose quanto risultava a carico suo, in seguito alle dichiarazioni del principe Windischgraetz precedentemente arrestato; quindi lo dichiarava in arresto facendolo accompagnare in carcere dove Nadossy veniva inscritto sull'elenco dei detenuti. La scena della perquisizione personale al Nadossy riuscì assai penosa. Davanti al suo vecchio amico, procuratore di Slato, <;U vennero sequestrali l'orologio, il portafoglio, il portasigarette, i guanti, la rivoltella; mentre egli sorrideva amaramente. Quindi seguì l'interrogatorio. Al procuratore di Stato il Nadossy rispose: — Confessò di avere agito leggermente, ho perduta la testa... Ma ho agito nell interesse della Patria; il mio delitto non fu determinato da interesse privato, ben«ì patriottico. La confessione del colonnello Jankovics corrisponde esattamente aliti verità. Io gli't procurai il passaporto di « Corriere diplomatico » e sigillai la cassa, ignorando quanto esattamente contenesse, e ciò sempre nell'interesse della nazione. Quanto al principe Windischgraetz, si conferma, che egli ò accascialo completamente, appari: un uomo fiaccalo : trasportato al carcere, è stalo rinchiusa nella stessa cellu dove fu già detenuto Vex-ministra Beniczsky, recentemente posto in libertà provvisoria. Nell'interrogatorio il principe non ha parlalo diversamente del Capo della polizia Nadossy. Il Windischgraetz ha dello al Procuratore di Stato: — Mi riconosco colpevole poiché l'azione contrasta col codice penale, ina non mi riconosco colpevole verso la storia, perchè ho agito nell'interesse nazionale. Io non ho danneggiato gli interessi pubblici, ma ho agito con l'intendimento di ricostituire la grande Ungheria. Anche Pitt non venne ritenuto Colpevole in Inghilterra quando inondava l'Europa di banconote false. I francesi errano quando credono che io abbiti agito per interesse privato. Il deputato Ulain c il conte Appony Ma dichiarazioni anche più... vivacemente politiche ha fallo il deputato nazionalista Ulain, ricomparso ieri a Budapest. Ai.giornalisti, che lo interrogavano, egli ha dichiarato: — lo deploro cito il Governo di Bolhlen abbia fatto arrestare dei nobili e grandi patriotti, che devono considerarsi veri eroi nazionali. La Ungheria creata col trattalo del Tritinoli, si trova, ancora oggi in istato di guerra contro i vicini e contro la grande intesa: guerra legittima per la quale tutti i mezzi sono buoni. Se la cosa fosse riuscita, gli uomini che oggi incarcerano questi eroi avrebbero piegate le ginocchia nella polvere dinanzi ad essi! Siffatte dichiarazioni destano viva impressione. Data la gravità enorme che l'affare viene «ad assumere in base ad esse, è inconcepibile che le due personalità arrestate possano essersi indotte a parlare di delitto politico solo per tentare di alleggerire la propria responsabilità personale; e lauto meno si pensi che un parlamentare come il deputalo Ulain parli, di « eroi nazionali », di « guerra legillima con tul¬ li i mezzi », senza, rendersi conto che più s'insiste sul « delitto di Stato » e più si allarga lo scandalo. Assai pili avveduto appare il vecchio monarchico legittimista conte Appony, il quale invece dichiara di essere l'ora di finirla con la concezione che i delitti possano giovare all'interesse nazionale. Comunque gli ambienti politici ungheresi si preoccupano seriamente dell'eventualità che il Governo faccia luce completa bullo scandalo senza riguardi •personali. Anche l'Arciduca ? Ma la notizia più sensazionale della giornata la pubblica, stasera il giornale Abend. Esso — vi riferisco con ogni riserva — afferma che le indagini odierne comprometterebbero anche l'arciduca Alberto c i. suoi genitori Pcderico e Isabella d'Absburgo. Sarebbero inoltre compromessi: il ministro degli Interni Rakovslcy, il ministro KlebclsJb&B e forse lo stesso Bc thlen* Sta di fatto, pertanto, che il numero delle personalità implicate nello scandalo cresce ogni giorno : sono stati invitali a recarsi alla polizia il conte Szckeniy, il deputato Ssmrecsanyi, il deputato di destra Budahasy, il padre gesuita Arcangelo Bonis. Si dice che il loro arresto sia imminente. Anche il maggiore Ladislao Magashazy, aiutante del reggente Horly, e stato invitato a presentarsi alla polizia, dove trovasi tuttora trattenuto. Per le strade di Budapest circolano pattuglie dì polizia rinforzale, e forti nuclei di truppa stazionano presso gli edifici pubblici per troncare ogni eventuale germe di dimostrazione. Intanto, venticinque agenti ungheresi accompagnati da altri agenti francesi, hanno perquisito, prendendone la consegna, il palazzo del principe Windischgraetz, a Sarospatak, che dista pochi chilometri da Budapest. Diversi islìttili bancari di questa cittadina vantano fortissimi crediti verso il principe'arrestato. 1 giornali affermano che il. principe lFin-dischgraelz manifestò alcuni mesi or sono l'intenzione di fare sondaggi minerari a Ksolin, nel suo possedimento di Sarospalalcj ed a questo scopo egli fece importare varie macchine dall'estero. Ma non venne scoperta alcuna miniera: il. macchinario importalo — a quel che pare — è sialo impiegaio per la fabbricazione delle banconoli: francesi. Quattro falsificazioni precedenti? Quanto alla fabbrica, dei falsari, non si hanno ancora notizie precise. Com'è nolo, il principe Windischgraetz e il suo entourage hanno dato informazioni incerte sul luogo della stamperia delittuosa: si parla delle casematte del castello dì Sarospatak, ma più si. protende a credere àie l'officina dei biglietti falsi fosse senz'altro all'Istituto cartografico militare diretto dal colonnello %'azkovich. Un impiegato di questo Istillilo avrebbe chiaramente fatto capire che il deposito delle banconote, false e dei cliches .sarchili', in un sotterraneo dell'Istituto slesso. Altri parlano di cliches sospetti sequestrali addirittura presso la Tipografia di Slato. Al riguardo il Ttigblatt riceve informazioni che, se confermale, aprirebbero nuovi campi all'indagine. Il giornale dice che le autorità militari preposte all'Istituto cartografico il sarebbero opposte all'ingresso della jjijtizia franco-ungherese, nei locali dell'Istituto slesso, col pretesto di mancanza di disposizioni da parte delle autorità militari superiori: ma pòi, compiute egualmente le indagini, queste avrebbero condotto alla coustatazione che durante gli ultimi anni si tentarono ben quattro falsificazioni ylt' valute straniere. Istituzioni militari segrete Inoltre, ulteriori indagini della polizia francese, sempre ostacolate dall'autorità militare, avrebbero portato alla scoperta di numerose istituzioni e formazioni militari segrete dipendenti da un'unica « centrali: n, che. avrebbe dovuto essere finaliziaia con le banconote false, l'ali formazioni avrebbero lo scopo di eludere le li- disposizioni del trattato di pace, che mila le forze militari in Ungheria. La stampa czeca, particolarmente il Geske Slovo, organo di Bcves, invoca l'intervento della Lega dello Nazioni •< non dovendosi avere riguardo verso uno Stalo retto da falsi monetari ». Anche il Narodni Listy scrive: u L'affare ungherese ha assunto una importanza internazionale ed è diventato una questione europea n. Il biglietto da mille dell'ispettore francese Un caso curioso è occorso all'ispettore generale della Banca di Francia, signor Collard, giunto oaai a Budapest da Parigi: dovendo pagare il portiere dell'albergo, egli volle cambiare un biglietto da ■mille francese, ma se lo vide respingere perchè sospetto. Soltanto dopo avere rivelata la sua personalità, il portiere riacquistava la fiducia, in and biglietto da riiille. E. G. l l

Persone citate: Arcangelo Bonis, Collard, Isabella D'absburgo, Ladislao Magashazy, Pitt, Slovo