Dal deposito aureo d'Italia

Dal deposito aureo d'Italia Dal deposito aureo d'Italia alle speranze dell'aiuto americano La Conferenza di Ginevra e la Russia (Servizio «pedale della • Stampa •) Londra, 7, notte. In una nota informativa il Times, alludendo alla lettera del Tesoro britannico in data 18 marzo 1920, che c stata citata da un giornale romano polemizzante intorno ai nostri depositi aurei, sostiene che il documento indica come l'Italia non abbia il diritto di chiedere la restituzione dell oro, sinché non risultino rimborsati tutti i debiti italiani pendenti. Continua il Times: « Siosome da Jiuiigo tempo l'oro è stato spedito in America, per pagare le fomituio «là ©narra, e siccome il Governo .inglese non t*iwà il rimborso dell'unterò debito, ina ne caooelterù una considerevole parto, la questione del rinvio dell'oro in Italia non può sorgere. Natin-a.liT.ente, il valore dell ora> ricevuto stura dedotto dal tolalo dal. debito -italiano, per modo che l'Italia■ sarà bensì accreditata per il suo oro, ma non «coverà ni.-ilpi-iii'iui'into. .l'oro medesimo. Non può csitHP.iv alcuna speranza che il debito, anche ituando siti, stato ridotto, venga, rimborsato altrimenti elio in un lungo periodo di anni, ipcr cui rome dimostra la lettera <lel Tesoro, ila questiono del ritorno dell'oro depositato non. può sorgere in alcuna forma pratica». Dispacci da Washington accennano intanto ad un'infelice campagna che il senatore Reed, quello del Missouri (c'è un jiltro senatore Reed, ma molto più importante) sta svolgendo in Senato contro la ratifica del consolidamento dei nostro -debito. Il corrispondente del Times offre però buone e naturali assicurazioni sul solo punto che conta: esso attesta che non si mitre alcun timore sulla ratifica finale del • consolidamento del debito italiano. La filippica del senatore missouriano, che realmente non mira a colpire l'Italia quanto l'Europa in genere e le nazioni debitrici in ispecie, potrà aggiungere qualche voto alla piccola minoranza caparbia del Senato, ma non impedirà il regolare corso delle pratiche per la ratifica definitiva. L'America, in generale, sembra essere in questi giorni meno isolazionista che non sia stata mai. Non bisogna credere che distenda già le braccia all'Europa ed ammetta esplicitamente di sentirsi una ■parte del mondo, concatenata a tutto il aresto, per necessità o per virtù; ma i termometri del suo statò d'animo indicano una crescente temperatura di cooperazione. Così, almeno, si crede in Inghilterra. Il considerato scetticismo con cui vennero accolti in passato i periodici annunzi «li interventi economici-finanziari amerijeani in Europa, hanno tuttora un certo numero di increduli intorno alle ultime segnalazioni, ma il Times, in un lungo ie soddisfatto editoriale garantisce che il fenomeno è davvero in via di sviluppo e jche quindi il nuovo gravitare dell'Amerifca verso l'Europa è pieno di promesse. II gnornale evita di annoverare fatti specifici a conforto dalla sua incoraggiante rassegna del nuovo spirito arneri<£aoBV 0 t***11 si capisce Véne, so Particole eòa. una constatacione positiva, oppure se voglia essere un richiamo, simile a tanti altri del passato, ai quali l'America risposo così fiocamente che la sua voce si ridusse a bisbigli quasi impercettibili. Sta di fatto che in ogni caso il signor Montagu Morgan, direttore generale della Banca d'Inghilterra, si è inteso cordialmente a Washington col governatore della Banca federale americana nel senso di una più estesa cooperazione tra i due istituti sopra accennati e le banche centrali del continente europeo, mediante l'apertura e la regolamentazione di crediti, tanto a New York quanto a Londra. Tuttavia se l'accordo è indubbio si continua ad ignorare fino a quel grado di calore effettivo sia giunto; insomma, se la nuova combinazione sia del tutto rassicurante. Chiunque ne attendesse fiumane di soldi a buon mercato e di facile pesca andrebbe deluso. E', prudente astenersi dal travedere abbandoni e trasporti sentimentali anche negli sguardi benevoli che il presidente Coolidge volge ai preparativi per la conferenza ginevrina sugli armamenti, fissata per il mese prossimo. L'America, è vero, vi parteciperà, ma a scartamento molto ridotto con. la mano sul saliscendi. Pure il Congresso americano è stato debitamente richiesto di un credito per le spese di una piccola delegazione americana per i lavori preparatori di Ginevra ed il credito sarà indubbiamente accordato tra breve. Il Presidente non ha ancora nominato i membri della delegazione, ma ha già avvertito che le decisioni a cui si addiverrà nei lavori preparatori non saranno impegnativo per il Governo americano e noti implicheranno necessariamente la partecipazione dell'America alla conferenza definitiva. Si apprende altresì che i delegati americani all'inizio dei lavori pl'epuratori proporranno che i problemi degli armamenti terrestri siano tenuti separati da quelli degli armamenti navn'i* c ciò per agevolare il lancio di una seconda conferenza a Washington sulla limitazione delie forze di mare. La. Russia — secondo il collaboratore diplomatico del Daily Tclegraph — non intende farsi rappresentare nella Commissione preparatoria, le cui sedute inteso a concretare il programma, della futura conferenza si apriranno il 16 febbraio a Ginevra, L'informatore asserisce che la diplomazia moscovita continua ad attribuire questa sua, renitenza agli atI triti con la Svizzera per l'assassinio d 'Worowski, ma sembra probabile che il {movente reale di Mosca consista nel desiderio di impedire ogni riduzione di armafntenti nei Balcani e di somministrare una : specie di umiliazione alla Società dello Nazioni per far piacere alla Turchia. Pure l'informatore è costreto anche a riferire che Mosca, se i lavori della Commissione di allestimento sortissero lieto esito, potrebbe risolversi a nominare i delegati per ; la conferenza plenaria. M. P.

Persone citate: Coolidge, Montagu Morgan