I proprietari del ristorante "Balbo,, aggrediti da un ex-sguattero mascherato

I proprietari del ristorante "Balbo,, aggrediti da un ex-sguattero mascherato I proprietari del ristorante "Balbo,, aggrediti da un ex-sguattero mascherato II furto unacasseaconreaampanarvearce~n sonno interrotto dagli agenti I biglietti da mille gettati nel Po? Il proprie! ario del ristorante del Teatro Balbo, in via Andrea Doria, angolo via Carlo Alberto, signor Edoardo Saracco, insieme alla moglie, verso le ore 3,30 di notte, terminati i conti di cassa, dopo aver riposto i denari raccolti nella serata in una cassetta, e chiuso accuratamente l'esercizio, uscì dalla porticina che dà sul cortile per portarsi nell'appartamento situato al primo piano dello stesso stabile. Il signor Saracco, attraversato il buio cortile, stava già salendo i primi gradini della scala, quando, con un alto grido di spavento, la moglie sua lo chiamò per nome invocando soccorso. Il signor Saracco si voltò di scatto ed in un attimo comprese ciò che ora avvenuto. La sua signora che lo seguiva, insieme ad una fisliuolotta sua, portando la cassetta del denaro, era stata aggredita alle spalle quasi a pi* delle scale da uno sconosciuto, il quale l'aveva con un urtane gettata a terra e si era impossessato della cassetta, tentando quindi di darsi alila fuga. Quella vista suscitò nel signor Saracco un impeto d'ira e, temendo che sua moglie potesse esser stata ferite, si gettò coraggiosamente sullo sconosciuto aggressore afferrandolo per il j>ello. Nella, penombra e nel silenzio della notte, rotto appena dalle invocazioni della donna giustamente spaurita, si impegnò fra i due uomini una violenta e furiosa colluttazione. Il rapinatore si divincolava conio un ossisso, ansando sotto la maschera ohe gli nascondeva il viso, ma il signor Saracco non cedeva e per un momento riuscì ad aver ragione del suo avversario. Ma fu cosa ili pochi secondi. Il ladro, dotato di ima coita forza, muscolare e aitante della persona, riuscì a liberarsi del suo avversario ed a. fuggire, col favore dell'oscurità. Purtroppo l'audace aggressore, aveva potuto impadronirsi nuovamente della cassetta clic già il signor Saracco gli aveva strappata, e scomparire con essa. A tutta prima .il padrone UH ristorante tentò di inseguirlo nel cortile, ma piuttosto preoccupato della sua signora, ohe era tei preda ad una ben comprensibile «mozione, rinunciò alll'impresa e ritornò sui suoi passi. D'altra parte dm'antc la collutazione con l'aggressore il si-gnor Saracco, come vedremo, aveva avuto la sensazione di riconoscere l'individuo, a malgrado della maschera Inoltre un insegai tenendo al buio, sarebbe stato ostacolato dalle... disastrose condizioni in cui 6i trova il cortile, tutto ingombro di mattoni, di cumuli di legname, di mucchi di calce — che in questi giorni servono ai muratori elle stanno costruendo nell'interno del cortile un magazzeno por conto del proprietario dello stabile. In mezzo a quel labirinto il ladro, die sembrava avesse il dono di vederci chiaro anche nelle tenebre, scomparve. La preparaziane dell'aggressione era stala fatta accuratamente. Lo sconosciuto doveva "essere pratico dell'i località e itelle abitudini dei signori Saracco. Trovato un posto conveniente dove poter attendere il momento favorevole senza dare nell'occhio a ìiessuuo,egli aveva pure presa la. precauzione di rom por" la. lampadina elettrica che illuminando il primo tratto di sca-Ie poteva farlo scorgere quindi mettere in allarme i proprietari del Ristorante; o qualche inquilino che, disgraziatamente per bri, rine-a-sasse a tarda OTa. Tutte queste precauzioni e la fulminea rapidità rolla quale egli aveva attuato il suo plano crteunoso, l'avevano favorito completamente e, sebbene un po' malconcio per la collutazione avuta col signor Saracco, aveva potuto prendere il largo con poco suo danno. I coniugi, dopo la tragica avventura, non pensarono più a coricarsi ma subito si portarono alla questura centrale a denunciare il fatto. Iil dott. Fina, che si trovava di guardia, raccolse la denuncia del signor Saracco, ed interrogò la signora.. Questa disse di aver veduto improvvisamen te pararsele dinnanzi mio sconosciuto mascherato, il quale impugnava un'arma rilucente, e che senza profferire parola l'aveva, urlata cosi violentemente da farle perdere l'equilibrio. Fu a quii punto che essa gettò il grido udito dal marito. >ion appena a terra, il malviveoite le aveva strappata la cassetta cric conteneva 5200 lire. Anche il Saracco diede connotali sommari dell'individuo, aggiungendo come particolare, clie questi portava un cappello grigio ed era allo e robusto. Nella mente dell'albergatole, ancor tutto impressionato per la brutta avventura era tro rlo almide e lla elllo ato mi riper co ese he ua, agda urato lila acmoagaf e lle rita di la il ensaro, anuo uva asva nreda nalago, nre ta 6i ni, — le un lo ro, iala va ni vefao,mdo re el aauo ela va o. on or il a, ed er zi uete to on pnele, ra to ra sorto 11 dubbio che autore dell'aggressione fosse un garzone di cucina da lui lasciato in libertà alcuni giorni prima. Un tipo appunto della corporatura dello sconosciuto, di carattere strano, che in certi momenti anzi dimostrava non molto equilibrio mentale ma che però nell'adempimento del suo lavoro, in un anno e mezzo che era rimasto alle 6tie dipendenze, non aveva dato luogo a serie , lagnanze. Mai nessuno aveva dubitato della sua onestà, ed egli aveva lasciato il posto d. sua spontanea volontà licenziandosi perchè, a suo dire, voleva tornare in Toscana, al paese natio. Ma nonostante le buone impressioni lasciate al padrone per il suo lodevole servizio, quel suo carattere variabile, le sue evidenti stramberie, e più che altro la sua corporatura (poiché il viso — come abbiamo detto — era coperto da. ima maschera nera simile a quelle carnevalesche) ricardavano troppo al signor Saracco 11 suo ex-sguattero perchè egli non ne facesse parala al dottor I-Ina. n funzionarlo inviò sul poeto i brigadieri Voglino, Baccheri e Baunone, i quali trovarono nel cortile una lampadina elettrica a mano, che la signara aveva scambiata per una arma, e due bottoni con un pezzo di stoffa che durante la collutazione col Saracco, questi gli aveva strappato- La lampadina, ranir mostrala al personale doll'albergo venne riconosciuta come appartenente al garzone Renato Filippini di Giuseppe, di anni 24, nato a San Domini di Brozzi, quello stesso 6ul quale il proprietario aveva espresso i suoi dubbi. Identificare l'aggressore rappresentava un buon passo sulla via del successo, ma occorreva rintracciarlo subito, prima che egli fosse riuscito a far sparire la refurtiva e ad eclissarsi. Irfi pattuglia degli agenti, nella stessa notte, si mise alla ricerca del Filippini, girando parecchi alberghi e finalmente in una locanda del centro fu rinvenuto mentre tranquillamente dormiva. Sotto il letto venne rinvenuto un cappello grigio con dentro una maschera di seta nera, ed un pacco di biglietti di banca dell'importo di lire 990, di settanta in monete di nichel ed altee di rame. Prima ancora che il Filippini parlasse gli agenti, sequestrando tutto quanto si trovava sotto il letto, avevano già fra le mani una... eloquente confessione. Il giovanotto, svegliato bruscamente dai suoi rosei sogni venne accompagnato dagli a urenti alla presenza del funzionario. Trovò inni ile negare e si acconciò quindi a raccontare la sua... bella impresa. Dopo l'aggressione, riuscita perfettamente, si era allontanato a causa per via Mazzini, senza incontrare ostacoli. Giunto al corso Cairoli, sentendosi .'il sicuro, volle controllare quanto gli avesse fruttato il colpo. Avvicinatosi ad una banchina, ruppe su questa la preziosa cassetta, intascò i biglietti di banca e gli spiccioli, e, senza guardare tanto pel Rottile, per sbarazzarsi della compromettente cassetta, la gettò nel Po. Quando l'arrestato seppe eh* insieme 'a quella aveva buttato via oltre quattromila lire, fra biglietti di grosso taglio ed un assegno bancario apparve oltremodo contrariato. « Accidenti alilo fretta! » esclamò. Poi dopo un momento di silenzio prosegui: — Allora la maggior parte del gruzzolo si trova ora in fondo al Po. Che peccato, quattromila lire per i pescil In corso CairoM furono inviati gli agenti, che l'altra notte, come la notte precedente, non hanno avuto un momento di ripaso. Essi riuscirono a identificare la banchina sulla quale era stata rotta la cassetta, e a terra, in prossimità della stessa, trovarono lire cinque e cinquanta di spiccioli, ma. nessuna traccia dei bigMetti. La versione che il Filippini abbia gettato nel po la cassetta prima di essersi ben assicurato che nessun valore ri rimanesse dentro, sembra poco attendibile alla Polizia. 1^ indagini proseguono poiché si dubita che il Filippini abbia nascosto in qualche lungo o consegnato a qualche suo amico o complice la somma che non è stata trovata presso di lui. Ad ogni buon conto l'intraprendente garzone è stato passato alle « Nuove. » dove potrà occuparsi della cucina dei carcerati. Il Filippini non ha dimostrato una eccessi va emozione per l'imprcveduto c rapidi1 scioglimento della sua impresa. tpuqmIctltqc6vznrmtfadlcltlfvAcraiigltrgtpcmpgdfpvpcvlsmvttadgarcncetoEtuTvdmosBzqmddsppsonrlrtnifn•navi

Luoghi citati: Toscana