L'Esposizione degli «Amici dell'Arte» a Palazzo Madama

L'Esposizione degli «Amici dell'Arte» a Palazzo Madama L'Esposizione degli «Amici dell'Arte» a Palazzo Madama Ed ora che anche lo ultime sale sono state aperte aJ pubblico ed il cielo, fattosi ad un astratto tempestoso per l'alto clamore dei ri- j sfirit-ati, va rlcompcsneniiosi nella calma, par- I cllamo un po' ili codesta esposizione di « gli amici dell'arte », che molta curiosità suscitò, molte delle promesse mantenne, e se non riuscì — ccar.o era agevole prevedere — a mostrarci midi <t onre ìieurcs cercò almeno di richiamare alla memoria di quanti 11 avevamo troppo dimenticati quegli intendimenti. Che avrebbero voluto fare delle esposizioni sociali qualche cosa di diverso dalle mostre consuete. . Certo la Direzione attuale — non dimentichiamolo — si trovò alle prese con una fatica ben ardua. Era necessario mantenere impegni assumi in precedenza da altri ; conveniva —■ se a torto, od a ragione non discuto — richiamare l'attenzione del pubblico con Qualche innovazione ilei locali, rendendoli più adatti nd una mostra d'arte; dovevasi lottare contro quel comodo quietismo, che apriva le porte delle esposizioni ad una quantità di opere semplicemente Insignificanti ed ingombranti ; altri problemi essenziali era ancora d'uopo affrontare, ed affrontarli voleva dire necessità di risolverli Cosi difficoltà d'ordine morale s'accavallavano a difficoltà d'ordine economico. E se il pubblico nulla sa di tutto ciò, nè ha da sapere, bone lo apprese invece la nuova Direziono., onde mi sembra giustizia ricordare i nomi do' suoi componenti: On. aw. Gino Olivetti, presidente ; Maggi Cesare, vice-presidente; Cibrario Alberto segretario; Alloati G. Battista, Musso Emilio, Omegna Filippo, Orsolini Gaetano, Ortolani Augusto, Salvestrini Giovanni, Zolla Venanzio, consiglieri ; Stagliano XrtiiTO, revisore dei conti. Intorno ad un punto sembrò peraltro appassionarsi codesto pubblico: e fu -attraver. so l'agitazione sorta nel piccolo mondo dell'arte per i rifiuti. T,a Giuria di accettazione fu infatti severissima: 11 numero delle opere cu .fu negato Vaeccssit sali ad una cifra quasi Iperbolica di fronte al passato. Piò del eottantacinque per cento! Figuratevi la fanfara delle ire contro la Direzione' mftofndpgGtsrrsmpmtcitgrPsspatng—lusfqtmtduePoco male. La reazione era oramai una ■ snecessità. Necessità di sfollamento delle sale; necessità di educazione artistica de! pubblico: In una mostra d'arte come, del resto, dovrebbe essere sempre, anche altrove - pririj mè la qualità che deve contare, non la quan- | ctità. Non è fra le missioni di un'esposizione stancare il pubblico con Iroppi lavori; bensì di' Infondere nell'animo di esso la quasi cjèrtezza di potersi trovare dinanzi ad una serie di opere, se non di grande valore (ohimè I esse sembrano farsi ogni giorno più rar.el), almeno non in tutto insignificanti. Siamo ora stilla via buona? Si, ove si abbia il coraggio di affrontare cene situazioni spinose ; di resistere a sollecitazioni d'ogni fatta; dì mandare giù minacce e insulti, spesso mascherati dietro la sporcizia vigliacca della lettera anonima. *"* Intanto 6 indiscutibile che un senso indolito di ordine e di armonia presiede alla mostra. 1 dipinti non .più si addossano l'uno all'altro, spesso con danno reciproco. Si fa più Meltdsterilargo 13 respiro. Ed anche là, dove ragioni di I bopportunità consigliavano una vicinanza te- J Ednm«sFsindRnzrdnsle da dare ad un certo gruppo di opere imi carattere più raccolto e pili intimo, si procedette quasi sempre con lodevole criterio. Gravi ragioni finanziarie e di tempo non permisero invece che all'ambiente si desse un aspetto uniforme. Ma fu un male, o non piuttosto un bene? Certo che il passaggio dalle sale, ove, nell'ideazione delio scultore Stagliano, una luce fors'anche troppo mite. piove da certe grandi lampade velate. — di j ccui i larghi risvolti fanno pensare ad ali an-1 ;1reolanti l'ovale del viso di qualche suora j udi ospedale, - creando intorno un senso di lraccoglimento, certo, dico, che il ^passaggio | Bclfmssalle altre sale severe e superbe nella ricchezza dei loro ori, dei loro intagli, delle loro antiche pitture, è brusco: ma chi può dire se in ambiente cosi vasto una lunga successione di grandi sale intonate ad un unico senso decorativo simpatico nella sua semplicità soffusa di modernismo, non avrebbe gene- rato mouotonia? Fu un etipenmento P-'t-i |«iaV re=la visibile n-r fortuna buona par-i aaie ri sia iisimie, pei lortuna, Duona par nte nel passato. . ,E qui —■ coincidenze, curiosa — domina Giacomo Grosso: nell'ambiente modernizzale Felice Casorati. Due pittori, che è un po' difficile far proceflere di conserva. L'uno e l'altro hanno esposto cinque, o sei, opere. Piacevole, festoso e lasic-so i! Grosso; raccolto, quasi sdegnoso della folla, il Casorati. Nell'uno le esuberanze di un temperamento assetato di , colore, e quasi reso ebbro dalle gioie della !1tavolozza; nell'altro un cerebrale raffinato, ove è qualcheoosa di cosi volutamente po- ! &vero, di cosi austero da confinare con una sforma di ascetismo. L'uno canta per la folla, milbsvqtgjche si raduna plaudente, intorno; i'alu-o si craccoglie in sé, o parìa sommesso ai poe.hi, dche vogliono ascoltarlo: s/Oi et paucis; nel- ale tele dell'uno in superficialità della vita ' pesteriore resa con la baldanza di chi sa ove cvuole arrivare, e si accontenta Nei eaggi {bdell'altro uno spirilo inquieto di ricerca; l'incontentabilità, e i segni di un desiderio aspro e torturato di fare da' sogno una realtà, che continuamente a lui sembra sfuggirgli E, naturalmente, il successo è per Giacomo Grosso. Una cesta di funghi, dipinta da lui con la consueta biavura — fatta osisi pili ammalizlata, e perciò -meno piacevole per aieiuii — fa andare, come si suol diri-, il pubblico in visibilio. Dati gli intenti della Mostra Si (avsevero ritratto del padre'), gusto non rata natn, ma verve ricca di piacevoli sorprese; tqcco spigliato e sicuro; l'aneddoto raccontato brillantemente come pochissimi sanno; tuòcó d'artiticìo, che abbaglia, strappa l'ape svanisce per l'aria scura tra volute ài tutti': biancastro. Più vecchi certamente a ritrauo assai bene inteso, della Principessa Laetiti?. .- uno studio di testa all'aria ttbe.'.*- Trovo inoltre un nudo di donna in lue* aititi tale iie, - .., f:rma dell'autore e per una certa ptocew azza potrebbe nel ea-nipv; commerciale -,- .ÌU,ilche buo¬ na riproduzione. Non se . ,c cj6 pr> irebbe accadere per il uuiiiuo seduto, esposto dal Casorati. Qualcuno lo dettili .un ■oltraggio alla bellezza muliebri • :. no coir re certamente una conoscenza in , csDvzrP'edell'estetica feniruJiiilc iior consentirti m iaie giudizio. Ma quando mai iì Casorati si prò pose di piacere al pubblico? Da .la donna Ie l'armatura, al nudo di ^sorelle.. « | «lo studio •. e via via btsi altri sono ì prò- Memi che l'assillano: problemi di volume; di solidità di forme; di luce, che avvolga anche le ombre, e le illumini discretamente, delicaUmente; di funzione deUo spazio uro- .pettico nell'economia della composizione, li- ' ntitato a quanto è pura necessità per l'evi- . danza della visione; di realizzazione di uno stllu. E questo tormento di anni ed anni, :onde il Casorati dall'» Anna Maria De Lisi » potè assurgere alia sintesi potente dei ri tratto del coium. Riccardo Guatino, non permise all'artista di preoccuparci di esnree- sioni di una beHezsa miti sup«flciataifflat« Intesa. In urto con l'austera concezione delia sua arte. Ma ecco un Casoratt. direi, più aoeeeeibfJe almeno n (pianti — senza alcun partito preso — cercano di sviscerare l'essenza dello spirito casoratiano. lì piccolo paesaggio di colli fiorentini è arioso, delicato, c sob'dissl- mo nella costruzione sintetica del piani; una figurina di donna in veste bianca in ambiente aperto fa sentire ueila purezza chiara delle ombre la trasparenza dell'aria Intorno; Infine è assai interessante un gruppo di donne in ambiente chiuso: prima visione forse di un quadro, che per fini ricerche tonali, potrebbe forse riuscire fra le opere pivi degne del nostro artista. Naturalmente nomini dm valore <M un Grosso e di un Casorati non possono non trascinare nella loro orbita altri studiosi. Ma se nel breve ambito della vita artistica io ririe.se furono molli j giovani che per varie ragioni si accostarono al primo, pochissimi seppero accingersi a gustare il forte agrume degli insegnamenti del Casorati. r-'ra 1 pochissimi, Nella Marchesini. Due nature morte ed uno studio di testa furono una lieta sorpresa non soltanto per me. Le umili coso dipinte rotondeggiano, hanno corpo, si immedesimano con l'aria circostante: ombre trasparenti e accenti vigorosi si fondono in giusta armonia, E Nenia Marchesini è già rumlcbecosa di piò di una notevole promessa. Poco discetto rivedo con piacere Savina Rossl-Farello Sembrava che ì) destino fosse riuscito ad atterrare questa pittrice, che — appena esordiente — una Biennale veneziana aveva salutato con grande piamo in un'opera tutta penetrata di desolato dolore. Infatti erano stali pochi, che io sappia, e minori i saggi esposti dopo. Oggi mio studio di testa e — piò — uno squadrato e succoso ritratto ce la mostrano temprata a nuove fatiche da un'austera veglia d'ormi, dn/Ta quale essa saprà — ùo penso — trarre nuove energie per future battaglie. Il ritratto, cui accenno, e quello del pittore Grande. E il Grande stesso trovo conllnato In una saletta entraitido, mentre pare a me che. egli avrebbe meritato trattamento di gran lunga migliore. Polche davvero non so quanti altri fra noi abbiano una concezione ugualmente austera dell'arie, e sappiano compiere maggiori sacrifici por e? sa. Nella sala dedicata al Casorati egit avrebbe potuto più degnamente figuraro per auate- | rita di visione, per disprezzo d'ogni volgarità, per ispirito di ricerca. La sua pittura, monocroma in apparenza, è- tutia una ri corca di finezza così nel nudino di donna, Ma un ottimo indizio d'un ritorno eh ecosa di più solido, di più sincero od librato di quanto non ci avcajcro dato le ultimo opere di un artista che vedevamo con dispiacere sviarsi in ricerche me.no adatte a! suo temperamento, con {svantaggio dell'arte nostra e sua. Paiiìai della Marchesini e della Farello. Del resto le pittrici sono abbastanza numerose in questa mostra, da Ev.ir.gclina A ciati, brillante e vigorosa in un gruppo di fiori, ad Emma Ciardi, allontanatisi dai sorti gianiI- distesa i.n un prato, come in quella c Maternità ». cosi umile, ma cosi sentila, da far dimenticare la reminiscenza previdi tana di « Geòrgie-), >. Altro sludio di nudo, visto di j schiena, 6 quello dipinto da Cesare Maggi. I Fattura larga, ricerche attente di un chiaro- I scuro ben visto e bene sentito. Un accenno ! inutilmente bizzarro nel ia'.'lio a metà testa. I a qua!- j 5d equi- j ni seUcceiitesehi per vivere, ira» po' la vita della Venezia d'og.tri; da Emilia FweUiniRossott! (non io posso parls,rnel a Giuseppina Clava, miniaturista ben noi;-, ad apprezzata-, da Eleua Cibrario, che, giovanissima, rivela già le impronte di un temperamento di osservatrice acute e di colorista briosa nella riproduzione di alcuni pupi, caratteri , '\\ r,,;, 1'',," straniente umoristici, ad Elda Arozza, che , con bravina notevole, per quanto ancora un | ;10- superficiale, si cimenti colile ardue dif- ! ucoltà degli splendori dc-r".e porcellane e dei j lucori degli emalti. E trovo ancora Cuisa ! Bos!o, M Bc6wcl] e Gllda cossétti, ù\ian-1 ca Zucchetti Cari esso. Di fi-onte alla severi- là della Ciuria. non proclive certnmente a ì fa 'a da cavalière nor i he-'li orchi fonano i "m- li m i f l^'i-" mamoli laU) delle signore, le molte am-mhr > sion; sono abbastanza eJgmucauYe. fintanto, ecco, pur troppo, un quadro che j sé velato di gramaglie E' del dot' uàrin ■ Mano 1 |Vr|,,;.. m.,T*0 ,P^t. >;,;,i>„ 01, ,rfu..., «mì ', , 5.;<i-co «d artista, egli Uno]1 flI un 8^,,^ dilettante. 1^ sua pit-1 ,ura> ;aioia mi po' rude e pesante, fu quella l 1,1011'iù «Il arte, E con questa triste nota conchiudo per og & «W^tti mia prima rassegna. Altri nomi sarà doveroso peraltro ricordare. Special monte di chi seppe comprendere elio qual- ili un osservatore attento del vero, senza blandi aicorgimenti, eincera e vigorosa. Assiduo alle esposizioni, non soliamo nostre, vi consegui spesso notevole plauso ed anche I qualche premio, rranimo mite, alieno da lot- | te_ personali, consacro al lavoro le sue mi-1 ghon enetigie. Lercio ia sua morte sollevo jiusfunenie checosa di diverso dalle esposizioni consuete dovevasi dare a questa Mostra. Pur troppo abbondano invece i soliti studi, le solile im pressioni, 6ovrattutlo di paese. Ma non man cano le eccezioni. E queste tratteremo fra breve come le benvenute, e vivo compianto, e non solo nel l'arte. | E. Ferrcttlni.

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