Il ministro morto in esilio, il poeta morto in miseria

Il ministro morto in esilio, il poeta morto in miseria jyigure di Russia Il ministro morto in esilio, il poeta morto in miseria è o e o a e ì o i a o e o e l o d è ao a a n ci n elì«1 a 1 i é o ti a tn rno eto re oia io po ra il udi ta une utaui In he ere siSazonoff il gran diplomatico dello Czar Parigi, 26, notte. La scomparsa di Sazonoff — morto Ieri a Nizza, di paralisi cardiaca, all'età di 67- anni — è oggetto di sincero dolore e di profondo compianto da parte di tutta la stampa francese moderata, che non può" dimenticare l'immenso appoggio dato dall'ex-irainistro degli Esteri russo alla causa dell'Intesa nei sei anmi (10101916) durante i quali regnò, ancorché combattuto dalla cricca dei germa.noflM, al palazzo del Ponte dei Cantori, facendo sentire il suo influsso moderatore attraverso tutta una serie di crisi imternazlonaU. da quella di AgadiT ailHa guerra italo-turca ed alile guerre balcaniche, senza escluderne 11 fatale 1914. • Una figura femminea Evocando la figura, di questo epigono dei Gorciokofl, dei De Gtcrs, del Lobanoft e dei Muravieff, di cui nessuno di quanti vissero nella Pietroburgo imperiale degli anni 1911-1913 potrà mai dimenticare gli strani grossi occhi celesti e quasi femminei nel volto pallido, sormontato dal lungo, nudo e briflilaiate cranio di avorio e la bianca mano che tante voUg in quegli anni gravidi di tragedia si stese al disopra della scrivania monumentale verso quetllle di lord Buchanan, di Georges Louis e di Delcassè, del marchese Della Torretta, di 'furkhan pascià, dea conte di Pourtalès o del barone von Lucius — i compagni di scena che la sorte gli aveva assegnato — il Tempi scrive: « Con Sergio Sazonoff, una grande figura dell' Europa contemporanea scompare. Si può dire che di tutti i ministri, degli Esteri che si sono succeduti al Ministero del fonte dei Can tori a Pietroburgo, Sazonoff tu quello che assunse* il compito più gravoso nelle più difficili circostanze, .sempre egli lo assolse, per quanto oritiche fossero le circostanze, con una chiara coscienza del suo dovere verso il suo Sovrano, il suo paese, e gli alleati di onesto. Di tutti i consiglieri di Nicola II egli fu quello che ibbe la visione più chiara delle cose nella formidabile tempesta politica che terminò, per la Russia imperiale, con la catastrofe. Se fosse stato ascoltato sino in fondo, se la sua influenza avesse potuto prevalere sullo spirito di intrigo e di demoralizzazione che fini per logorare l'energia russa prima che la vittoria degli Alleati fosse raggiunta, molte sventare sarebbero state evitate, molti disastri sarebbero stati risparmiati, e la Russia non sarebbe rotolata in fondo all'abisso. « Sazonoff. che durante te due dimore che fece all'ambasciata di Londra come principale collaboratore del conte Benchendorf, aveva fortemente su bito l'influenza del liberalismo inglese, aveva idee larghe e generose. Egli credeva alla possibilità di una prudente evoluzione dell'assolutismo verso un'organizzazione costituzionale che tenesse conto, non solo delle aspirazioni, ma anche del vero grado di maturità politica di Un popolo immenso, al quale non si poteva ancora pensare — e l'esperienza fatta dopo il 1917 lo ha dimostrato — a confidare il controllo assoflaito delle vTita nazionale. Sazonoff fu uno dei -grandi artefici della Triplice Intesa, nel senso che coll'aocordo di Balmoral dvl 1912 determinò il riavvicinamento sincero della Russia e dell'lnghiliterro, procedendo ad un minuzioso esame e ad una leale conciliazióne degli intier.}ssi russi ed inglesi in Asia. Le 'fGluciase relazióni tra Londra e Pietroburgo completavano in tal modo l'alleanza franco-russa e l'intesa cordiate franco-britannica e permettevano ~aila diplomazia di queste tre potenze di accordarsi solidalmente in vista della soluzione doi grandi problemi internazionali. « Malgrado tutti gli sforzi della Germania per rtistirairre la Russia imperiale dalla retta linea e trascinarla nel solco di Berlino, Sazonoi'f riusci sempre a fare prevalere la politica di fedeltà all'Intesa, che non fu mai smentita sinché .egli fu alla testa del Ministero degli Esteri a Pietroburgo. Questo "leale atteggiamento gli valse il rancore tenace della Germania ed inimicizie pericolose n<?Ha stessa Russia, in quei circoli dove l'influenza tedesca si esercitava spesso con mezzi inconfessabili. E' noto che rex-imiperatore tedesco, nei suoi sforai per. sottrarsi alle proprie responsabilriti, tentò nelle sue Memorie — che formicolano di inesattezze a proposito di fatti definitivamente stabiliti e di asserzioni tendenziose — di rappresentare Sazonoff come uno dei principali responsabiiM, se non del grondi colpevoli, della guerra. Con due lettere inviate al Temps nel 1922 l'ex-ministro degli Esteri russo npnose una categorica smentita a queste asserzioni, e gli avvenimenti, quali egÉ. li riferisce nelle sue Memorie — con testimonianze e documenti taciti a corrtrolilarsi — hanno fatto piena ed intera giustizia della leggenda che i tedeschi crearono intorno alla parte da Ini sostenuta prlma e durante la guerra, I tragici giorni del 1914 ImteulfuposuavnoeszidinoveseSaL'imgrsalapitovimbilempemtopetedoradasttadifttudibudusaaurate•Come fecero i Gabinetti di Parigi e di Londra, anche il Governo di Pietroburgo mise tutto in opera per tentare di evitare la catastrofe del mese di agosto 1914. Sazonoff ha raccontato in qual modo, pur essendo convinto che la Germania si sarebbe associata interamente all'Austria-Ungheria, si sforzò di ottenere una più lunga dilazione per la risposta da darsi dalla Serbia all'ultimatum austro-ungherese e come consigliò al Governo di Belgrado di sottoscrivere a tutte te esigenze di Vienna, tranne, beninteso, quelle che potevano attentare ai diritti sovrani dello Stato serbo. Tutta questa parte delle memorie dell'ex-ministro degli Esferi russo è luminosa, e nulla è più commovente da leggersi dei capitoli in cui Sazonoff spiega come avvenne, sot to la pressione delle circostanze, la mobilitazione parziale delle forze russe, mentre l'Austria-Ungheria aveva già completamente mobilitato le sue. perchè, se la Russia non avesse preso questa elementare precauzione tra il 30 ed 11 31 luglio 1914, quando l'Austria-Ungheria aveva concentrato con tro di essa orto Corpi d'Armata prima che un solo riservista russo fosse stato richiamato, avrebbe corso il rischio di perdere la guerra senza aver potuto estrarre la spada dal fodero. « Sazonoff ha compiuto il suo dovere negli ultimi giorni del luglio dal 1914 come lo ha fatto nelle tragiche ore del 1915 e del 191C. Non vi ru una manchevolezza nella sua politica di guerra per quanto gravi fossero le circostanze militari ed interne del suo Paese. Diede prova di fermezza assoluta contro qualsiasi suggerimento di pace separata. Resistette, con un coraggio degno di ogni elogio, ai tentativi fatti per rompere la solidarietà della Russia di fronte ai suoi Alleati. Nel suo fervore per la causa comune, egli si spinse sino al punto da opporsi ajartMaaata atta teflaaaw asianamasgstlecosusfnPtrstditoto19tanfrmTdaMqlebrcdcPggrCprarceincsunstnvcdlSBEcncd—ndcddtbp e o i a i e a i e a l l . i e a si e rel mnio. il ia, a nre si ldi ini aeeno o e ce n— a no rl4 che, servendosi dell'ascendente chft- la Imperatrice esercitava sullo Czar, determinarono gli errori e le colpe degli ultimi mesi del regime czarista. Egli fu vinto colla sua politica e cadde dal potere .senza avere sacrificato nè i suoi principii, nè gli interessi di cui aveva assunto la cura. Dopo di lui, non vi era più posto nella politica estera russa, se non per la rassegnazione, l'abbandono ed il disastro. A dieci anni di distanza e dopo l'uragano rivoluzionario che ha devastato il vecchio Impero degli Czar, si può, senza timore di ingannarsi, rendere a Sazonoff l'omaggio che gli è dovuto. L'ex-ministro degH Esteri della Russia imperiale è di quelli il cui ricordo ingrandisce man mano che il tempo passa, alla luce della storia imparziale ». A prescindere dalle ragioni particolari che può avere il Temps per rimpiangere l'uomo che mandò ambasciatore a Parigi Isvolsky, l'amico di Rouvier ed il grande patrono del lanciamenti dei prestiti russi, è fuori di dubbio che i giudizi espressi nell'editoriale citato rispondono al sentimento dominante nell'opinione francese, e che per la Terza Repubblica quello della morte di Sazonoff è un giorno di lutto. In quanto al giudizio che sulla personalità del defunto possiamo emettere noi italiani, esso non ci sembra dover essere molto meno favorevole. Italia a Russia La guerraJitate-turca determinò nei rapporti tra? la Russia e l'Italia, che da molti anni erano pressoché inesistenti, sebbene nella crisi bosniaca l'Italia avesse fatto le spese non meno di quello che le aveva fatte la stessa ftussia, una feconda ripresa. Un mutuo interessamento succedette all'indifferenza reciproca, e tanto a Pietroburgo che a Roma si comprese che i due Paesi potevano avere qualche cosa da dirsi al di sopra della barriera austro-balcanica che li separava. Quando il marchese Carlottl, che «tal- blclselaroNa'l'eziMom« Nse,luavmcavaunteRtoloqusomtoveunespusecenorauie gli anni passati precedente-man-.te ad Atene aveva avuto agio di fa4± e ore di in he norne ia codo di he ni rte gli più in ot la usva ue. eso il Auon prisse mìliarizzarsi aWhe col problemi e le aspirazioni dello slavismo balcanico, giunse a Pietroburgo non gli fu mestieri di molto studio per trionfare delle diffidenze che l'azione di Giolittl contro la Turchia aveva suine pniroe suscitato nel governo imperiale. La disfatta turca, tollerata dall'Inghilterra, non tardò anzi a venire giudicata a Pietroburgo prodromo favorevole alle tradizionali aspirazioni russe su Costantinopoli, ed una notevole corrente di simpatia si stabilì da quel momento fra il palazzo del Ponte dei Cantori e la Consulte. Al principio del 1912, avendo il Cariarti dovuto assentarsi da Pietroburgo per motivi personali, l'ottima situazione dell'Italia di fronte alla politica russa venne abilmente consolidata dal marchese Della Torretta prima e poi dal barone Bordonaro, successivamente Incaricati di affari dell' ambasciata della Piccola Morskaia, ma soprattutto dal primo di questi due giovani diplomatici, 11 quale durante la lunga e tempestosa crisi balcanica che precedette la guerra europea mantenne con Sazonoff contatti costanti e di vera cordialità, giudicando lo statista di primo ordine e di carattere elevatissimo, | Una profezia tedesca nel 1913 Quante volte, nelle anticamere del Ponte dei cantori, non vedemmo noi giornalisti passare l'alta ed ascetica figura di Turkham Pascià, l'ambasciatore della Sublime Porta e decano del Corpo diplomatico, venuto a protestare presso Sazonoff contro gli atti di guerra dell'Italia, e da Sazonoff rimandato a casa, dopo una visita di Della Torretta, con le pive nel socco ed un mucchio di buone parole T Ma proporlo la elevatezza del carattere — e forse una insufficienza di energia — furono ciò che perdette Sergio Sazonoff e la Russia con lui. Scalzato spietatamente da una camarilla di tedeschi il cui esponente visibile era l'Imperatrice, U cui strumento segreto si chiamava Rasputin, ma la cui eminenza grigia sedeva nel sontuoso salotto d'angolo della nuova ambasciata di Germania, schiacci ante^ — con la sua formidabile mole dì granito roseo — l'Ambasciata d'Italia da una parte e la cattedrale di Sant'Isacco dall'altra, 'e si chiamava il Barone Von Lucius, il Ministro degH Esteri finì con l'avere la peggio. Von Lucius — incaricato di affari anche lui, giacché in quel periodo fortunoso pareva che gli ambasciatori m carica si fossero tutti data la parola d'ordine di assentarsi da Pietroburgo — parlava apertamente della guerra fino dal 1913, e ricordo che un mattino di quell'anno, nel salotto di cui sopra, ci disse, con una eloquente fregatina di mani, riferendosi ad alcune notizie del giorno relative alle riforme militarli tedesche: — Ancora qualche altro buon piccolo Corpo d'armata, e siamo pronti 1 Di li ad un anno, i Corpi d'Armata si mettevano in marcia. Sazonoff aveva osato gettare il guanto a Sturmer e a Rasputiti. Ma, in meno di due anni, approfittando di una momentanea assenza del Ministro dalla Capitale, la Czarina riusciva ad ottenerne la testa dalle deboli mani di Nicola H e riprendere le redini del Governo. Sazonoff, cortigiano perfetto anche nella disgrazia, non seppe far di meglio che inchinarsi. Scompare con lui l'ultimo erede dell'ideale occidentalistico russo di Pietro il Grande. C P. Movimento diplomatico francese Parigi, 36, notte. Si conferma che il signor Beyeant, vice-direttore al ministero degli Esteri, saia nominato ambasciatore di Francia al Brasile. Come suo successore al Ouai d'Oreay. si fa il nome di Gabriele Puaux, ministro a Kowno, che" sarebbe sostituito da I.abonne, consolo generale e già consigliere dell'ambasciata francese a Mosca. 6ensczaspasmesvichrefaghsodamreaastolammzigpsstacvsedpvpdsnieztonnctezladmplisVnapdipedpftsdtnrpltls